Può la Regione di introdurre, in sede di approvazione di un Piano regolatore generale, le modifiche e prescrizioni di cui alle lettere b), c) e d) dell’art. 10 della L. 1150/1942 senza facoltà di controdeduzioni per il Comune?
Le modifiche al Piano regolatore di un Comune introdotte d’ufficio dall’Amministrazione regionale, ai fini specifici della tutela del paesaggio e dell’ambiente, comporta l’obbligo dell’ente locale di ripubblicare il Piano modificato in conformità alle indicazioni regionali?
Uno strumento urbanistico che riproduca i vincoli previsti dai precedenti atti di pianificazione può essere considerato un “atto meramente confermativo”?
Sulla valenza del parere del Comune in sede di conferenza di servizi, con riferimento all’art. 208 del D.Lgs. 152/2006 in tema di variante allo strumento urbanistico.
Sulla necessità di una interpretazione restrittiva di quanto stabilito dall’art. 208 del D.Lgs. 152/2006 in tema di variante allo strumento urbanistico.
L’approvazione di un nuovo strumento pianificatorio, che ha introdotto con riferimento ad una determinata area una disciplina nei contenuti sostanzialmente riproduttiva della precedente, determina comunque l’improcedibilità del ricorso impugnatorio avverso il precedente strumento?
Il rilascio del titolo edilizio può essere condizionato alla conservazione di certe caratteristiche estetiche dell’edificio ritenute meritevoli di tutela, ma non prefigurate dalla strumentazione urbanistica o dalla normativa?
La vicinitas è presupposto sufficiente a fondare l'interesse ad agire ai fini della impugnazione delle norme tecniche di attuazione di un Piano regolatore?
In caso di lotto “intercluso”, il titolo abilitativo edilizio può essere oggetto di rilascio anche in assenza del piano attuativo, richiesto dalle norme di piano regolatore?
Inoltre, quali sono le caratteristiche affinché un lotto possa essere considerato "intercluso"?
Sulla realizzazione di opere di urbanizzazione primaria in esecuzione del PIP, se possano essere usucapite dal privato costruttore oppure siano funzionalmente avvinte da vincolo di destinazione.
Se il mutamento di destinazione d’uso di un immobile da industriale a residenziale avvenuto nella vigenza di uno strumento pianificatorio sia idoneo a determinare un ulteriore carico urbanistico.
Sul rapporto tra la legittimazione a partecipare al procedimento di formazione dello strumento urbanistico mediante osservazioni e la legittimazione a proporre ricorso giurisdizionale.
Sulla qualificazione da parte dell’Amministrazione di aree “sature”, cioè aree in cui il costruito esistente ha sfruttato per intero le possibilità di edificazione consentite, in termini di volumetria o di area coperta.
Sulla necessità di dare spazio all’interno della pianificazione urbanistica anche alle esigenze di tutela ambientale ed ecologica, tra le quali quella di evitare l’ulteriore edificazione e di mantenere un equilibrato rapporto tra aree edificate e spazi liberi.
[A] Se il termine per l’approvazione del P.G.T. stabilito dall’articolo 13, comma 7, della L.R. Lombardia 12/2005 abbia carattere ordinatorio o perentorio.
[B] Se la classificazione di un’area come destinata ad uso agricolo debba rispondere necessariamente alla esigenza di promuovere l’insediamento di specifiche attività agricole.
Se la destinazione a verde agricolo di un’area, impressa dallo strumento urbanistico generale, implichi che l’area soddisfi in modo diretto e immediato gli interessi agricoli.
Se in sede pianificatoria, le uniche “evenienze generatrici di affidamento qualificato” si configurino in caso di convenzioni di lottizzazione, di accordi di diritto privato intercorsi tra Comune e proprietari, di giudicati di annullamento di dinieghi di concessioni edilizie o di silenzio-rifiuto su domanda di concessione.
Se, in tema di disposizioni dirette a regolamentare l’uso del territorio negli aspetti urbanistici ed edilizi, contenute nel piano regolatore, nei piani attuativi o in altro strumento generale individuato dalla normativa regionale, le regole di dettaglio che disciplinano l’esercizio dell’attività edificatoria siano lesive solo nel momento in cui è adottato l’atto applicativo e possano essere oggetto di censura solo in occasione della impugnazione di quest’ultimo.
Sulla discrezionalità dell’Amministrazione comunale nella valutazione circa l’opportunità di approvare uno strumento urbanistico attuativo di iniziativa privata.
Se il termine per la impugnazione di un piano regolatore generale o di una variante dello strumento urbanistico decorra sempre dalla data della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione (o sulla Gazzetta Ufficiale) del decreto di approvazione di essa.
Se l’Amministrazione sia tenuta ad esaminare le osservazioni pervenute in occasione dell’adozione di un nuovo strumento di pianificazione del territorio.
Sulla compatibilità delle antenne e dei tralicci per gli impianti di telefonia mobile rispetto alla destinazione di zona impressa dal piano regolatore generale.
Modellazione matematica lineare per il calcolo operativo degli effetti ambientali prodotti dalle trasformazioni operate da un piano urbanistico comunale
Può il Comune, in sede di formazione del P.R.G e del regolamento edilizio, imporre il rispetto di un distacco di edifici che si fronteggiano maggiore rispetto a quello imposto dal decreto ministeriale n. 1444/1968?
Sulla distinzione tra “densità edilizia territoriale” e “densità edilizia fondiaria”: a quale dei due indici occorre fare rifeirmento ai fini della individuazione della volumetria effettivamente assentibile con il permesso di costruire?
La disciplina ex novo della materia da parte del PRG provoca la sopravvenuta carenza di interesse all’esame del ricorso proposto avverso il precedente strumento urbanistico?
Il riferimento alla finalità di evitare discriminazioni tra i vari proprietari è sufficiente a giustificare la scelta del P.G.T. di attribuire un unico indice di edificabilità ad un determinato ambito di trasformazione?
Tra le disposizioni dirette a regolamentare l'uso del territorio, quali stabiliscono in via immediata le potenzialità edificatorie delle porzioni di territorio interessate e quali, invece, si limitano a disciplinare l'esercizio dell'attività edificatoria? Le varianti urbanistiche che riguardano beni specifici devono essere notificate direttamente ai soggetti interessati dal provvedimento?
Sul piano strutturale di cui all’art. 53 della l.r. Toscana 3 gennaio 2005, n. 1 e sulla definizione delle unità territoriali organiche elementari (U.T.O.E.).
[A] Le scelte effettuate dall'amministrazione nell'adozione degli strumenti urbanistici richiedono una motivazione puntuale e mirata laddove incidano su zone territorialmente circoscritte? Che rilevanza assumono in tale contesto il superamento degli standard minimi di cui al D.M. 2 aprile 1968, ovvero la lesione dell'affidamento del privato derivante da convenzioni di lottizzazione o accordi di diritto privato intercorsi con il Comune? L’esistenza di situazioni di aspettativa qualificata scaturente da strumenti attuativi già convenzionati costituisce una preclusione assoluta all’esercizio del potere di pianificazione territoriale? [B] Lo ius variandi di cui l’amministrazione gode rispetto alle previsioni urbanistiche legittima lo scioglimento dai vincoli eventualmente assunti mediante atti convenzionali?
[A] Sulla libertà di apertura di nuovi esercizi commerciali sul territorio, con particolare riferimento alla pretesa urbanistica dell’amministrazione, sottesa ad una previsione di piano, di limitare l'insediamento di grandi strutture di vendita. [B] La regione può imporre con proprie norme oneri documentali ed attività supplementari alla procedura davanti allo sportello unico per le attività produttive?
[A] Quand’è che il concreto esercizio della amplissima discrezionalità del Comune in sede di pianificazione del territorio può essere censurato? [B] La scelta di piano regolatore generale può essere considerata illogica quando attribuisce "ex novo" una destinazione in aperta incoerenza con la situazione di fatto e con la destinazione urbanistica precedentemente attribuita? [C] Il sindacato del giudice amministrativo può spingersi sino alla sostituzione della previsione ritenuta illogica?
Può ritenersi legittima la prescrizione del Comune volta ad inibire una futura destinazione ad un fondo quando l’attività da sempre esercitata sullo stesso risulta definitivamente cessata? Insomma, la pianificazione sopravvenuta sul sedime di che trattasi è idonea a rendere illegittima la riattivazione di una attività d’impresa previamente cessata?
Le osservazioni proposte dai cittadini nei confronti degli atti di pianificazione urbanistica costituiscono veri e propri rimedi giuridici o rappresentano invece semplici apporti collaborativi?
In quali casi i provvedimenti di adozione o approvazione di varianti di un piano regolatore richiedono una specifica motivazione? Tra queste ipotesi può rientrare anche la stipula di una convenzione di lottizzazione?
[A] Sulla regolarità formale del procedimento di formazione della variante urbanistica: che rilevanza può assumere in merito la mancata sottoscrizione della relazione tecnica di accompagnamento della proposta? [B] L’omissione del parere di regolarità prescritto dall’art. 49 del vigente Testo Unico (d.lgs. n. 267 del 2000) può incidere sulla validità della deliberazione del Consiglio comunale?
La variazione di mero dettaglio (che non incide sui criteri ispiratori e sulla complessiva architettura) della variante è soggetta all’obbligo di riadozione e ripubblicazione della variante?
[A] Sul piano strutturale così come delineato dalla giurisprudenza nel sistema della legge regionale toscana n. 1/2005, e, in particolare, sulla disciplina delle trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio. [B] Che natura assume la norma introdotta in sede di approvazione del regolamento urbanistico?
[A] Quali sono le uniche evenienze che richiedono una più incisiva e singolare motivazione degli strumenti urbanistici generali? Con riferimento a tali strumenti è possibile invocare la cd. polverizzazione della motivazione? [B] La destinazione a verde di un’area può essere giustificata dall’interesse pubblico al contenimento del consumo di suolo e alla salvaguardia dei valori ambientali? Sono sindacabili le scelte urbanistiche dirette a salvaguardare la presenza di “brecce” verdi libere all’interno di aree edificate?
[A] Sul potere di pianificazione territoriale: il concetto di urbanistica è strumentale solo all’interesse pubblico all’ordinato sviluppo edilizio del territorio in relazione alle diverse tipologie di edificazione? [B] Sul sindacato di legittimità circa le scelte effettuate dall’Amministrazione in sede di pianificazione urbanistica di carattere generale: dall’interlocuzione infra procedimentale e dall’esistente destinazione produttiva può discendere una aspettativa giuridicamente qualificata in favore della Società richiedente la variazione urbanistica?
Sulle scelte effettuate dall'amministrazione nell'adozione degli strumenti urbanistici: la destinazione data alle singole aree necessita di apposita motivazione oltre quella che si può evincere dai criteri generali di ordine tecnico-discrezionale seguiti nell'impostazione del piano stesso?
L'aspettativa del privato alla salvaguardia della precedente tipizzazione come zona edificabile dei suoli di sua pertinenza e/o all'ottenimento di una tipizzazione più gradita può ritenersi cedevole rispetto all'esercizio della potestà pianificatoria?
Da quale momento decorre il termine per l’impugnazione di uno strumento urbanistico attuativo che individua la localizzazione di un’opera e imprime all’area il vincolo espropriativo?
Quand’è che possono essere impugnate quelle disposizioni degli strumenti urbanistici intese a prefigurare una specifica localizzazione in siti predeterminati degli impianti di telefonia mobile?
Può considerarsi legittima la disposizione regolamentare che vieti, in modo assoluto, per gli infissi esterni dei fabbricati, l'utilizzo di materiali non lignei?
Sull’incidenza che l’insediamento del commissario ad acta assume sull’esercizio da parte della P.A. del potere di pianificazione urbanistica dell’intero territorio comunale nell’ipotesi in cui in sede giurisdizionale sia stato riconosciuto che il Comune avrebbe dovuto procedere alla ripianificazione dell’area di proprietà del ricorrente
Sugli effetti dell'annullamento in sede giurisdizionale di una previsione urbanistica: reviviscenza della previsione urbanistica preesistente e risarcimento del danno per non aver potuto mutare (e sfruttare) la destinazione d’uso degli immobili interessati
Sull’approvazione del regolamento urbanistico così come disciplinata dalla L.R. Toscana n. 1/2005: in particolare sulle esigenze di coordinamento dell’operato del Comune con quello della Regione e sulla questione di costituzionalità della legge regionale
[A] La destinazione di un'area a zona agricola può essere legittimamente effettuata a salvaguardia del paesaggio o dell'ambiente laddove l'area stessa non sia utilizzata per colture tipiche o non sia in possesso di tutte le caratteristiche previste dalla legge per tale utilizzazione? [B] Sull'autonomia delle valutazioni di ordine paesaggistico rispetto alla pianificazione urbanistica
Può considerarsi corretto l’uso di una variante dichiaratamente destinata a tutelare l'ambiente allorché si risolva nell'imprimere ad un'area il connotato di zona agricola?
[A] L’atto di adozione e quello di approvazione degli strumenti urbanistici e delle loro varianti possono essere impugnati autonomamente e distintamente? [B] Sulla figura del “controinteressato potenziale”
[A] Sulla discrezionalità della PA di ridimensionamento delle aree a verde pubblico e sulle evenienze che richiedono una più incisiva e singolare motivazione degli strumenti urbanistici generali. [B] La possibilità di “trovarsi numerosi immobili a ridosso dell’abitazione piuttosto di un parco pubblico” può assurgere ad interesse meritevole di tutela dinanzi al g.a.?
Sulle scelte effettuate dall'amministrazione nell'adozione degli strumenti urbanistici: la destinazione impressa alle singole aree necessita di apposita motivazione?
Sulla funzione conformativa svolta in sede di pianificazione urbanistica; in particolare sulla possibilità o meno per la P.A. di imporre vincoli riguardanti singoli edifici in considerazione della particolare tipologia dell’immobile.
[A] Sul ricorso proposto avverso la variante di piano regolatore generale. [B] Sulla violazione del principio del legittimo affidamento originato dal rilascio da parte del Comune di due certificati di destinazione: l'attività di certificazione dell'amministrazione è idonea a "fondare una aspettativa qualificata del ricorrente alla destinazione dell'area, quale risultante dagli errati certificati" imponendo l’adozione dell’atto, o si limita a determinare una obbligazione di natura risarcitoria?
La conservazione della destinazione edificatoria individuata dal previgente piano regolatore può assumere la veste di aspettativa qualificata del privato?
Sulla possibilità, o meno, che, facendo uso degli strumenti urbanistici i Comuni escludano nel proprio territorio la costruzione di case destinate all’uso solo saltuario o, all’inverso, precludano in un’area determinata la costruzione di case di abitazione residenziale
Può la titolarità dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività di recupero rifiuti essere utilmente opposta al Comune quale variante urbanistica ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 208 D.Lgs. n. 152/2006?
[A] Sull’interpretazione dell’art. 39, d. lgs. n. 33 del 2013: il tenore della norma autorizza a ritenere assoggettati agli obblighi di pubblicazione gli atti prodromici alla formazione dello schema di piano ancora da adottarsi? [B] Sulla delimitazione dei confini di una zona da sottoporre a vincolo paesaggistico quale bellezza di insieme
Deve ritenersi sussistente l'obbligo di riadozione del piano regolatore adottato dal comune (previo annullamento o revoca del precedente) ovvero quello di ripubblicazione, ex art. 9 l. 17 agosto 1942 n. 1150, del piano stesso, qualora le modifiche apportate dal comune d'ufficio, o su richiesta della regione, non abbiano determinato un mutamento essenziale del suo contenuto?
Sulla ratio e sulla filosofia che sta alla base della tecnica pianificatoria perequativa; il principio dello zoning può considerarsi rispettato nel caso in cui sia interventua una suddivisione in comparti? Deve ritenersi illegittimo il fatto che nella stessa maglia convivano destinazioni diverse e prescrizioni edilizie (altezze etc) diverse?
[A] Sul termine per impugnare lo strumento urbanistico e, conseguentemente, le sue varianti, con particolare attenzione alle prescrizioni di dettaglio che disciplinino aspetti strettamente edilizi dell’attività edificatoria. [B] L’impugnazione immediata delle determinazioni della Commissione V.I.A. deve intendersi come facoltà ovvero come onere della parte?
Che natura ha il vincolo che impone ai lotti dei privati la destinazione alla viabilità pubblica? Che rilevanza assume rispetto al predetto vincolo l’inutile decorso del quinquennio dalla data di approvazione dello strumento urbanistico generale?
Il principio per cui rispetto all’impugnazione degli strumenti di programmazione non esistono controinteressati è inderogabile o può, invece, subire delle eccezioni?
[A] Sulla qualificazione della posizione giuridica soggettiva del proprietario che veda apportare, in sede di pianificazione, modificazioni “peggiorative” rispetto alla destinazione urbanistica gradita: mera aspettativa di fatto o affidamento qualificato? [B] Sul nuovo modello di sviluppo del pianificatore comunale: è possibile riscontrare una contraddizione interna nell’impostare un piano urbanistico che, pur contenendo previsioni di espansione edilizia, ne escluda alcune zone, per le quali siano invece previste funzioni e obiettivi di tutela paesaggistico-ambientale e di tendenziale conservazione dell’esistente?
[A] Può ritenersi sussistente un obbligo della P.A. di ripubblicare il (progetto di) P.R.G. nel caso in cui il Comune, controdeducendo alle proposte di modifica regionali, introduca variazioni rilevanti al Piano adottato? [B] Può ritenersi ammissibile il ricorso avverso la deliberazione del Consiglio Comunale recante controdeduzioni alle osservazioni presentate sul P.R.G. in itinere?
[A] Sulla c.d. variante puntuale. [B] In tema di variante semplificata ex art. 5 del d.P.R. nr. 447/1998, l’eventuale esito positivo della Conferenza di servizi è vincolante per il Consiglio Comunale, o al contrario, quest’ultimo può discostarsi dalla proposta di variante e respingerla senza alcun dovere di motivazione puntuale o “rafforzata”?
[A] Sulle osservazioni e le opposizioni presentate dai privati al piano regolatore generale in itinere, e sul correlativo onere motivazionale della P.A. [B] Sugli standard di cui agli artt. 3 e 4 del d.m. n. 1444/1968 e s.m.i.: il sovradimensionamento di tali standard necessita di apposita e specifica motivazione?
Nell’ambito dell’impugnazione dei piani regolatori generali può ritenersi ammissibile il ricorso proposto per l'annullamento parziale del piano regolatore generale notificato solo al Comune e non anche alla Regione che ha approvato tale strumento?
[A] Il ricorso diretto all’annullamento di strumenti di pianificazione urbanistica o sue varianti deve essere notificato anche nei confronti della Regione, ovvero dell’ente delegato? Precisazioni sullo speciale procedimento delineato da prima con l’abrogato art. 5 del d. P.R. 447/1998 e poi con l’art. 10 del d. P.R. 160 del 2010. [B] Sul concetto di “attività produttive” e sul suo ambito applicativo
[A] Sui presupposti necessari e sufficienti a comprovare la sussistenza della legittimazione e dell'interesse a ricorrere per il caso in cui oggetto di impugnazione sia un titolo che abiliti immediatamente all'edificazione. [B] Come devono qualificarsi, di regola, le varianti comportanti una riduzione del volume rispetto al progetto originariamente assentito?
Che tipo di effetti esplica, in caso di accoglimento, l’impugnazione dello strumento urbanistico adottato rispetto al successivo provvedimento di approvazione? Effetti automaticamente caducanti o meramente vizianti? [B] Sull’ampia discrezionalità dell’Amministrazione nel modificare le precedenti previsioni pianificatorie: tipizzazione delle evenienze comportanti un onere di motivazione più incisivo. [C] Può l’interesse a impugnare lo strumento pianificatorio esaurirsi nella generica aspettativa a una migliore pianificazione dei suoli di propria spettanza?
[A] Chi può essere individuato come soggetto cui dev’essere notificata la variante urbanistica particolare? [B] Nel caso di discrasia tra parte normativa e parte grafica delle prescrizioni del piano regolatore comunale, quale delle due va considerata prevalente?
[A] Sulla discrezionalità delle scelte urbanistiche compiute dalle Amministrazioni Comunali: l’utilità sociale delle opere esclude di per sé l’illogicità o l’irragionevolezza delle scelte urbanistiche/progettuali adottate? [B] Sull’ordinanza di occupazione d’urgenza: in particolare sulla la motivazione relativa alla «particolare urgenza» di avviare i lavori presa in considerazione dall’art. 22-bis t.u. n. 327 del 2001. [C] La legittimità dei provvedimenti espropriativi e di occupazione di urgenza è inficiata dalla inesatta o inesistente liquidazione della giusta indennità?
Sull’interpretazione dell’art. 208, co. 6, d.lgs. n. 152 del 2006: lo strumento urbanistico richiamato dalla norma, deve essere identificato con il solo piano regolatore comunale, ovvero è riferibile anche ai piani e programmi di livello superiore [con la rilevante conseguenza che l’approvazione del progetto di costruzione e gestione di un impianto di smaltimento e recupero di rifiuti, oltre a sostituirsi a tutti gli atti di assenso regionali, provinciali e comunali (e valere come dichiarazione di pubblica utilità indifferibilità e urgenza), dovrebbe costituire variante automatica non solo agli strumenti urbanistici comunali ma anche a tutti gli altri piani e programmi sovra ordinati]?
L’esercizio del potere di pianificazione attiene solo all’aspetto edilizio del territorio o va esercitato anche in relazione ad altre esigenze di sviluppo economico- sociale del territorio stesso? La classificazione di un’area ad uso agricolo può esorbitare dall’esigenza di promuovere un utilizzo ad attività agricole dell’area stessa ed essere strumentale all’esigenza di conservazione di valori ambientali?
Lo strumento urbanistico richiamato dall’art. 208, co. 6, d.lgs. n. 152 del 2006, deve essere identificato con il solo piano regolatore comunale, ovvero è riferibile anche ai piani e programmi di livello superiore [con la rilevante conseguenza che l’approvazione del progetto di costruzione e gestione di un impianto di smaltimento e recupero di rifiuti, oltre a sostituirsi a tutti gli atti di assenso regionali, provinciali e comunali (e valere come dichiarazione di pubblica utilità indifferibilità e urgenza), dovrebbe costituire variante automatica non solo agli strumenti urbanistici comunali ma anche a tutti gli altri piani e programmi sovra ordinati]?
I vincoli che importano una destinazione (anche di contenuto specifico, nel caso di specie destinazione a “verde pubblico, gioco e sport”) realizzabile ad iniziativa privata o promiscua pubblico-privata possono (e devono) essere sussunti nello schema ablatorio-espropriativo?
[A] Sul procedimento di approvazione degli strumenti di pianificazione generale. [B] Sulle osservazioni presentate dai privati. [C] Sulla discrezionalità dei Comuni nelle scelte pianificatorie
[A] Sull’interesse ad una impugnazione immediata e diretta di uno strumento urbanistico nel contenzioso avente per oggetto procedure di pianificazione urbanistica sono esportabili tout court le ricostruzioni in materia di interesse strumentale svolte in relazione alle controversie sulle procedure concorsuali o selettive? [B] Sul dovere di astensione dei consiglieri comunali relativamente agli atti a carattere generale quali gli strumenti urbanistici
[A] Il brocardo “res inter alios acta tertio neque nocet neque prodest” è applicabile anche alla branca del diritto amministrativo, n particolare laddove il terzo “vincolato” sia un Ente pubblico? La mera partecipazione ad un tavolo tecnico di un funzionario in rappresentanza dell’Ente implica che detto Ente sia obbligato a sottoscrivere gli accordi conclusivi o addirittura, che anche se tali accordi non abbia sottoscritto, resti dagli stessi vincolato? [B] È possibile attraverso la procedura del silenzio-inadempimento coartare un’amministrazione a rispettare una intesa cui non ha preso parte e da essa non ratificata, ovvero, comunque, ottenere per tal via l’adozione di atti discrezionali quale una variante al PRG?
[A] Sui principi che governano l'esercizio del potere di annullamento d’ufficio dei titoli edilizi: in particolare, l’art. 6 co. 1 lett. d, n. 1 L. 124/2015 (che ha fissato un limite temporale di 18 mesi di decadenza del potere di auto-annullamento del titolo edilizio) deve, in qualche modo, orientare anche la valutazione di legittimità sui provvedimenti adottati in autotutela prima dell’entrata in vigore della suddetta norma? [B] Sull'art. 9 del D.P.R. n. 380/2001: corollari della regola generale ed imperativa che impone, in materia di governo del territorio, il rispetto delle previsioni del P.R.G. che impongono, per una determinata zona, la pianificazione di dettaglio
[A] Sull’intervento ad adiuvandum dispiegato nel ricorso avverso l’adozione di una variante al PRGC da Associazioni di rappresentanza, a livello regionale e provinciale, delle imprese artigiane: presupposti per l’ammissibilità. [B] Può risultare legittima la variante che, affiancando a quella artigianale, altre destinazioni urbanistiche, ivi compresa la residenziale pura e la residenziale convenzionata, conduca a modalità diverse di calcolo della volumetria in due ambiti contermini?
[A] Quand’è che l’ampio potere discrezionale dell’Amministrazione in merito alla programmazione dell’assetto del territorio è soggetto ad obbligo di motivazione puntuale e specifico? Ipotesi applicative. [B] Può la zonizzazione del territorio essere ex se considerata di natura ablatoria? [C] Sulla nota problematica della mancanza sia di un’apposita legge statale sullo statuto della proprietà edilizia sia di un’organica disciplina generale sulla perequazione: i piani regolatori e le leggi regionali che introducono strumenti di perequazione urbanistica non previsti dalla legge urbanistica sono in contrasto con gli articoli 117 e 42 Cost.?
Una volta approvato definitivamente, il piano regolatore è impugnabile dall’interessato in relazione ad ogni vizio ipotizzabile anche se determinatosi nella fase dell’adozione?
[A] Può il Comune in sede di pianificazione urbanistica giudicare le scelte imprenditoriali di un soggetto privato e prendere posizione nel confronto concorrenziale fra diversi operatori economici? [B] Può ritenersi precluso all’amministrazione “retrocedere” a destinazione agricola o comunque a verde di tutela ambientale aree che possiedono vocazione lato sensu edificatoria? [C] Sul principio del contenimento del consumo del territorio
Può la classificazione di un’area ad uso agricolo prescindere dall’esigenza di promuovere un utilizzo ad attività agricole dell’area stessa ed essere, invece, strumentale all’esigenza di conservazione di valori ambientali?
[A] Può la preesistente destinazione urbanistica residenziale precludere l'introduzione di previsioni di segno diverso e peggiorative per il privato? La scelta di localizzare un'area agricola in prossimità di una zona, in parte, urbanizzata è illogica? [B] Sulle evenienze che impongono in capo alla p.a. un obbligo di motivazione più incisivo delle scelte discrezionali riguardo alla destinazione di singole aree: può ritenersi sussistente una posizione di affidamento qualificato per il fatto che sia stata sottoscritta una convenzione relativa ad altre aree?
La destinazione agricola di un fondo deve necessariamente garantire l’esercizio dell’impresa agricola, ovvero, può anche obbedire a finalità di tutela ambientale e paesistica?
Sulle ipotesi in cui lo strumento urbanistico, incidendo su aspettative assistite da una speciale tutela, risulta soggetto all’obbligo di motivazione specifica al fine di rendere manifeste le ragioni di pubblico interesse sottese alla mutata destinazione urbanistica dell’area
Sull’ampiezza della discrezionalità delle scelte di tipo urbanistico e sul relativo onere motivazionale: previsioni interessanti la pianificazione in generale e previsioni interessanti un'area circoscritta
[A] Può il proprietario di un'area assoggettata a un vincolo urbanistico di inedificabilità, allo scadere del vincolo, azionare il rimedio offerto dall'art. 21 bis della legge 6.12.1971 n. 1034, volto a contrastare l'inerzia dell’amministrazione, laddove quest'ultima non abbia provveduto ad attribuire all'area medesima una specifica destinazione di zona? [B] L’adozione di una serie di atti facenti parte della complessa sequenza procedimentale di formazione della variante urbanistica è di per sé idonea a ritenere soddisfatto l’interesse pretensivo alla riqualificazione urbanistica?
L’annullamento d’ufficio di uno strumento pianificatorio che non abbia avuto attuazione necessita di un'espressa e specifica motivazione in ordine alla sussistenza del pubblico interesse al ritiro?
La circostanza che il procedimento di variante urbanistica sia stato avviato con deliberazione della Giunta comunale rende l’intera procedura affetta da incompetenza?
L’esistenza di una precedente e diversa previsione urbanistica comporta la necessità per l’Amministrazione di fornire particolari spiegazioni sulle ragioni delle diverse scelte operate, in particolare, allorché queste siano nettamente peggiorative per i proprietari e per le loro aspettative?
La delibera consiliare che individua gli immobili sparsi nel territorio costituenti beni culturali suddividendoli in quattro tipologie (ville-fabbricati rurali-complesso di edifici-chiese) per ciascuna delle quali è prevista una categoria di intervento (manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo) da realizzare eventualmente tramite piano attuativo, ha natura di variante generale ovvero di provvedimento plurimo?
[A] L’inserimento di un’area all’interno di una invariante strutturale ne esige di per sé l’assoluta immodificabilità? [B] Sulle evenienze che richiedono una più incisiva e singolare motivazione degli strumenti urbanistici generali. [C] La destinazione a verde privato può essere legittimamente invocata dall’amministrazione per svolgere una funzione di riequilibrio del tessuto edificatorio?
[A] La suddivisione in gruppi omogenei delle osservazioni dei proprietari interessati agli strumenti urbanistici e la conseguente votazione per gruppi delle relative controdeduzioni, implica il difetto di puntuale e specifico esame delle osservazioni stesse e di adeguata motivazione delle controdeduzioni? [B] Sulla legittimità o meno dell’approvazione per stralci degli atti di pianificazione urbanistica e di governo del territorio. [C] Sui vincoli preordinati all'espropriazione
Sulla possibilità o meno da parte del Comune di disapplicare la propria norma di pianificazione o, meglio, sulla possibilità di un organo tecnico del Comune di disapplicare una disciplina urbanistica approvata dall’organo consiliare del Comune stesso, qualora questa risulti pacificamente in contrasto con l’ordinamento
La destinazione agricola può essere impressa solo in presenza di un effettivo esercizio sul fondo dell’attività di impresa agricola ex art. 2135 del codice civile?
Può l’impugnazione d’uno strumento urbanistico generale, allorché sia limitata ad una porzione del territorio comunale, implicare una posizione di controinteresse in capo a tutti e ciascun proprietario delle aree contemplate (e favorite) dal PGT?
[A] Sull’interesse alla proposizione del ricorso qualora l’oggetto della contestazione sia la disciplina urbanistica di aree estranee a quelle di proprietà del ricorrente: il criterio della vicinitas è sufficiente a fornire le condizioni dell’azione? [B] Sull’onere di motivazione gravante sull’amministrazione in sede di adozione di uno strumento urbanistico
[A] L’esistenza, nella pianificazione previgente, di una destinazione urbanistica più favorevole al proprietario è circostanza sufficiente a fondare in capo a quest’ultimo un’aspettativa qualificata? [B] Sulla possibilità, o meno, di invocare la disparità di trattamento, a fronte di provvedimenti illegittimi adottati dalla p.a. nei confronti di terzi
[A] Il fatto che la definizione di una parte dell’assetto viario interessante un determinato compendio immobiliare sia rinviata all’adozione del regolamento urbanistico, è manifestazione di una abdicazione del Comune alla propria funzione programmatoria? [B] Sulla perimetrazione aggiornata dei centri abitati, intesa come delimitazione continua comprendente le aree edificate e i lotti interclusi
[A] Sui principi applicabili in tema di reiterazione di vincoli espropriativi. [B] Sulle le osservazioni presentate dai privati al piano regolatore adottato dal Comune: rimedi giuridici o semplice apporto collaborativo dato dai cittadini alla formazione del piano?
Sulla rilevanza o meno della sopravvenienza di strumenti di pianificazione urbanistica che modifichino il preesistente regime edificatorio dei suoli al fine di estinguere il reato di cui all'art. 44 del d.P.R. n. 380 del 2001
Sull’onere motivazionale gravante sull’Amministrazione nell'adozione degli strumenti urbanistici: ius variandi e vincoli assunti mediante atti convenzionali
Sulle prescrizioni contenute nei piani regolatori e nei regolamenti edilizi in tema di distanze legali nelle costruzioni: frazionamento catastale e servitù di distacco
Può la Regione sostituire, in sede di approvazione di una variante urbanistica, una prescrizione deliberata dall’Amministrazione comunale nell’esercizio del suo potere pianificatorio?
Sull’obbligo di astensione dei consiglieri comunali nell’ipotesi di cui all’art. 78 co. 2 T.U.E.L.: ai fini del verificarsi del conflitto di interessi giuridicamente rilevante è sufficiente la proprietà di fondi coinvolti dalla pianificazione o occorre l’ulteriore prova di un possibile ed effettivo vantaggio?
Sull’esistenza o meno dell’obbligo per il Comune di adottare una determinazione esplicita e conclusiva sull’istanza del privato volta a ottenere, per una cd. zona bianca, l’attribuzione di una nuova destinazione urbanistica
[A] Sulla immediata impugnazione della delibera di adozione di un piano urbanistico. [B] Sulla possibile introduzione di un sistema di “lettura” del territorio diverso o ulteriore rispetto al modello per zone. [C] Sulla possibilità che il p.r.g. rechi previsioni vincolistiche incidenti su singoli edifici, configurati in sé quali "zone"
Sulle situazioni in presenza delle quali la giurisprudenza ravvisa un affidamento qualificato del privato rispetto alla precedente disciplina urbanistica, tale da determinare un più stringente onere motivatorio delle scelte di piano: è rintracciabile un simile affidamento laddove la precedente disciplina di piano prevedesse un indice di edificabilità più favorevole rispetto a quello attualmente stabilito?
Sulla soggezione del potere di pianificazione urbanistica al sindacato giurisdizionale e sulla ipotizzabilità di censure di disparità di trattamento basate sulla comparazione della destinazione impressa ad immobili adiacenti
Sulla qualificazione della situazione giuridica soggettiva del proprietario di zona bianca: diritto soggettivo ad una determinata destinazione urbanistica dell’area, interesse legittimo alla riqualificazione urbanistica del suolo o mera aspettativa? Profili risarcitori
[A] Sulla possibilità o meno di impugnare autonomamente il provvedimento comunale di adozione del piano regolatore e quello regionale di approvazione dello stesso. [B] Sulla necessità o meno di evocare in giudizio il Comune, laddove, nel caso concreto, le modifiche allo strumento di pianificazione impugnato siano avvenute ad opera della Regione
[A] Le varianti al progetto nella normativa edilizia: sulla distinzione tra varianti in senso proprio, varianti essenziali, e varianti minori. [B] La trasformazione funzionale e materiale di locali originariamente adibiti a porticato, parcheggi e sottotetti non abitabili in locali residenziali si qualifica come variante essenziale o variante minore?
[A] Sulla necessità o meno che l’adozione di una variante dello strumento urbanistico sia preceduta dalla comunicazione di avvio del procedimento. [B] Sull’onere motivazionale della P.A. nella formazione dello strumento urbanistico generale
[A] Sulla pertinenza fondiaria quale vincolo "genetico" che lega l'area pertinenziale al fabbricato cui la stessa è asservita. [B] Sulla soluzione del contrasto tra indicazioni grafiche del piano regolatore generale e prescrizioni normative
[A] Sulle facoltà discrezionali dell’amministrazione di modificare l’adottato atto di governo del territorio. [B] Sulla possibilità o meno che, nel corso del procedimento volto all'approvazione di un regolamento urbanistico, si verifichi l’insorgenza di legittimo affidamento in capo all'interessato. [C] Sulla perequazione così come delineata dall’art. 60 della L.R. toscana n. 1/2005
[A] Sugli oneri motivazionali relativi alle scelte di destinazione urbanistica: ipotesi in cui è necessaria una puntuale motivazione giustificativa. [B] Sulla possibilità di immediata impugnazione della delibera di adozione del piano regolatore generale. [C] Sull’art. 78 comma 4, d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267: annullamento delle sole parti dello strumento urbanistico che costituiscono oggetto di correlazione con gli specifici interessi dei consiglieri comunali
Sugli obblighi di adeguamento dell’Amministrazione a fronte dell’approvazione del Piano Territoriale Paesistico e della destinazione urbanistica di “salvaguardia ambientale” impressa ad un’area
Sulla conformità alle norme urbanistiche e sul rispetto della destinazione d’uso dei locali utilizzati dalle associazioni di promozione sociale come punti di ristoro
[A] Sull’obbligo, cui è tenuta la Regione in sede di approvazione dello strumento urbanistico, di indicazione delle ragioni delle modificazioni d'ufficio di una scelta urbanistica effettuata dal Comune. [B] Sull’obbligo di ripubblicazione del piano urbanistico. [C] Sul potere di Regione e Comune di imporre, dal punto di vista idrogeologico, vincoli più rigorosi e una tutela “rafforzata” riguardo a beni già vincolati da piano paesaggistico
[A] Sulla compatibilità di un modello di pianificazione differita con i principi e le regole della materia urbanistica. [B] Sul piano strutturale nel sistema delineato dalla legge urbanistica toscana n. 1/2005
[A] Sul dies a quo di efficacia dello strumento urbanistico adottato, ai fini dell’applicazione delle salvaguardie. [B] Sull’illegittimità dell’atto di inibitoria che non si limiti a sospendere i lavori segnalati, come misura di salvaguardia, ma ordini altresì la rimessione in pristino
[A] Sulla legittimazione e sull’interesse all'impugnativa dello strumento urbanistico generale. [B] Sull’esternalizzazione del ruolo di Autorità Competente alla V.A.S. ad uno studio tecnico privato
La destinazione a verde pubblico è espressione delle funzioni di ripartizione in zone del territorio, senza determinare vincoli tali da escludere potenzialmente il diritto di proprietà nella sua interezza
[A] Sulla variante generale. [B] Sulla dichiarazione di improcedibilità del ricorso proposto avverso un piano urbanistico, con particolare attenzione al rilievo che in tale ipotesi assume il persistente interesse del ricorrente a fini risarcitori
[A] Sulla decorrenza del termine per l'impugnazione di una concessione edilizia con particolare riferimento all’ipotesi di contestazione dell'altezza o volumetria dell'edificio e all’ipotesi di contestazione dell'edificabilità dell'area o la violazione di norme paesaggistiche. [B] Sul potere pianificatorio comunale rispetto alla sequenza “ordinata” della approvazione del P.R.G. e sulla possibilità o meno di “inserire” nuove determinazioni modificative del testo sul quale si era instaurato il contraddittorio
Il correlativo esercizio del potere di pianificazione non può infatti essere inteso, sul piano giuridico, solo come un coordinamento delle potenzialità edificatorie connesse al diritto di proprietà, così offrendone una visione affatto minimale, ma deve essere ricostruito come intervento degli enti esponenziali sul proprio territorio, in funzione dello sviluppo complessivo del medesimo
[A] Sulla tutela garantita alla aspirazione del privato ad una classificazione non peggiorativa dei terreni alla previgente disciplina urbanistica e/o a destinazioni più favorevoli quali quelle concesse ad aree limitrofe. [B] Sull'onere di motivazione gravante sull'Amministrazione in sede di adozione di uno strumento urbanistico
Sulla previsione dello strumento urbanistico che comporti al contempo un vincolo preordinato all’esproprio ed una conformazione della proprietà privata
[A] Sull’onere di immediata impugnazione delle norme di zonizzazione degli strumenti urbanistici. [B] Sul dies a quo dei termini d’impugnativa di cui all’art. 41 del Codice del Processo Amministrativo
Nell'ambito del governo del territorio l’amministrazione può legittimamente rivedere le proprie precedenti scelte urbanistiche, anche quando va ad incidere su situazioni giuridiche di terzi
Il giudice chiamato a sindacare la legittimità degli atti di pianificazione urbanistica che dispongono limiti o restrizioni all'insediamento di nuove attività economiche deve effettuare un riscontro molto più penetrante di quello che si riteneva essere consentito in passato
[A] La disciplina di cui all’art 44 della legge regionale n. 1 del 2005 deve ritenersi applicabile anche con riferimento agli edifici che, pur avendo avuto una destinazione agricola originaria, l’abbiamo poi perduta proprio in esito all’intervento edilizio che si autorizza. [B] Sulla possibilità o meno a norma dell’art. 44 legge regionale n. 1 del 2005, in assenza di Piano Strutturale, di ritenere ammissibili in zona agricola interventi di ristrutturazione edilizia
[A] Le scelte dell'Amministrazione in ordine alla destinazione dei suoli in sede di pianificazione generale del territorio non richiedono una particolare motivazione. [B] Sull’art. 53 della legge reg. Toscana n. 1 del 2005. [C] Sui rapporti, temporali e di sovraordinazione tra Piano strutturale e Regolamento urbanistico. [D] Le disposizioni della l.r. Toscana n. 1/2005 in tema di rapporti fra piano strutturale e regolamento urbanistico non sono poste a tutela del generale, e non individualizzato, interesse alla maggior efficienza della pianificazione urbanistica, che è proprio dell'intera collettività, senza essere riferibile a singoli soggetti
Sulla legittimità del piano strutturale con il quale si vada a dettare direttamente, ossia con modalità svincolate dalla concreta realizzazione di interventi edilizi, prescrizioni di natura meramente ambientale
Il profilo di idoneità geologica è senz’altro preliminare alla disamina urbanistica e perciò stesso preclusivo alla legittimità oltreché opportunità di un progettato intervento che interessi quella parte del territorio
[A] Qualora una variante urbanistica riguardi beni specifici ed incida direttamente su determinati soggetti, la pubblica amministrazione ha l'obbligo di notificare direttamente agli interessati il provvedimento. [B] Ai fini dell’individuazione dell’ipotesi di fondo intercluso o relitto non può ragionevolmente farsi riferimento alla corrispondente fattispecie civilistica dell’interclusione per mancanza di accesso alla via ovvero di quella di fondo residuato a seguito dell’espropriazione per pubblica utilità. [C] Si impone un preciso onere di motivazione con riguardo a quelle scelte urbanistiche che diano vita ad una variante specifica riguardante beni specifici ed incidano quindi su posizioni giuridicamente differenziare
[A] Sugli oneri motivazionali relativi alle scelte operate dall’amministrazione in sede di adozione del piano regolatore generale o di variante al medesimo, con riferimento alle aspettative, semplici o qualificate, del privato ed alla congruenza con le linee di sviluppo del territorio illustrate nella relazione tecnica e documenti accompagnatori. [B] Sulla necessità o meno di controdedurre singolarmente e puntualmente a ciascuna osservazione e opposizione presentata dai privati nell’ambito del procedimento volto all’adozione dello strumento urbanistico
[A] Sull’omessa pubblicità degli schemi di provvedimento di cui alla lettera b) del comma 1 dell’articolo 39, d.lgs. n. 33 del 2013 e sulla possibilità che questo privi di efficacia gli atti di governo del territorio di cui alla lettera a). [B] Sulla necessità o meno di disporre una nuova VAS laddove, in sede di approvazione, si introducano misure finalizzate a incrementare le misure di tutela ambientale previste nel piano. [C] Sulla necessità o meno di nuova pubblicazione del Piano territoriale a fronte della pronuncia da parte dell’organo consiliare sulle osservazioni al piano adottato o dell’accoglimento di pareri di enti sovraordinati
[A] Le scelte urbanistiche effettuate dall’amministrazione costituiscono apprezzamenti di merito sottratti al sindacato giurisdizionale ma devono essere congruenti con le linee di sviluppo del territorio illustrate nella relazione tecnica e documenti accompagnatori. [B] Sull’obbligo e sui limiti dell’amministrazione comunale di esaminare le osservazioni e le opposizioni presentate dai privati in sede di pianificazione urbanistica
Sull’adozione di un PRG e sulla possibilità o meno che possono discendere in capo agli interessati aspettative edificatorie qualificate rispetto alle successive scelte pianificatorie operate in via definitiva dal Comune
[A] Nel caso di impugnazione di strumenti urbanistici, anche particolareggiati, o di loro varianti, il semplice rapporto di vicinitas è sufficiente, se dimostra la sussistenza di una generica legitimatio ad causam. [B] Sul termine di impugnazione dell’accordo di programma
[A] La destinazione agricola del suolo non deve rispondere necessariamente all’esigenza di promuovere specifiche attività di coltivazione. [B] Sulla istanza con la quale, prima dell’adozione del regolamento urbanistico, l’interessato ha chiesto al Comune di trasformare la destinazione delle aree di sua proprietà da agricola a commerciale e residenziale. [B] Le uniche evenienze richiedenti una più incisiva e singolare motivazione della scelta urbanistica sono date dal superamento degli standard minimi ex D.M. 2.4.1968, dalla lesione dell’affidamento qualificato del privato scaturente da convenzioni di lottizzazione o altri accordi tra Comune e proprietari, da aspettative nascenti da giudicati di annullamento di dinieghi di concessione edilizia o di silenzio rifiuto su domanda di concessione e, infine, dalla modificazione in zona agricola della destinazione di uno spazio limitato, intercluso da fondi edificati in modo non abusivo
[A] La mancata impugnazione di uno strumento urbanistico non consuma il potere di impugnazione da parte dei soggetti in ipotesi lesi dei successivi atti di esercizio del potere pianificatorio. [B] L’annullamento della destinazione urbanistica di un’area, in conseguenza dell’efficacia retroattiva della pronuncia caducatoria, comporta la riviviscenza della pregressa disciplina urbanistica di tale area. [C] La destinazione a scalo ferroviario pone fuor di dubbio un vincolo preordinato all’esproprio, posto che si tratta di previsione urbanistica di localizzazione di opera infrastrutturale. [D] La scadenza del vincolo preordinato all’esproprio rende l’area di proprietà dei ricorrenti zona bianca
Sulla decorrenza del termine di impugnazione degli accordi di programma di valenza generale e non specificamene preordinata alla localizzazione di una singola opera pubblica
Le prescrizioni di dettaglio, contenute nelle norme tecniche di attuazione del piano regolatore generale comunale che, per la loro natura regolamentare, sono suscettibili di ripetuta applicazione ed esplicano effetto lesivo nel momento in cui è adottato l'atto applicativo, possono formare oggetto di censura in occasione della impugnazione di quest'ultimo
Sulle deroghe urbanistiche consentite per le sedi delle associazioni di promozione sociale e sulla sede istituita in piani interrati destinati a cantine, depositi, magazzini, autorimesse e impianti termici a servizio dell’edificio
Il potere di pianificazione urbanistica, a maggior ragione in considerazione della sua ampia portata in relazione agli interessi pubblici e privati coinvolti, così come ogni potere discrezionale, non è sottratto al sindacato giurisdizionale
Il regolamento urbanistico che consente il mutamento di destinazione d’uso di immobili ricadenti nel territorio agricolo prevale sul vincolo decennale previsto dal PMAA, approvato, anche ai sensi dell’art. 43, comma 4, della L.R. n. 1 del 2005
Il mero richiamo al concetto di "centro abitato" come delimitato in seno alla normativa del Codice della Strada non sia sufficiente a risolvere la questione urbanistico-edilizia e quindi a dare corretta applicazione alla disciplina di cui all’art. 9 del DPR n. 380 del 2001
E’ illegittima la previsione della Pianificazione attuativa della Passeggiata di Viareggio, laddove impone la destinazione di un edificio a cinema, conseguentemente inibendo una diversa destinazione economica come media struttura di vendita
Sullo svolgimento nell’immobile di un’associazione e per i suoi soli iscritti, dell’attività di psicosintesi e sulla sua compatibilità o meno con la destinazione d’uso residenziale
Sul ricorso promosso per l’annullamento di un Piano urbanistico o di sue varianti allorquando le destinazioni avversate siano complessivamente più favorevoli e ne accrescano il valore economico
Sugli accertamenti di conformità urbanistica riguardo alle sedi delle associazioni di promozione sociali nelle quali si svolge attività di somministrazione di alimenti e bevande
Ai fini della corretta instaurazione del ricorso proposto avverso la deliberazione del Consiglio comunale di adozione del p.r.g., non è necessario che il ricorrente impugni altresì l'atto di rigetto delle osservazioni da lui stesso eventualmente presentate nei confronti del piano regolatore "in itinere", dovendosi queste ultime ritenere assorbite nei motivi di impugnazione
Sussiste la legittimazione ad impugnare una variante al PRG solo a coloro che siano titolari del diritto di proprietà di immobili coinvolti dagli interventi da realizzare sulla base della disposta variazione urbanistica
[A] Sui soggetti che possono formulare osservazioni in sede di pianificazione urbanistica. [B] Il proprietario di un fondo confinante con l'area interessata dall’ultima modifica non ripubblicata possiede anche la legittimazione processuale - in ragione della “vicinitas” - per denunciare quell’omissione procedimentale le quante volte sia colpito, anche indirettamente, nel suo diritto dominicale per effetto della conformazione urbanistica data agli immobili del vicino con un procedimento illegittimo
[A] Sulla L.R. toscana n. 42/2000 che qualifica tale le case vacanza come civile abitazione e sui limiti imposti dal piano di indirizzo territoriale per le zone del patrimonio collinare. [B] Sulle seconde case affacciate su un campo da golf da insediare in zona agricola. [C] Il piano di indirizzo territoriale della Regione prevale rispetto ad eventuali norme difformi contenute nel piano territoriale di coordinamento. [D] Sulle previsioni del piano strutturale immediatamente lesive per il privato
Nella formazione dello strumento urbanistico generale l'Amministrazione ha un'ampia potestà discrezionale per quanto concerne la programmazione degli assetti del territorio, senza necessità di motivazione specifica sulle scelte adottate in ordine alla destinazione delle singole aree
[A] Sulle competenze della Giunta comunale in materia di attività di pianificazione urbanistica. [B] Sull’art. 6 della l. 18 marzo 1968 n. 249, secondo cui "Alla convalida degli atti viziati di incompetenza può provvedersi anche in pendenza di gravame in sede amministrativa e giurisdizionale"
[A] Sulla non secondaria differenza tra interessi collettivi ed interessi diffusi. [B] L’urbanistica, ed il correlativo esercizio del potere di pianificazione, non possono essere intesi, sul piano giuridico, solo come un coordinamento delle potenzialità edificatorie connesse al diritto di proprietà, così offrendone una visione affatto minimale. [C] Il potere di pianificazione urbanistica non è funzionale solo all’interesse pubblico all’ordinato sviluppo edilizio del territorio in considerazione delle diverse tipologie di edificazione distinte per finalità (civile abitazione, uffici pubblici, opifici industriali e artigianali, etc.). [D] Gli atti che costituiscono esercizio di pianificazione urbanistica, la localizzazione di opere pubbliche, gli atti autorizzatori di interventi edilizi, nella misura in cui possano comportare danno per l’ambiente ben possono essere oggetto di impugnazione da parte delle associazioni ambientaliste. [E] Sui casi in cui è ammesso il c.d. ricorso “cumulativo”
Sul differente interesse che deve ricorrere ed essere comprovato per l’impugnazione degli strumenti urbanistici rispetto a quello che occorre per censurare il permesso di costruire rilasciato ad un terzo
Ai sensi dell'art. 55, comma 6, della L.R. Toscana n. 1/2005, la decadenza quinquennale delle previsioni di R.U. - attuabili mediante piano attuativo - interviene indipendentemente dal contenuto del piano stesso (previsioni espropriative o conformative) qualora nei cinque anni non sia intervenuta la stipula della convenzione o atto unilaterale d'obbligo
[A] La natura di apporti collaborativi, propria delle osservazioni allo strumento urbanistico non implica la pretermissione d’ogni onere di giustificazione al riguardo. [B] Sull’osservazione respinta in base alla considerazione che ’interesse pubblico deve sempre prevalere su quello privato. [C] Sulla efficacia temporale del piano di recupero
Sui casi in cui è ammissibile il ricorso proposto dai proprietari di aree vicine o confinanti con quelle cui si riferisce la prescrizione dello strumento urbanistico
L’ampia discrezionalità riconosciuta all’amministrazione nelle scelte di zonizzazione e le sottese finalità preminenti di razionalità nella definizione dell’assetto territoriale, avulse da logiche di proporzionalità distributiva dei limiti e dei vincoli edificatori, elidono in radice la configurabilità stessa di una disparità di trattamento incentrata sulla comparazione tra le classificazioni riservate ad aree adiacenti
L’obbligo di emettere misure di salvaguardia sospendendo l’esame delle domande incompatibili con il nuovo assetto di uno strumento “in itinere”, riguarda “naturaliter” le istanze edilizie non ancora esitate col rilascio del relativo titolo, mentre qui si discute dei presupposti decadenziali relativi ad un titolo già rilasciato
La giurisprudenza ha da tempo stabilito che eventuali divieti assoluti di edificazione nelle aree agricole richiedono una specifica e particolare motivazione, in quanto le stesse ledono la legittima aspettativa dell'imprenditore agricolo allo sviluppo della propria attività
[A] Occorre rammentare come la competenza sulla pianificazione urbanistica sia di esclusiva competenza del Consiglio comunale, anche quando è chiamato a deliberare su una proposta del competente dirigente e anche se questa è stata istruita tramite conferenza di servizio. [B] Sulla previa determinazione del numero di abitanti destinati a fruire di tali standard, usando il criterio dell’“abitante equivalente"
Sulle infrastrutture stradali previste piano strutturale, ai sensi della L.R. Toscana 1 del 2005, e sulle variazioni di tracciato introdotte dal regolamento urbanistico
[A] Il cambio di destinazione d’uso da magazzino a sede di circolo risulta legittimo, in quanto l’affiliazione dell’associazione all’ARCI permette l’applicazione dell’art. 32 comma 4 della legge 383/2000. [B] Sui casi in cui la giurisprudenza penale esclude i tornei di poker sportivo dalla fattispecie del gioco d’azzardo
L’annullamento giurisdizionale dello strumento urbanistico produce effetti “erga omnes”, ove sia stato disposto per vizi del procedimento di formazione del piano, ovvero afferisca ad un vincolo di zona o di area a fini pubblici
[A] Sull’art. 15, comma 1, della L.R. tpscana n. 1/2005 che impone la preliminare fase di avvio del procedimento e la conseguente indicazione degli elementi indicati al comma 2, lettere a, b, c, d, e (compresi i pareri di enti ed organi pubblici), solo per gli strumenti di pianificazione territoriale. [B] Sulle osservazioni del privato al regolamento urbanistico
La mancata impugnazione della delibera di approvazione di uno strumento urbanistico non determina l’improcedibilità del ricorso proposto avverso la delibera di adozione
Sull’art. 41-bis della L. 17 agosto 1942 n. 1150, come aggiunto dall’art. 14 della L. 6 agosto 1967 n. 765, secondo cui “I professionisti incaricati della redazione di un piano regolatore generale o di un programma di fabbricazione possono, fino alla approvazione del piano regolatore generale o del programma di fabbricazione, assumere nell’ambito del territorio del Comune interessato soltanto incarichi di progettazione di opere ed impianti pubblici. Ogni violazione viene segnalata al rispettivo Consiglio dell’ordine per i provvedimenti amministrativi del caso”
In sede di adozione o approvazione di una variante parziale ad uno strumento urbanistico generale le osservazioni formulate dai proprietari interessati costituiscono un mero apporto collaborativo alla formazione degli strumenti urbanistici e non danno luogo a peculiari aspettative, con la conseguenza che il loro rigetto non richiede una dettagliata motivazione
Sul decorso del termine decadenziale di impugnazione dagli atti di pianificazione qualora lo strumento urbanistico incida specificatamente, con effetti latamente espropriativi, su singoli, determinati beni
La classificazione di aree come destinate ad uso agricolo non deve rispondere necessariamente all’esigenza di promuovere l’insediamento di specifiche attività agricole
Sulle associazioni di promozione sociale e sulla compatibilità della loro sede con tutte le destinazioni d’uso omogenee previste dal D.M. 2 aprile 1968
Sulla circostanza che nelle zone destinate ad attrezzature sportive dalla disciplina urbanistica sia ammessa la realizzazione di servizi relativi agli impianti sportivi e sulla possibilità o meno di introdurre funzioni di ospitalità o commerciale che si pongano in rapporto di strumentalità rispetto a quella sportiva
Pur in presenza di aperture giurisprudenziali, tali da escludere sia una applicazione rigida della cd. “zonizzazione”, di cui al D.M. n. 1444/1968, sia la stessa denominazione delle zone prescritta dal D.M., ciò che resta ferma è, per un verso, la necessità di disciplinare le destinazioni del territorio comunale per il tramite della pianificazione
La variante urbanistica che imprime una nuova destinazione più sfavorevole ad aree che sono state già diversamente classificate necessita di puntuale motivazione
[A] L’approvazione del documento di avvio del procedimento di variante, ai sensi dell’art. 15 della legge regionale toscana n. 1/2005, ha natura di atto endoprocedimentale sprovvisto di effetti lesivi. [B] Sull’approvazione della valutazione integrata del complessivo impatto della variante, prevista dall’art. 11 della l.r. n. 1/2005 (nel testo applicabile ratione temporis) e condotta secondo il modello procedimentale disegnato dal D.P.G.R. n. 4/r del 9 febbraio 2007. [C] Sull’art. 73 della legge regionale toscana n. 1/2005. [D] Ai sensi dell’art. 5 della citata L.R. n. 10/2010 non occorre VAS laddove il piano comporti una riduzione del carico ambientale gravante sull’area
[A] L’osservazione nella materia urbanistica si differenzia dall’intervento procedimentale disciplinato dall’art. 9 della medesima l. 241/1990, poiché costituisce una forma di collaborazione e di apporto del privato alla formazione dello strumento pianificatorio. [B] Sul dimensionamento residuo del Regolamento Urbanistico che non sia stato determinato con riferimento al Piano Strutturale. [C] L’Amministrazione, in taluni casi, non può limitarsi a “congelare” sic e simpliciter, con una opzione generale, le residue capacità edificatorie previste dal piano strutturale. [D] La scelta di bloccare tout court l’intera capacità edificatoria residua stabilita dal piano strutturale, senza un riferimento alle singole esigenze territoriali o a più generali motivi attinenti l’uso del territorio, appare irragionevole. [E] L’inefficacia del piano ad iniziativa privata può essere opposta dall’Amministrazione ai proprietari rimasti inerti nel quinquennio allorché assegni una nuova destinazione alla zona interessata. [F] In tema di interessi pretensivi il risarcimento può essere attribuito solamente ove sia possibile provare, quantomeno con rilevante probabilità, il conseguimento del bene della vita correlato all’interesse legittimo leso
Il potere di pianificazione urbanistica del territorio non è limitato alla disciplina della possibilità e dei limiti edificatori delle destinazioni delle zone del territorio
Un centro cottura non può essere collocato in una zona industriale generale per il ragionevole rischio di alterazione dei cibi e delle materia prime che li compongono
[A] Sulla delibera di Consiglio con il quale il Comune, a seguito dell’avvio di un’indagine penale che aveva fatto emergere la non conformità del regolamento urbanistico al piano strutturale, ha disposto la sospensione cautelare dell’intero R.U.C. [B] La sospensione dell’efficacia del R.U.C. disposta dal Consiglio comunale, benché non riconducibile alla previsione di cui all’art. 21-quater della legge n. 241/1990, costituisce espressione di un generale potere di autotutela cautelare
[A] L'individuazione delle modalità di realizzazione di un'opera pubblica o delle relative aree costituisce una scelta tecnico-discrezionale di stretto merito dell'Amministrazione, rispetto alle quali le posizioni dei privati sono necessariamente recessive. [B] La creazione di “percorso archeologico ” sui siti della antiche mura di cinta appare un modello di integrazione tra strutture storiche tutt’altro che raro (si pensi a Cittadella di Padova, a Ferrara, ad alcune città toscane ecc. ) che consente di restituire alla più ampia fruizione del pubblico, o comunque ad una riutilizzazione funzionale e culturale, di spazi storici ed artistici, altrimenti destinati all’oblio
[A] Sulla sussistenza o meno di conflitto di interesse nel caso in cui i consiglieri comunali, nella veste di privati cittadini, abbiamo in precedenza formulato osservazioni alla variante. [B] L’individuazione all’interno del piano regolatore generale delle c.d. zone di recupero ai sensi dell’art. 27 della legge 457/1978 costituisce attività altamente tecnico-discrezionale riservata all’amministrazione
[A] Sulla decorrenza del termine per l’impugnazione del titolo edilizio rilasciato ad un terzo. [B] Sulla compatibilità o meno di un ristorante con la destinazione urbanistica a verde pubblico attrezzato
[A] Sulla ragione per la quale gli immobili destinati ad ospitare attività di carattere produttivo (industriale o artigianale) godono, ai sensi dell’art. 19, comma primo, del TUE, di un regime agevolato per ciò che concerne l’ammontare degli oneri relativi al contributo di costruzione. [B] Sul caso in cui gli strumenti urbanistici consentano la realizzazione di (una certa percentuale di) edifici destinati a terziario in zona industriale, e sulla possibilità o meno che tali edifici possano godere del regime agevolato
[A] Le amministrazioni comunali, al fine di tutelare i “centri storici” non possono, al di là di politiche incentivanti, ricorrere ad iniziative vincolistiche. [B] Neppure con un provvedimento “puntuale”, incidente su un singolo bene, comunque demandato all’Autorità centrale, e giustificato dalla singolarissima “individuale” peculiarità di quest’ultimo, potrebbe vincolarsi un bene ad un determinato utilizzo (salvo sconfinare dal potere conformativo esercitato “singulatim”a quello, sostanzialmente ablatorio). [C] Sui limiti entro i quali le amministrazioni possono imporre un vincolo “singulatim” incidente su un determinato plesso immobiliare) la possibilità di addivenire alla cosiddetta "microzonizzazione" cioè, all'individuazione di sottozone con caratteristiche peculiari nell'ambito di quelle previamente individuate. [D] Sulla disciplinare regionale toscana riguardo alle macrocategorie per la disciplina dei mutamenti di destinazione d’uso. [E] Al Comune non è consentito effettuare una zonizzazione per singolo edificio, o addirittura la singola porzione di edificio. [F] Ai Comuni non è consentito dotarsi di strumenti urbanistici che si discostano dal numerus clausus previsto dalla legge. [G] Il Comune non può incidere sullo statuto proprietario, imponendo a quest’ultimo dei limiti all’utilizzo dell’immobile non giustificati dall’inserimento in una zona o sottozona o microzona ma coincidenti con la pregressa tipologia di attività esercitata
Sul principio di realtà che deve ispirare il procedimento di pianificazione anche nelle sue componenti meramente ricognitive e che non può che avvenire in considerazione della natura giuridica e della destinazione funzionale caratterizzanti il sovrastante edificato
Sulle osservazioni presentate dai privati ad uno strumento urbanistico e sui limiti all’obbligo di fornire una dettagliata motivazione delle ragioni per cui l’Amministrazione si è determinata nel senso di respingerle
La legittimità o illegittimità di un insediamento edilizio va verificata con esclusivo riferimento alla legislazione vigente all’epoca della sua realizzazione, e non ai possibili contenuti della futura disciplina urbanistica
[A] Le scelte urbanistiche richiedono una motivazione più o meno puntuale a seconda che si tratti di previsioni interessanti la pianificazione in generale ovvero un’area determinata, ovvero qualora incidano su aree specifiche, ledendo legittime aspettative. [B] Ritenere che i pareri, gli avvisi o quant’altro presente nell’attività istruttoria possa far sorgere una aspettativa legittima del privato – salvo casi particolari in cui l’amministrazione abbia ecceduto con i propri atti i limiti tipici della fase istruttoria – comporta anche ritenere che uffici o organi privi di competenza, e quindi non titolari di potestà pianificatoria, possano porre in essere atti in diversa misura incidenti sull’esercizio di detta potestà
[A] La presunzione legale di conoscenza non ha luogo, ai fini del decorso del termine per la proposizione dell’impugnazione, sino alla scadenza del termine di pubblicazione dell'avviso di deposito degli atti presso gli uffici comunali. [B] Sulla data in cui il piano regolatore generale ha efficacia, e la data di perfezionamento degli adempimenti pubblicitari, che invece rileva ai fini della presunzione di conoscenza per la decorrenza del termine di impugnazione
Sulle eccezioni al principio secondo cui in materia urbanistica vige il principio per cui, di norma, non sono configurabili controinteressati rispetto all’impugnazione degli strumenti di programmazione
L’adozione di un nuovo strumento urbanistico non determina di per sé la caducazione della procedura espropriativa già iniziata in esecuzione dello strumento urbanistico previgente
Sulle disposizioni della L.R. 1/2005 in tema di rapporti fra i due strumenti di pianificazione del territorio, ovverosia tra piano strutturale e regolamento urbanistico
[A] Sull’art. 62 della L.R. n. 1/2005 il quale ha prescritto che, in sede di formazione del regolamento urbanistico, siano effettuate indagini geologiche tese a verificare la pericolosità del territorio, a garanzia della fattibilità delle trasformazioni previste e nel perseguimento dell’obiettivo della riduzione del rischio sismico. [B] Sulla difformità tra contenuto normativo e contenuto grafico dello strumento urbanistico
[A] I proprietari di immobili in zone confinanti o limitrofe con quelle interessate da un permesso di costruzione sono sempre legittimati ad impugnare i titoli edilizi. [B] Se l'art. 31 comma 9 L. 17 agosto 1942 n. 1150 (come modificato dall'art. 10 L. 6 agosto 1967 n. 765) non ha introdotto un'azione popolare, nondimeno ha riconosciuto una posizione qualificata e differenziata in favore dei proprietari di immobili siti nella zona in cui la costruzione è ubicata e a coloro che si trovano in una situazione di “stabile collegamento” con la zona stessa. [C] La valutazione dell’incidenza dei nuovi insediamenti sugli standard urbanistici, in caso di variante al P.R.G., deve essere complessivamente riferita all’intero territorio comunale
Sull’interesse dei proprietari confinanti o comunque dei vicini a censurare il mutamento della disciplina urbanistica impresso all'area contermine o comunque vicina
In assenza di piano regolatore generale, si può intendere per “centro abitato”, qualunque raggruppamento edilizio facente parte o no del nucleo urbano, anche se esso non raggiunga la consistenza di frazione o borgata, dotato di opere di urbanizzazione primaria e secondaria
[A] Sul piano regolatore generale che nell'indicare i limiti da osservare per l'edificazione nelle zone a carattere storico, ambientale e paesistico dispone che determinate aree siano sottoposte a vincoli conservativi. [B] Sul comma 12, dell'art. 16 della legge n. 1150/1942, aggiunto dall'articolo 5, comma 8, del d.l. 13 maggio 2011 n. 70, convertito nella legge 106/2011, riguardo ai casi in cui “Lo strumento attuativo di piani urbanistici già sottoposti a valutazione ambientale strategica non è sottoposto a valutazione ambientale strategica né a verifica di assoggettabilità”
[A] Sulle argomentazioni riguardo all’irragionevolezza del metodo pianificatorio seguito dal Comune che, nel ridisegnare integralmente un contesto urbanistico ormai consolidato, si propone di ottenere un mix di destinazioni, alcune principali e altre di complemento. [B] Sulla previsione di penali per il ritardo nella realizzazione delle opere di urbanizzazione indicate nel piano attuativo
Sul procedimento volto all’adozione dello strumento urbanistico sulla necessità o meno di controdedurre singolarmente e puntualmente a ciascuna osservazione
Le scelte effettuate dall'amministrazione per la destinazione delle singole aree, al momento dell'adozione del piano regolatore generale o di variante al medesimo, costituiscono apprezzamenti di merito sottratti al sindacato giurisdizionale
[A] Se è vero che tra preavviso e provvedimento finale non deve necessariamente sussistere una perfetta identità, è pur vero, però, che deve ritenersi precluso all’Amministrazione fondare il diniego definitivo su ragioni del tutto nuove. [B] Le norme di principio d’indirizzo contenute nel d.m. 2 aprile 1968 n. 1444 rendono possibile l’inserimento di impianti industriali e manufatti artigianali nel verde agricolo
Sui casi in cui i comuni classificati in zona sismica sono tenuti a richiedere il parere all’Ufficio Tecnico Regionale prescritto dall’art. 89 del d.lgs. 380del 2001
[A] Il principio per cui il Dirigente è titolato alla emanazione di atti di rilevanza esterna (art. 107 del D.lgs. 267/2000) è temperato dalla possibilità che lo stesso Dirigente deleghi altro soggetto. [B] Dopo la formazione del giudicato, si ritiene che la P.A. ben possa individuare “ulteriori” elementi sfavorevoli alla pretesa del ricorrente vittorioso, ma che lo possa fare una volta sola. [C] Sul superamento della c.d. “zonanizzazione” in favore di una “mixitè” di funzioni tendente all’estensione del concetto di “servizio” a tutte quelle iniziative suscettibili di operare in libero regime di economia di mercato
Sul caso in cui, nel corso del procedimento inerente una domanda di permesso di costruire, sopravvenga l’adozione di una strumento urbanistico generale
Sui casi in cui il proprietario di aree comprese nello strumento urbanistico ha interesse a denunciare la violazione dell'art. 78, t.u. 18 agosto 2000 n. 267, laddove provi che l'interesse personale del consigliere, che avrebbe dovuto imporre a quest'ultimo l'astensione
All'interno della pianificazione urbanistica possono trovare spazio anche esigenze di tutela ambientale ed ecologica, tra le quali spicca proprio la necessità di evitare l'ulteriore edificazione e di mantenere un equilibrato rapporto tra aree edificate e spazi liberi
Sul termine di impugnazione delle N.T.A. dello strumento urbanistico quali atti a contenuto generale, recanti prescrizioni a carattere normativo e programmatorio
[A] L’art. 27 della L. 1.8.2002 n. 166 prevede, per i programmi di riabilitazione urbana, che la proposta di programma possa essere presentata da un consorzio fra proprietari che rappresenti la maggioranza assoluta del valore catastale degli immobili interessati; in tal caso, però, è necessario che il Comune diffidi i proprietari non aderenti. [B] I provvedimenti di autotutela sono espressione di un potere discrezionale, non già di un dovere di provvedere. [C] La delibera di adozione del piano regolatore generale o di una sua variante può essere revocata dal Comune fin quando il procedimento non si sia concluso con l'approvazione regionale. [D] Sulla possibilità o meno che un’amministrazione comunale neo-eletta possa revocare la deliberazione di approvazione definitiva del nuovo strumento urbanistico adottata dall’amministrazione uscente
[A] Sull’atto da assumere per la rappresentanza in giudizio dell’Amministrazione e sulla possibilità per il Sindaco di prescindere dalla deliberazione di Giunta. [B] Sull’equipollenza dell’istanza di prelievo e della richiesta di fissazione di udienza ai fini dell’interruzione della perenzione quinquennale. [C] Sul “Programma del paesaggio” previsto dal P.T.C. della Provincia di Firenze. [D] Ai sensi della L.R. Toscana deve essere disattesa la tesi secondo la quale una volta classificata un’area tra le “invarianti strutturali”, ne deve comunque essere esclusa l’edificazione o la trasformazione
Sul piano regolatore quale atto complesso, composto da due atti distinti, sull'atto di adozione e l'atto di approvazione e sulla mancata impugnazione del secondo
In urbanistica possono trovare spazio anche esigenze di tutela ambientale ed ecologica, tra le quali spicca proprio la necessità di evitare l'ulteriore edificazione e di mantenere un equilibrato rapporto tra aree edificate e spazi liberi
Sull’attuazione della norma secondo la quale gli strumenti urbanistici generali e le loro varianti devono essere preceduti, nelle zone sismiche, dal parere del competente ufficio del genio civile
[A] Le norme urbanistiche che pongono divieti all’esercizio del ius aedificandi non possono essere interpretate facendo ricorso all’analogia in malam partem. [B] Gli impianti fotovoltaici visti da una certa distanza sono in tutto e per tutto simili, quanto all’impatto ambientale, alle serre che connotano normalmente il paesaggio agrario
Sull’orientamento secondo il quale l’interesse all’impugnazione di un piano urbanistico non è riferibile esclusivamente all’immediato vantaggio conseguibile sul piano della destinazione urbanistica dell’area, potendosi fondare ricorso anche sul vantaggio indiretto ed eventuale ipotizzabile a seguito della rinnovazione della procedura
La funzione della destinazione agricola non è solo quella di valorizzare l'attività agricola vera e propria ma anche quella di garantire ai cittadini l'equilibrio delle condizioni di vivibilità
Riguardo all’impugnazione delle disposizioni dirette a regolamentare l'uso del territorio deve distinguersi fra le prescrizioni che in via immediata stabiliscono le potenzialità edificatorie della porzione di territorio dalle altre regole che più in dettaglio disciplinano l'esercizio dell'attività edificatoria
[A] Nella moderna pianificazione urbanistica l’amministrazione non ha più il compito di indicare (e dunque di autorizzare in via preventiva) ogni singola utilizzazione del territorio, ma quello di stabilire il grado e i limiti di utilizzabilità delle singole aree lasciando poi all’iniziativa economica privata la scelta delle specifiche attività da insediare. [B] Sull’apertura di un punto vendita per prodotti agricoli in zona agricola. [C] Sull’art. 4 del D.lgs 228/2001 secondo il quale gli imprenditori agricoli, singoli o associati, possono vendere direttamente al dettaglio su tutto il territorio nazionale
[A] Sullo strumento urbanistico che non stabilisce i limiti di densità edilizia per gli edifici di civile abitazione. [B] Sullo strumento urbanistico che prevede una zonizzazione con volumetria variabile, secondo le intenzioni dei proprietari di cedere o non cedere gratuitamente il suolo al comune
Sull’espressione “edifici ed impianti di interesse pubblico” di cui all’art. 14, comma 1, del d.P.R. n. 380/2001 (che recepisce la disposizione dell’art. 41-quater della legge n. 1150/1942)
[A] Sulla decadenza dei vincoli di carattere espropriativo. [B] Nell’ambito dello speciale procedimento per il silenzio la nomina del Commissario ad acta non può dar luogo ad una procedura totalmente extra-ordinem, e risolversi in un sovvertimento della normativa procedimentale ed alla disciplina sostanziale dei contenuti delle varianti o degli stessi strumenti di programmazione
[A] La Regione, a cui spetta l’esercizio di potestà legislativa e di competenza amministrativa in materia di governo del territorio, è titolare di un preciso interesse giuridicamente tutelato ad una corretta interpretazione delle proprie norme, come del resto dimostra la sua legittimazione a difendere le proprie leggi in sede di appello. [B] Sui limiti al principio del divieto di integrazione postuma della motivazione, costantemente affermato dalla giurisprudenza amministrativa. [C] La regione Toscana, con la legge regionale n. 1/2005, disciplina sotto lo stesso nomen iuris di “misure di salvaguardia” due istituti differenti. [D] Sul sistema duale toscano del Piano Strutturale e del Regolamento Urbanistico. [E] Nell’ordinamento toscano la natura programmatorie e di indirizzo delle previsioni strutturali implicano che la verifica della legittimità del regolamento urbanistico debba essere posta in termini di coerenza sostanziale e non di stretta conformità
[A] Sui termini di impugnazione delle varianti agli strumenti urbanistici. [B] Sul mancato avvio del procedimento relativo all’adozione del decreto di occupazione d’urgenza
Sulla possibilità o meno che il proprietario di suoli ricompresi nel perimetro del Comune interessato dal P.R.G. possa impugnare le prescrizioni del piano medesimo, indipendentemente dalla loro concreta incidenza sul suolo in sua proprietà
[A] Sui casi in cui occorre una particolare motivazione che giustifichi le scelte assunte in sede di approvazione dello strumento urbanistico. [B] Sulla legittimità costituzionale o meno della L.R. toscana n. 5 del 1995 (oggi L.R. 1/05) laddove consente ai comuni di modificare lo strumento urbanistico (PS e RU) senza l’approvazione della Regione. [C] Sulla diretta cogenza o meno del Piano di Indirizzo Territoriale e del Piano Territoriale di Coordinamento sui piani strutturali ed i regolamenti urbanistici comunali
[A] Sulla possibilità o meno di impugnare il piano regolatore – e le varianti allo stesso – immediatamente dopo la sua adozione. [B] Ai sensi della L.R. Puglia n. 20 del 2001 il principio perequativo si applicherà se ed in quanto previsto nello stesso strumento generale
Il rigetto delle osservazioni deve essere assistito da una motivazione che sia congrua rispetto agli elementi di fatto e di diritto posti alla base delle osservazioni stesse
Sulla conclusione secondo la quale l’autorizzazione unica ex art. 208 del D.lgs 152 del 2006 produce l’effetto di variante automatica dello strumento urbanistico senza la necessità di preventiva valutazione ambientale strategica (VAS), ferma la sola disciplina in materia di VIA
[A] Sull’art. 39, comma 1, della L.R. n. 5/1995, che obbliga all’adozione del piano strutturale i comuni il cui strumento urbanistico generale sia stato approvato ai sensi del citato art. 40, e l’art. 39 comma 2. [B] Sulla nozione di addizione funzionale costituente ristrutturazione edilizia ai sensi dell’art. 79, comma 2, lett. d, della L.R. n. 1/2005. [C] Nonostante l'art. 10, comma 1, lett. c), del d.p.r. n. 380/2001 preveda la possibilità di ristrutturazioni che comportino modifiche di volume (cosiddetta ristrutturazione pesante), ciò non significa che qualsiasi ampliamento di edifici preesistenti debba essere automaticamente ascritto alla fattispecie della ristrutturazione. [D] Sull’art. 44 della L.R. n. 1/2005 e sulla mancanza del piano strutturale
La destinazione agricola di un suolo non deve rispondere necessariamente all’esigenza di promuovere specifiche attività di coltivazione, e quindi essere funzionale ad un uso strettamente agricolo del terreno
Allorché venga annullata in sede giurisdizionale la nomina del titolare di un organo, l’accertata invalidità dell’atto di investitura non ha di per sé alcuna conseguenza sugli atti emessi in precedenza
[A] Sul limite in cui possono essere effettuate le modifiche del nuovo fabbricato affinché questo sia compatibile con il criterio di ristrutturazione, senza debordare nella nuova costruzione diversa dalla precedente e come tale soggetta a valutazione alla luce degli strumenti urbanistici vigenti al momento del rilascio del titolo. [B] La giurisprudenza secondo cui l’area pianificata dal vigente strumento urbanistico primario come “area agricola” non deve essere necessariamente destinata ad attività agricole va coniugata comunque con il contenuto di quelle che sono le concrete decisioni assunte dall’Amministrazione Comunale in sede di pianificazione del territorio
Sul comportamento dell’amministrazione che omette di provvedere o sospende sine die l’attribuzione di un’utilità richiesta dal privato, allegando di voler in futuro adottare atti di pianificazione o generali per la regolazione della fattispecie
[A] L’obbligo di specifica motivazione, in funzione limitativa del potere discrezionale di cui dispone la p.a. in sede di pianificazione urbanistica, sussiste solo a fronte di situazioni meritevoli di particolare tutela. [B] La potestà immanente di autotutela spettante alla pubblica amministrazione può risolversi nella rivalutazione di elementi pur non nuovi, in quanto in passato sussistenti, eppure non adeguatamente ponderati al momento dell’adozione delle determinazioni revocate. [C] Sulla domanda di liquidazione dell’indennizzo discendente dal ritiro della stipulata convenzione di lottizzazione
Per radicare l’interesse a impugnare uno strumento urbanistico attuativo – a differenza che per l’impugnazione del singolo titolo edilizio – non è sufficiente la mera vicinitas, occorrendo anche la prova di uno specifico e concreto pregiudizio
Sul caso in cui durante la pendenza di un giudizio amministrativo rivolto avverso il diniego di concessione edilizia, sopravvenga un mutamento delle previsioni del piano che fa venir meno l’edificabilità (prima prevista)
Le previsioni del piano regolatore servono a conformare l’edificazione futura e non anche le costruzioni esistenti al momento dell’entrata in vigore del piano o di una sua variante
[A] Il dirigente nella materia urbanistica ha l’obbligo di individuare soluzioni tecniche da offrire al vaglio dell’autorità collegiale competente, o dando attuazione alle scelte di pianificazione ovvero proponendo ipotesi di variante a quelle scelte senza indulgere in valutazioni di specifico interesse pubblico che appartengono alla sfera esclusiva delle attribuzioni dell’organo politico. [B] La predisposizione infrastrutturale si pone a monte delle previsioni operative attuative. [C] La valutazione dei temi della viabilità, e quindi della sufficienza dei collegamenti esterni all’area oggetto di lottizzazione, non è un elemento da sviluppare in occasione dell’approvazione del piano di lottizzazione
Sugli orientamenti giurisprudenziali riguardo all'art. 29 della legge 28 febbraio 1985 n. 47, nella parte in cui comprende l'adozione e l'approvazione di varianti agli strumenti urbanistici finalizzate al recupero urbanistico degli abusi
[A] Un’area, per divenire edificabile deve avere una “vocazione edificatoria”, nel senso che, per le sue oggettive caratteristiche intrinseche, deve apparire economicamente suscettibile di immediata trasformazione. [B] Sulla finalità perequativa e sul rispetto della naturale vocazione edificatoria dell’area. [C] Sulla determinazione degli indici di zona
Sugli strumenti urbanistici impugnabili sin dal momento della loro adozione e sui limiti che l’annullamento della deliberazione di adozione esplica sul successivo provvedimento di approvazione
Sul contrasto dell'intervento oggetto della domanda di permesso di costruire con le previsioni di strumenti urbanistici adottati e sull'articolo 12 del T.U. n. 380/2001
Sulla norma dello strumento urbanistico comunale che prescrive che, in zona omogenea A di piano, l'altezza massima degli edifici di nuova costruzione non può superare la media dell'altezza di quelli preesistenti circostanti
La natura regolamentare delle norme tecniche di attuazione del piano regolatore generale non è di per sé sufficiente a determinarne la caducazione una volta che siano abrogati i precetti di legge dai quali essi traggono origine
[A] Sui limiti alla motivazione che il Comune è tenuto a dare in sede di formazione degli strumenti di pianificazione generale in ordine alle ragioni del superamento degli standard di cui al d.m. 2 aprile 1968 n. 1444. [B] Sul rapporto tra perequazione e vincoli di in edificabilità. [C] Sulla "copertura" normativa alla previsione di strumenti consensuali per il perseguimento di finalità perequative. [D] Negli ultimi anni si registrano talune riflessioni pretorie sul tema della perequazione urbanistica, senz’altro rassicuranti in ordine alla conformità del metodo perequativo ai principi che informano l’ordinamento giuridico. [E] La perequazione non si pone in insanabile contrasto con il principio di zonizzazione del territorio
[A] Sulle destinazioni a parco urbano, a verde urbano, a verde pubblico, verde pubblico attrezzato, parco giochi, e simili. [B] Sulla giurisprudenza riguardo all’istituto della c.d. compensazione edilizia. [C] Il meccanismo di perequazione-compensazione riflette gli sviluppi della scienza urbanistica degli ultimi decenni e trova riscontro – sia pure in maniera differenziata – in diverse leggi regionali e in molteplici esperienze di pianificazione in Italia
[A] Il ritardo nell’adozione di nuove previsioni urbanistiche, per una zona diventata “neutra”, rappresenta comunque una palese violazione delle regole di buona amministrazione. [B] L’art. 23-bis, comma 1, L. n. 241/1990, introdotto dalla L. n. 69/2009, conferma e rafforza la tutela risarcitoria del privato nei confronti dei ritardi dell’azione della P.A. che non inizia o conclude in ritardo il procedimento amministrativo
L’art. 38, 5° comma del D.Lgs n. 267/2000 limita la competenza dei consigli comunali, per il periodo successivo alla pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali, ai soli atti urgenti ed improrogabili, dovendosi escludere che l’atto di adozione di una variante possa rientrare nel novero degli atti urgenti e improrogabili
Sulla destinazione a verde agricolo di una determinata zona del territorio comunale e sulla possibilità o meno di installarvi un impianto di distribuzione di carburante
Non esiste una preclusione assoluta a nuovi interventi di pianificazione urbanistica che vanifichino in tutto o in parte le aspettative edilizie dei privati
Il privato che si ritenga leso da una scelta di piano non favorevole ai suoi interessi in ordine alla destinazione data a una certa area di sua proprietà non può chiedere ragione della scelta amministrativa, in quanto il sistema non tutela la pretesa a una giustificazione analitica delle scelte amministrative fondata sulla violazione del suo affidamento in ordine all'edificabilità di una determinata area
[A] Le Norme Tecniche di Attuazione di uno strumento urbanistico possono essere impugnate soltanto unitamente al provvedimento che ne costituisca la concreta applicazione. [B] Sui casi in cui è possibile emendare lo strumento urbanistico per porre rimedio a un errore materiale
Il proprietario può a buon diritto non costruire un edificio su un terreno edificabile, che potrà ben essere destinato a verde, venendo ad essere il disegno urbanistico inattuato in base alla rinuncia all’esercizio di una facoltà
[A] Qualora vi sia contrasto tra le indicazioni grafiche del P.R.G. e le prescrizioni normative, sono queste ultime a prevalere. [B] Sulla compatibilità o meno tra il piano di recupero e gli incrementi volumetrici
Sulla differente decorrenza dei termini di impugnazione delle disposizioni dirette a regolamentare l'uso del territorio negli aspetti urbanistici ed edilizi, contenute nel piano regolatore, nei piani attuativi o in altro strumento generale individuato dalla normativa regionale, rispetto alle altre regole che più in dettaglio disciplinano l'esercizio dell'attività edificatoria, generalmente contenute nelle norme tecniche di attuazione del piano e nel regolamento edilizio
Eventuali variazioni degli indici di fabbricazione in melius (cioè più favorevoli ai privati proprietari) non possono riguardare aree già utilizzate a fini edificatori
[A] Sul regolamento urbanistico del Comune di Quarrata con il quale sono stabilite le norme per la “attuazione delle aree a pianificazione differita”, attraverso una “procedura competitiva e comparativa” che si snoda attraverso i seguenti passaggi: atto di indirizzo approvato dal Consiglio Comunale che precisa gli obiettivi pubblici da privilegiare con riferimento alla singola procedura, avviso pubblico, presentazione di proposte da parte dei soggetti privati interessati, valutazione delle proposte da parte di una commissione giudicatrice, compilazione di graduatoria di merito, assegnazione fino ad esaurimento della edificabilità prevista dal bando secondo la graduatoria di merito. [B] Sull’art. 2, comma 258, della legge n. 244 del 2007 il quale ha espressamente previsto che “negli strumenti urbanistici sono definiti ambiti la cui trasformazione è subordinata alla cessione gratuita da parte dei proprietari, singoli o in forma consortile, di aree o immobili da destinare a edilizia residenziale sociale, in rapporto al fabbisogno locale e in relazione all’entità e al valore della trasformazione”
Il piano strutturale può contenere prescrizioni specifiche per la definizione dell’assetto insediativo, ovvero previsioni immediatamente precettive e lesive
[A] Una scelta urbanistica, ancorché discrezionale, non potrà tuttavia considerarsi legittima se l'obiettivo concretamente raggiungibile (secondo una previsione ragionevole e attendibile) sarà inevitabilmente diverso (e magari di segno apposto) dall'obiettivo avuto di mira. [B] In materia urbanistica l'interesse pubblico esige che le previsioni di PRG vengano attuate nei modi e nei tempi stabiliti
[A] Lo specifico procedimento di rilascio della concessione per la coltivazione di giacimenti di acque minerali e termali contempla una sorta di “camera di compensazione” di tali interessi pubblici in concorso. [B] Il principio elaborato dalla giurisprudenza sulla non necessità della motivazione per le singole destinazioni di piano vale per la ponderazione degli interessi di privati e, dunque, non è applicabile quando si debba ponderare un concorrente interesse pubblico. [C] La disciplina dettata la zona di rispetto di 200 metri dal punto di captazione delle acque minerali, ex art. 94, comma 6, del D.L.vo 152 del 2006, non preclude la realizzazione di opere viarie
[A] Sulla necessità di conciliare l’affermazione di principio secondo cui la zonizzazione non costituisce, almeno di regola, un’azione realmente ablatoria (come tale indennizzabile), con le ulteriori - ed apparentemente contrastanti - affermazioni, secondo le quali il diritto di proprietà non può essere svuotato di ogni contenuto economico né comunque espropriato “di fatto”. [B] Sull’uso distorto del potere di “zonizzazione”. [C] La “zonizzazione a verde pubblico” non può essere utilizzata per “costringere” il privato proprietario, senza alcun indennizzo, ad asservire il suo terreno ad un regime totalmente pubblicistico (o a comportarsi come se fosse una Pubblica Amministrazione). [D] I “giardini pubblici attrezzati” in assenza di un’azione volta alla effettiva realizzazione dei necessari lavori pubblici sono destinati all’abbandono
Le prescrizioni urbanistiche inattuate e che restano lettera morta, non possono considerarsi azione amministrativa efficace, poiché inidonee per stimolare e promuovere lo sviluppo socio-economico del territorio, che è un obiettivo primario dell’ente locale
Il rigetto delle osservazioni deve essere assistito da una motivazione che sia congrua rispetto agli elementi di fatto e di diritto posti alla base delle osservazioni stesse
[A] Sulla legittimazione a ricorrere per Legambiente Lombardia. [B] Il piano per il governo del territorio previsto dalla L.R. Lombardia n. 12 del 2005 costituisce, nell’intenzione del legislatore regionale, uno strumento urbanistico generale di carattere innovativo, che vorrebbe porsi all’avanguardia anche in ambito nazionale, e quindi promuovere una disciplina della materia più accurata e consona alle esigenze della collettività. [C] Sulla esenzione o meno dal versamento degli oneri concessori per un albergo con annesso spazio per tenere congressi ed esposizioni che offra lavoro, in condizioni appropriate, a soggetti svantaggiati anche in seguito alla stipula di una convenzione con il Comune. [D] Sulla rilevanza o meno ai fini della debenza degli oneri concessori della natura di ONLUS
Sulla procedura competitiva e comparativa introdotta dalle NTA comunali con la quale si subordina la concreta edificabilità dei terreni a presupposti ulteriori rispetto alla realizzazione delle necessarie opere di urbanizzazione o al pagamento degli oneri di urbanizzazione, previsti dalla normativa nazionale e regionale e si fa riferimento a parametri che privilegiano le proposte di realizzare maggiori opere o di cedere volumetria o le offerte economiche in denaro
[A] Sulle funzioni del piano strutturale e del regolamento urbanistico ai sensi della L.R. Toscana n. 1 del 2005. [B] Sulla natura conformativa del vincolo apposto in sede di pianificazione con le invarianti strutturali
La previsione di futuri interventi di pianificazione urbanistica non può giustificare atipiche misure dilatorie o soprassessorie sulle istanze proposte dai privati, al di fuori dei casi tassativamente previsti in tema di misure di salvaguardia
L'inosservanza dell'obbligo di astensione per i consiglieri comunali che si trovino in posizione di incompatibilità non invalida “in toto” lo strumento urbanistico oggetto della delibera consiliare, ma ne vizia le parti direttamente collegate agli interessi degli amministratori che abbiano illegittimamente concorso alla sua adozione
Il sistema amministrativo non tutela la pretesa del privato ad una giustificazione analitica delle scelte amministrative, giustificata dalla violazione dell'affidamento sull'edificabilità di una certa area
Le varianti ai piani regolatori generali possono essere distinte, in relazione alla loro funzione ed estensione, in varianti generali, normative e specifiche
Nel caso in cui la Regione, in sede di approvazione del piano, introduca modifiche “facoltative”, ossia “non implicanti innovazioni sostanziali”, non sussiste l’obbligo di ripubblicazione del piano medesimo da parte del comune
[A] L'approvazione del progetto in forza dell'art. 3, co. 7° del d.lg. n. 190 del 2002 comporta l’”automatica variazione degli strumenti urbanistici vigenti ed adottati”, sicché la successiva variante comunale al piano regolatore per il territorio interessato dalla realizzazione delle opere è confermativa di un effetto giuridico già prodotto ex lege. [B] La destinazione a zona agricola può essere utilizzata a salvaguardia del paesaggio o dell'ambiente e non presuppone necessariamente che l'area stessa venga utilizzata per colture tipiche
Sulla sussistenza o meno di un obbligo di ripubblicazione dello strumento urbanistico adottato in dipendenza proprio dell’accoglimento di osservazioni presentate, o anche per effetto di modifiche introdotte a seguito di espressa richiesta rappresentata dalla Regione in sede di approvazione
[A] Sulla modificazione dello strumento urbanistico a breve intervallo di tempo dalle precedenti determinazioni in materia che trovi la propria giustificazione in un mutamento di maggioranza politica. [B] Sulla decisione di diminuire le volumetrie e di accrescere gli standards
[A] Sulla necessità o meno di una delibera di conferimento dell’incarico dell’organo collegiale dell’ente pubblico per la valida conclusione di un contratto d’opera professionale [B] Sulla configurabilità o meno di un ingiustificato arricchimento della P.A. in sede di giudizio arbitrale, nel caso in cui siano stati approvati strumenti urbanistici sulla base dei progetti di massima non pagati
Sull’ipotesi in cui l'amministrazione intenda revocare una variante al piano regolatore generale, adottata anche nell'interesse di un soggetto privato che l'aveva richiesta
[A] Sul significato dell’aggettivo “lenticolare” introdotto nella materia di conformazione del territorio per la prima volta delle Sezioni Unite della Cassazione con la sentenza 23.4.2001 n. 173. [B] Dove finisce la lenticolarità e comincia la conformazione del territorio?
Sulla possibilità o meno che il parere del genio civile previsto dall’art. 13 l. n. 64/1974, possa essere reso prima dell’adozione definitiva dello strumento urbanistico da parte dell’organo competente
[A] È possibile l’unificazione di un livello progettuale con quello successivo ed, in particolare, del progetto preliminare e di quello definitivo. [B] Sulla natura espropriativa o meno del vincolo di inedificabilità relativo alla “fascia di rispetto stradale”. [C] Sulla discrasia tra la parte normativa del piano regolatore e quella grafica
Sui casi in cui a seguito dell’accoglimento delle osservazioni dei privati allo strumento urbanistico adottato occorre procedere alla ripubblicazione del piano
[A] La tipizzazione delle aree che, a scopo “preventivo”, introduca vincoli veri e propri di natura architettonica e/o paesaggistica e precluda qualsiasi intervento che vada al di là della manutenzione o del restauro e risanamento conservativo, finirebbe per lasciare al gusto, e magari anche alle stravaganze, dei singoli pianificatori la possibilità di imporre limitazioni anche pesantissime alla proprietà privata. [B] La decisione di qualificare un bene come bene architettonico o paesaggistico, non può essere adottata in sede di strumento urbanistico generale
La decisione di qualificare un bene come bene architettonico o paesaggistico, non può essere adottata in sede di strumento urbanistico generale, ma solo nelle competenti sedi individuate legislativamente
La classificazione di un’area ad uso agricolo non deve rispondere necessariamente all’esigenza di promuovere l’insediamento di specifiche attività agricole
Le variazioni di destinazione urbanistica non richiedono particolare motivazione neanche quando sono peggiorative rispetto alla classificazione precedente
[A] L’elaborazione preparatoria del piano urbanistico è inidonea a radicare uno specifico affidamento riguardo alla destinazione finale delle aree considerate. [B] La posizione al confine della zona urbanizzata non può giustificare per ciò solo la estensione della edificazione
Sullo strumento urbanistico che prevede ambiti nei quali la trasformazione è subordinata alla cessione gratuita di immobili da parte dei proprietari all’ente pubblico (nella specie il 10% della SUL recuperata) da destinare ad edilizia residenziale pubblica
L’omessa impugnazione della deliberazione approvativa della variante di un piano regolatore generale non determina l’improcedibilità del ricorso proposto contro la delibera comunale di adozione
Sulla corretta interpretazione dell’art. 9, comma 1, lettera b), del D.P.R. 380 del 2001, recante la disciplina degli interventi edilizi a destinazione produttiva al di fuori dei centri abitati in caso di assenza di pianificazione urbanistica
Sulla scelta pianificatoria con la quale il Comune decide di privare di edificabilità un comparto costituito da terreni pianeggianti, incolti, a margine di una zona già edificata e completamente urbanizzata, servita dalla pubblica via e dall’insieme dei servizi e sottoservizi necessari per l’insediamento residenziale
In sede di approvazione dello strumento urbanistico generale non possono essere definiti nuovi vincoli di natura architettonica o paesaggistica, né la tipizzazione di un suolo può dipendere dalla definizione di siffatti vincoli
La destinazione a verde agricolo di un'area può legittimamente anche essere preordinata ad un uso non strettamente agricolo, ma alla finalità di conservazione dei valori naturalistici ed ambientali e di contenimento del fenomeno di espansione dell'aggregato urbano
Le misure di salvaguardia devono ritenersi operative sin dal momento in cui l’organo deliberativo dell’ente locale ha manifestato la propria volontà sull’adozione del piano, quand’anche la relativa deliberazione non sia ancora esecutiva
Il piano strutturale previsto dalla legge regionale toscana è atto di pianificazione generale con prevalenti funzioni di indirizzo e di programma (cfr. art. 24 L.R. n. 5 del 1995 indi art. 53 L.R. n.1 del 2005) e dunque caratterizzato nella sua formazione da un alto tasso di discrezionalità amministrativa
La disciplina sulla formazione degli strumenti urbanistici pertiene al governo del territorio e pertanto, il superamento dei termini del procedimento, consente di richiedere la nomina d’un commissario ad acta
[A] È sindacabile la scelta di dare ad un terreno la destinazione in totale contrasto con la oggettiva situazione dei luoghi circostanti. [B] Sul valore delle osservazioni promosse da parte dei privati agli strumenti urbanistici in via di approvazione
Per quanto riguarda i piani urbanistici la rilevanza del conflitto di interessi è stata però ridimensionata dall’art. 78 commi 2 e 4 del Dlgs. 267/2000
L’attribuzione di una destinazione agricola ad un determinato terreno è volta non tanto e non solo a garantire il suo effettivo utilizzo a scopi agricoli, quanto piuttosto a preservarne le caratteristiche attuali di zona di salvaguardia da ogni possibile nuova edificazione
[A] Sulla possibilità o meno di realizzare parcheggi nei sagrati delle chiese. [B] Il concetto urbanistico di attrezzatura religiosa è molto più ampio del concetto civilistico di luogo di culto
L’interesse al ricorso, in materia di impugnazione degli atti di pianificazione, non può essere provato solo con la situazione dello stabile collegamento con la zona interessata dalle opere, ossia con la vicinitas, ma anche attraverso la dimostrazione del pregiudizio effettivo o anche potenziale
[A] Lo studio medico di medicina generale, anche quando gestito in forma associata, non muta per ciò solo la sua natura giuridica ai fini del regime autorizzatorio sul piano sia sanitario sia urbanistico. [B] Gli studi medici di medicina generale, poiché destinati allo svolgimento di un servizio pubblico, sono sottoposti all’obbligo di eliminazione delle barriere architettoniche
[A] La destinazione urbanistica a “spazi di verde attrezzato” ed a “aree verdi di quartiere” configura un vincolo di carattere espropriativo. [B] Contrasta con i tanto invocati principi di perequazione urbanistica far gravare sui singoli proprietari delle aree vincolate a “verde pubblico” in sede di pianificazione il sacrificio connesso al reperimento degli spazi pubblici destinati a soddisfare le dotazioni di quartiere
[A] Sulla sostanziale differenza tra i c.d. “comparti edificatori” previsti fin dal 1942, per finalità a loro proprie, ed i “comparti perequativi” di più recente origine e con diversa finalità. [B] Sui comparti disciplinati dall’art.15 della L.R. Puglia n. 6 del 1979
[A] Non convince l'affermazione secondo cui il vincolo ex D.Lgs. n. 42/2004 avrebbe maggior valore rispetto alle invarianti strutturali di rilevante valore paesaggistico individuate dagli strumenti di pianificazione del territorio (PTC e PS). [B] Sull’art. 41 della L.R. n. 1/2005 che disciplina la "Costruzione di nuovi edifici rurali" e distingue tra nuovi edifici ad uso abitativo e nuovi annessi agricoli. [C] L'Amministrazione comunale non ha titolo per subordinare l'edificazione degli annessi a criteri e condizioni diversi da quelli previsti dal citato art. 41 e dal Regolamento attuativo n. 5/2007
[A] Nel caso di sopravvenuta variante al piano regolatore la quale renda conforme allo strumento urbanistico una costruzione che prima non lo era, tanto che la relativa concessione edilizia era stata annullata dal giudice amministrativo, è possibile chiedere una nuova concessione. [B] Sull’art. 38 del D.P.R. 380 del 2001 riguardo agli effetti dell’annullamento del permesso di costruire
Sulla norma dello strumento urbanistico che consente la ricostruzione dell'edificio diruto che risulti da atti pubblici o da adeguata documentazione probante essere stato esistente
Sull’art. 78, comma 2 del TUEL secondo cui “Gli amministratori di cui all'art. 77, comma 2, devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado”
Una volta scaduti i vincoli espropriativi di piano regolatore il Comune deve procedere a ridisciplinare l’area rimasta priva di normazione urbanistica, rimuovendo per tali “zone bianche” i gravosi standard di sostanziale inedificabilità
Sulla disciplina transitoria dell’iter di formazione del Piano Regolatore Generale derivante dalla L.R. Lazio n. 38 del 1999, siccome modificata dalla L.R. 28 aprile 2006, n. 4, che contempla un peculiare percorso procedurale
L’adozione di una variante al piano urbanistico comunale è soggetta all’onere della comunicazione laddove concerna l'esecuzione di una precisa opera pubblica su di un'area ben individuata
In sede di pianificazione urbanistica sono consentite sia la ricognizione di vincoli imposti in virtù di leggi speciali, sia la costituzione di vincoli autonomi per la tutela di valori ambientali e paesaggistici
[A] Deve ormai reputarsi superata la tradizionale impostazione secondo cui le osservazioni presentate durante la formazione degli strumenti urbanistici costituiscono meri apporti collaborativi funzionali all’individuazione delle scelte più confacenti all’interesse pubblico generale. [B] Il consolidato principio secondo cui la riapertura del procedimento alla partecipazione dei privati può aversi esclusivamente nei casi di mutamenti delle caratteristiche e dei criteri informatori essenziali del Piano risulta non più conforme all’attuale stato della disciplina urbanistica nazionale e regionale
Sulla sussistenza o meno di un interesse qualificato a ricorrere da parte del proprietario di un immobile, non direttamente interessato dalle prescrizioni di una variante di uno strumento urbanistico, quando la nuova destinazione urbanistica dell'area altrui incida, in qualche misura, sul godimento o sul valore di mercato del bene di sua proprietà
[A] L'esistenza di fabbricati, anche di recente costruzione, non può essere considerata di ostacolo all'introduzione di destinazioni urbanistiche difformi da quelle previgenti. [B] Sull’ammissibilità o meno dell’approvazione del Piano Regolatore con lo stralcio, con o senza raccomandazioni
[A] Sul termine di impugnazione di una variante specifica allo strumento urbanistico che incide in modo diretto e immediato sui soggetti destinatari della previsione. [B] Solo per i progetti sottoposti a VIA vi è l’obbligo di allestire la documentazione di impatto acustico
Sull’art. 32, comma 4, della legge n. 383/2000 per il quale “la sede delle associazioni di promozione sociale ed i locali nei quali si svolgono le relative attività sono compatibili con tutte le destinazioni d’uso"
[A] I principi evincibili dall’art. 7 L. 1150/42 e dal D.M. 1444/68 impongono nella pianificazione territoriale di ripartire il territorio in zone territoriali omogenee dal punto di vista architettonico e funzionale. [B] Sulla compatibilità o meno della pianificazione perequativa con il c.d, zoning ai sensi dell’art. 7 della L. 1150/42. [C] Sui piani regolatori perequativi di Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Cesena, Torino, Padova, La Spezia, Vigevano. [D] La perequazione non pare potersi adottare se non laddove si debba dare corso ad una trasformazione urbana. [E] La zonizzazione continua ad essere uno dei principi cardine della pianificazione. [F] Alla legislazione nazionale la perequazione urbanistica é sconosciuta. [G] Il c.d. comparto edificatorio, così come disciplinato dal legislatore del 1942, non presuppone però, necessariamente, una perequazione interna. [H] Sui programmi pluriennali di attuazione. [I] L’istituto del Comparto viene confermato anche dal Testo Unico sulle Espropriazioni. [L] Sulla differenza tra il comparto edificatorio ed il comparto perequativo
[A] Sui caratteri che distinguono i vincoli urbanistici conformativi da quelli espropriativi. [B] Sulla destinazione urbanistica a “verde attrezzato” che consente la costruzione di un chiostro e di attrezzature per il gioco libero. [C] Sulla scelta di superare la misura normativa minima per le dotazioni per spazi pubblici e destinati ad attività collettive da parte del Comune di Forte dei Marmi
Sulla discrezionalità di cui dispone all’Amministrazione nell’approvazione di un nuovo strumento urbanistico e sui casi in cui deve invece motivare in ordine alle scelte effettuate
Sulla discrezionalità di cui dispone all’Amministrazione nell’approvazione di un nuovo strumento urbanistico e sui casi in cui deve invece motivare in ordine alle scelte effettuate
Sulla norma dello strumento urbanistico che a fronte dell’incremento della capacità edificatoria concesso ad una determinata area, impone a carico del proprietario della stessa l’obbligo di cedere al patrimonio comunale un’altra area di sua proprietà al fine di consentire ad altri soggetti di avvalersi dei diritti edificatori generati da detta seconda area, onde poter intraprendere un’iniziativa di edificazione
Una deliberazione di adozione di uno strumento urbanistico comincia a espletare gli effetti che le sono propri, salvaguardia inclusa, solo a partire dal momento di acquisizione dell’esecutività
Sulla legittimità o meno della norma contenuta nello strumento urbanistico che introduce un contributo straordinario a titolo di maggiorazione rispetto agli oneri concessori previsti per legge
La semplice classificazione di una porzione del territorio come Zona F, destinata ad accogliere “impianti sportivi”, non è di per sé preclusiva dell’attività privata volta alla creazione di impianti sportivi “privati”
[A] Sulla nozione di le “attrezzature di interesse generale”. [B] Sulla previsione del Piano Regolatore Generale che esclude l’intervento edificatorio diretto con riferimento alle tipologie maggiormente incisive sull’assetto del territorio
Sull'esistenza di fabbricati di recente costruzione e sulla possibilità o meno di introdurre destinazioni urbanistiche difformi da quelle previgenti sulle corrispondenti aree di sedime
Sull'analisi di compatibilità urbanistica di una una sala di compianto ove accogliere il feretro che ha, da un lato, un valore prettamente sociale e religioso, essendo destinata a consentire, oltre il periodo di necessaria osservazione, la manifestazione di cordoglio e di estremo saluto, anche alla luce dell'art. 14 del D.P.R. n. 285/1990
Sulle eccezioni al principio secondo il quale i Comuni in sede di pianificazione urbanistica generale non possono porre vincoli assoluti di mantenimento della destinazione d’uso turistico - ricettiva su singoli edifici
[A] Le scelte effettuate dall’amministrazione, in sede di adozione di uno strumento urbanistico costituiscono apprezzamenti di merito sottratti al sindacato di legittimità. [B] La concessione edilizia consiste in un provvedimento vincolato
Le Amministrazioni nella redazione degli strumenti urbanistici non sono libere di fissare per il computo del volume criteri del tutto avulsi da una base reale
La destinazione a zona agricola di un'area, salva la previsione di particolari vincoli ambientali o paesistici, non impone un obbligo specifico di utilizzazione effettiva in tal senso
[A] Non convince l'affermazione secondo cui il vincolo ex D.Lgs. n. 42/2004 avrebbe maggior valore rispetto alle invarianti strutturali di rilevante valore paesaggistico individuate dagli strumenti di pianificazione del territorio. [B] Sull’art. 41 della L.R. n. 1/2005 il quale disciplina la “Costruzione di nuovi edifici rurali” e distingue tra nuovi edifici ad uso abitativo e nuovi annessi agricoli
La circostanza che determinati beni siano stati ritenuti, per il loro pregio culturale, meritevoli di riconoscimento e tutela sulla base delle procedure stabilite dalla normativa statale non esclude che gli enti esponenziali delle comunità locali possano individuare ulteriori beni ritenuti di particolare pregio
[A] Sulla voltura della concessione edilizia e sugli effetti riguardo alle parti ed ai nuovi strumenti urbanistici nel frattempo entrati in vigore. [B] Sui diversi effetti del nuovo strumento urbanistico soltanto adottato, rispetto al piano approvato, nei confronti dei titoli edilizi già emessi
L’art. 128 del D. lgs. 12.4.2006, n. 163 non subordina affatto il potere di pianificazione alla previa compilazione dell’elenco annuale dei lavori e all’indicazione dei relativi mezzi finanziari
Il piano attuativo contiene la sistemazione urbanistica di massima del comparto; la progettazione esecutiva sarà poi redatta per i singoli lotti ai fini del rilascio del permesso di costruire
[A] Sulle molteplici opere non agricole che possono comunque essere realizzate nei terreni con destinazione agricola. [B] Sulla realizzazione di un invaso idrico in zona agricola
La delibera di approvazione di un progetto definitivo di un’opera pubblica o di pubblica utilità ovvero anche l’atto di programmazione di opere pubbliche non può valere quale variante allo strumento urbanistico
L’annullamento di una variante al piano regolatore implica, in virtù del suo effetto retroattivo, la riviviscenza della previsione urbanistica previgente
Le disposizioni dell'art. 22 L.R. Sicilia 27 dicembre 1978 n. 71 rendono possibile l'inserimento di impianti industriali e manufatti artigianali nel verde agricolo
[A] Sull’interpretazione autentica delle prescrizioni del piano regolatore generale da parte del Consiglio Comunale e sulla necessità o meno di ripercorrere la stessa procedura di formazione dello strumento urbanistico. [B] Sul principio del contrarius actus per l’annullamento della concessione edilizia
[A] Sulle destinazioni ammesse relativamente alle zone F laddove non sia diversamente specificato. [B] Sulla categoria logico-giuridica delle “opere di interesse generale” prevista dal D.M. 2.4.1968 n. 1444
A seguito dell’entrata in vigore della legge del n. 1150 del 1942, il regolamento edilizio, laddove prevedeva la previa autorizzazione del Podestà per la realizzazione degli interventi edilizi in tutto il territorio comunale, deve ritenersi abrogato
[A] Sui casi in cui per l’adozione di una variante urbanistica è necessario l’avviso di avvio del procedimento. [B] Le scelte operate dall’Amministrazione in sede di pianificazione urbanistica sono connotate da amplissima discrezionalità salvo che non siano inficiate da travisamento dei fatti in relazione alle esigenze che si intendono in concreto soddisfare
[A] Nel caso di annullamento del diniego di concessione edilizia, trova applicazione la normativa urbanistica vigente al momento della notificazione della sentenza. [B] Sul principio secondo il quale l’amministrazione è tenuta a valutare la possibilità di una deroga agli strumenti urbanistici sopravvenuti al fine di soddisfare l’interesse sostanziale del ricorrente riconosciuto dal giudicato
Sulla destinazione di una determinata area del territorio a zona agricola, indipendentemente dalla reale e possibile utilizzazione agraria, nonostante l’attiguità con l’attigua area edificabile e nonostante il terreno sia troppo piccolo per poter essere coltivato
La procedura della votazione separata e frazionata delle tavole di zonizzazione costituenti la variante generale adottata risponde alle previsioni dell’art. 78 D.Lgs. n. 267/2000 e appare un metodo corretto per procedere all’adozione di strumenti urbanistici generali in comuni di limitate dimensioni
[A] Sul ricorso concernente il verbale di accertamento dell’inottemperanza alla precedente ingiunzione di demolizione di opere edilizie abusive, redatto dal personale della Polizia Municipale. [B] Sull’ammissibilità o meno della realizzazione di una discarica in zona agricola
Sull’art. 6 della l. reg. Veneto n. 11 del 2004 “Accordi tra soggetti pubblici e privati” il quale prevede che i comuni, le province e la Regione possono concludere accordi con soggetti privati per assumere nella pianificazione proposte di progetti ed iniziative di rilevante interesse pubblico
Sulla legittimità o meno di una votazione frazionata dello strumento urbanistico laddove alcuni consiglieri comunali versino in una condizione di conflitto d’interesse
Sull’art. 9, comma 1, del T.U. sull’edilizia il quale alla lettera b) prevede che nei comuni sprovvisti di strumenti urbanistici per gli interventi a destinazione produttiva “la superficie coperta non può comunque superare un decimo dell’area di proprietà”
Le indicazioni grafiche contenute nelle planimetrie di uno strumento urbanistico generale hanno carattere precettivo e rappresentano un modo di per sé valido ed efficace di imporre vincoli e destinazioni di zone in sede di programmazione urbanistica
[A] Sulla decorrenza dei termini di impugnazione del piano regolatore adottato. [B] Sull’ampia discrezionalità di cui può disporre l’amministrazione nell’attribuire la destinazione a verde agricolo ad un'area
[A] Sui diversi termini di impugnazione delle prescrizioni che in via immediata stabiliscono le potenzialità edificatorie della porzione di territorio interessata rispetto alle altre regole che più in dettaglio disciplinano l'esercizio dell'attività edificatoria, generalmente contenute nelle norme tecniche di attuazione del piano o nel regolamento edilizio. [B] Sulla residua efficacia del piano attuativo decaduto per decorso del termine decennale
[A] La destinazione data con lo strumento urbanistico a un’area o a una zona del territorio comunale e le connesse valutazioni dell'Amministrazione non necessitano di apposita motivazione. [B] Il vincolo idrogeologico e forestale disciplinato dal regio decreto n. 3267/23 non comporta l’inedificabilità assoluta
[A] Sulla differenza, ai fini della decorrenza del termine di impugnazione, tra le prescrizioni che in via immediata stabiliscono le potenzialità edificatorie della porzione di territorio interessata, dalle altre regole che più in dettaglio disciplinano l’esercizio dell’attività edificatoria, generalmente contenute nelle norme tecniche di attuazione del piano o nel regolamento edilizio. [B] Sui principi stabiliti dal Consiglio di Stato riguardo alle prescrizioni di piano e di regolamento che si traducono in limiti alla localizzazione e allo sviluppo della rete di telefonia mobile
[A] L’approvazione dà vita ad un piano regolatore formalmente e sostanzialmente nuovo rispetto al piano adottato. [B] Sull’adozione di un piano regolatore, impugnata dal proprietario di terreni ai quali toglie l’edificabilità prevista nel precedente programma di fabbricazione, in quanto alla seduta del Consiglio comunale avevano partecipato consiglieri proprietari di terreni sui quali tale edificabilità veniva trasferita
È legittima l’approvazione di un piano di lottizzazione conforme al P.R.G., allorché sia ancora in fase di progettazione ma non adottata la variante dello strumento urbanistico che ipotizza una nuova e differente pianificazione
Sulla procedura semplificata di perfezionamento del nuovo strumento di pianificazione urbanistica, tramite accordi, prevista dall’art. 39, comma 3 della L.R. n. 5 del 1995 e disciplinata dall’art. 36 della Legge n. 5 del 1995
La procedura di pubblicazione degli strumenti di piano di cui alla legge n. 1150 del 1942, se da un lato attribuisce al cittadino qualcosa in meno rispetto all’accesso di cui alla l. 241 del 1990, dall’altro garantisce qualcosa in più rispetto alla procedura prevista dalla legge generale sul procedimento amministrativo
Il semplice avvio del procedimento di revisione del piano regolatore generale non costituisce adempimento da parte del comune dell’obbligo di attribuire la riqualificazione urbanistica alla zona rimasta priva di specifica disciplina
Le indicazioni grafiche contenute nelle planimetrie di uno strumento urbanistico hanno carattere precettivo e rappresentano un modo di per sé valido ed efficace di imporre vincoli e destinazioni di zona
Sul caso in cui venga accolta l'osservazione al piano adottato presentata da soggetti diversi dai proprietari dell'area sulla cui disciplina urbanistica la modifica ha inciso e sugli oneri procedimentali che gravano sull’Amministrazione
[A] Sull’impossibilità di interloquire con l'Amministrazione da parte dei soggetti che subiscono gli effetti delle modifiche apportate al piano adottato dopo la fase delle osservazioni. [B] Sulla tradizionale impostazione secondo cui le osservazioni presentate durante la formazione degli strumenti urbanistici costituiscono meri apporti collaborativi
Sulla destinazione di zona ad aree per attrezzature di interesse comune – aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, aree per parcheggi
Sul caso in cui l’amministrazione proceda a modificare il piano adottato, accogliendo osservazioni che incidono sulla proprietà di terzi, e sulla necessità o meno di una sua ripubblicazione
In zona agricola non possono essere assentite costruzioni destinate ad uso residenziale non congiunto alla necessità di una migliore conduzione dell’azienda agricola
[A] Sul piano strutturale comunale che appronti per le strade extraurbane, con caratteristiche di tracciato storico, un regime di tutela di un’area aperta senza che vi siano impedimenti alla percorribilità delle stesse. [B] Sulla norma che imponga di mantenere aperti i tracciati extraurbani anche se di proprietà privata e sui quali non insiste alcuna servitù di pubblico passaggio. [C] Sulla possibilità o meno da parte del Comune di introdurre prescrizioni urbanistiche ai fini di protezione paesaggistico-ambientale anche indipendentemente da specifiche normative di settore
[A] Sulla necessità o meno di ripubblicare il piano a fronte di una modifica di destinazione, riguardante un’area specifica e ristretta, che, variando la previsione iniziale di edificabilità, restituisca all’area il carattere di in edificabilità. [B] Il PTCP, come strumento di tutela ambientale sovraordinato, pone un limite minimo negativo alla discrezionalità programmatoria del comune
[A] Sul piano regolatore che impone l’approvazione di un piano attuativo per l’edificazione in Zona B. [B] Sull’onere di immediata impugnazione di determinate disposizioni delle norme tecniche di attuazione
Sull’immediata impugnabilità nelle norme tecniche di attuazione del piano regolatore generale comunale contestualmente all’atto applicativo delle stesse
Nel governo del territorio occorre tener conto non soltanto dei beni culturali identificati secondo la normativa statale, ma eventualmente anche di altri, purché si trovino a far parte di un territorio avente una propria conformazione e una propria storia
[A] Il termine per impugnare il regolamento urbanistico, approvato ai sensi della L.R. Toscana, decorre dalla pubblicazione del medesimo sul BURT. [B] Sui casi in cui nella doppia fase di adozione e approvazione occorre procedere alla ripubblicazione dello strumento urbanistico
Ai sensi della l.r. toscana n. 1 del 2005 il Piano Strutturale non contiene localizzazioni, bensì definizioni di compatibilità e di ammissibilità degli interventi riferiti alla sostenibilità strategica del Piano
Avv. Federico Gualandi. L’applicazione delle misure di salvaguardia nel passaggio dal PRG alla nuova pianificazione “triparita” (PSC, POC e RUE) prevista dalla L.R. 20/2000 in Emilia – Romagna: possibili interpretazioni e questioni di costituzionalità
[A] Con la legge regionale toscana n. 1 del 2005 è stato superato il modello c.d. cogestionale, connotato dal ruolo codecisionale di regione e comune nell’approvazione del piano regolatore. [B] Sul superamento del principio del piano regolatore quale atto complesso ineguale. [C] Sulla scomparsa del rapporto gerarchico tra i piani ad opera della l.r. toscana n. 1 del 2005. [D] Nessuna norma espressa attribuisce ai Comuni il potere di pianificare il settore delle cave
Sulla sussistenza o meno di un obbligo a carico dell’amministrazione di prendere in esame le osservazioni allo strumento urbanistico tardivamente pervenute
Sull’obbligo di astensione ex. art. 78 comma 2 T.U. Enti locali, laddove sancisce che "Gli amministratori devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado”, con particolare riferimento all’adozione degli strumenti urbanistici dei piccoli comuni
[A] Sulla decorrenza del termine di impugnazione di una variante con una efficacia soggettivamente molto ristretta, quasi “ad personam. [B] Sulla natura conformativa o meno dei vincoli urbanistici per parcheggi pubblici, strade e spazi pubblici, spazi pubblici attrezzati, parco urbano, attrezzature pubbliche per l’istruzione
[A] Sul criterio della SUL previsto dal regolamento di attuazione della L.R. toscana n. 1 del 2005 ai fini di un’omogenea elaborazione dei piani strutturali. [B] Sulla variante al regolamento urbanistico, con la quale l’amministrazione comunale ha disposto una parziale variazione della disciplina dei “comparti di trasformazione urbanistica” sostituendo il criterio delle volumetrie esistenti con quello della superficie utile lorda "SUL"
Sul regime di salvaguardia di cui all’art. 39 della legge regionale Toscana n. 5 del 1995, norma espressamente fatta salva dall’art. 200 della successiva legge regionale n. 1 del 2005
Sulla configurabilità nell'ordinamento della generale figura dello “stralcio”, quale strumento alternativo alla non approvazione dello strumento urbanistico e sui particolari aspetti che riguardano la legislazione regionale delle Marche
Sulle caratteristiche strutturali oggettive che deve possedere una zona abitata come “A” quale presupposto della sua normazione urbanistica come “centro storico”
Sulle modifiche obbligatorie, necessitate o vincolate introdotte in sede di approvazione del piano regolatore, sulle modifiche obbligatorie e facoltative e sui casi in cui si rende necessaria la ripubblicazione del piano ai sensi dell’art. 10 della legge 1150 del 1942
Il rilascio della concessione edilizia non è ex sé circostanza idonea ad impedire all'ente locale di attribuire in sede di variante al piano regolatore generale una diversa destinazione urbanistica all'area interessata
Sui casi in cui occorre una particolare motivazione per l’approvazione di una variante che conferisce nuova destinazione ad aree che risultano già urbanisticamente classificate
Le zone “F", non costituiscono un corpo separato rispetto alle zone A, B, C, D, alla cui destinazione edificatoria sono funzionali, ma concorrono a determinare l'indice edilizio territoriale della zona di cui si tratta
[A] La destinazione a zona agricola di una determinata area non presuppone necessariamente che essa sia utilizzata per culture tipiche o possegga le caratteristiche per un simile utilizzazione. [B] Sui casi in cui occorre una più puntuale motivazione delle scelte urbanistiche
Il rigetto delle osservazioni deve essere assistito da una motivazione che sia congrua rispetto agli elementi di fatto e di diritto posti alla base delle osservazioni stesse
Sulla distinzione che occorre fare tra la pubblicazione dell’atto di adozione del piano regolatore e l'approvazione dello stesso, ai fini della decorrenza del termine di impugnazione
Sul valore della decisione assunta dalla conferenza di servizi e sulla possibilità o meno che questa possa comportare variante agli strumenti urbanistici vigenti
Sulla sussistenza o meno di un particolare obbligo di motivazione laddove l’amministrazione realizzi un mutamento della destinazione urbanistica mediante l'attribuzione della destinazione agricola ad un’area prima edificabile
[A] Sulle disposizioni del documento di piano approvato dal Comune ai sensi della legge regionale Lombardia n. 20 del 2005 laddove abbiano un effetto diretto sul regime giuridico del suolo. [B] Sull’approvazione di un determinato atto di pianificazione territoriale e sulla possibilità o meno per l’Amministrazione di dare allo stesso una interpretazione autentica
[A] E’ del tutto inappropriato prevedere nel contesto turistico del Comune di Cortina d’Ampezzo un insediamento a carattere popolare con l’evidente fine di ricercare consensi politici e con possibili risvolti speculativi. [B] E’ illegittima la scelta compiuta dall’ente comunale di non individuare mai le zone edificabili in terreni di proprietà privata ma esclusivamente in aree di proprietà comunale
L’applicazione agli interventi a destinazione produttiva ricadenti fuori dal centro abitato dell’indice di copertura pari a un decimo dell’area di proprietà non può riguardare le iniziative artigianali non giuridicamente residenziali ma strettamente connesse con le residenze
Le leggi regionali della Puglia n. 56/1980 e n. 20/2001 rappresentano, come altre leggi regionali dello stesso periodo, un nuovo modello di pianificazione urbanistica, tanto da far considerare un’eccezione la variante al piano
È illegittima una norma del regolamento locale di igiene che vieta su tutto il territorio comunale l’insediamento di concerie e attività connesse con la lavorazione della pelle
Sulla necessità o meno di adeguata motivazione laddove in sede di pianificazione urbanistica venga attribuita destinazione agricola ad un’area limitata interclusa tra fondi edificati
Le disposizioni della legge regionale della Lombardia in materia di edificazione in zone agricole sono immediatamente prevalenti sugli strumenti urbanistici comunali
Se l'Amministrazione provvede a modificare il piano adottato, accogliendo osservazioni che incidono sulla proprietà di terzi, è tenuta a fornire ad essi idonea comunicazione
Sulla possibilità o meno di insediare in zona agricola un’attività di depositeria giudiziaria di veicoli in difetto di espressa previsione da parte dello strumento urbanistico
[A] Fattispecie relativa all’insediamento dello stabilimento Laika Caravans S.p.A. nel comune di San Casciano in Val di Pesa. [B] Sulla sussistenza o meno della legittimazione a ricorrere delle associazioni ambientali avverso atti di pianificazione urbanistica in seguito all’entrata in vigore della l.r. Toscana n. 1 del 2005. [B] Sulla procedura di variante al PTC. [C] Sulla valutazione degli effetti ambientali prima dell’entrata in vigore del regolamento attuativo della legge regionale toscana
La destinazione impressa ad una certa zona riguarda le sole quote di soprassuolo e, normalmente, sono irrilevanti sotto il profilo urbanistico quelle di sottosuolo
[A] L’art. 28 l.r. Marche n. 34/92 contiene una disciplina organica, esauriente e dettagliata dell’ambito del potere di modifica d’ufficio dei piani regolatori generali da parte delle Province. [B] E’ illegittima, ai sensi della l.r. una prescrizione introdotta dalla Provincia giustificata da esigenze di tutela ambientale
È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 40 della ex L.R. 16 gennaio 1995, n. 5, nella parte in cui consente al Comune di approvare esso stesso le varianti agli strumenti urbanistici generali
Sulla legittimità o meno della norma di piano con la quale si prevede che rimangano applicabili le norme del piano previgente alle pratiche edilizie per cui, alla data di adozione del piano nuovo, sia intervenuto parere favorevole della Commissione edilizia
Sulla compatibilità o meno della destinazione di zona agricola con la realizzazione di impianti a rete di urbanizzazione primaria, quali cavidotti, condutture del gas, elettrodotti, impianti di telefonia, anche mobile, reti fognarie, etc
Sulle modifiche legittimamente apportabili dalla Regione Siciliana in sede di approvazione del piano regolatore comunale ai sensi dell’art. 4 della L.R. n. 71/1978 e dell’art. 3 della L. n. 765/1967
Ai sensi della legge regionale Marche la Provincia ha il compito di accertare ed imporre la conformità degli strumenti urbanistici comunali e delle loro varianti non solo alla normativa vigente ma anche ai piani sovracomunali
[A] Sulla possibilità o meno di insediare una casa di riposo per anziani in zona D, anche se in quanto struttura di interesse generale dovrebbe ricadere in zona F. [B] Sulla distinzione operata dalla L.R. Puglia n. 19/2006 tra “casa di riposo” e “residenza protetta”
Sull’autonomia o meno tra gli atti di adozione e approvazione di una variante urbanistica e sulla possibilità o meno di censurarli autonomamente senza che l’omessa impugnazione del primo comporti preclusione del diritto a dolersi del piano approvato
[A] Sulla possibilità o meno di interpretare il piano regolatore in base ad altre fonti - ad esempio l’archivio dell’Ufficio Tecnico - ovvero di far valere oggi, a piano approvato, eventuali errori materiali o di scelta compiuti dall’estensore. [B] Sulla generale sussistenza o meno del pubblico interesse ad annullare un permesso di costruire illegittimo quando la costruzione si trovi ancora allo stato iniziale
Ai proprietari di immobili, posti in area diversa da quella direttamente incisa da previsioni urbanistiche, non può negarsi l’interesse all’impugnazione della variante al piano regolatore
Dott. Francesco Barchielli. Esercizio dei poteri di deroga al regolamento urbanistico ai sensi dell’art. 54 della legge regionale toscana n. 1 del 2005
Un insediamento destinato alla stabile residenza collettiva di anziani e disabili con una spiccata connotazione socio sanitaria, deve trovare allocazione in zone per attrezzature socio sanitarie e servizi per anziani e non in zone con destinazione produttiva
Sulle discordanze tra le cartografie allegate al piano regolatore generale e le espressioni verbali del testo degli atti deliberativi che abbiano un significato univoco
La tradizionale ampiezza del potere discrezionale di cui dispone l’amministrazione in sede di pianificazione urbanistica incontra dei limiti in una serie di ipotesi, individuate da un costante e pacifico indirizzo giurisprudenziale
Sul diverso termine di decorrenza per l’impugnazione per le prescrizioni che in via immediata stabiliscono le potenzialità edificatorie della porzione di territorio interessata rispetto alle altre regole che più in dettaglio disciplinano l’esercizio dell’attività edificatoria
Sulla possibilità o meno di inserire “impianti sportivi finalizzati all’allenamento di atleti professionisti e dilettanti, di società sportive nazionali ed internazionali con annesse strutture ricettive e di servizio” in zona “D” anziché in zona “F”
Sulla procedura della variante semplificata prevista dall’art. 4 del D.P.R. n. 447 del 1998, sulla proposta avanzata in tal senso dalla conferenza di servizi e sulla piena discrezionalità che conserva il Consiglio Comunale
Estratto dalla Relazione Generale dell’adottato Piano Strutturale del Comune di Firenze riguardo alla nozione di Unità Territoriale Organica Elementare
Estratto dalle Norme di Attuazione dell’adottato Piano Strutturale del Comune di Firenze riguardo alle procedure di evidenza pubblica da attivare per la redazione del “quadro strategico quinquennale” del Regolamento Urbanistico
Sulla necessità di motivare adeguatamente una variante che introduce una nuova destinazione urbanistica su di un area precedentemente destinata a zona di espansione, anche qualora non sia stata stipulata la convenzione urbanistica
Sull’obbligo del comune di ripianificare le “zone bianche” e sulla possibilità per il privato di instaurare il procedimento avverso il silenzio-rifiuto
Sulla circolare del Ministero dei lavori pubblici del 28 ottobre 1967 n. 3210 e sui criteri cui dovrebbero attenersi i comuni nell’individuare le zone omogenee di tipo “A” – Centro Storico
Sulla distinzione tra il piano strutturale ed il regolamento urbanistico ai fini dell’individuazione delle aree destinate ad opere di urbanizzazione primaria e secondaria, ai sensi dell’art. 28 della legge regionale n. 5/1995
Sulla legittimità o meno degli atti attraverso i quali l’amministrazione attuando la programmazione urbanistica introduce misure espulsive degli insediamenti produttivi esistenti ovvero inibisce ulteriori interventi sul patrimonio edilizio esistente
Sulla variante al piano regolatore tramite la quale si incide su una preesistente capacità edificatoria e sui casi in cui occorre una particolare motivazione
Sulla legittimità o meno di una variante al regolamento urbanistico comunale che impone a carico del soggetto attuatore dell'intervento la cessione gratuita di una superficie edificabile da utilizzare per edilizia residenziale pubblica
Sulle norme tecniche di attuazione del PRGC che, per la loro natura di normativa secondaria, sono impugnabili solo congiuntamente all’atto applicativo lesivo e sulle prescrizioni che diversamente devono essere immediatamente censurate
Sui vincoli ablatori, sulla decadenza degli stessi e sulla differenza a tal fine tra la destinazione “a verde” e le “attrezzature di servizio pubblico”
[A] Sulle modifiche apportate al piano in seguito alle osservazioni e sui casi in cui occorre la ripubblicazione dello stesso. [B] Sull’obbligo di specifica motivazione riguardo al superamento degli standards di cui al D.M. 1444 del 1968 in sede di pianificazione
[A] Sulla comunicazione di avvio del procedimento finalizzato all’approvazione di una variante urbanistica ai sensi della legge regionale toscana n. 1 del 2005. [B] Sulla figura del Garante della Comunicazione. [C] Sulla consultazione della comunità locale alla fase anteriore a quella dell’adozione dello strumento urbanistico
Sull’applicazione delle misure di salvaguardia di cui alla legge n. 1902 del 1952 e all’art. 3, comma ultimo, della legge n. 765 del 1967, in costanza di approvazione del piano regolatore generale
L'individuazione e la valutazione dell’entità degli standard urbanistici è un’operazione che esula dal contenuto previsionale proprio del Piano Strutturale
[A] Sulla classificazione di una parte del territorio come zona “F” – destinazione ad attrezzature ed impianti d’interesse generale – e sulla natura edificatoria o meno di tale area. [B] Le opere di interesse generale costituiscono una categoria logico-giuridica nettamente differenziata rispetto a quella delle “opere pubbliche”
Sulla legittimità o meno delle disposizioni dello strumento urbanistico con le quali si disciplina l’assetto territoriale della fascia costiera costituente demanio marittimo
[A] Il P.R.G. viene di norma attuato attraverso strumenti urbanistici di dettaglio. [B] L’edificazione diretta in zone residenziali può essere prevista con norme specifiche e complete
Sulla destinazione a zona agricola di un’area, sulla sussistenza o meno dell’obbligo di utilizzazione in tal senso e sulla possibilità di insediarvi un’attività di lavorazione di rifiuti pericolosi
Il Piano Regolatore può prevedere vincoli diretti alla tutela del paesaggio ulteriori rispetto a quelli scaturenti dalle norme poste a tutela specifica dell’ambiente
Sulla necessità o meno di ripubblicare il PRG a seguito di osservazioni che siano state presentate in itinere da un soggetto diverso dal proprietario dell'area interessata e che possano arrecare a questo un nocumento
La classificazione di una zona ad area agricola non presuppone necessariamente che il terreno ivi inserito sia effettivamente destinato ad una attività agricola
[A] Nel caso di difformità tra le planimetrie allegate al piano regolatore generale e le disposizioni normative del piano stesso deve darsi prevalenza a queste ultime. [B] Il persistente contrasto tra i diversi fogli o piante di un piano regolatore va risolto nel senso del favor libertatis dell'area
Sull’ammissibilità di un’interpretazione autentica delle norme tecniche di attuazione di uno strumento urbanistico resa da chi ha posto le regole stesse
Sulla destinazione a verde agricolo di una zona in sede di pianificazine urbanistica e sull’irrilevanza di una sua preordinazione a salvaguardia degli interessi dell’agricoltura
Sul particolare obbligo degli amministratori di astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado nell’approvazione dei piani urbanistici
Ai sensi della L. n. 1150/42 e dell’art. 869 C.C, le previsioni pianificatorie si applicano a tutte indistintamente le costruzioni, compresi gli impianti di telecomunicazione
A fronte di una prescrizione dello strumento urbanistico orientata a tutelare l'ambiente, anche quando questa si risolve nell'imprimere ad un'area il connotato di zona agricola, non si richiede una diffusa analisi argomentativa, avuto riguardo al valore, sul piano costituzionale fondamentale, a mente dell'art. 9 della Costituzione, del paesaggio
E’ illegittimo il divieto assoluto di apertura di nuove cave per un tempo indeterminato, precludendo l’esercizio non di un’attività di tipo edilizio, ma di un’attività d’impresa qual è quella estrattiva considerata di pubblica utilità
Se può ritenersi legittimo che uno strumento urbanistico, al fine di assicurare (non soltanto le condizioni di sicurezza ma anche) un adeguato assetto del territorio circostante, precluda l’ampliamento di un impianto esistente (fattispecie relativa ad un impianto di deposito e travaso di G.P.L.), non altrettanto può dirsi dell’utilizzazione dello strumento urbanistico per imporre adeguamenti, cautele o addirittura delocalizzazioni
E’ illegittimo il Regolamento Urbanistico laddove sia stato approvato in carenza di una adeguata indagine geologica - fattispecie nella quale il Comune si è avvalso di uno studio ormai obsoleto eseguito nel 1995 e concernente uno strumento urbanistico mai approvato
La destinazione a zona agricola di un'area non impone un obbligo specifico di utilizzazione effettiva in tal senso, avendo solo lo scopo di evitare insediamenti residenziali. Sono stati ritenuti ammissibili in zona agricola una serie di attività anche commerciali, industriali e di servizio: un impianto idroelettrico, un deposito di esplosivi, uno stabilimento per la produzione di fuochi di artificio, un impianto di telefonia cellulare, un’area adibita a parcheggio
La reiterazione del vincolo introdotta con una variante al P.R.G. deve essere giustificata dalle esigenze appositamente valutate e specificamente motivate come attuali e persistenti
La dichiarazione dell’estensore del piano non può configurarsi quale “interpretazione autentica” resa in via ufficiosa dal medesimo, ma come un chiarimento di natura professionale
La pubblicazione della delibera di approvazione della variante sul B.U.R. non è sufficiente a far decorrere i termini per l’impugnazione finché non siano espletate le formalità di deposito del piano negli uffici comunali
Le normative di piano, sopravvenute alla notificazione della decisione della cui ottemperanza si tratta, sono inopponibili al soggetto che ha proposto la domanda di edificazione
[A] La destinazione a verde pubblico o a parco prevista dal P.R.G. va ricondotta al regime di durata temporale limitata, in quanto costituisce vincolo urbanistico di inedificabilità assoluta preordinato all'espropriazione. [B] La decadenza dei vincoli lascia le aree interessate prive di ogni pianificazione (zone bianche), sicchè l'area si trova nelle condizioni previste dall'art. 4 L.S. che in sostanza comporta la pratica inedificabilità del terreno stesso in attesa dell'obbligatorio strumento urbanistico
Ove per qualsiasi ragione il piano regolatore divenga in tutto o in parte inoperante, è legittimo l’intervento suppletivo anche da parte di soggetti privati direttamente interessati di agire avverso l’inerzia degli organi comunali
Nel caso della lottizzazione occorre, perché sussista l’obbligo dell’amministrazione di dare una specifica motivazione sulle esigenze che inducano a modificare la previsione urbanistica preesistente, che sia già intervenuta la stipula della convenzione di lottizzazione
Un divieto generale di costruzione di piscine introdotto nella fase di approvazione dello strumento urbanistico, non riveste ex se quel carattere di essenziale innovazione delle caratteristiche e dei criteri fondamentali tale da giustificare un obbligo di ripubblicazione del piano
La destinazione di “area a verde pubblico – verde urbano” costituisce espressione della potestà conformativa del pianificatore e non vincolo preordinato all’esproprio qualora sia consentita, anche ad iniziativa del proprietario, la realizzazione di opere e strutture intese all’effettivo godimento del verde
Sulla necessità di ripubblicare lo strumento urbanistico adottato soltanto per il caso in cui le osservazioni accolte ne comportino una profonda modifica dei criteri