Sul concetto di precarietà di un manufatto ai fini dell’esonero dall’acquisizione di un titolo edilizio. In particolare, i containers posizionati in un’area necessitano di titolo edilizio?
Cosa deve fare il proprietario incolpevole di abuso edilizio commesso da altri per evitare l’acquisizione gratuita al patrimonio comunale, ai sensi dell’art. 31 del DPR 380/2001, dell’area di sedime sulla quale insiste il bene?
Sulla funzione del Provvedimento Unico Ambientale (PUA) di riunire, in un unico atto, il provvedimento di VIA e ogni altra autorizzazione, intesa, parere, concerto, nulla osta o atto di assenso in materia ambientale.
Nell’ambito del procedimento di cui all’art. 208 del D.Lgs. 152/2006 le valutazioni in merito alla prospettiva urbanistica possono confluire nel profilo ambientale?
La realizzazione di stazioni radio base (infrastrutture di comunicazione elettronica), assimilate alle opere di urbanizzazione primaria, può avvenire in deroga alle disposizioni a tutela dei beni ambientali e culturali?
Il procedimento di installazione delle infrastrutture per impianti radioelettrici di cui all’art. 87 d.lgs. 259/2003 costituisce un procedimento unico nell’ambito del quale confluiscono anche le valutazioni edilizie?
La conformità dei manufatti alle norme urbanistiche ed edilizie costituisce il presupposto indispensabile per il legittimo rilascio dell’autorizzazione all’esercizio di attività commerciale?
Sulla differenza tra impianti fotovoltaici tout court e impianti agri-fotovoltaici in tema di procedimento volto all’ottenimento del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (P.A.U.R.) di cui all’art. 27 bis del D.Lgs. 152/2006.
Sul divieto di artato frazionamento applicabile a tutti gli impianti che percepiscono incentivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili, in quanto può portare l’elusione delle soglie di potenza per le quali è stabilita l’ammissione agli incentivi.
Se l’esercizio di un’attività commerciale debba essere ancorato, in sede di rilascio del relativo titolo autorizzatorio, alla regolarità urbanistico-edilizia dei locali in cui essa viene posta in essere.
Se la concessione di più permessi di ricerca di idrocarburi per aree contigue, per un’area complessiva superiore ai 750 mq, costituisca una violazione al divieto posto dall’art. 6, comma 2, della L. 9/1991.
Il percolato, che viene convogliato direttamente in un depuratore e dopo il trattamento scaricato in un corpo idrico ricettore, è un refluo industriale oppure un rifiuto liquido?
L’eliminazione dall’assetto impiantistico di un capannone destinato allo stoccaggio di rifiuti costituisce una modifica ai sensi dell’ all’art. 5, comma 1, lett. l), del D.Lgs. 152/2006, che può incidere sulle condizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, essendo, in astratto, suscettibile di produrre effetti ambientali?
Sulla nozione della “vicinitas commerciale” e del criterio del “bacino di utenza” ai fini della legittimazione e dell’interesse ad agire, con riferimento all’impugnazione di titoli edilizi autorizzanti la realizzazione di nuove strutture commerciali.
Tra titoli edilizi inerenti all’immobile destinato all’esercizio dell’attività commerciale e autorizzazione commerciale sussiste un rapporto di presupposizione diretta e consequenziale?
Sulla qualificazione della destinazione d’uso di un capannone utilizzato come piattaforma logistica per una attività commerciale. Se, inoltre, ai fini dell’individuazione del mutamento di destinazione d’uso di un immobile che svolga una funzione servente per un altro immobile, sia necessario valutare la natura e destinazione d’uso di quest’ultimo.
Sugli attuali orientamenti giurisprudenziali in merito ai presupposti della legittimazione all’impugnazione dei titoli edilizi, e più in generale degli atti di assenso alla realizzazione di impianti che incidano sul territorio.
Se in base a quanto stabilito dall’art. 19 del DPR 380/2001 e dall’art. 189 della L.R. 65/2014 (prima art. 125 della L.R. 1/2005), per gli interventi edilizi relativi ad immobili con destinazione industriale, non sia prevista la corresponsione del costo di costruzione.
Sul beneficio dall’esenzione dagli oneri di costruzione previsto per gli imprenditori agricoli dall’art. 9 della L. 10/1977 e dall’art. 17 del D.P.R. 380/2001, per le opere insistenti in zona agricola in funzione della conduzione del fondo e delle esigenze dell’“imprenditore agricolo a titolo principale”.
Se possano essere considerati pertinenze, sotto il profilo urbanistico, i manufatti siti in un campeggio comunque denominati (casa mobile ad uso reception, cucina mobile containerizzata, gazebo, chiosco prefabbricato adibito a bar, container lavanderia) che abbiano caratteristiche di autonome costruzioni.
Se ai sensi dell’art. 182, comma 3, del D.Lgs. 152/2006 il divieto di smaltimento dei rifiuti in Regioni diverse da quelle in cui gli stessi sono stati prodotti si applichi esclusivamente con riferimento alla tipologia dei cd. “rifiuti urbani non pericolosi”, e non con riferimento ai rifiuti speciali, non pericolosi e pericolosi. Se inoltre il criterio di prossimità valga anche per la gestione dei rifiuti speciali e non solo per quelli urbani.
Se la Soprintendenza, qualora in un progetto siano effettivamente ravvisabili criticità o dettagli potenzialmente dissonanti, sia tenuta in primo luogo (e prima di cancellare interamente i diritti edificatori previsti dalla pianificazione urbanistica) a graduare il proprio giudizio attraverso prescrizioni limitative o mitigative.
Sull’applicazione, in tema di “responsabilità ambientale”, del canone del “più probabile che non” al fine dell’accertamento della sussistenza del rapporto eziologico tra attività svolta nell’area ed inquinamento della medesima.
Se ai fini del rilascio delle concessioni su beni demaniali marittimi sia necessario l’esperimento di una procedura di selezione aperta, pubblica e trasparente tra gli operatori economici.
Se sia legittimo il provvedimento con cui viene autorizzata l’apertura di una nuova farmacia, qualora esso sia motivato con riferimento all’obiettiva difficoltà per le popolazioni residenti in piccoli comuni di raggiungere in breve tempo il presidio farmaceutico più vicino.
[A] Se il farmacista titolare di una sede farmaceutica ricompresa in una pianta organica comunale sia portatore di un interesse qualificato alla legittimità dell’azione amministrativa finalizzata alla revisione della pianta organica delle sedi farmaceutiche.
[B] Sulla motivazione dell'Amministrazione in merito alla scelta di rivedere la perimetrazione delle sedi farmaceutiche.
[C] Se l’incremento demografico o lo spostamento di popolazione costituiscano l’unico presupposto sulla base del quale può essere disposta la modifica della pianta organica delle farmacie.
Se sia necessario il rilascio di un titolo edilizio o di un’altra tipologia di autorizzazione per la costruzione di case mobili nelle zone ad uso turistico come le aree camping
[A] Se il beneficiario di una concessione di occupazione di suolo pubblico sia titolare di una posizione di interesse legittimo o di diritto soggettivo nel mantenimento dell’occupazione.
[B] Sulla possibilità di impugnazione diretta o meno dei regolamenti e degli atti amministrativi generali.
Sulla legittimità dell’ordine di demolizione di opere edilizie riconducibili alle ipotesi di edilizia libera assoggettate a “CILA”, ai sensi dell’art. 3, comma 1, lett. b), del D.P.R. 380/2001.
Se il titolare di una concessione di plateatico possa vantare una aspettativa giuridicamente tutelata al rinnovo della stessa al momento della scadenza.
È legittimato ad agire in giudizio l’operatore economico che intenda contestare la conformità alla normativa urbanistica o edilizia della autorizzazione commerciale del concorrente?
È possibile sostenere che il decorso del tempo aggravi l’onere motivazionale della Amministrazione che intenda annullare in autotutela un titolo edilizio?
Sulle concessioni demaniali marittime: in quali casi la gestione delle attività oggetto della concessione può essere affidata a soggetti terzi? Che rilevanza assume in questo contesto l'autorizzazione da parte dell’ente concedente?
E' possibile sostenere che il disporre di una viabilità adeguata assurga a presupposto indefettibile per la realizzazione di centri commerciali o direzionali?
Sulla disciplina dell’utilizzazione dei fanghi in agricoltura con specifico riferimento al controllo di quelle sostanze potenzialmente inquinanti e/o contaminanti che non vengono espressamente disciplinate nel d.lgs. 99/1992.
Sull'impugnazione degli atti di assenso aventi ad oggetto l'esercizio di attività imprenditoriali: “bacino commerciale” e stabile “collegamento territoriale”.
E' possibile affermare che l’esercizio dell’attività agro-silvo-pastorale sia esente ai sensi dell'art. 149 d.lgs. 42/2004 (Interventi non soggetti ad autorizzazione), comma 1, lett. b), quand'anche interessi uliveti, vigne, pioppeti, frutteti e simili?
E' possibile sostenere che in capo alle amministrazioni corra l'obbligo di verificare il rispetto delle prescrizioni urbanistico ed edilizie anche in sede di rilascio delle autorizzazioni commerciali?
Quand'è che con riferimento ai provvedimenti che autorizzano l’attivazione degli impianti di distribuzione dei carburanti può dirsi verificatasi l'effettiva conoscenza del titolo abilitativo ai fini della sua impugnazione?
Può ritenersi legittimo il diniego di esercizio di attività di commercio fondato su rappresentate e accertate ragioni di abusività dei locali nei quali l’attività commerciale viene svolta? Excursus e revirement giurisprudenziale.
Nell'ambito del potere esercitato con il proprio parere sul rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, la Soprintendenza ha o meno l'obbligo di specificare se e con quale tipo di accorgimento tecnico o di modifica progettuale l'intervento potrebbe (o no) essere assentito?
Sull'esercizio dell'attività di diffusione radio-televisiva: l'installazione di torri e tralicci per impianti radio-ricetrasmittenti e di ripetitori per i servizi di telecomunicazione deve essere fatta rientrare nella nozione di nuova costruzione?
La violazione di norme edilizie o urbanistiche impone al comune di revocare l'autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande precedentemente rilasciata?
Sul coordinamento delle materie commerciale e urbanistica: in quali casi non può ritenersi applicabile il principio secondo il quale sarebbe irragionevole inibire per intero l’esercizio di un’attività commerciale quando soltanto una parte dei locali in cui essa è svolta non è in regola con la normativa edilizia?
Sulla regola della sufficienza della SCIA in tema di apertura o trasferimento di sede degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico: a questi fini, nella nozione di “complessi ricettivi” di cui all'art. 3, comma 6, della legge n. 287/1991, possono farsi rientrare gli stabilimenti balneari?
Sul termine di efficacia massima dei piani particolareggiati. Esiste nel nostro ordinamento un divieto di dettare una disciplina urbanistica prima della scadenza del piano attuativo? Che rilevanza asse in questo contesto la considerazione circa la rimuneratività degli investimenti?
La sospensione o chiusura di un esercizio commerciale in attività può essere utilizzata e considerata dalla P.A. come una sanzione per gli abusi edilizi contestati?
Quando è in discussione un intervento d'ampliamento di un insediamento produttivo già esistente, la presenza nel territorio comunale di aree con destinazione industriale esclude la possibilità per il Consiglio comunale di operare, con procedura semplificata, una variante allo strumento urbanistico con riferimento a lotti confinanti con quello sede dello stabilimento?
Ai fini del calcolo del “percorso pedonale più breve” previsto dall'art. 1, l. 2 aprile 1968 n. 475 per l'individuazione della distanza tra farmacie possono prendersi in considerazione i tratti di strada non percorribili in sicurezza da pedoni a causa dell'assenza di marciapiedi e del transito di auto ad alte velocità?
Sui locali commerciali e sul relativo pagamento degli oneri concessori: si può parlare di pertinenza urbanistica con riferimento un immobile destinato ad usi commerciali? Che rilevanza assume in tal senso la distinzione tra locali di vendita aperti al pubblico ed il retrostante magazzino?
[A] La libertà di iniziativa economica privata può subire limitazioni per ragioni di tutela del paesaggio? [B] Può rilevarsi un profilo di irragionevole disparità di trattamento nella circostanza che, negli stessi ambiti in cui è vietata l’apposizione di cartelloni pubblicitari, siano consentite altre attività, quali la localizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili o di smaltimento e gestione dei rifiuti?
Se è vero che la conformità dell’attività commerciale alla normativa edilizia è condizione per il rilascio del titolo autorizzativo da parte del SUAP, a quale ente spetta la verifica della sussistenza e permanenza di detto requisito?
E' possibile affermare la prevalenza, in astratto, delle norme in materia commerciale rispetto al piano urbanistico? Le prescrizioni contenute nei piani urbanistici possono porre liberamente limiti agli insediamenti degli esercizi commerciali?
Sull'onere motivazionale gravante sui provvedimenti incidenti sulla libertà di impresa: è possibile ritenere esistente un "quasi diritto soggettivo" all'esercizio dell'attività di servizio intesa come "qualsiasi prestazione anche a carattere intellettuale svolta in forma imprenditoriale o professionale, fornita senza vincolo di subordinazione e normalmente dietro retribuzione"?
La possibilità di cui all’art. 12 comma settimo del Decreto Legislativo n. 387 del 2003 di derogare alla zonizzazione comunale con la realizzazione di impianti eolici in zona agricola può essere affidata alla decisione del privato in sede di D.I.A.?
La “vecchia” perimetrazione delle sedi farmaceutiche può ritenersi compatibile con la nuova sistematica (che attribuisce rilevanza alla categoria più sfumata di “zona territoriale”) e con i principi (anche di origine comunitaria) che regolamentano oggi il servizio farmaceutico? Quale ruolo può assumere nell'attuale assetto normativo la pianta organica, con la ripartizione del territorio in zone di competenza delle varie sedi farmaceutiche?
Come si calcola in concreto la distanza tra due punti vendita o per il rilascio di licenze concessioni per le quali è prevista una distanza minima (nel caso di specie tra centri di scommesse e di spazi per il gioco con vincita in denaro)?
L'amministrazione può adottare un’ordine di cessazione di un’attività commerciale (o in generale di utilizzo delle opere abusive) senza aver prima applicato la sanzione edilizia?
Le distanze di sicurezza dagli elementi pericolosi degli impianti di distribuzione stradale di gas di petrolio liquefatto per autotrazione devono essere riferire alle sole aree edificate ovvero anche a quelle meramente edificabili?
La condizione relativa all'esistenza in capo all’interessato di un valido titolo di disposizione dell’immobile e dalla regolarità edilizia ed urbanistica di quest’ultimo è necessaria anche per la SCIA di ampliamento dell’esercizio di somministrazione?
Sull'esonero dal contributo di costruzione di cui all'art. 19 DPR 380/2001: in quali casi tale trattamento contributivo di favore è applicabile alla realizzazione di magazzini per deposito e commercio?
L'Amministrazione può sanzionare con l’ordine di chiusura dell’intero esercizio il fatto che quest’ultimo si svolga solo in parte in locali realizzati in assenza di titolo edilizio?
Se prima del rilascio dell'autorizzazione commerciale è stata omessa l'istruttoria in ordine al c.d. impatto acustico, può quest'ultima essere prodotta "ex post" in sanatoria, con la predisposizione solo in quella sede dei congegni e gli accorgimenti tecnici necessari a ricondurre l'inquinamento acustico entro le soglie di legge?
[A] Può il singolo condomino agire a difesa non dei suoi diritti di proprietario esclusivo, ma dei suoi diritti di comproprietario "pro quota" delle parti comuni? [B] Sui doveri istruttori e di accertamento dell’amministrazione procedente (e del giudice amministrativo) in vista dell’emanazione del provvedimento amministrativo in genere e, in special modo, di licenze, concessioni e autorizzazioni.
Sulle modalità di misurazione delle distanze minime intercorrenti tra i locali destinati alla vendita dei tabacchi, con particolare riferimento al criterio di individuazione del “percorso pedonale” più breve.
Sul procedimento speciale per l'installazione di infrastrutture di comunicazione elettronica: può l'Amministrazione esigere documenti diversi da quelli di cui all'allegato 13, modello B, del d.lgs. n. 259 del 2003?
In presenza di istanze volte a conseguire il titolo di commercio (in qualunque forma assentibile), l'autorità amministrativa deve comunque previamente verificare la conformità dei locali da utilizzare alle norme e profili di carattere urbanistico-edilizio ed igienico-sanitario?
In che modo l'indistinta applicabilità del regime di liberalizzazione degli orari agli esercizi commerciali e a quelli di somministrazione può precludere all'amministrazione comunale di esercitare il proprio potere di inibizione delle attività per comprovate esigenze di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica?
Il principio secondo cui l’iniziativa e l’attività economica privata sono libere ed è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato» consente comunque di mantenere divieti giustificati dalla tutela di prevalenti interessi di carattere generale, quali quelli alla tutela dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio culturale?
L’art. 10 del TULPS è utilizzabile solo dal Questore per sanzionare ipotesi di abuso delle licenze di pubblica sicurezza, ovvero anche dall’amministrazione comunale per sanzionare ipotesi di abuso delle licenze di somministrazione di alimenti e bevande?
La conformità urbanistica rappresenta “presupposto” ineludibile e necessario per l’esercizio legittimo dell’attività di allevamento? Che rilevanza assume in merito la verifica del (differente) profilo dell’ idoneità e dell’igiene concernente la struttura di una stalla?
Sulla variante semplificata ex art. 5 del d.P.R. nr. 447/1998: che significato può assumere rispetto ad un progetto di ampliamento di un insediamento produttivo già operante l’esistenza di una previsione dello strumento urbanistico di aree destinate a impianti produttivi site, però, altrove?
Sul delicato rapporto tra protezione dell’ambiente cittadino con caratteri di rilevanza storico, artistica, culturale ed ambientale e la disciplina della libertà di iniziativa economica: ad oggi può ancora ritenersi esistente uno specifico potere della P.A. di individuare su base territoriale ambiti e forme di protezione dell’ambiente urbano che si sostanzino in una interdizione – qualitativa o quantitativa – allo svolgimento di attività commerciali?
Il parere sulla compatibilità elettromagnetica è elemento essenziale per la formazione del titolo edilizio o per l'inizio dei relativi lavori relativi agli interventi su di una stazione radio base?
Sui rapporti tra erogazione di finanziamenti pubblici e liceità degli interventi edilizi realizzati dai privati: può ammettersi che il finanziamento concesso per il miglioramento della ricettività turistica sia utilizzato, anche solo in parte, per coprire la fiscalizzazione di un abuso edilizio?
[A] Sulla libertà di apertura di nuovi esercizi commerciali sul territorio, con particolare riferimento alla pretesa urbanistica dell’amministrazione, sottesa ad una previsione di piano, di limitare l'insediamento di grandi strutture di vendita. [B] La regione può imporre con proprie norme oneri documentali ed attività supplementari alla procedura davanti allo sportello unico per le attività produttive?
Può ritenersi legittima la prescrizione del Comune volta ad inibire una futura destinazione ad un fondo quando l’attività da sempre esercitata sullo stesso risulta definitivamente cessata? Insomma, la pianificazione sopravvenuta sul sedime di che trattasi è idonea a rendere illegittima la riattivazione di una attività d’impresa previamente cessata?
Sull’entrata in vigore dell’art. 31 decreto Salva-Italia e sui relativi effetti rispetto alla libertà di apertura di nuovi esercizi commerciali sul territorio senza contingenti, limiti territoriali o altri vincoli di qualsiasi altra natura
[A] Sulla variazione dello strumento urbanistico esclusivamente finalizzata alla realizzazione di insediamenti produttivi: l’annullamento del titolo edilizio al quale la variante urbanistica specifica è funzionalmente collegata ne determina l’inefficacia e la decadenza? [B] Una struttura alberghiera può essere equiparata ad un insediamento produttivo?
Sul concetto di vicinitas per il caso in cui a contestare i titoli edilizi sia una ditta per finalità commerciali: ampliamento del concetto di interesse al ricorso e di legittimazione ad impugnare i titoli edilizi e presupposizione (necessaria e non) tra atti amministrativi
Sulla competenza o meno del Comune all’adozione del provvedimento di cui all’art. 100 TULPS circa il potere formale di revocare la licenza di commercio
Che rilevanza assume la colpa del titolare rispetto al potere dell'Autorità di polizia di sospendere la licenza commerciale dell’esercizio qualora lo stesso sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose?
Sui requisiti necessari al rinnovo del patentino di generi di monopolio: a tal fine è necessaria la contestuale presenza dei requisiti del reddito e della distanza, o è sufficiente anche solo l’esistenza del primo?
Sulla somministrazione di alimenti e bevande: le riforme ispirate alla cd. “spinta liberalizzatrice”, escludono, ad oggi, la sussistenza di un potere di limitazione e di contingentamento dell’esercizio di attività in tale settore?
Sulla nozione di “urbanistica commerciale”: dal principio del necessario adeguamento della rete commerciale alla pianificazione urbanistica al principio del necessario bilanciamento e dell’assenza di contrasto fra le attività commerciali e l’assetto urbano come conformato dagli strumenti di pianificazione
Sull’istituzione di rivendite speciali di generi di monopolio e di patentini: precisazioni sulla struttura ospitante e sul concetto di dotazione di ingressi diretti ed autonomi dalla pubblica via
L’installazione all’esterno dell’esercizio di una croce con impianto neon è una prerogativa commerciale di pertinenza delle sole farmacie? Deve reputarsi legittimo quel regolamento comunale delle insegne che riconosca alle sole farmacie, e non anche agli esercizi parafarmaceutici, la facoltà di esporre insegne a bandiera con la croce conformi alle tipologie tipiche ammesse nella zona A del centro storico laddove le caratteristiche ambientali e l’architettura dell’immobile lo consentano?
Sul rapporto intercorrente tra le previsioni in materia di limitazioni territoriali all’insediamento di sale da gioco e la disciplina prevista per la materia del governo del territorio. Sulle Amministrazioni deputate a dare applicazione alle previsioni della l.r. 18 ottobre 2013, n. 57: è possibile prefigurare un sistema di “doppia tutela” che attribuisca il potere di dare applicazione alle norme di cui all’art. 4 della l.r. 18 ottobre 2013, n. 57 tanto agli organi del Ministero dell’Interno quanto all’Amministrazione comunale nel cui territorio sono ubicati i centri di scommesse e gli spazi per il gioco?
L'accertata abusività dei locali destinati all'esercizio dell'attività commerciale comporta necessariamente la revoca dell'autorizzazione commerciale? Cosa accade allorché venga accertata l'abusività di una sola parte dell'immobile destinato ad attività commerciale? Sull’applicazione dei principi di ragionevolezza e proporzionalità
[A] Sul sistema concessorio-autorizzatorio, imposto dall'ordinamento nazionale in materia di attività di raccolta di scommesse: in particolare sulla funzione assunta dall’autorizzazione allo svolgimento di attività di raccolta delle scommesse. [B] Sulla sindacabilità o meno delle valutazioni espresse dall’Autorità di Pubblica Sicurezza riguardo all’affidabilità ed alla mancanza di buona condotta di un soggetto
Sul rinnovo dei patentini per la vendita al pubblico di tabacchi lavorati di cui all’art. 9 del D.M. 21 febbraio 2013, n. 38: ai fini del rinnovo del patentino, è sufficiente il requisito reddituale o, invece, risulta inoltre necessario il requisito della distanza?
[A] In seguito all’annullamento giurisdizionale di un titolo abilitativo (o di un diniego di esso), l’Amministrazione deve riesaminare la relativa istanza “ora per allora” ovvero tenere conto della normativa medio tempore sopravvenuta? [B] Sulla procedura disciplinata dall’art. 5, d.P.R. nr. 447/1998: in particolare sul concetto di sufficienza o insufficienza delle aree esistenti destinate ad insediamenti produttivi. [C] Sull’interpretazione della disciplina di cui agli artt. 6 e 8 del decreto legislativo 31 marzo 1998, nr. 114: può essere legittimamente negato l’insediamento di nuove strutture di vendita o l’ampliamento di quelle esistenti unicamente sulla base della mancanza della fissazione dei criteri inerenti la programmazione locale?
[A] Sul principio della necessaria correlazione tra svolgimento di attività commerciali e perfetta conformità edilizia - urbanistica dei locali in cui la predetta attività viene svolta. [B] Può sanzionarsi con l’ordine di chiusura un esercizio i cui titoli urbanistico - edilizi, già sussistenti, siano annullati in autotutela? Che rilevanza assume in tale contesto la pendenza di procedimenti giurisdizionali attivati dal proprietario, ovvero, la presentazione di una domanda di condono? [C] Sul contemperamento tra l’interesse pubblico alla repressione degli abusi e l’interesse privato sotteso all’esplicazione di un’attività imprenditoriale: quale tutela può essere riconosciuta all’affidamento del privato?
[A] Sulla configurabilità dell’acquiescenza tacita nei confronti di un provvedimento amministrativo, sull’impugnazione di un atto endoprocedimentale. [B] Sull’autorizzazione unica ai sensi del D.Lgs. n. 387/2003, per la costruzione di quattro serre dotate di impianto fotovoltaico integrato
L’istallazione di manufatti adibiti a cucinotti, ripostigli, depositi in zone destinate al campeggio assume rilevanza ai fini urbanistici ed edilizi? A tal proposito che ampiezza ha la nozione di accessori? Che rilievo assume in tal senso la prassi commerciale in cui sono considerati accessori dei camper e delle roulotte le installazioni facilmente smontabili che si aggiungono ai componenti essenziali del veicolo accrescendone la funzionalità, quali i cucinotti, le verande, i portabici etc.?
[A] Sulla nozione di stabilimento balneare: la circostanza che “i soggetti che avrebbero usufruito dell’area in esame sarebbero stati: “… gli ospiti della struttura alberghiera e non solo questi ultimi” impedisce tale qualificazione? [B] Può l’amministrazione adottare un atto di diniego di una concessione demaniale marittima fondandolo sulla volontà di riservare alla libera balneazione “… una delle poche aree rimaste liberamente fruibili per la balneazione nel tratto di fascia costiera di una certa località? Una tale motivazione è giuridicamente ineccepibile?
[A] Sulla nozione di vicinitas così come elaborata dalla giurisprudenza amministrativa: progressiva estensione della platea dei soggetti abilitati al ricorso. [B] Sulla rilevanza che, ai fini della nozione di vicinitas, assumono le circostanze che a) ad impugnare il permesso di costruire sia o meno il titolare di un immobile confinante, adiacente o prospiciente su quello oggetto dell'intervento assentito; b) ad impugnare il permesso di costruire cui è correlata un'autorizzazione commerciale, sia un operatore economico. [C] Quand’è che l'insediamento commerciale realizzato ex novo nella zona può considerarsi pregiudizievole e radicare un interesse tutelabile dinanzi al giudice amministrativo?
[A] Può il soggetto autorizzato a svolgere una certa attività, nella specie un bar, impugnare l’atto amministrativo generale che regoli la medesima attività sotto un qualsiasi profilo di svolgimento laddove al momento della proposizione del ricorso non sussista una immediata incidenza nella sua sfera patrimoniale? [B] È di per sé illegittima la disposizione che impone ai pubblici esercizi, ai circoli privati abilitati alla somministrazione e agli esercizi artigianali e commerciali di vendita di beni alimentari l’orario di apertura dalle 6 del mattino alla mezzanotte e mezzo senza differenziare fra i giorni della settimana? Quali esigenze risultano sussumibili nel concetto di ragioni di “sicurezza urbana”?
Può la Conferenza dei Servizi esprimere un parere favorevole in ordine alla domanda per l’apertura di una struttura commerciale di grandi dimensioni, subordinandolo però all’approvazione da parte della Regione del P.R.G.?
Può la Scia per l’implementazione di un impianto su una stazione radio base essere presentata al SUAP in modalità cartacea, ed essere ritenuta valida per il solo fatto di essere stata lì depositata?
[A] Possono le disposizioni che contengono restrizioni all’apertura di locali adibiti al gioco (a tutela di determinate categorie di persone maggiormente vulnerabili in funzione della prevenzione della dipendenza dal gioco) essere qualificate come “regole tecniche”, e perciò essere sottoposte alla previa comunicazione alla Commissione europea? [B] Sulla libera prestazione di servizi e offerta di gioco d’azzardo lecito e sua pubblicizzazione, con particolare riferimento alla legittimità delle normative di restrizione alla libera prestazione di servizi
Sul coordinamento, in sede pianificatoria, tra i valori superindividuali (tra cui rientra di certo l’ambiente) e il bisogno di fisiologica espansione delle attività industriali
Sulla disciplina delle farmacie, come parzialmente rinnovata dal decreto legge n. 1/2012: per procedere all’istituzione di una farmacia “aggiuntiva” occorre, da parte della Regione, un previo atto di pianificazione riferito all’intero territorio regionale, o quanto meno una motivazione nella quale si dia conto delle specifiche esigenze di potenziamento del servizio farmaceutico in quella determinata località ed ubicazione, o, al contrario, è necessario e sufficiente verificare che sussistano i requisiti stabiliti esplicitamente dalla legge?
Sulla rilevanza, in sede di rilascio di autorizzazioni commerciali per l’apertura di esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, della conformità della destinazione d’uso dell’immobile da destinare all’attività commerciale e del rispetto delle norme, prescrizioni e autorizzazioni in materia edilizia e urbanistica
[A] Possono le disposizioni che contengano restrizioni all’apertura di locali adibiti al gioco, a tutela di determinate categorie di persone maggiormente vulnerabili in funzione della prevenzione della dipendenza dal gioco, essere qualificate come “regole tecniche” e quindi essere considerate necessitanti la previa comunicazione alla Commissione europea, ai sensi della direttiva 98/34/CE? [B] Sulle restrizioni alla libera prestazione di servizi e offerta di gioco d’azzardo lecito
nell’ipotesi di ampliamento di un insediamento produttivo preesistente, la necessità di variare lo strumento urbanistico deve essere valutata in relazione al progetto presentato, cioè tenendo conto della circostanza che trattasi di un progetto di ampliamento di un insediamento produttivo già operante, sicché l’area da destinare all’ampliamento della relativa attività non può essere ricercata altrove
Sulla liberalizzazione del settore commerciale: può la scelta discrezionale dell’amministrazione comunale, di privilegiare le attività commerciali di piccole dimensioni ritenersi espressione di un intento anticoncorrenziale restrittivo dell’iniziativa economica privata?
“Varianti di salvaguardia”: sulla legittimità, o meno, del divieto indiscriminato di determinate tipologie di attività produttive sull’intero territorio comunale, con particolare riferimento alla scelta di vietare nuovi insediamenti legati alle attività di recupero e stoccaggio dei rifiuti
Sul contrasto alla ludopatia: “prevenzione logistica”, competenze legislative e limiti di distanze tra gli esercizi in cui sono installati gli apparecchi da gioco e i luoghi individuati come sensibili
L'intervento di ampliamento di un fabbricato ad uso artigianale-commerciale di modesta portata e riguardante un'area più ampiamente dotata di infrastrutture e di opere di urbanizzazione primaria e secondaria richiedere l'adozione di un piano di recupero o di un piano particolareggiato?
Sui limiti che la programmazione urbanistica incontra nell’introduzione di limitazioni puntuali all’attività edificatoria e al cambio di destinazione d’uso: distretto urbano del commercio e parcheggi pertinenziali
Sulla logicità del permesso di costruire relativo alla realizzazione di medie strutture di vendita contenente accorgimenti atti ad evitare che il parcheggio interrato, comune ai due edifici, possa permettere l’accesso ad entrambe le strutture
Sulla legittimità o meno del Regolamento di cui al D.M. n. 38/2013 nella parte in cui, all’art. 4 co. 2, lettera g), n. 6) equipara quanto a disciplina, e segnatamente quanto a parametri da rispettare, l’istituzione di rivendite ordinarie e quella di rivendite speciali di prodotti da fumo all’interno dei centri commerciali
Sull’Ente Territoriale (Regione o Comune) cui spetta la competenza programmatoria relativa all’istituzione delle nuove farmacie e/o alla revisione della pianificazione territoriale del servizio farmaceutico
Sulla rilevanza che la disponibilità giuridica e la regolarità urbanistico-edilizia dei locali assumono rispetto alla legittimità dell’esercizio dell’attività commerciale
Sul principio in ossequio al quale la destinazione di zona impressa con il P.R.G. non può in termini assoluti essere di ostacolo all’impianto di iniziative produttive: ratio dell’art. 5 del D.P.R. 20 ottobre 1998 n. 447
[A] Sulla maggiore ampiezza del concetto di vicinitas nell’ambito dell’impugnativa delle autorizzazioni commerciali. [B] Sul concetto chiave di “categoria funzionale” in tema di mutamento di destinazione d’uso: intervento del legislatore nazionale sul tema
Sulle verifiche prescritte dalla direttiva servizi in relazione agli atti di programmazione territoriale al fine di verificare se perseguano la regolazione autoritativa dell’offerta sul mercato dei servizi attraverso restrizioni territoriali alla libertà di insediamento delle imprese
[A] I titoli autorizzativi di un impianto industriale non possono essere considerati indipendenti rispetto alla pianificazione urbanistica comunale. [B] Sull’onere probatorio relativo alla abnormità di una scelta tecnica
Il giudice chiamato a sindacare la legittimità degli atti di pianificazione urbanistica che dispongono limiti o restrizioni all'insediamento di nuove attività economiche deve effettuare un riscontro molto più penetrante di quello che si riteneva essere consentito in passato
Gli atti di programmazione territoriale in materia di commercio non vanno esenti dalle verifiche prescritte dalla direttiva “Bolkestein” per il solo fatto di essere adottati nell’esercizio del potere di pianificazione urbanistica
[A] La totale preclusione introdotta dalla deliberazione impugnata con riguardo al Centro storico risulta irragionevole e sproporzionata, ove rapportata ad un’attività economica quale è quella concretamente intrapresa dalla ricorrente (vendita di materiale erotico o pornografico mediante apparecchi automatici). [B] Problemi di grande spessore sociale come quello rappresentato nella relazione comunale - nella specie di inciviltà ed inosservanza delle regole nonché dell'abuso di alcolici di taluni gruppi giovanili - non possono essere unilateralmente risolti inibendo una tipologia di iniziativa economica
[A] A fronte della chiara previsione secondo cui le attività commerciali di cui al D.lgs. n. 114 del 1998 devono svolgersi senza limiti e prescrizioni concernenti il rispetto dei giorni e degli orari di apertura e di chiusura, ogni norma regionale che abbia previsto limiti siffatti deve considerarsi implicitamente abrogata. [B] La liberalizzazione degli orari non preclude all’Amministrazione comunale di esercitare il proprio potere di inibizione delle attività per comprovate esigenze di tutela dell’ordine e/o della sicurezza pubblica, nonché del diritto dei terzi al rispetto della quiete pubblica
Sull’immediata efficacia delle norme statali anche in ambito territoriale regionale, in specie delle Regioni a Statuto speciale, dotate di potestà normativa primaria in materia di commercio e di norme proprie, in ipotesi contrastanti con le sopravvenute disposizioni nazionali
[A] Sui casi in cui la giurisprudenza penale e la normativa escludono i tornei di poker sportivo dalla fattispecie del gioco d’azzardo. [B] Sull’organizzazione di tornei di poker sportivo da parte di circoli associativi
Sull'art. 3, comma 16 della legge n. 94 del 2009 il quale prevede che: “Fatti salvi i provvedimenti dell'autorità per motivi di ordine pubblico, nei casi di indebita occupazione di suolo pubblico previsti dall'articolo 633 del codice penale e dall'articolo 20 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, il sindaco, per le strade urbane, e il prefetto, per quelle extraurbane o, quando ricorrono motivi di sicurezza pubblica, per ogni luogo, possono ordinare l'immediato ripristino dello stato dei luoghi a spese degli occupanti e, se si tratta di occupazione a fine di commercio, la chiusura dell'esercizio"
L’attività di itticoltura, che rientra nell’ambito delle attività agricole descritte dall’art. 2135 comma 2 del codice civile, costituisce un uso legittimo del territorio agricolo
E’ illegittima la previsione della Pianificazione attuativa della Passeggiata di Viareggio, laddove impone la destinazione di un edificio a cinema, conseguentemente inibendo una diversa destinazione economica come media struttura di vendita
[A] Le sale giochi, in quanto locali ove è possibile fruire di una prestazione ludica e di svago, non configurano né esercizi commerciali né servizi pubblici, ma devono farsi rientrare nell’ampia nozione di “pubblico esercizio”. [B] Il potere di regolazione degli orari configurato dal citato art. 50, comma 7, deve essere esercitato per far fronte alle esigenze previste dalla disposizione medesima (“armonizzare l’espletamento dei servizi con le esigenze complessive e generali degli utenti”), alle quali sono estranee le finalità di lotta alla ludopatia perseguite nel caso di specie
In sede di istituzione di una rivendita speciale di generi di monopolio, ai sensi dell’art. 22, l. 22 dicembre 1957 n. 1293, non può trovare applicazione il solo criterio della distanza, che caratterizza le rivendite ordinarie
Sulla possibilità o meno da parte dei comuni, ai sensi del primo comma dell’art. 98 della legge regionale Toscana 7 febbraio 2005, n. 28 (Codice del commercio) di vietare all’interno del centro storico l’apertura di agenzie di scommesse, sale bingo, ambienti dedicati all’installazione degli apparecchi VLT
La riforma introdotta dall'art. 11 del D.L. n. 1/2012 non consiste in un mero ampliamento delle piante organiche delle farmacie, ma sovrappone alle piante organiche esistenti un concetto di zona diverso e più flessibile rispetto a quello tradizionale
Sussiste ed è legittimo, pur dopo le recenti riforme liberalizzatrici, il potere regolamentare comunale inteso a disciplinare l'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande
[A] Sul principio di unicità del procedimento di rilascio del titolo annonario ed edilizio per l'installazione ed esercizio di un impianto stradale di distribuzione dei carburanti. [B] E’ illegittimo il permesso di costruire non rilasciato dal SUAP
Sulla difficoltà di interpretazione dell’art. 41, quarto comma, del d.l. 21 giugno 2013 n. 69, convertito in legge 9 agosto 2013 n. 98, che ha modificato l’art. 3, comma 1, lettera e.5), del d.P.R. 6 giugno 2001 n. 380, il quale nella sua attuale formulazione, stabilisce che debbono essere considerati interventi di nuova costruzione “l'installazione di manufatti leggeri, anche prefabbricati, e di strutture di qualsiasi genere, quali roulottes, campers, case mobili, imbarcazioni, che siano utilizzati come abitazioni, ambienti di lavoro, oppure come depositi, magazzini e simili, e che non siano diretti a soddisfare esigenze meramente temporanee ancorché siano installati, con temporaneo ancoraggio al suolo, all'interno di strutture ricettive all'aperto, in conformità alla normativa regionale di settore, per la sosta ed il soggiorno di turisti
Sulla pretesa della Regione di sottoporre le strutture sanitarie nella regione ad un contingente numerico massimo che impedisce l'ingresso di nuovi operatori economici ponendo un trattamento differenziato rispetto agli operatori già presenti sul mercato
[A] Nel degli anni, il mercato di San Lorenzo è venuto smarrendo le sue caratteristiche storiche e tradizionali, come descritte nelle guide turistiche e nei resoconti dei viaggiatori citati da parte ricorrente, finendo con l’assumere i requisiti di un qualunque mercato rionale. [B] Sull’art. 16 del d.lgs. n. 59/2010 secondo cui “Nelle ipotesi in cui il numero di titoli autorizzatori disponibili per una determinata attività di servizi sia limitato per ragioni correlate alla scarsità delle risorse naturali o delle capacità tecniche disponibili, le autorità competenti applicano una procedura di selezione tra i candidati potenziali”. [C] Sulla Direttiva del 10 ottobre 2012 del Ministro per i beni e le attività culturali, concernente l'esercizio di attività commerciali e artigianali su aree pubbliche in forma ambulante di posteggio
Non può affatto condividersi l’affermazione di carattere generale secondo cui l’attività di somministrazione di cibi e bevande sarebbe stata liberalizzata
Sull’applicabilità o meno del regime di liberalizzazione degli orari, applicabile sia agli esercizi commerciali che a quelli di somministrazione, anche al commercio su area pubblica
Anche in ragione del disposto di cui all’art. 31 d.l. n. 201 del 2011, l’amministrazione locale è tenuta a compiere un bilanciamento tra le esigenze di liberalizzazione e di tutela della concorrenza e le esigenze di tutela di valori quali la salute, l’ambiente ed i beni culturali
Sulla legittimazione ad impugnare titoli edilizi da parte di chi si affermi titolare di un interesse commerciale qualora i procedimenti di carattere edilizio e commerciale rimangano distinti sia giuridicamente che cronologicamente
Non avendo l’Amministrazione ritenuto opportuno di indire un’istruttoria complessa o procedure di preventiva consultazione con i gestori delle sale da gioco (ad esempio, con le rispettive associazioni rappresentative), l’impossibilità, determinatasi in sede procedimentale, di concretamente conoscere le ragioni giustificatrici della disposta regolamentazione non può che negativamente riflettersi in sede giurisdizionale
Con l’articolo 3 della legge 6 agosto 2013 n. 97 si consente ora alle guide turistiche, abilitate ad esercitare la propria professione in altri Stati membri, di operare in regime di libera prestazione di servizi su tutto il territorio italiano, senza la necessità di ulteriori autorizzazioni
Qualsiasi limitazione al commercio, posta dal legislatore provinciale, invade la competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela della concorrenza ed è in contrasto con il principio generale dell’ordinamento della libertà di apertura di nuovi esercizi commerciali, sancito dall’art. 31, comma 2 del D.L. 201/2011
[A] È pacificamente ammessa la gestione di un servizio pubblico (quale una farmacia comunale) mediante una Società a totale partecipazione dell’Ente locale. [B] Sulla gestione “in house” delle farmacie comunali
[A] Sull’ordinanza di remissione del T.A.R. Veneto – la quale dubita della costituzionalità delle norme introdotte dall’art. 11 del D.L. 1/2012 conv. in L. 27/2012, in quanto l’ampio margine di discrezionalità riconosciuto al Comune potrebbero renderlo in conflitto di interessi quando intenda diventare titolare di farmacia. [B] La valutazione delle particolari condizioni topografiche e di viabilità che giustifica l’apertura della seconda farmacia non può che rientrare nel potere discrezionale dell’amministrazione. [C] Le autorità competenti possono autorizzare l’apertura di una farmacia a distanza inferiore ai 250 metri non solo in casi del tutto eccezionali, ma ogni volta che la rigida applicazione della regola generale rischi di non garantire un accesso adeguato al servizio farmaceutico in talune zone geografiche densamente popolate. [D] Il numero delle farmacie è legato a una semplice operazione matematica
A fronte della richiesta del privato di ampliare un impianto industriale, l'art. 5 del d.P.R. n. 447 del 1998 non consente di ipotizzare alcuna abdicazione dell’amministrazione resistente alla sua istituzionale potestà pianificatoria
Sulla sorte dell’autorizzazione commerciale rilasciata dal Comune in caso di sopravvenuta rilevazione della mancanza di un requisito (il certificato di agibilità) o di un presupposto (l'igienicità o l'agibilità dei locali)
Affinché un circolo privato possa essere considerato pubblico esercizio occorre che l'accesso sia consentito ad una indistinta generalità di persone, ancorché le stesse possano fruire dei predetti servizi solo in seguito ad ammissione
[A] Sulla direttiva Bolkestein, recepita nell’ordinamento interno dal D.lgs. n. 59 del 2010, ed alla quale si sono ispirati tutti i numerosi provvedimenti di liberalizzazione varati nella scorsa legislatura, i quali ne hanno precisato la portata e gli effetti. [B] I poteri di programmazione territoriale, riguardo all’insediamento di medie e grandi strutture di vendita, non vanno esenti dalle verifiche prescritte dalla direttiva servizi per il solo fatto di essere adottati nell’esercizio del potere di pianificazione urbanistica. [C] L'inutile decorso del termine assegnato dal legislatore statale per l’adeguamento degli ordinamenti regionali e locali ai principi in materia di concorrenza determina la perdita di efficacia di ogni disposizione regionale e locale, legislativa e regolamentare, con essi incompatibili. [D] Sull’illegittimità di un’istruttoria compiuta dall’ente non avuto riguardo ai problemi relativi all’assetto del territorio urbano, ma concentrata esclusivamente su un’analisi socio - economica relativa alla sufficienza e adeguatezza della rete distributiva nelle sue varie articolazioni a soddisfare la domanda. [E] Non appare esservi alcuna incompatibilità urbanistica fra le medie strutture di vendita e le zone residenziali
[A] Anche dopo il D.L. 201 del 2011, permane in vigore la distinzione tra settore alimentare e non alimentare ai fini delle autorizzazioni all’assortimento merceologico. [B] L'aggiunta di un settore merceologico diverso da quello autorizzato, per quanto attiene una GSV, continua ad essere soggetto ad autorizzazione
Negli “esercizi di vicinato” deve ritenersi inibita la presenza di attrezzature ed arredi tradizionalmente utilizzati negli esercizi di somministrazione c.d. “assistita”
Nel caso di realizzazione di sale cinematografiche non possono essere esclusi dal calcolo della volumetria gli spazi adibiti a parcheggio nonché i c.d. spazi "promiscui", ossia ingressi, uscite, atrii, servizi igienici
Un provvedimento grave, quale la revoca di un’autorizzazione commerciale, così fortemente lesivo per gli interessi privati, non può prescindere da un’attenta valutazione degli elementi e delle circostanze indizianti
[A] Sulla decorrenza del termine per l’impugnazione del titolo edilizio rilasciato ad un terzo. [B] Sulla compatibilità o meno di un ristorante con la destinazione urbanistica a verde pubblico attrezzato
[A] Sul termine per l’impugnazione, da parte di soggetti terzi, della deliberazione di approvazione di un piano di lottizzazione. [B] La individuazione di una struttura come grande struttura di vendita, perché legata funzionalmente nella sua articolazione e infrastrutturazione e con spazi e servizi comuni unitariamente gestiti, si rende possibile, invero, con riferimento alle previsioni dell’art. 4, comma 1), lett. g), del decreto legislativo n. 114/1998
[A] La localizzazione degli esercizi farmaceutici nelle diverse zone del territorio comunale è espressione dell’esercizio di un potere altamente discrezionale. [B] L’unico limite legale posto a tutela del farmacista è rappresentato dalla distanza di 200 metri di cui all’art. 1, comma 6, della L. n. 475/1968
[A] La nozione di “gelateria artigianale” presuppone “l’esistenza e l’uso nell’esercizio di un apposito laboratorio per la produzione propria del gelato”. [B] Sull’orientamento secondo il quale l'adozione del provvedimento con il quale l'amministrazione comunale ordina al privato di non effettuare l'intervento da lui denunciato con SCIA non deve essere preceduta dalla comunicazione di cui all'art. 10 bis, l. n. 241/1990
La materia del commercio, nella quale può farsi rientrare la disciplina dell’occupazione di suolo pubblico degli esercizi commerciali, rientra, come riconosciuto dalla stessa ricorrente, nella potestà legislativa regionale esclusiva
[A] Sul potenziale conflitto di interessi insito nella titolarità di farmacie da parte dei Comuni. [B] Il provvedimento cosiddetto “cresci Italia” non ha scardinato il sistema di contingentamento delle farmacie. [B] Sulla revisione straordinaria delle farmacie, come sopra accennato, è imposta dalla novella legislativa introdotta dall’art. 11 del decreto legge n. 1 del 2012
Nello speciale settore del diritto farmaceutico non esiste nessuna norma che preveda espressamente la possibilità di separare la titolarità dalla gestione delle farmacie comunali, risultando unicamente regolato il mantenimento della gestione in capo all’Ente locale
[A] Il titolare di un esercizio commerciale è legittimato ad impugnare il titolo edilizio relativo ad un immobile ove è ubicata una ditta concorrente. [B] Per gli organi destinatari sono vincolanti solo le circolari legittime, potendo peraltro essere disapplicate qualora siano contra legem. [C] Sull’art. 5, commi da 9 a 14, del D.L. 13 maggio 2011, n. 70 ( c.d. “decreto sviluppo”) che ha introdotto delle misure premiali nel settore dell’edilizia al dichiarato fine di “incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, nonché di promuovere e agevolare la riqualificazione di aree urbane degradate”
[A] Secondo la Corte di Giustizia la disciplina dei giochi d'azzardo rientra nei settori in cui sussistono tra gli Stati membri divergenze considerevoli di ordine morale, religioso e culturale. Conseguentemente, si è ribadito che le restrizioni alle predette attività di gioco possono essere introdotte se giustificate da ragioni imperative di interesse generale, quali la tutela dei consumatori e la prevenzione della frode e dell'incitamento dei cittadini ad una spesa eccessiva legata al gioco medesimo. [B] Sulla legge provinciale che introduce norme finalizzate alla restrizione dell’impiego del gioco in delimitate aree per “tutelare determinate categorie di persone maggiormente vulnerabili e per prevenire la dipendenza dal gioco”. [C] Sulla fenomeno sociale della ludopatia in crescente e preoccupante aumento. [D] Sul D.L. 13.9.2012, n. 158 (c.d. “decreto Balduzzi”), convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1, comma 1, della L. 8.11.2012, n. 189
[A] Il Collegio è dell’opinione che la VAS debba essere obbligatoriamente effettuata in tutti i casi in cui si debbano approvare atti di pianificazione territoriale che consentano di realizzare progetti sottoposti a VIA obbligatoria. [B] Non può ravvisarsi l'esistenza di un centro commerciale nel caso di due strutture che, pur caratterizzate da vicinanza, sono distinte e materialmente separate. [C] Ad avviso del Collegio “Costruzione” di centro commerciale si ha anche allorché su un’area prima esistente si realizzino le strutture di collegamento “unificanti” che costituiscono il proprium di detta figura
Sull’art. 40, co. 7, della L.R. Toscana n. 28/2005 a tenore del quale “per motivi di pubblico interesse, di ordine pubblico e sicurezza o di igiene e sanità pubblica, resta salva la facoltà del comune di trasferire o modificare l'assetto del mercato, posteggi fuori mercato e fiere” e sul provvedimento con il quale il Comune di Firenze ha previsto lo spostamento dei banchi dal mercato di San Lorenzo
Il provvedimento cosiddetto “cresci Italia” non ha scardinato il sistema di contingentamento delle farmacie, e, ai Comuni, è stato affidato il compito, sentiti l'azienda sanitaria e l'Ordine provinciale dei farmacisti competente per territorio, di identificare le zone nelle quali collocare le nuove farmacie
L’installazione di apparecchi e congegni automatici e semiautomatici ed elettronici di cui all’art. 110, commi 6 e 7, ai sensi dell’art. 86 del T.U.L.P.S. è sempre soggetta a licenza sia che trattasi di aree aperte al pubblico, sia di circoli privati
La possibilità per l’Amministrazione comunale di regolamentare gli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali non può neanche trovare giustificazione nella previsione dell’art. 81 della l.r. Toscana 7 febbraio 2005 n. 28
La liberalizzazione prevista dall’art. 31, comma 2, ultimo periodo, del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito in legge n. 214 del 2011, deve ritenersi immediatamente operativa nonostante (l’eventuale) mancato adeguamento degli ordinamenti regionali e locali
Se vi è stata una piena liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali agli effetti e per le finalità proprie della legislazione di settore di disciplina del commercio, non vi è stata una liberalizzazione abrogatrice dei poteri di polizia locale e di polizia di sicurezza e di prevenzione da parte dei comuni
[A] Il D.L. n. 201 del 2011 ancorché contenga principi di liberalizzazione nella materia della concorrenza, non è direttamente applicabile nell’ordinamento trentino che ha disciplinato organicamente gli orari e gli obblighi di apertura e di chiusura degli esercizi. [B] La completa liberalizzazione degli orari e dei giorni di apertura degli esercizi commerciali non è un principio comunitario immanente e immediatamente precettivo ma, come tutti i principi, è suscettibile di vari adattamenti applicativi
Sui presupposti per ravvisare l'indisponibilità di aree, posta dall'art. 5 del D.P.R. 447 del 1998, quale primo requisito per l'avvio dell'iter di variante cd. "semplificata"
[A] Sull’art. 2 della legge 475/1968 (interamente sostituito dall’art. 11 comma 1-c del DL 24 gennaio 2012 n. 1) che fa ora riferimento a un concetto di zona che è diverso e più flessibile rispetto a quello tradizionalmente utilizzato per le piante organiche delle farmacie. [B] Sull’art. 3 commi 8 e 9 del DL 13 agosto 2011 n. 138, che qualificano come indebite restrizioni dell’attività economica, tra l’altro, il divieto di esercizio al di fuori di una certa area geografica e l'imposizione di distanze minime tra gli esercizi. [C] Sulla giurisprudenza che considera compatibili con il diritto comunitario le norme nazionali che contingentano le sedi farmaceutiche, assoggettandole a una pianificazione geografica
Gli artt. 88 e 89 della L.R. Toscana n. 66 del 2011, violano l’art. 117, secondo comma, lettera e), Costituzione, laddove reintroducono l’obbligo di chiusura domenicale e festiva, salvo limitate deroghe, prescrivono il limite massimo di apertura oraria di tredici ore giornaliere, reintroducono limiti agli orari di apertura e chiusura al pubblico per gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande
Sull’art. 64 del Dlgs. 26 marzo 2010, n. 59, in materia di attività di somministrazione di alimenti e bevande, con il quale il legislatore ha mantenuto il regime dell’autorizzazione
Sul regolamento comunale sulle sale da gioco con il quale viene imposto l’obbligo di allegare una planimetria che inquadri l’intorno e dimostri che in un raggio di 500 mt., avente come centro del cerchio l’ingresso principale del locale, non vi siano scuole, luoghi di culto, luoghi destinati all’accoglienza di persone per finalità educative, aggregative o socio-assistenziali
[A] La richiesta di compilazione di una domanda di iscrizione ad un circolo privato non costituisce, di per sé, circostanza sufficiente ad escludere lo svolgimento di un’attività aperta al pubblico, quest’ultima soggetta a preventiva autorizzazione ex art. 68 del t.u.l.p.s. [B] Sull’esercizio di un bar all’interno di un circolo con finalità ricreative (aggregato al comitato nazionale AICS; ente che, come le ARCI - ACLI - UISP - AICS - ENDAS, sorto per il tempo libero dei lavoratori, impartisce con le stesse le finalità istituzionali nel campo culturale, ricreativo, sportivo e assistenziale). [C] L’art. 4, comma 1 del d.m. 564/92 vieta espressamente che le sedi dei circoli privati abbiano un accesso diretto, oltre che da strade e piazze, da “altri luoghi pubblici”. [D] Sui presupposti che devono sussistere affinché un’area si assoggettata al codice della strada, all'art. 2054 cod. civ. ed alla L. n. 990 del 1969 sull'assicurazione obbligatoria
Anche dopo l’entrata in vigore del predetto art. 3, comma 1, lett. d-bis), D.L. n. 223/2006 conv. nella L. n. 248/2006 possono essere emanati provvedimenti che prevedono vincoli e/o eccezioni alla regola della liberalizzazione degli orari di apertura e chiusura degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande
Secondo l’orientamento giurisprudenziale è escluso che possano assumere rilevanza, ai fini della verifica del rispetto del periodo massimo (un anno) di sospensione delle attività commerciali, riaperture puramente fittizie
Sulla questione della sorte delle attività commerciali intraprese su immobili (anche parzialmente) abusivi, nelle more della decisione dell’amministrazione sulle relative domande di condono
[A] Sull’ordinanza che intenda effettuare una estensione delle zone di divieto di commercio ambulante ad ulteriori zone comprese in perimetri del territorio comunale di notevoli dimensioni e vastità. [B] Sulla legge regionale recante un divieto di commercio in forma itinerante nei centri storici dei comuni della Regione interessata aventi popolazione superiore ai 50 mila abitanti
Non può sanzionarsi con l'ordine di chiusura dell'intero esercizio il fatto che quest'ultimo si svolga solo in parte in locali realizzati in assenza di titolo edilizio
Sulla norma di legge regionale recante un divieto di commercio in forma itinerante nei centri storici dei comuni della Regione interessata aventi popolazione superiore ai 50 mila abitanti
Sull’art. 35, co. 6 del d.l. 6 luglio 2011, n. 98 (convertito nella l. n. 248/2011) riguardo alla riduzione dei limiti e prescrizioni nella somministrazione di alimenti e bevande
Il precetto di cui all'art. 681 cod. pen. non è rivolto esclusivamente a chi gestisce, in via permanente e professionale, luoghi di pubblico spettacolo, trattenimento o ritrovo, ma a "chiunque" apre o tiene aperti detti luoghi, senza aver osservato le prescrizioni dell'autorità a tutela dell'incolumità pubblica
[A] Sulla c.d. “sala dedicata” quale novità in materia di esercizio di giochi leciti introdotta dall’art. 9, lett. f) del decreto direttoriale 22.2.2010 del Direttore dell’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato. [B] Sulla differenza tra la “sala dedicata”, il “pubblico esercizio” e la “sala pubblica da gioco”. [C] Sulla differenza tra New slot e VLT
Sul D.LGS n. 147 del 2012, che ha riscritto il primo comma dell’art. 64 del D.Lgs. 26 marzo 2010 n. 59 in materia di apertura o il trasferimento di sede degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico
[A] Sulla possibilità o meno che la scadenza del contratto di affitto di azienda, avente ad oggetto la gestione di un esercizio commerciale, comporti l’automatico trasferimento della licenza commerciale e della connessa autorizzazione sanitaria in capo al soggetto affittante e precedente titolare della licenza commerciale, anche in assenza di SCIA. [B] Sul caso di conflitto tra l’affittuario, che vuole continuare a svolgere l’attività di somministrazione di alimenti e bevande, e l’affittante, che vuole tornare ad espletare l’attività commerciale e perciò ha formalmente chiesto la reintestazione della licenza commerciale
Sulla possibilità o meno di sanzionare con l'ordine di chiusura l'intero esercizio qualora quest'ultimo si svolga solo in parte in locali realizzati in assenza di titolo edilizio
Sulla sussistenza o meno di un interesse di un operatore commerciale a censurare un titolo edilizio rilasciato a terzi per ragioni strettamente edilizie o urbanistiche
[A] Nella moderna pianificazione urbanistica l’amministrazione non ha più il compito di indicare (e dunque di autorizzare in via preventiva) ogni singola utilizzazione del territorio, ma quello di stabilire il grado e i limiti di utilizzabilità delle singole aree lasciando poi all’iniziativa economica privata la scelta delle specifiche attività da insediare. [B] Sull’apertura di un punto vendita per prodotti agricoli in zona agricola. [C] Sull’art. 4 del D.lgs 228/2001 secondo il quale gli imprenditori agricoli, singoli o associati, possono vendere direttamente al dettaglio su tutto il territorio nazionale
Sul provvedimento con il quale si intende inibire per intero l'esercizio di un'attività commerciale quando soltanto una parte dei locali in cui essa è svolta non è in regola con la normativa edilizia
In materia di commercio il legislatore è recentemente intervenuto disponendo una più incisiva liberalizzazione rispetto al passato. In particolare l’art. 31, comma 2, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge 22 dicembre 2011, e da ultimo modificato dal decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito in legge 24 marzo 2012, n. 27
Sul principio di contestualità tra procedimento urbanistico-edilizio, preordinato alla costruzione di medie e grandi strutture di vendita, e procedimento di rilascio delle connesse autorizzazioni commerciali
Nel rilascio dell'autorizzazione commerciale occorre tenere presente i presupposti aspetti di conformità urbanistico-edilizia dei locali in cui l'attività commerciale si va a svolgere
[A] Le dichiarazioni rese agli organi di polizia giudiziaria costituiscono confessione stragiudiziale fatta ad un terzo che il giudice ha il potere - dovere di apprezzare liberamente. [B] Sull’art. 64 del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, recante Attuazione della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno, con cui è stata trasposta nell’ordinamento italiano la cd. “direttiva Bolkestein”, inerente la liberalizzazione dei servizi nel mercato interno con particolare riferimento all'apertura o il trasferimento di sede degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico
[A] Sulla possibilità o meno di ricondurre un supermercato nella categoria delle attrezzature per attività collettive. [B] Sulla necessità o meno che le previsioni di un piano commerciale debbano attuarsi in conformità con le scelte di pianificazione territoriale
[A] Sulla SCIA e sulla possibilità da parte dell’Amministrazione di chiedere chiarimenti o delucidazioni allo scopo di completare la propria istruttoria con un conclusivo provvedimento inibitorio. [B] Sulla natura dell'attività di trattenimento svolta da un circolo privato, quando il relativo accesso sia soggetto a minimi adempimenti meramente formali (quali la compilazione di un modulo e il pagamento del biglietto di ingresso). [C] Sull’art. 32 della l. 7.12.2000 n. 383 riguardo alle strutture per lo svolgimento delle attività sociali delle associazioni di promozione sociale, la sede delle quali può stabilirsi in locali “compatibili con tutte le destinazioni d'uso omogenee previste dal decreto del Ministro per i lavori pubblici 2 aprile 1968”
[A] Sulla Provincia di Bolzano che ha introdotto per via legislativa il divieto di autorizzazione delle sale da giochi o di attrazione ove siano ubicate nelle vicinanze (in un raggio di 300 metri) “Istituti scolastici, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente da giovani, o strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale”. [B] La tutela dei minori non è prerogativa della legislazione esclusiva statale
E’ illegittimo il provvedimento con il quale la società ricorrente è stata autorizzata a realizzare una grande struttura di vendita per una superficie ridotta rispetto a quanto richiesto in considerazione del fatto che, all’epoca, il contingente residuo disponibile sulla base del cosiddetto “Bacino d’attrazione” era esattamente quello che è stato nei fatti autorizzato
Sui soggetti legittimati ad impugnare il provvedimento di autorizzazione alla realizzazione di uno stabilimento industriale, ritenuto lesivo della tutela e valorizzazione del territorio
[A] Sull’applicabilità o meno dell'istituto del silenzio-assenso di cui all'articolo 20 della legge n. 241 del 1990 in relazione alle domande di rilascio di autorizzazioni, licenze e simili relative al settore del commercio su aree pubbliche. [B] Sulla cd. generalizzazione dell’istituto del silenzio-assenso conseguente alla riforma di cui alla legge 14 maggio 2005, n. 80
La realizzazione di impianti di distribuzione del carburante è compatibile con qualsiasi destinazione urbanistica dell’area esclusa la zona “A” e le aree gravate da particolari vincoli
Le imprese artigiane che operano nel settore alimentare e procedono direttamente alla vendita al pubblico degli alimenti prodotti, pur non potendo ascriversi alla categoria normativa degli "esercizi commerciali", possono essere sussunti, unitamente a questi ultimi, nel più ampio genus dei "pubblici esercizi"
Sulla legittimazione a ricorrere delle associazioni dei consumatori e degli utenti in possesso di regolare iscrizione nell'apposito elenco ministeriale
[A] Sulla legittimazione dell’esercente di un Cinema multisala di un Comune, confinante con quello nel quale viene ad essere autorizzata una nuova sala cinematografica, ad impugnare il provvedimento che autorizza un’impresa concorrente. [B] Sull’art. 3 del D.M. 29-09-1998, n. 391, Regolamento recante disposizioni per il rilascio di autorizzazione per l'apertura di sale cinematografiche, ai sensi dell'articolo 31 della L. 4 novembre 1965, n. 1213, come modificato dall'articolo 4, comma 3, del decreto legislativo 8 gennaio 1998, n. 3. [C] Sulla liberalizzazione del mercato delle sale cinematografiche
Sulle leggi regionali che limitano la possibilità di ottenere l’autorizzazione per l’apertura di grandi strutture di vendita e sul nuovo quadro normativo delineatosi con l’introduzione nell’ordinamento del decreto legislativo n. 59 del 26 marzo 2010, recante “Attuazione della direttiva servizi 2006/123/CE”, in relazione al quale il Ministero dello Sviluppo Economico, con Prot. n. 0045166 del 06.05.2010, ha emanato la Circolare esplicativa “Decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, di attuazione della Direttiva 2006/123/CE
[A] I mercati di quartiere possono considerarsi “pubblici esercizi” rientranti nell’ampia nozione di intervento di urbanizzazione secondaria, ossia strutture commerciali pubbliche adibite al piccolo commercio al minuto di generi alimentari di prima necessità o comunque di uso quotidiano. [B] Sulle medie o grandi strutture commerciali private, sebbene inserite in contesti integrati nei quali insistono bar, piccoli negozi, od anche locali adibiti ad uso ricreativo, sportivo o parasanitario
[A] La normativa del cd. “decreto Bersani” mira alla liberalizzazione delle attività commerciali, ma non osta alla possibilità che i comuni disciplinino in materia tenendo conto degli ulteriori interessi di rilevanza anche costituzionale. [B] Sulla differenza qualitativa delle attività di somministrazione di carattere secondario rispetto a quelle di natura principale, legata all’emancipazione delle prime dagli stringenti vincoli programmatici alle quali soggiacciono le seconde – differenza che sopravvive anche al disegno riformatore di cui al decreto legislativo 59 del 2010, di attuazione della direttiva 2006/123/CE
Sui casi in cui l'associazione avente natura di circolo privato necessita delle autorizzazioni del Questore (apertura circoli, solidità e sicurezza degli edifici ospitanti pubblici spettacoli e somministrazione di bevande ed alimenti) e di quelle del sindaco (apertura locali somministrazione di bevande ed alimenti, nonché autorizzazione scarichi)
Con il D.L. 13 maggio 2011, n. 70 il legislatore ha inteso generalizzare la liberalizzazione delle attività commerciali – sulla scia di quanto, in parte, già effettuato con il cd. ”Decreto Bersani”- uniformando la disciplina abilitativa allo svolgimento di attività di somministrazione di alimenti e bevande a quelle delle ulteriori attività commerciali
Se l’autorizzazione relativa all’esercizio di uno stabilimento balneare attiene ad un’attività che nel tempo si è articolata in attività aggiuntive, quali l’ascolto di musica e l’intrattenimento in genere, l’esercizio di un’ulteriore attività senza titolo (nella specie l’intrattenimento con ballo), costituisce abuso dei titoli autorizzzativi posseduti
[A] Sulla comunicazione di apertura dell'esercizio ex art. 7 d.lg. n. 114 del 1998 e sul rispetto dei regolamenti edilizi, delle norme urbanistiche nonché delle relative alle destinazioni d'uso. [B] Sulla necessità di accertare o meno la conformità edilizia ed urbanistica in fase di rilascio del certificato di agibilità
Devono essere annullate le ordinanze sindacali nella parte in cui le grandi e medie strutture di vendita risultano escluse dalla facoltà di protrazione dell’orario di apertura in occasione della “notte bianca”
Sul D.P.R. n. 447 del 20/10/1998 riguardo alla gestione dei procedimenti di pianificazione urbanistica del territorio comunale per gli insediamenti produttivi e sui rapporti con i piani territoriali sovraordinati
[A] Sulla scelta dell’Amministrazione di eliminare l’obbligo di chiusura festiva per particolari categorie di esercizi. [B] Il T.A.R. rimette alla Corte Costituzionale la questione di legittimità dell’art. 55 della L.R. Marche 27/2009 (in particolare del comma 6), riguardo alla disciplina delle aperture festive nei Comuni a prevalente economia turistica
L’attività connessa dell’imprenditore agricolo deve restare collegata all’attività dal medesimo esercitata in via principale mediante un vincolo di strumentalità o complementarietà funzionale
Sulla sussistenza o meno di un contrato con il cd. “decreto Bersani” (D.L. n. 223/2006) della delibera comunale che tuteli le attività tradizionali nei centri storici con disposizioni che non impediscono l’esercizio nei centri storici di attività diverse da quelle tradizionali ma che riservano a queste ultime i locali in cui erano svolte in precedenza
[A] A fronte della richiesta del privato di realizzare ovvero ampliare, ristrutturare o riconvertire una determinata struttura a vocazione produttiva, l’art. 5 del D.P.R. n. 447 del 1998 non consente di ipotizzare alcuna abdicazione del Comune alla sua istituzionale potestà pianificatoria, sì da rendere l'approvazione della variante pressoché obbligatoria. [B] Sul principio del numerus clausus delle tipologie alberghiere contenuto nell’art. 4, comma 7, della citata legge regionale n. 11 del 1999
Con l’entrata in vigore del D.lgs 114 del 1998 e della legge 287 del 1991, è stato stabilito uno stretto collegamento tra la programmazione delle rete commerciale e la pianificazione urbanistica, sicché l’apertura e degli esercizi commerciali e di quelli di somministrazione di alimenti e bevande, è subordinata alle previsioni di quest’ultima, trattandosi di un rapporto tra attività di gestione e attività programmatoria
In caso di ritardo nel rilascio di un provvedimento abilitativo all’esercizio di un’attività economica (intervenuto, nella fattispecie, solo a seguito di impugnazione da parte del ricorrente del silenzio del Comune), il privato è abilitato a richiedere innanzi al g.a. il risarcimento del "danno da ritardo"
Sulla necessità o meno di un titolo edilizio per la realizzazione di un dehor a servizio di un ristorante nel caso in cui sia stato precedentemente rilasciato un provvedimento autorizzativo dell’occupazione di suolo pubblico mediante la posa di soli tavolini, sedie ed ombrelloni
Ai sensi dell'art. 1 legge 4 gennaio 1990 n. 1, la messa a disposizione della clientela di lampade UVA è riconducibile all'attività di estetista, in quanto consiste in una qualsiasi prestazione o trattamento eseguito sulla superficie del corpo umano
Sulla disciplina nazionale in materia di installazione degli impianti di carburante e, segnatamente, quella relativa agli obblighi di distanze minime sottoposta al un severo scrutinio da parte del giudice del Lussemburgo in relazione alle norme ed ai principi posti a tutela della liberà di stabilimento
Sul particolare modulo procedimentale previsto dall’art. 9 del D.L.vo 114 del 1998 e dall’art. 13 della L.R. Marche 26 del 1999 per quanto attiene all’autorizzazione per le grandi strutture di vendita
La regolarità edilizia dei locali in cui è esercitata l'attività di somministrazione di alimenti e bevande costituisce condizione per il legittimo esercizio della stessa
Secondo il recente orientamento, la programmazione commerciale non può essere disgiunta dalla pianificazione urbanistica, ma anzi presuppone che i due aspetti vengano valutati congiuntamente e contestualmente
[A] In ordine all’applicazione del d.l. 223/06, è vero che risulta generalmente introdotto il principio per il quale, negli esercizi di vicinato, il consumo sul posto di prodotti di gastronomia non può essere vietato o limitato, ma è altresì vero che il consumo deve avvenire utilizzando “i locali” dell’azienda, logicamente da intendersi come i locali già riconducibili all’azienda stessa e non ad ulteriori spazi, anche esterni, ancora da acquisire a qualunque titolo. [B] La normativa nazionale di cui al d.l. n. 223/06 non contiene alcun riferimento all’obbligatorietà di concessione di suolo pubblico al fine di consentire agli esercizi di vicinato il consumo diretto dei prodotti venduti ai clienti
L’estensione del servizio di somministrazione di cibi e bevande a soggetti non soci occasionalmente presenti all’interno del circolo in quanto invitati dai soci e dagli stessi accompagnati non configura di per sé la sussistenza di un pubblico esercizio svolto senza la prescritta autorizzazione
La Corte di Giustizia della Comunità Europea (Corte giust. CE 20 giugno 1996, n. 418), con riferimento al settore del commercio all’ingrosso, ha sostanzialmente escluso il possibile contrasto tra una normativa limitativa delle aperture domenicali e festive degli esercizi commerciali e le disposizioni del Trattato relative alla libertà di stabilimento e di prestazione dei servizi
[A] La conformità dei manufatti alle norme urbanistico-edilizie costituisce il presupposto indispensabile per il legittimo rilascio del certificato di agibilità. [B] Sull'autorizzazione rilasciata relativamente ad un'attività di somministrazione di bevande da svolgersi in un locale non conforme alla disciplina edilizia e urbanistica
Sul provvedimento con il quale la Regione nel suddividere il territorio regionale in diciassette aree sovra comunali, ha previsto che per una determinata area si potessero consentire unicamente, “come parametri massimi”, una grande struttura di vendita di tipo mista (G/A) ed una grande struttura di vendita alimentare (G/B)
Sul provvedimento di chiusura di un procedimento ex art. 5 del DPR n. 447/98 con il quale si rigetta la domanda di ampliamento di una struttura esistente affermando che il ricorso alla procedura semplificata sarebbe stato consentito solo ove lo strumento urbanistico non avesse individuato aree destinate all'insediamento di impianti produttivi, ovvero queste fossero state insufficienti in relazione al progetto presentato
Quando la programmazione regionale in materia di esercizi di vendita ha inteso destinare una certa quantità di superfici al settore merceologico misto, con pieno affidamento, alla iniziativa economica privata, della scelta sul se attivare, o no, un punto vendita di prodotti alimentari, ciò ha voluto significare che non si è ritenuto, e tuttora non si ritiene, sussistere un interesse pubblico meritevole di tutela a che sia garantita in maniera indefettibile l’attivazione di punti vendita di un determinato settore merceologico anziché di un altro nei settori misti
[A] L’art. 83-bis del d.l. 25 giugno 2008, n. 112, inserito dalla legge di conversione 6 agosto 2008, n. 133, è direttamente applicabile anche nell’ambito regionale riguardo agli impianti di distribuzione di carburante. [B] Il comma 17 dell’art. 83-bis d.l. 112/2008 ha riguardo solo a restrizioni e vincoli “con finalità commerciali”, direttamente incidenti in senso limitativo sulla libertà di concorrenza, ma non anche sulla disciplina urbanistica
Il rilascio delle autorizzazioni concernenti l'apertura di ambulatori, presuppone una congrua attività istruttoria sulla idoneità igienico-sanitaria che coinvolge non solo gli ambienti in senso stretto
[A] Anche ai sensi della legge 248/06 e del recente D.Lg. 59/10 limitazioni all’apertura di nuovi esercizi commerciali sono astrattamente possibili purché non si fondino su quote di mercato predefinite o calcolate sul volume delle vendite, ossia, in altri termini, sull’apprezzamento autoritativo dell’adeguatezza dell’offerta alla presunta entità della domanda. [B] Non sono più applicabili, per incompatibilità con le sopravvenute disposizioni nazionali in tema di concorrenza, l’artt. 12, comma 3 lett. b) e c), della L.r. 29/05 e gli artt. 8, comma 2, 18, e all. B del Regolamento n. 069/07
Una cosa è un impianto industriale realizzato all’interno di un manufatto che lo ospita, nel quale si svolgono fasi di lavorazione funzionali all’attività dell’opificio, come l’impianto di essiccazione, e altra cosa sono gli impianti tecnologici al servizio di un edificio già esistente
Sul provvedimento di chiusura temporanea di un esercizio commerciale, quale sanzione specifica per il caso di recidiva nella violazione degli obblighi di osservanza degli orari di apertura
[A] La regolarità edilizia dei locali in cui è esercitata l'attività di somministrazione di alimenti e bevande costituisce condizione per il legittimo esercizio della stessa. [B] Sul caso di esercizio dell'attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande senza l'autorizzazione prescritta all'art. 3, comma 7 della legge 25.8.1991, n. 287
[A] Il rilascio del cosiddetto certificato di agibilità sanitaria è prescritto da tale disposizione con riguardo non soltanto agli immobili ad uso strettamente abitativo. [B] L’assegnazione della numerazione civica presuppone, al pari della abitabilità, l’esistenza di un titolo edilizio
Sul servizio di somministrazione di alimenti e bevande rivolto ai soli soci di un circolo privato, ancorché esteso a non soci occasionalmente presentati dai soci e dagli stessi accompagnati
La presentazione di un modulo incompleto, dal quale non si evinca la sussistenza dei requisiti di legge quanto all’agibilità dei locali, non può comportare la formazione dell’autorizzazione commerciale per silenzio assenso
Sulla corretta interpretazione dell’art. 9, comma 1, lettera b), del D.P.R. 380 del 2001, recante la disciplina degli interventi edilizi a destinazione produttiva al di fuori dei centri abitati in caso di assenza di pianificazione urbanistica
Sulla compatibilità o meno con il nuovo regime degli atti programmatori comunali di individuazione di aree di particolare interesse storico ed artistico, archeologico ed architettonico, o di particolare interesse ambientale o ancora caratterizzate da consolidate tradizioni locali, nelle quali l’attività di somministrazione di alimenti e bevande sia vietata o sottoposta a limitazioni in ragione dell’incompatibilità con la natura di dette aree
A partire dalla legislazione nazionale, contenuta nel D.lgs. n. 114/1998, ad arrivare alla l.r. Campania n. 1/2000, appare evidente la volontà del legislatore di assegnare allo strumento - comunque definito - con il quale si individuano le aree da destinare ad insediamenti commerciali, una funzione esaustiva di ogni esigenza, sia di carattere commerciale, sia di carattere urbanistico
[A] Sulla nozione di “centro commerciale” ai sensi dell’art. 9, L.R. Veneto 13 agosto 2004 n. 15. [B] Il legislatore veneto ha inteso sottoporre a V.I.A. ogni modificazione relativa ai parchi commerciali esistenti, a condizione che i medesimi abbiano una superficie di vendita superiore a 8.000 mq
Nella Regione Toscana, la disciplina attuativa del D.L. n. 223/06 è stata dettata dalla legge regionale n. 34/07, la quale ha aggiunto alla legge regionale n. 28/05 l’art. 42-bis, che demanda ai Comuni, nell'ambito delle proprie funzioni di programmazione, la definizione i requisiti degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande
Sull’art. 24, comma 4, della L.P. Bolzano n. 1/2008 secondo la quale l’attività di riparazione di autoveicoli è consentita “solamente in officine idonee con sede fissa che rispondano alle disposizioni vigenti in materia, in particolare a quelle della tutela dell’ambiente nonché della salute e sicurezza sul lavoro”. Fattispecie relativa a lavori di riparazione “ambulante” di sostituzione del parabrezza di un’autovettura, all’aperto su suolo privato
Il principio della libera concorrenza può essere derogato nel caso di disposizioni limitative all’assortimento merceologico finalizzate alla valorizzazione e/o salvaguardia di aree ed edifici di pregio storico, archeologico, artistico, ambientale e pertanto fa salva la programmazione comunale che limita le merci esitabili in certe zone od edifici di pregio
Secondo dati di comune esperienza in tutta Europa la creazione di zone pedonali ha soltanto favorito il commercio ed aumentato il valore degli immobili dove questo viene esercitato
[A] E’ interesse dei Comuni che gli esercizi di vicinato non scompaiano del tutto perché svolgono un utile funzione sociale per gli anziani e per tutti quei cittadini che non sempre hanno il tempo di fare la spesa in un supermercato. [B] Il Decreto Bersani non ha disposto l’abrogazione di alcuna norma ed in particolare dell’art. 11 D.lgs. 11498 che attualmente disciplina il lavoro nei giorni festivi
Sul d.l. 4 luglio 2006 n. 223 che nel dare attuazione ai principi comunitari in materia di libera concorrenza, è diretto principalmente a rimuovere limiti all'accesso al mercato, anche allo scopo di ampliare la tipologia di esercizi in concorrenza e di aumentare la competitività dei vari settori dell'economia, inserendosi in un quadro di complessiva modernizzazione del commercio
Sui presupposti per l’applicazione dell’art. 68 del TULPS secondo cui "Senza licenza del Questore non si possono dare in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, accademie, feste da ballo, corse di cavalli, né altri simili spettacoli o trattenimenti"
Sull'autorizzazione rilasciata relativamente ad un'attività di somministrazione di bevande da svolgersi in un locale non conforme alla disciplina edilizia e urbanistica
Sulla realizzazione di una Multisala cinematografica e sulla possibilità o meno di ricondurla alla tipologia degli standard urbanistici di cui alla lettera b) dell’art 3 del DM 2.4.1968 (attrezzature di interesse comune)
[A] Sulla ratio della programmazione e della revisione delle piante organiche degli esercizi commerciali di farmacia. [B] Sull’art. 17 l.r. Toscana n. 16/00, nel prevedere la possibilità di istituire “proiezioni” delle sedi farmaceutiche onde garantire un più adeguato livello di assistenza
La liberalizzazione si riferisce non solo alla disciplina generale del commercio di cui al D.lgs 114/1998 ma anche al settore specifico della somministrazione di alimenti e bevande
[A] Sulla legittimità o meno dell’atto regolamentare con il quale il Comune impone l’indennità di “civico ristoro” a carico degli operatori di telefonia mobile. [B] Sulla legittimità o meno dell’imposizione agli operatori di telecomunicazioni degli oneri corrispondenti alla spesa effettiva occorrente al ripristino della sede stradale. [C] Sulla richiesta di oneri da parte del Comune per altri interventi manutentivi aggiuntivi che la Città è costretta a svolgere in ragione e conseguenza della manomissione; sia nel caso in cui la manomissione venga esercitata da altri utenti del sottosuolo sia che questa venga effettuata dagli operatori di comunicazioni elettroniche
[A] Il D.lgs. 31 marzo 1998, n. 114, ha liberalizzato la materia del commercio, ma non è intervenuto sul settore della somministrazione di alimenti e bevande. [B] Il decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, in legge 4 agosto 2006, n. 248, non ha vietato, in un’ottica di deregolamentazione del settore, qualsiasi intervento programmatorio o autoritativo da parte dei pubblici poteri
[A] Il rilascio dell’autorizzazione per le medie strutture di vendita spetta al comune sulla base di criteri da esso stabiliti in coerenza con gli indirizzi e gli obiettivi della programmazione regionale. [B] Sulla ratio della previsione della variabilità della superficie “fino a” 1500 mq.
E’ infondato l’assunto di parte secondo cui la riproduzione di musica all’interno di esercizi pubblici sarebbe sempre un accessorio complementare e privo di qualsiasi necessità autorizzativa
Sull’autorizzazione amministrativa all'esercizio del commercio in medie strutture di vendita e sulla configurabilità o meno del silenzio assenso laddove il comune non abbia emanato apposite norme procedimentali nell'ambito delle quali inserire
Sul d.lgs. 387/2003, relativo alla costruzione e l'esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, e sulla sua natura o meno di norma speciale e derogatoria rispetto a quella in materia di S.U.A.P.
[A] Sull'art. 8 d.lg. n. 114 del 1998, che ha demandato ai comuni la facoltà di stabilire, ai fini dell'assenso all'apertura delle medie strutture di vendita, un termine comunque non superiore a novanta giorni per la maturazione del silenzio accoglimento. [B] L'inerzia del Comune nell'adeguamento della pianificazione territoriale commerciale ed urbanistica comporta la necessità di autorizzare l’insediamento di medie strutture di vendita ovvero il formarsi del silenzio assenso
Sulla clausola di una convenzione urbanistica con la quale il privato, nel realizzare il recupero dell’immobile, ha assunto l’obbligo di rinunciare all’apertura domenicale antimeridiana del supermercato
E’ illegittimo il “Piano della distribuzione e localizzazione della funzione di somministrazione nel territorio comunale” del Comune di Firenze laddove impone, quale requisito strutturale degli esercizi di somministrazione, la presenza di almeno un servizio igienico di cortesia aperto “a chiunque ne faccia richiesta”
[A] Sulla decorrenza del termine per impugnare il permesso di costruire. [B] Lo speciale “regime SUAP” non è giustificato in relazione a opere edilizie la cui realizzazione in sostanza ponga fine alla fase propriamente produttiva. [C] E’ illegittima la Circolare Applicativa della L.R. n. 3/2008 laddove intende applicare il regime semplificato per le attività produttuve anche all'edilizia ad uso residenziale
Al fine del rilascio di autorizzazione sanitaria per l'esercizio di un locale pubblico, l'Amministrazione competente deve valutare, in primis, la conformità della struttura alle disposizioni edilizie ed urbanistiche
Sul principio di contestualità tra procedimento edilizio e procedimento commerciale per l'autorizzazione all'insediamento di medie strutture di vendita
[A] Sulle disposizioni riguardanti l’orario, giornaliero e settimanale, di apertura degli esercizi commerciali. [B] L’art. 3 del decreto-legge n. 223 del 2006, convertito in legge n. 248 del 2006, nell’indicare i limiti e le prescrizioni che vengono rimossi, non include tuttavia proprio quelli relativi agli obblighi di chiusura festiva e domenicale di cui all’art. 11 del d.lgs. n. 114 del 1998
Le disposizioni dell'art. 22 L.R. Sicilia 27 dicembre 1978 n. 71 rendono possibile l'inserimento di impianti industriali e manufatti artigianali nel verde agricolo
[A] Sulla differenza ai sensi della legislazione statale tra la “multisala” e la “sala cinematografica”. [B] Il richiamo a dati “quantitativi” rapportati alla “popolazione” è tenuto ben presente dalla Regione Toscana, anche dopo l’entrata in vigore delle “liberalizzazioni” di cui al c.d. “Decreto Bersani”. [C] Nel governo del territorio ben rientra la valorizzazione di dati quantitativi legati al rapporto posti/popolazione in relazione alla effettiva programmazione annuale delle sale già esistenti
La liberalizzazione dell’attività commerciale ha travolto la ratio sottesa alla prescrizione di ancorare la validità dell’autorizzazione ad un termine decadenziale per la sua attivazione
Nei casi regolati dall’art. 48 della l.r. toscana n. 28/2005 – diversamente da quelli dell’art. 43 – l’attività di somministrazione non è comunque subordinata al rispetto dei requisiti di cui all’art. 42-bis
[A] In assenza di attività imprenditoriale per intrattenimenti in luoghi aperti al pubblico non si applica l’art. 68 del TULPS. [B] Il Collegio non condivide la conclusione secondo cui il pagamento del “biglietto” o della “tessera di iscrizione ACSI” sarebbe comunque una identica fattispecie
[A] L’art. 54 del D.Lgs. n. 267/2000 è stato profondamente innovato dall’art. 6 del D.L. 23 maggio 2008, n. 92, convertito, con importanti modificazioni, con la legge 24 luglio 2008, n. 125 ed ispirato all’esigenza di predisporre uno schema normativo particolarmente rigoroso in tema di ordine pubblico. [B] Fattispecie relativa ad un’ordinanza sindacale in materia di orario di apertura e chiusura degli esercizi pubblici ubicati in alcune zone della città
[A] Il Prefetto può sospendere o vietare l’esercizio dell’attività di “rimessa di veicoli”, nei casi previsti dall’articolo 11, comma 2, del regio decreto 18 giugno 1931. [B] La delibera comunale di modifica del piano parcheggi e delle aree destinate a parcheggio pubblico a pagamento è da qualificarsi come atto di natura generale
Sull’art. 9, comma 1, del T.U. sull’edilizia il quale alla lettera b) prevede che nei comuni sprovvisti di strumenti urbanistici per gli interventi a destinazione produttiva “la superficie coperta non può comunque superare un decimo dell’area di proprietà”
Il quadro normativo regionale non può ritenersi in contrasto con il d.lgs. 114 del 1998 in quanto a seguito della modifica del titolo quinto della Costituzione, avutasi con la legge costituzionale 18.10.2001 n. 3, l’art. 117 rimette alla potestà esclusiva delle Regioni la legislazione in materia di commercio
[A] Sull’ordinanza con la quale il Sindaco, ai sensi dell’art. 50, comma 7, del D.lgs 267 del 2000, ha ordinato la chiusura alle “gelaterie, alle gastronomie, alle rosticcerie e alle pasticcerie” dalle ore 2,30 alle ore 5
La prescrizione della legge regionale sulla distanza minima tra gli outlet non inferiore ai 100 km è passibile di disapplicazione dal giudice nazionale
Il mancato rinvio alla normativa speciale in tema di vendita della stampa quotidiana e periodica va interpretato come indicativo della volontà del legislatore del D.L. 223 del 2006 – c.d. “decreto Bersani” – di escludere dagli effetti delle c.d. “liberalizzazioni” tale attività
[A] L’agriturismo non impedisce affatto interventi volti ad un migliore utilizzo agricolo del suolo, anzi è ad esso strumentale e complementare. [B] Sulla l.r. Campania n. 41 del 28-8-1984 in materia di agriturismo
La liberalizzazione dell’apertura domenicale in tutti i comuni ad economia prevalentemente turistica prevista dall’art. 12 del d. lgs. 114/98 rappresenta un principio la violazione del quale potrebbe integrare un’incostituzionalità della norma regionale
Sugli effetti della liberalizzazione introdotta nel settore dei pubblici esercizi dal D.L. n. 223 del 4 luglio 2006, convertito nella legge 6.08.2006 n. 248 (c.d. “Decreto Bersani”), con riguardo alle attività di somministrazione di alimenti e bevande
Sulla natura eccezionale e derogatoria del procedimento di variante semplificata ex. D.P.R. 447 del 1998 per l'ampliamento, la ristrutturazione e la riconversione di impianti produttivi e sulla necessità di una specifica motivazione a supporto del relativo procedimento
Dipartimento per l'Impresa e l'Internazionalizzazione. Requisiti per l’esercizio dell’attività di agriturismo con omministrazione di alimenti e bevande. Quesito
Dipartimento dell'Impresa e dell'Internazionalizzazione. D.Lgs 31.03.1998, n. 114 – Legge 25.08.1991, n. 287.
Esercizio dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande da parte di un soggetto titolare di autorizzazione per l’esercizio di commercio sulle aree pubbliche di prodotti alimentari
Sulla legittimità o meno dell’ordinanza sindacale con cui, in applicazione dell’art. 18 della legge regionale Puglia n. 11 del 2003, come modificata sul punto dalla legge regionale n. 5 del 2008, viene autorizzata l’apertura domenicale dei soli esercizi di vicinato
Sulla liberalizzazione introdotta nel settore dei pubblici esercizi dal D.L. n. 223 del 4 luglio 2006 - c.d. “Decreto Bersani” - e sulla sua applicabilità o meno alle attività di somministrazione di alimenti e bevande
L’attività urbanistica e l’attività commerciale non possono considerarsi disgiunte ma devono essere coordinate anche nella fase della programmazione e della pianificazione
[A] Il D.lgs 114 del 1998 non ha liberalizzato le medie strutture di vendita rendendone possibile senza limiti l’insediamento in qualsiasi area del territorio comunale. [B] Le norme regionali possono stabilire un indice di equilibrio determinato dal rapporto tra densità di medie – grandi strutture di vendita ed esercizi di vicinato
Scheda istruttoria di cui all’articolo 15 comma 6, lettera B) del D.P.G.R. 1 aprile 2009, n. 15, finalizzata all’istruttoria delle domande di autorizzazione all’apertura,
ampliamento o trasferimento di grandi strutture di vendita
Quantificazione della superficie di vendita autorizzabile
per grandi strutture, di cui all’articolo 14, comma 5, del D.P.G.R.1 aprile 2009, n. 15/R - Regolamento di attuazione della legge regionale 7 febbraio 2005, n. 28
Le discipline nazionali limitative dell’apertura domenicale di esercizi commerciali, costituiscono espressione di scelte rispondenti alle peculiarità socio culturali nazionali o regionali e devono quindi essere rimesse agli Stati membri, fatta salva la loro conformità alle prescrizioni del diritto comunitario
Sul diniego di autorizzazione motivato sul fatto che non è consentito il funzionamento dei distributori di carburante esclusivamente in modalità self-service
L’attuale assetto regolatorio del Comune di Milano riguardo agli esercizi di “somministrazione di alimenti e bevande” appare in contrasto con la lettera d), art. 3 del d.l. n. 223 – c.d. decreto “Bersani” – laddove stabilisce "un numero di pubblici esercizi per ogni 100 o più residenti, determinando un tasso di concentrazione"
L’attuale assetto regolatorio del Comune di Milano riguardo agli esercizi di “somministrazione di alimenti e bevande” appare in contrasto con la lettera d), art. 3 del d.l. n. 223 – c.d. decreto “Bersani” – laddove stabilisce un numero di pubblici esercizi per ogni 100 o più residenti, determinando un tasso di concentrazione
Le disposizioni della legge 248/2006 impediscono alle Amministrazioni di adottare misure regolatorie che incidano, direttamente o indirettamente, sull’equilibrio fra domanda e offerta, anche riguardo all’attività di somministrazione di alimenti e bevande
Sull’istituzione dei dispensari farmaceutici stagionali e sulla possibilità o meno che questi prevalgano sull’assetto amministrativo del territorio stabilmente disciplinato dallo stesso comune
Sull’attività e sui requisiti per il Baby Parking che consiste nel mettere a disposizione del pubblico uno spazio attrezzato con giochi di vario genere, costruzioni, fogli e colori, libri di fiabe, ove i bambini vengono intrattenuti da animatori
Sull’efficacia o meno della comunicazione ex art. 7 del d.lgs. n. 114/1998 laddove vi sia assenza di conformità dell’attività commerciale da svolgere rispetto alla destinazione d’uso impressa all’immobile
L’articolo 3 della l. 248 del 2006 si applica non solo alla disciplina generale del commercio di cui al d.lgs. 114 del 1998, ma anche al settore specifico della somministrazione di alimenti e bevande
[A] Sulle sanzioni che devono essere adottate dall’Amministrazione in presenza di un campeggio aperto senza autorizzazione comunale. [B] Non occorre l’autorizzazione ai sensi della L.R. siciliana n. 14 del 1982 in presenza di insediamenti simili a campeggi ma sprovvisti della vocazione di ospitalità indifferenziata nei confronti della generalità dei turisti-campeggiatori
Sulla possibilità o meno di avviare la procedura di variante semplificata ex art. 5 del D.P.R. n. 447/98 qualora lo strumento urbanistico individui una Zona D ma non sia stato ancora approvato il piano attuativo
E' illegittima l'applicazione dell’art. 13 D. L.vo 31 marzo 1998 n. 114 laddove il Comune ha ritenuto che l’attività di vendita prevalente, che consente l’apertura domenicale e festiva, deve riferirsi ad una soltanto delle specie merceologiche
[A] Non tutte le attività esercitate in zone rurali, o collegate in qualche modo con l’agricoltura, possono classificarsi come agricole. [B] Sulle attività consistenti nella lavorazione della terra o nella zootecnia che non si pongono su di un piano strettamente strumentale o complementare rispetto all’agricoltura, tenendo conto del capitale impiegato, del livello delle attrezzature meccaniche e dell’entità dei rapporti commerciali
La l.r. Sardegna n. 49 del 1986, laddove impone il rispetto di una distanza minima tra le edicole, deve essere disapplicata per contrasto con l’art. 43 del Trattato UE
Il potere conferito al Sindaco ex art. 50 comma 7 del d.lgs. 267 del 2000 non è quello di determinare unilateralmente gli orari degli esercizi commerciali e, per quanto qui interessa, le deroghe alle chiusure domenicali
[A] Il D.lgs. 31 marzo 1998, n. 114, non ha liberalizzato le medie strutture di vendita rendendone possibile senza limiti l’insediamento in qualsiasi area del territorio comunale. [B] Sui margini di discrezionalità che conserva il Comune nel prevedere limiti all’insediamento delle medie strutture, ai sensi della L.R. Veneto 13 agosto 2004 n. 15
[A] Sulla normativa e sulla giurisprudenza comunitaria riguardo allo svolgimento di attività di gestione e/o raccolta di scommesse. [B] Sulla possibilità o meno da parte di un soggetto straniero residente in Italia di intraprendere un’attività di intermediazione nel settore delle scommesse senza ottenere l’autorizzazione di pubblica sicurezza prevista dall’art. 88 del T.U.L.P.S.
Sulla variante semplificata prevista dall’art. 5 del D.P.R. 447 del 1998 e sull’obbligatorietà o meno dell’avvio del relativo iter da parte del responsabile del procedimento
Sulla natura perentoria o meno del termine di cui all’art. 4 del D.P.R. n. 447 del 1998, riguardo ad un’istanza per la realizzazione di un impianto di distribuzione carburanti
Sull’applicabilità o meno delle disposizioni di cui al D.L. n. 223 del 2006, volte all’eliminazione del rispetto di distanze minime obbligatorie, riguardo alle attività di distribuzione della stampa gratuita
E’ illegittima la legge della Regione Lombardia 3 marzo 2006, n. 6 laddove introduce un vero e proprio autonomo procedimento autorizzatorio per lo svolgimento dell'attività dei “centri di telefonia”
[A] Per effetto dell’art. 3 del D.L. 2006 n. 248, che prevale sulle norme regionali, l’attività di somministrazione di alimenti e bevande non soggiace più al rispetto di limiti quantitativi. [B] Le norme regionali del Piemonte non sono dirette a reintrodurre i limiti di contingentamento
[A] Sulla natura di un’attività legata alla cura degli animali di affezione quali il pensionato per animali, la pet terapy, il lavaggio animali oltre che la realizzazione di un negozio, magazzino e bar. [B] Sulla nozione di “attività produttiva” ai sensi del D.P.R. 447 del 1998. [C] Sulla nozione di “attrezzature di interesse generale”
[A] Sulla possibilità di derogare all’obbligo di cui all’art. 12 del D.lgs 114 del 1998 per i comuni ad economia prevalentemente turistica e le città d'arte. [B] Sulla particolare modalità di determinazione degli orari per i “centri commerciali”. [C] Il potere conferito al Sindaco ex art. 50 comma 7 del d.lgs. 267 del 2000 non è affatto quello di determinare unilateralmente gli orari degli esercizi commerciali. [D] Sulla regolazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali ai sensi della L.R. Puglia 11 del 2003
Sulla legittimità o meno del decreto assessoriale con il quale si limita il trasferimento al di fuori della Sicilia di alcuni diritti di reimpianto vigneti
Sulla differenza tra la definizione di “commercio al dettaglio” e quella di “somministrazione di alimenti e bevande” e sulla liberalizzazione ad opera del d.l. 4 luglio 2006 n. 223
Le funzioni contemplate dall’art. 100 TULPS, mediante la quali può essere sospesa la licenza di un esercizio, attengono ad ambiti che sono rimasti riservati allo Stato
Abrogazione del Decreto del Capo del Governo del 14 febbraio 1938, n. 153, recante norme corporative per la regolamentazione della concessione del nulla osta di agibilità per l’esercizio dell’attività teatrale
L’art. 18 L.R. Puglia 1 agosto 2003 n. 11, in linea con la normativa statale, pone una regola generale che è quella della chiusura domenicale degli esercizi
Sulle opere realizzate nell’area esterna di pertinenza di una ditta esercente attività commerciale e consistenti in pannelli infissi al suolo, vetrate di chiusura, ombrelloni a copertura totale, con impianto elettrico, riscaldamento e condizionamento, oltre passaggio chiuso ai due lati
[A] Sulla nozione di “centro commerciale”. [B] Sulla identificazione di un “centro commerciale” qualora sussista complementarietà tra più esercizi commerciali insediati in diversi corpi di fabbrica
Art. 2 “Banda Larga”. Infrastrutture in fibra ottica - Utilizzo dei cavidotti pubblici - Denuncia di inizio attività - Opere di urbanizzazione primaria
E’ infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 10, comma 4, del decreto-legge n. 7 del 2007 “Decreto Bersani”, riguardo alla liberalizzazione della professione di guida turistica e accompagnatore turistico
[A] Sull’apertura di esercizi per la somministrazione di alimenti e bevande da parte delle associazioni di promozione sociale ex legge n. 383 del 2000. [B] Sulla particolare natura dei punti di ristoro all’interno di circoli privati ex DPR n. 235 del 2001
Un impianto che produca – quale prodotto finito – cemento, svolgendo solo attività “a freddo” di seconda lavorazione, quali la frantumazione e la miscelazione del clinker con altri componenti, e non includa la presenza di forni rotativi, non è soggetto a V.I.A.
[A] Sulle competenze e sulle autorizzazioni necessarie per svolgere l’attività di estetista. [B] Sull’utilizzo delle lampade abbronzanti UV-A e delle docce solari. [C] Sull’utilizzo delle docce solari all’interno di palestre
Sulla legge 114 del 1998, sul Programma Triennale per lo sviluppo del settore commerciale della Regione Lombardia e sulla legittimità o meno di un divieto assoluto di insediamento di medie strutture di vendita nel settore alimentare introdotto dal Comune
Sul provvedimento con il quale il Comune denega il permesso di costruire per realizzare una serie di chioschi per il servizio di bar e ristorante, ritenendo di non poter definire precaria un’esigenza, pur stagionale, che si presenta in modo ricorrente
[A] L’emanazione della legge 25 agosto 1991 n. 287 non ha comportato lo sganciamento della materia "somministrazione al pubblico di alimenti e bevande" dall'ambito di applicazione del r.d. 18 giugno 1931 n. 773. [B] La tutela apprestata dalla legge n. 447/1995 contro l’inquinamento acustico prescinde dal numero delle persone potenzialmente lese
Sulla natura di autorizzazione di polizia della licenza di somministrazione al pubblico di alimenti e sulla sua assoggettabilità alle misure cautelari e sanzionatorie di sospensione e/o revoca
E’ illegittimo e comporta il risarcimento del danno il diniego opposto dal Comune di Firenze sulla domanda di alterazione del suolo pubblico, avanzata dalla SNAM RETE GAS, a causa della vigenza della “concessione del pubblico servizio di distribuzione del gas” in favore della Fiorentina gas S.p.A
Il Consiglio di Stato rimette alla Corte di Giustizia delle Comunità europee la questione pregiudiziale in merito all’obbligo del rispetto delle distanze per apertura di nuove farmacie previsto dalla normativa nazionale
E’ illegittimo il Regolamento comunale di Grosseto “per l'installazione di manufatti precari a servizio delle attività commerciali di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande“ laddove ricollega la individuazione della natura precaria dei manufatti esclusivamente alle caratteristiche dei materiali ed alla facile amovibilità ed introduce un titolo abilitativo edilizio "provvisorio" atipico
Vietato l'obbligo della chiusura festiva. Lo scrive l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in una segnalazione inviata al Comune di Roma il 5 aprile 2008
Sulla legittimità o meno del provvedimento di sospensione dell’attività disposta dal Sindaco nei confronti di un locale all’interno del quale si svolgono spettacoli che portano alla promozione del coinvolgimento dello spettatore in gesti e comportamenti afferenti alla sfera sessuale
[A] Sulla legittimità costituzionale o meno del regolamento mediante il quale il Comune consente che la vendita alimentare venga effettuata da una sola grande struttura su tutto il territorio comunale. [B] Sulla presenza di più esercizi di grandi dimensioni e sulla possibilità o meno che questo produca effetti distorsivi sul mercato e sulla concorrenza
Non compete al Sindaco dettare disposizioni che disciplinino l’orario di svolgimento di un’attività di tabaccheria, di vendita di generi di monopolio e di raccolta delle giocate del lotto
Sulla possibilità o meno di considerati “produttivi” non solo gli edifici diretti alla produzione e trasformazione di beni, ma tutti quelli a carattere non residenziale e, quindi, anche gli insediamenti di carattere commerciale
Sull’illegittimità del di diniego autorizzazione per l’esercizio di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, adottato in seguito alla liberalizzazione del settore
Sulle verifiche che l’Amministrazione deve effettuare in sede di rilascio di autorizzazioni commerciali in merito alla conformità della destinazione d'uso dell'immobile e alla sussistenza delle autorizzazioni edilizie
Sulla legittimità o meno del provvedimento mediante il quale la Questura sospende il titolo per la somministrazione di alimenti e bevande di un circolo privato, dopo avervi riscontrato un’attività di intrattenimento danzante in assenza della licenza prescritta dall’art. 68 del TULPS
[A] Sulla legittimità o meno della legge regionale della Sardegna laddove introduce misure soprassessorie per il rilascio di autorizzazioni commerciali per l'apertura, la variazione del settore merceologico, l'ampliamento, il trasferimento di grandi strutture di vendita. [B] Sulla conformità o meno con il diritto comunitario delle norme nazionali e regionali che disciplinano lo svolgimento delle attività commerciali
Le fonti delle pianificazioni, delle limitazioni e delle deroghe al commercio, anche in seguito al decreto legge 4 luglio 2006, n. 223 – c.d. “Decreto Bersani”, non sono norme commerciali bensì norme urbanistiche in quanto le materie del commercio e dell’urbanistica sono collegate ex lege
Esercizio del commercio in aree di valore culturale di cui all'articolo 52 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 - Gazzetta Ufficiale N. 269 del 19 novembre 2007
[A] Sulla variante urbanistica semplificata ai sensi del D.P.R. n. 447 del 1998 e sui diversi oneri procedimentali nel caso di nuova realizzazione rispetto all’ampliamento di un impianto produttivo esistente. [B] Sulla differenza tra la variante urbanistica semplificata per gli impianti produttivi e quella ordinaria. [C] Sulle determinazioni della conferenza di servizi e sui poteri che residuano al Consiglio Comunale
[A] Sul rilascio dell’autorizzazione all’apertura di una grande struttura di vendita da parte del competente ufficio comunale e sulla correlazione con la decisione della conferenza dei servizi. [B] Sulle due conferenze di servizi regionali, esterna ed interna, preordinate al rilascio di autorizzazioni all’apertura di grandi strutture di vendita. [C] Sulla correlazione ricercata dalla normativa regionale toscana tra il rilascio del permesso di costruire e l’autorizzazione commerciale per l’apertura di grandi strutture di vendita
E’ illegittimo il ricorso alla variante semplificata di cui all’art. 5 del D.P.R. 447/98 al fine di conseguire l’approvazione di un progetto per la realizzazione di una “grande struttura di vendita” che esula dalle competenze proprie dell’ente comunale collocandosi ad un diverso livello di governo
[A] Sui rapporti tra la legge regionale toscana n. 42 del 2000 in materia di esercizio delle strutture ricettive ed il procedimento dello sportello unico delle attività produttive. [B] Sulla natura provvedimentale o non provvedimentale della denuncia di inizio attività
[A] Sulla variante semplificata di cui all’art. 5 del D.P.R. n. 447/1998. [B] Sulla sussistenza di una “facoltà” oppure di un “obbligo” di indire la conferenza di servizi da parte del responsabile del procedimento. [C] Sulla necessità di rispettare i “valori” della pianificazione urbanistica vigente
Sulla variante urbanistica semplificata contemplata dall’art. 5 del D.P.R. n. 447 del 1998 e sulla necessità di limitarne l’applicazione, in caso di ristrutturazione, ai soli casi in cui l’impianto principale da ampliare sia già operante nella medesima tipologia produttiva
Modifiche alla legge regionale 7 febbraio 2005, n.
28 - Codice del commercio. Testo unico in materia di commercio in sede fissa, su aree pubbliche, somministrazione
di alimenti e bevande, vendita di stampa
quotidiana e periodica e distribuzione di carburanti
Sulla variante ai sensi dell’art. 5 del DP.R. n. 447 del 1998, sull’insufficienza di aree “in relazione al progetto presentato” e sulla valutazione comparativa che a tal fine è consentita al Consiglio Comunale
Sull’abrogazione dei limiti relativi al rispetto di distanze minime obbligatorie tra attività commerciali, con particolare riferimento all’attività di estetista, disposta dal decreto legge n. 223 del 2006
Sulla legittimità o meno della sazione della chiusura comminata nei confronti di un esercizio titolare di specifica autorizzazione per somministrazione di alimenti e bevande di tipo “c”
Sul diniego al rilascio di autorizzazioni all’apertura degli esercizi di somministrazione al pubblico di “alimenti e bevande” e sulla sufficienza o meno del richiamo ai parametri numerici di contingentamento
[A] Sull’applicabilità o meno del d.l. 223/2006, c.d. “decreto Bersani”, alle imprese esercenti l’attività di acconciatore. [B] Sulla vigenza o meno della legge 161/1963 relativa alle distanze minime tra le attività dei parrucchieri e dei barbieri
Sulla legittimazione o meno del Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai ad impugnare un'autorizzazione per l’esercizio di un punto non esclusivo per la vendita di quotidiani e periodici
Sulla legittimità o meno della decadenza dell’autorizzazione per il commercio su aree pubbliche, prevista dall’art. 14 della l.r. toscana n. 10 del 2003, conseguente alla mancata tempestiva reintestazione dell’autorizzazione da parte dell’affittuario di azienda
Sulla legittimità o meno della decadenza dell’autorizzazione di commercio su aree pubbliche, prevista dall’art. 14 della l.r. toscana n. 10 del 2003, conseguente alla mancata tempestiva reintestazione dell’autorizzazione da parte dell’affittuario di azienda
Circolare in ordine al rapporto tra il Decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, c.d. “Decreto Bersani" e normativa regionale in materia di attività
commerciali e di somministrazione di alimenti e
bevande
[A] Sull’estemporanea presenza di persone non tesserate all’interno di circoli ricreativi privati. [B] Sullo svolgimento del gioco della tombola all’interno di circoli privati
Sulla liberalizzazione del commercio ambulante e sull’esercizio di tale forma di commercio su aree di “valore archeologico, storico artistico ed ambientale” e “nelle aree demaniali marittime"
Sui poteri del Comune nell’individuare, nel Piano di Commercio emanato ai sensi della l.r. toscana n. 28 del 2005, le zone nelle quali è esclusa o limitata la facoltà di esercitare il commercio in forma itinerante
Sulle direttive di cui all’art. 4 della legge regionale toscana n. 28 del 1999 – recanti “criteri di programmazione urbanistica riferiti al settore commerciale” – e sui poteri derogatori dei comuni
Sulla sussistenza o meno del silenzio assenso decorso il termine di sessanta giorni dalla presentazione dell’istanza volta al conseguimento dell’autorizzazione per la somministrazione di alimenti e bevande
Decadenza titolo abilitativo all’esercizio dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande. Art. 107 del Codice Commercio della Regione Toscana
Il Comune non può autorizzare, mediante una licenza di commercio, una situazione che dovrebbe poi reprimere per violazione delle norme in materia paesaggistica, ambientale culturale o urbanistica
Direttive regionali per la programmazione comunale delle attività di vendita della stampa quotidiana e periodica e di somministrazione di alimenti e bevande - B.U.R.T. n. 29 del 19-07-2006 parte seconda
Il titolare di un esercizio commerciale posto a 2 km di distanza da un realizzando centro commerciale, ubicato in altro comune, è legittimato a ricorrere avverso la concessione edilizia
Somministrazione su aree pubbliche di bevande prodotte artigianalmente da una società che svolge l'attività di vendita mediante contratto di affiliazione configurato come "franchising di produzione"
Sul diniego di autorizzazione all’apertura di esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, qualora faccia mero riferimento a parametri numerici ottimali
Sulla necessità o meno che, in sede di valutazione della DIA per l’apertura di una nuova attività commerciale, il Comune verifichi anche la sussistenza della conformità e della destinazione d’uso dell’immobile
[A] La normativa sul commercio, soltanto indirettamente e compatibilmente con la tutela dei consumatori protegge l’interesse della più ristretta categoria dei commercianti. [B] Sulla legittimazione a ricorrere per eccesso di concorrenza
Il provvedimento ex art. 100 r.d. 773/1931, tramite il quale il Questore può sospendere la licenza di pubblico esercizio per ragioni di ordine pubblico, prescinde dall’accertamento della colpa del titolare
Sullo strumento della variante semplificata ai sensi dell'art. 5 del D.P.R. 20 ottobre 1998, n. 447, sull’illegittimità costituzionale di una parte della procedura derogatoria e sul potere di arresto procedimentale che comunque permane in capo alle regioni
Sull’art. 1 del D.lgs n. 170/01, sui punti di vendita non esclusivi di quotidiani “ovvero” di periodici e sulla recente legge regionale toscana n. 28 del 2005
Sulla revoca dell’autorizzazione al commercio ai sensi dell’art. 4 della legge 287/1991 e sulla legittimità dell’assimilazione tra sospensione annuale dell’attività ed esercizio non assentito in altra sede
[A] Sussiste l’interesse a ricorrere del titolare di un esercizio commerciale “localizzato in tutt’altra direttrice stradale”, avverso l’autorizzazione all’apertura di un centro commerciale. [B] Non sussiste interesse qualificato a ricorrere per il proprietario di un immobile che non esercita attività commerciale, rimanendo irrilevante il possibile deprezzamento del canone locativo
I comuni, in sede di pianificazione urbanistica, hanno il potere di disciplinare la insediabilità anche con riferimento a sottocategorie di esercizi commerciali
Sulla diversità fra il concetto penalistico e quello amministrativistico della "recidiva". Fattispecie relativa all’applicazione dell’art. 6 della legge n. 77 del 25-3-1997
I titolari di impresa sono portatori di posizioni che l’ordinamento riconosce meritevoli di tutela nei confronti di atti suscettibili di restringere indebitamente gli spazi di mercato in cui operano e ciò nel caso sia di atti di autorizzazione di nuovi esercizi, sia di atti con valenza urbanistica
Superficie di vendita autorizzabile per grandi strutture con decorrenza 1 gennaio 2005. Regolamento regionale 16 marzo 2004 n. 17/R, articolo 11, comma 10
Regolamento regionale 16 marzo 2004, n° 17/R, articolo 11, comma 10. Superficie di vendita autorizzabile per grandi strutture con decorrenza 1 gennaio 2005
Affinché sussista un interesse a ricorrere del titolare di un’attività commerciale per impugnare gli atti di autorizzazione all’apertura di nuove strutture di vendita non è sufficiente una generica denuncia del rapporto di concorrenza tra le strutture da ultimo autorizzate
La concessione in uso di uno stand all'interno di un mercato comunale è configurabile non come obbligazione tributaria, ma come "affitto" di banco pubblico previsto dagli art. 10 e 209 r.d. 14 settembre 1931 n. 1175
Per l’apertura di esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, l’autorità preposta al rilascio deve verificare la sussistenza anche degli ulteriori parametri indicati dalla legge, quali, in particolare, la conformità della destinazione d’uso dell’immobile da destinare all’attività commerciale e il rispetto delle norme, prescrizioni e autorizzazioni in materia edilizia e urbanistica
Considerazioni in merito alla normativa nazionale e regionale – Toscana – circa l’esercizio dell’attività di “commercio al dettaglio su aree pubbliche”
Quantunque nella prassi molte concessioni vengano emesse in forma c.d. condizionata, si deve ritenere che queste non siano vere condizioni ma prescrizioni che ne condizionano (non la legittimità) ma l’esercizio e che dunque la loro inosservanza può determinare sanzioni, quali la sospensione dei lavori ed i successivi provvedimenti sino alla decadenza
Legittimamente il Comune approva il Piano per i pubblici esercizi stabilendo che nelle aree P.I.P. non vale il contingentamento numerico, tenendo conto che dette aree sono collegate lontano da zone residenziali e che gli esercizi pubblici in questione svolgono di norma la loro attività a servizio di coloro che lavorano nelle strutture delle aree produttive
Nel rilasciare il nulla osta di agibilità per spettacoli di arte varia di un locale, che comporta una attività diversa ed aggiuntiva rispetto alla gestione di un night club, l’Amministrazione, anche al fine di garantire la posizione degli artisti, deve verficare i requisiti soggettivi (in particolare, di correttezza e moralità) del titolare della licenza
Sulla legittimazione della Confcommercio a ricorrere avverso un’autorizzazione commerciale rilasciata per l’esercizio di un'attività di grande distribuzione
Sul procedimento per il rilascio di un'autorizzazione all'apertura di una grande struttura di vendita e sulla legittimazione del Codacons ad impugnarne gli atti