Sul riparto di giurisdizione secondo il criterio della natura della situazione giuridica soggettiva azionata in giudizio, in tema di assegnazione o decadenza dall’assegnazione di alloggi di edilizia pubblica.
Sugli strumenti che il Comune può e deve utilizzare per liberare l'immobile acquisito in locazione da un privato e concesso in sublocazione ad una famiglia per ragioni di emergenza abitativa
Sulla giurisdizione concernente controversie aventi ad oggetto la determinazione del corrispettivo dovuto dal privato per il trasferimento del diritto di proprietà o la cessione del diritto di superficie nell'ambito di convenzione stipulata ai sensi della normativa che regola le espropriazioni e la successiva assegnazione delle aree da destinare all’edilizia economica e popolare.
L’autografia della sottoscrizione di un atto amministrativo (nel caso di specie, provvedimento di diniego all’assegnazione in sanatoria dell’alloggio di edilizia residenziale pubblica E.R.P.) rappresenta un requisito di esistenza giuridica dell’atto amministrativo e quindi di validità?
In materia di alloggi di edilizia popolare, rientrano nella giurisdizione del Giudice Amministrativo le controversie relative alla fase strumentale all’assegnazione degli stessi, tra cui quelle concernenti la sanatoria dell’occupazione abusiva?
Sul criterio di riparto di giurisdizione tra giudice amministrativo ed ordinario in materia di edilizia residenziale pubblica. Devono essere proposte davanti al giudice civile le controversie che attengono all’idoneità dell’immobile ERP a soddisfare le esigenze abitative del titolare?
Sulle condizioni necessarie affinché un bene non appartenente al demanio necessario possa rivestire il carattere pubblico, proprio dei beni patrimoniali indisponibili, perché destinati a pubblico servizio.
In materia di edilizia residenziale pubblica a quale giudice appartiene la giurisdizione relativa alle controversie sorte dopo la stipula del contratto?
Le controversie in cui si discuta della legittimità di un ordine di rilascio di un immobile di edilizia residenziale pubblica appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario o di quello amministrativo?
Quali sono gli strumenti per mezzo dei quali l’Amministrazione può ottenere il rilascio degli alloggi di edilizia residenziale pubblica occupati senza titolo?
Cosa accade allorché si verifichi il fallimento dell’impresa concessionaria che avrebbe dovuto dare attuazione al programma di edilizia economica-popolare? Sorge, in questi casi, in capo all’Amministrazione comunale l'obbligo di adottare il relativo provvedimento di decadenza?
Sulla compatibilità o meno di un parcheggio scoperto con una zona agricola. Che rilevanza assume il deposito di materiale ferroso in area a destinazione agricola? La destinazione di un’area a zona agricola preclude l'uso della stessa per finalità diverse dall’edilizia residenziale?
[A] Sul problema della vendita degli alloggi di edilizia convenzionata soggetti al vincolo sulla determinazione del prezzo: il vincolo del prezzo è soppresso automaticamente a seguito della caduta del divieto di alienare, ovvero, in assenza di convenzione ad hoc, segue il bene nei successivi passaggi di proprietà, a titolo di onere reale? [B] Sulla distinzione tra le convenzioni per la cessione del diritto di superficie e le convenzioni per la cessione del diritto di proprietà piena. [C] Sulla distinzione tra le convenzioni ex art. 35 legge n. 865/1971 e quelle ex artt. 7 e 8 della legge 28 gennaio 1977, n. 10 (Norme per la edificabilità dei suoli). [D] Sulla possibilità di rimuovere i vincoli relativi alla determinazione del prezzo massimo di cessione (nonché del canone massimo di locazione) contenuto in una convenzione P.E.E.P.
[A] Sulla decorrenza del termine di impugnazione del Piano di zona per l’edilizia economica e popolare. [B] Sulla natura e sulle finalità del P.E.E.P., il quale non costituisce uno strumento generale di politica demografica. [C] Sugli effetti che l’errore commesso dalla P.A. nella stima dell’incremento demografico produce in relazione alla legittimità del P.E.E.P.
[A] Sulla necessità che il corrispettivo per la concessione del diritto di superficie sia rapportato al costo effettivamente sostenuto dall'Amministrazione per la acquisizione delle aree interessate. [B] Il R.D. n. 639/1910 risulta utilizzabile anche per la riscossione di entrate patrimoniali che abbiano titolo in atti negoziali di cui sia parte l’amministrazione pubblica, ivi compresa la riscossione dei canoni di locazione di immobili di proprietà della P.A.
L’assegnazione degli alloggi di edilizia economica e popolare non rientra nell’ambito di applicazione del silenzio assenso di cui all’articolo 20 della legge n. 241 del 1990
Sulla giurisdizione relativa alla controversia avente ad oggetto la determinazione del corrispettivo dovuto dal privato per il trasferimento del diritto di proprietà e la cessione del diritto di superficie, nell'ambito di convenzione stipulata ai sensi della normativa che regola le espropriazioni e la successiva assegnazione delle aree da destinare ad edilizia economica e popolare
[A] Il programma di housing sociale intrapreso da Roma Capitale costituisce una iniziativa di partenariato pubblico – privato per la gestione di un servizio pubblico locale di rilievo economico e a domanda individuale, mediante lo strumento della concessione di servizio pubblico. [B] In Italia, il progressivo ritiro della mano pubblica dagli investimenti immobiliari a fini sociali e la bolla speculativa del mercato immobiliare, che ha toccato insieme vendita e locazioni, hanno contribuito non poco ad allargare l’area del disagio, sbarrando o rendendo impervio l’accesso alla casa a vaste categorie di persone (giovani coppie, pensionati, famiglie monoparentali, ecc.). [C] Sul Piano nazionale di edilizia abitativa c.d. “Piano casa”. [D] Non è di ostacolo alla qualificazione della procedura in esame quale concessione di servizio pubblico, la circostanza che, nel caso di specie, il concessionario prescelto, in ossequio al contenuto del programma di housing, debba realizzare anche cospicui lavori
Qualora l'ente gestore di alloggio dell'edilizia economica e popolare ordini il rilascio del bene nei confronti di chi assuma occuparlo senza titolo, l'opposizione proposta da parte di detto occupante, rivolta a sostenere la sussistenza dei requisiti per conseguire la regolarizzazione del rapporto, si ricollega ad una posizione non di diritto soggettivo ma di interesse legittimo
[A] Se la giurisdizione ordinaria sussiste in relazione alle vicende locative inerenti immobili di E.R.P., a maggior ragione deve dirsi sussistente in ordine a vicende locative inerenti immobili rientranti nell’ordinario patrimonio di una IPAB e assoggettati al regìme di diritto comune. [B] L’assegnazione di beni immobili di proprietà di una IPAB rientra nella locazione e le controversie da esso insorgenti spettano alla giurisdizione ordinaria. [C] Rientra certamente nell’ambito della giurisdizione ordinaria la presente controversia sull’atto con cui l’ente proprietario dell’immobile abbia richiesto l’incremento del canone mensile dovuto dal conduttore
In sede di determinazione del fabbisogno di edilizia residenziale pubblica l'amministrazione gode di ampi poteri tecnico-discrezionali e tuttavia è necessario che tale determinazione si fondi su una adeguata motivazione e su una puntuale istruttoria
Sulla giurisdizione competente a decidere sul caso di una determinazione di rilascio di un alloggio di edilizia residenziale pubblica, assunta dall’Ente proprietario, Roma Capitale, nei riguardi dell’occupante senza valido titolo, ai sensi dell’art. 15, comma 3, della L.R. Lazio n. 12/1999
Sulla cooperazione di abitazione, concepita in origine nel t.u. del 1938 come strumento statuale di attuazione di politiche sociali per la casa e modificata dalla legge n. 1179 del 1965, dalla legge 179 del 1992 e dalla legge 136 del 1999
Sull'azione proposta contro l'ordine di rilascio dell'immobile per occupazione senza titolo ”assunto“ ai sensi dell'art. 18 d.P.R. 30 dicembre 1972 n. 1035, in tema di edilizia residenziale pubblica
Sulla clandestina conclusione dell’accordo a condizioni economiche diverse da quelle consentite dalla c.d. «edilizia abitativa convenzionata» per l’esenzione dagli oneri concessori
Sull'art. 3 della legge 28 gennaio 1994, n. 85, che nel modificare l'art. 20, comma 1, della legge 17 febbraio 1992, n. 179, ha liberalizzato, pressoché integralmente, le operazioni di dismissione degli alloggi di edilizia agevolata da parte dei proprietari o assegnatari
Sullo strumento urbanistico che prevede ambiti nei quali la trasformazione è subordinata alla cessione gratuita di immobili da parte dei proprietari all’ente pubblico (nella specie il 10% della SUL recuperata) da destinare ad edilizia residenziale pubblica
Sulla normativa regionale che, nel disciplinare i requisiti per l’accesso all’edilizia residenziale pubblica, stabilisce, come condizione per la presentazione di una domanda di assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica, l’avere il richiedente risieduto o prestato attività lavorativa nel territorio delle regione, per almeno cinque anni prima della proposizione della domanda
[A] Sul superamento del parametro urbanistico di riferimento stabilito dal DM 1444/1968. [B] Sulla previsione di un contributo urbanistico straordinario da parte del PRG, sulla sua natura fiscale oppure sulla sua qualificazione come strumento di “perequazione urbanistica”. [C] Sulle tecniche perequative e compensative e sui delicati problemi di conformità alla Costituzione ed al Trattato UE. [D] Sugli strumenti perequativi e compensativi adottati dal Comune di Roma che configurano una forma di espressa imposizione economico–patrimoniale. [E] Sulla previsione del contributo straordinario da parte dello strumento urbanistico generale in carenza della necessaria base legislativa. [F] Sull’art. 1, commi 258 e 259 della L. n. 244/2007 in materia di edilizia residenziale sociale
L’individuazione dei soggetti attuatori degli interventi di edilizia residenziale convenzionata postula l’applicazione dei principi comunitari in materia di evidenza pubblica
Sull’art. 3, comma 3, della legge 167 del 1962, ladddove consente l’estensione del P.E.E.P. anche alle aree sulle quali insistono immobili, solo nei casi in cui la demolizione o la trasformazione di questi ultimi “sia richiesta da ragioni igienico-sanitarie ovvero sia ritenuta necessaria per la realizzazione del piano”
[A] Il Comune non può alienare un bene espropriato facente parte del P.E.E.P. e, quindi, per realizzare un’ipotesi speculativa in favore dello stesso ente esponenziale. [B] Sulla sopravvenuta inefficacia del P.E.E.P. e sull’efficacia a tempo indeterminato delle disposizioni concernenti "allineamenti e prescrizioni di zona". [C] Sui limitati casi in cui non trova applicazione il principio della cosiddetta “ultrattività” del piano attuativo divenuto inefficace
La localizzazione di edilizia residenziale pubblica di cui all’articolo 51 della legge 22 ottobre 1971, n. 865, non costituisce un mero surrogato della formazione del piano di zona, e pertanto la sua legittimità non deve essere verificata sulla scorta degli stessi parametri
Zone franche urbane previste dall'articolo 1, commi 340 e seguenti, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, come modificato dall'articolo 1, commi 561 e seguenti, della legge 24 dicembre 2007, n. 244. Circolare recante i contenuti e le modalità di presentazione delle proposte progettuali delle amministrazioni comunali - GU n. 155 del 4-7-2008
Sulla disciplina relativa alla dismissione del patrimonio immobiliare delle amministrazioni pubbliche e sulle condizioni di alienazione meno favorevoli per i conduttori degli immobili di pregio
E’ illegittimo l’art. 8 lett. i) del R.R. Lombardia n. 1/04, ai sensi del quale non possono essere assegnatari di alloggi ERP coloro che siano stati occupanti senza titolo di tali alloggi negli ultimi cinque anni
[A] Sul PEEP e sulla legittimità o meno di oneri più gravosi a carico del soggetto attuatore rispetto alla rifusione delle spese di acquisto e alla realizzazione delle opere di urbanizzazione. [B] Sulla legittimità o meno di una modifica convenzionale degli oneri di urbanizzazione
Il sistema in materia di dismissioni del patrimonio immobiliare degli Enti previdenziali pubblici non lascia adito a dubbi in ordine alla circostanza che l’insistenza dell’immobile in un’area vincolata comporti la qualificazione dello stesso come pregiato
La logica dell'edilizia economica e popolare convenzionata, consistente nel vendere a soggetti predeterminati ad un prezzo prestabilito, è radicalmente opposta a quella del fallimento ed incompatibile con liquidazione dell’attivo patrimoniale nell’ambito di una procedura concorsuale
Programma straordinario di edilizia residenziale pubblica ai sensi dell'art. 21 DL 1 ottobre 2007 n. 159, convertito con modificazioni in legge 28 novembre 2007 n. 222. D.I. 18 dicembre 2007 n. prot. 127/DA
[A] Sulla differenza tra il c.d. “esproprio sanzionatorio” dei piani particolareggiati dal c.d. “esproprio ordinario” dei PEEP. [B] Sulla prelazione dei proprietari di aree incluse in un piano di zona per l’edilizia economica e popolare ai soli fini dell’assegnazione in proprietà. [C] Sulla legittimità o meno della deliberazione comunale concernente l’assegnazione ad una cooperativa edilizia di un’area espropriata ove il proprietario non sia stato posto in condizione di esercitare la propria situazione giuridica soggettiva
Sul decreto legge 25.9.2001 n. 351, convertito nella legge 23.12.2001 n. 410, riguardo alla riduzione del 30% del prezzo di vendita per gli immobili non di pregio
E’ illegittimo il provvedimento di revoca di un alloggio di edilizia residenziale adottato nei confronti del proprietario di un altro alloggio, laddove si limiti ad affermare soltanto la proprietà del suddetto altro immobile
[A] In materia di edilizia residenziale pubblica sussiste la giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo. [B] Dal carattere vincolato del provvedimento non discendono soltanto situazioni giuridiche qualificabili quali diritti soggettivi
Il D.P.R. 30 dicembre 1972 n. 1035, nel disciplinare il concorso tra i richiedenti per “l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica” ai fini dell’accertamento delle condizioni per il subentro dell’erede nell’assegnazione dell’alloggio popolare, presuppone che sia data la prova della convivenza
Devono ritenersi illegittimi i provvedimenti di requisizione e di assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica che siano adottati al fine soddisfare esigenze abitative determinate da uno sfratto o di sopperire alla cronica carenza di unità abitative
Sulla revoca dell’assegnazione dell’alloggio popolare per condizione di abbandono da oltre tre mesi - accertata dalla polizia locale - e sulla possibilità di fornire prova contraria