Nel caso di mancata individuazione del responsabile dell’inquinamento le opere di bonifica di un sito inquinato sono effettuate ai sensi dell’art. 250 del D.Lgs. 152/2006?
[A] Sulle immissioni ed i limiti massimi di tollerabilità ai sensi dell'art. 844 c.c. [B] In merito all'immissione delle api nel fondo contiguo ai sensi dell'art. 896 bis c.c.
In materia ambientale e in merito al rilascio di una A.I.A., la prova che la concessione della deroga ai limiti di emissioni fissati dalla legge non rilevi in danno della salubrità dell’ambiente deve essere fornita dal titolare dell’interesse legittimo che ha interesse ad ottenere la deroga?
Se la valutazione della presenza di sostanze pericolose oltre i limiti di soglia previsti dal D.Lgs. 105/2015 (“Seveso”), ai fini dell’assoggettamento di uno stabilimento alla medesima, possa essere devoluta all’autodeterminazione del gestore attraverso una verifica svolta “momento per momento” sulla base di procedure operative, o debba essere ricavata dalla capacità degli impianti, così come ufficialmente accertata dal provvedimento autorizzatorio di riferimento, quale l’autorizzazione integrata ambientale (A.I.A.).
Sulla differibilità delle valutazioni tecnico-pratiche in merito al rilascio di un provvedimento di autorizzazione per l’installazione di un impianto di produzione di bio-metano derivante dal trattamento di rifiuti del tipo F.O.R.S.U.
Sulla qualificazione come industria insalubre: la mera riconducibilità di un’attività all’elenco del D.M. 5 settembre 1994 ne giustifica l’inibizione o la sottoposizione a limitazioni? I poteri inibitori possono essere esercitati senza l’ausilio dell’autorità sanitaria?
Sugli stringenti limiti imposti alle attività industriali nell’ambito dei centri abitati: in questo contesto come devono essere trattati gli allevamenti di animali? La loro consistenza numerica assume una qualche rilevanza?
[A] Sulle misure igieniche indicate dall’art. 216 T.u. leggi sanitarie. [B] Allorché si pianifichino interventi residenziali che vengano a realizzarsi vicino ad allevamenti già esistenti, occorre che gli atti di pianificazione osservino le normative oggettivamente poste allo specifico fine di prevenire rischi inquinanti in pregiudizio della destinazione residenziale
[A] Sulla possibilità o meno di richiedere la sanatoria per una costruzione edilizia realizzata in base a un titolo formalmente valido ma, all’attualità, sub iudice o, semplicemente, in ordine al quale si nutrono dubbi di legittimità: sul valore della certezza dei rapporti giuridici e, in particolare, dei titoli di autorizzazione amministrativi [B] Sulla sussumibilità o meno dell’allevamento avicolo nel novero delle industrie nocive di cui al D.M. 12.2.1971, oggi D.M. 5 settembre 1994
[A] Il meccanismo della conferenza di servizi delineato dalla L. n. 241/1990 non prevede affatto che i pareri dei vari enti partecipanti siano resi noti in anticipo agli altri. [B] L’eventuale “ostruzionismo” (leggasi mancata partecipazione o partecipazione non costruttiva alla conferenza dei servizi) deve essere in qualche modo sanzionato. [C] Con riguardo alla provenienza della biomassa, la normativa vigente non ne impone la specificazione dettagliata, essendo un tale onere inesigibile alla luce del diritto di libertà di iniziativa economica. [D] L’art. 216 T.U.L.S. in materia di industrie insalubri (e con esso il conseguente D.M. 5/9/1994) non appare compatibile con l’attuale assetto normativo nella parte in cui la norma fa riferimento generico all’”abitato” e alle “campagne”. [E] Molto spesso i piani regolatori sono concepiti in maniera del tutto errata laddove consentono che le zone D siano collocate in adiacenza a zone residenziali oppure laddove consentono che all’interno delle zone D siano ubicati insediamenti residenziali, perché questo è alla base di molte controversie simili a quella che occupa il Tribunale. [F] Sulla differenza tra VAS e VIA
Sulla presenza di un’area a carattere prettamente storico o residenziale e sulla possibilità o meno di per di vietare l’insediamento di industrie insalubri
[A] Spetta al Sindaco, all'uopo ausiliato dalla struttura sanitaria competente, il cui parere tecnico ha funzione consultiva ed endoprocedimentale, la valutazione della tollerabilità, o meno, delle lavorazioni provenienti dalle industrie cosiddette "insalubri". [B] L'allevamento di animali è considerato dalle norme del testo unico delle leggi sanitarie industria insalubre di prima classe
Spetta al Comune, all'uopo ausiliato dall'azienda sanitaria locale, la valutazione della tollerabilità o meno delle lavorazioni provenienti dalle industrie classificate "insalubri"
A seguito dell’avvenuta constatazione dell’assenza di interventi per prevenire ed impedire il danno da esalazioni, il sindaco può disporre la revoca del nulla osta per industria insalubre e, pertanto, la cessazione dell’attività
Sul provvedimento con il quale il Sindaco ingiunge l’allontanamento immediato degli animali custoditi nel pollaio insistente sulla sua proprietà all’interno di zona residenziale B
L’adozione di provvedimenti repressivi delle industrie insalubri in base all’art. 216 del RD 1265/1934 presuppone l’accertamento in concreto di un’effettiva situazione di pericolo per la salute pubblica
La giurisprudenza evidenzia come l’art. 216 t.u.l.s., nel consentire la permanenza delle industrie insalubri nei centri abitati a certe condizioni e accorgimenti tecnici, non ha autorizzato il Comune a disporre una deroga al disposto della norma
Sulla possibilità o meno di derogare alle distanze fissate dallo strumento urbanistico per gli allevamenti di animali, considerati dal R.D. 27 luglio 1934 n. 1265 industria insalubre di prima classe
[A] L'art. 216 r.d. 27 luglio 1934 n. 1265, nel prescrivere che le industrie insalubri di prima classe devono essere isolate dalle campagne e tenute lontane dall'abitazione, non fissa specifiche distanze. [B] Il comune (che non possiede né strumenti né competenze per accertare “in proprio” le condizioni sanitarie di una industria insalubre) non può discostarsi dal parere negativo reso dall’Autorità sanitaria. [C] Le emissioni inquinanti integrano reato contravvenzionale penale. [D] La contravvenzione di cui all'art. 674 c.p. sussiste anche in presenza di rituali autorizzazioni amministrative per l'esercizio di un'attività d'impresa. [E] Nell'applicare l’art. 844 c.c. l'autorità giudiziaria deve contemperare le esigenze della produzione con le ragioni della proprietà. Può tener conto della priorità di un determinato uso facendo riferimento al criterio della “prevenzione nell’uso”. [F] La Cassazione ha chiarito che il principio, dettato in tema di immissioni acustiche è agevolmente traslabile a quelle odorigene
Sull’esclusione per tutto il territorio comunale della possibilità di "insediamento di nuove attività classificate insalubri di prima classe dal D.M. 5 settembre 1994”
Sul recente principio giurisprudenziale riguardo all'art. 216 T.U.L.S., approvato con r.d. 27 luglio 1934, n. 1265, che indica i criteri per l’insediamento di manifatture o fabbriche che producono vapori, gas o altre lavorazioni insalubri o che possono riuscire in qualche modo pericolose alla salute degli abitanti
Il fatto che si tratti di artigianato e non di industria esclude di per sé la qualificazione dell’attività ai fini della conformità urbanistica come “industria” insalubre
L'art. 216 r.d. 27 luglio 1934 n. 1265, nel prescrivere che le industrie insalubri di prima classe devono essere isolate dalle campagne e tenute lontane dall’abitazione, non fissa specifiche distanze
Sull’ordinanza in materia d'igiene che ingiunge al proprietario di disattivare immediatamente il proprio impianto di allevamento di bovini in quanto a distanza di anni si sarebbe reso intollerante nei confronti di coloro che hanno deciso di costruire il loro edificio nelle immediate vicinanze
[A] Nei confronti dei successori dei responsabili degli inquinamenti è possibile adottare, ordinanze contingibili ed urgenti. [B] Sull’ordinanza con la quale il Sindaco dispone l’allontanamento delle persone che vivono su un terreno inquinato. [C] Il provvedimento contingibile ed urgente che impone interventi su un’area inquinata prescinde dalla responsabilità del proprietario nel cagionare l’inquinamento, a differenza di quanto previsto per i provvedimenti bonifica di cui al D.Lgs. 152/2006. [D] Non costituisce ostacolo al provvedimento urgente, la circostanza che l’inquinamento duri da tempo, se il pericolo resta attuale. [E] Sui poteri di intervento attribuiti al Sindaco dall’art. 217 del Testo Unico delle leggi sanitarie del 1934. [F] Sul reato di omissione d’atti d’ufficio a carico di un Sindaco in relazione ad un episodio di inquinamento delle acque