Sul diverso concetto di “piena conoscenza” e di “conoscenza integrale” ai fini della tempestività dell’impugnazione del titolo edilizio da parte del terzo.
[A] Sulla posizione processuale e sugli effetti della sentenza nei confronti dell’acquirente del bene oggetto degli interventi contestati in giudizio.
[B] Se il rigetto delle istanze di autotutela rispetto ad un atto divenuto inoppugnabile possa in alcune ipotesi riaprire i termini per l’impugnazione.
Il decorso del termine di ventiquattro mesi di cui all’art. 32, comma 37 del D.L. 269/2003 è sufficiente per la formazione del silenzio assenso sulla domanda di condono?
[A] Il termine per impugnare l’atto autorizzatorio della stazione radio base può essere fatto decorrere dalla data di inizio dei lavori piuttosto che dal momento di effettiva sopraelevazione dell’antenna? [B] Sulla partecipazione al procedimento di rilascio dell’autorizzazione unica per la realizzazione di un’antenna di notevoli dimensioni.
"Sistematizzazione" dei principi in tema di piena conoscenza dei titoli edilizi al fine di ponderare il rispetto del termine decadenziale per proporre l’azione di annullamento.
Sull'art. 55 cod. nav.: l'immobile realizzato su area appartenente al demanio può essere oggetto di sgombero anche se provvisto di titolo edilizio e di concessione di occupazione di suolo pubblico?
Il termine per l'impugnazione di un titolo edilizio emesso a favore di terzi comincia a decorrere solo dall'ultimazione dei lavori o dal momento in cui il relativo avanzamento disvela univocamente le specifiche caratteristiche strutturali e dimensionali dell’erigendo manufatto?
Sul termine per l’impugnazione del titolo edilizio autorizzativo: si può pervenire alla conclusione di porre a carico dei cittadini l’onere di dover accedere permanentemente all’albo pretorio per esaminare una ad una le delibere assunte dall’amministrazione al fine di verificare se le stesse siano eventualmente lesive della loro posizione giuridica?
Sul principio della necessaria motivazione degli atti amministrativi con particolare riferimento al diniego di permesso di costruire in sanatoria fondato su un generico contrasto della domanda con leggi, regolamenti o strumenti urbanistico-edilizi.
[A] Qual è il dies a quo da pendere in considerazione ai fini della tempestività del ricorso avverso il permesso di costruire? La conoscenza del provvedimento può presumersi dal completamento dei lavori? [B] Quale esigenza presidia l’obbligo di esposizione del cartello dei lavori?
Sul termine per impugnare il permesso di costruzione edilizia: deve individuarsi un diverso dies a quo a seconda che si contesti l’an dell’edificazione ovvero il quomodo della stessa?
Sulla decorrenza del termine di impugnazione del permesso di costruire da parte di terzi: l’ipotesi in cui si contesti l'illegittimità del permesso di costruire per il solo fatto che esso sia stato rilasciato (ad esempio, per contrasto con l'inedificabilità assoluta dell'area), e quella in cui, invece, si censuri il contenuto specifico del progetto edilizio assentito, sottostanno alla medesima disciplina?
L’inizio dei lavori segna il dies a quo della tempestiva proposizione del ricorso soltanto laddove si contesti l’an dell’edificazione ovvero anche laddove si contesti il quomodo (distanze, consistenza, etc.)?
[A] Sui presupposti per affermare la tempestività del ricorso proposto dal terzo avverso opere edilizie: sull’onere di esercizio del diritto di accesso e sul cartello di cantiere. [B] Sul concetto di edificio: un impianto di telefonia mobile può essere classificato come manufatto edilizio e, in tal modo, risultare incompatibile con il vincolo cimiteriale?
[A] Sulla formale conoscenza dell’intervento edilizio: quale rilievo assume la data in cui è stata posizionata la cartellonistica di cantiere? [B] Sui significativi e sostanziali “correttivi” relativi alle situazioni in cui l'ultimazione dei lavori non può ragionevolmente essere invocata dal vicino quale circostanza inderogabile da cui far decorrere il termine decadenziale per l'impugnativa del titolo edilizio ritenuto illegittimo: che rilievo assume in tale contesto il vecchio brocardo “diligentibus iura succurrunt”?
Sul termine di impugnazione di una concessione edilizia: il requisito della piena conoscenza postula necessariamente la conoscenza di tutti i suoi elementi, ovvero è sufficiente quella degli elementi essenziali?
Da quale momento decorrono i termini di impugnativa per l’ipotesi in cui si contesti la stessa possibilità di realizzazione dell’opera e non le modalità concrete con le quali questa è stata eseguita?
[A] Può la conoscenza delle concessioni edilizie rilasciate a controinteressati essere desunta dalla loro pubblicazione all'Albo pretorio del Comune? [B] La semplice produzione in giudizio di un nuovo atto ne implica presunzione di conoscenza delle controparti processuali?
[A] Sulla data di decorrenza del termine per l'impugnazione di una concessione edilizia in sede giurisdizionale in caso di contestazione dell'altezza o volumetria dell'edificio. [B] Sulla posponibilità, o meno, del dies a quo di decorrenza del termine di proposizione del ricorso in presenza di più dichiarazioni di inizio lavori. [C] In materia edilizia, è sufficiente la mera “vicinitas” a comprovare la sussistenza sia della legittimazione che dell'interesse a ricorrere, ovvero è necessario provare uno specifico pregiudizio per effetto dell'attività edificatoria intrapresa sul suolo limitrofo?
Sulla decorrenza del termine d’impugnazione dell’atto di permesso di costruire: sulla possibilità o meno di far retroagire la piena e completa conoscenza dell’atto lesivo al momento della conoscenza del mero progetto
[A] Sulla decorrenza del termine per impugnare il il titolo edilizio. [B] Sulla differenza tra verificazione e consulenza tecnica d'ufficio. [C] Sulla distanza minima assoluta tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti, con particolare riferimento al balcone aggettante avente funzione architettonica o decorativa
[A] Sulla decorrenza del termine per l'impugnazione di una concessione edilizia con particolare riferimento all’ipotesi di contestazione dell'altezza o volumetria dell'edificio e all’ipotesi di contestazione dell'edificabilità dell'area o la violazione di norme paesaggistiche. [B] Sul potere pianificatorio comunale rispetto alla sequenza “ordinata” della approvazione del P.R.G. e sulla possibilità o meno di “inserire” nuove determinazioni modificative del testo sul quale si era instaurato il contraddittorio
Sulla rilevanza, ai fini della decorrenza del termine per l'impugnazione di un titolo abilitativo rilasciato a terzi, dell’esposizione del cartello di cantiere e della data di inizio dei lavori
[A] Al fine della formazione dell'acquiescenza, non è sufficiente un atteggiamento di mera tolleranza contingente e neppure il compimento di atti resi necessari od opportuni, nell'immediato, dall'esistenza di un provvedimento allo stato lesivo e in una logica soggettiva di riduzione del pregiudizio. [B] Sulla piena conoscenza dalla quale decorre il termine decadenziale per la proposizione dell'impugnazione avverso il titolo edilizio. [C] In caso di lavori edilizi da eseguirsi anche su parti indicate come comuni del fabbricato, laddove si tratti di opere non connesse all'uso normale della cosa comune (come nel caso di trasformazione tramite una nuova bucatura), essi devono essere preceduti dal previo assenso dei comproprietari
La decorrenza del termine decadenziale per impugnare un titolo edilizio rilasciato a terzi non può essere di norma fatta coincidere con la data in cui i lavori hanno avuto inizio
La conoscenza effettiva e completa della concessione edilizia rilasciata a terzi si verifica di regola, in mancanza di diversi mezzi di inoppugnabile prova, con l'ultimazione dei lavori di costruzione dell'immobile e non con solo il loro inizio
[A] Sull’art. 31, nono comma, della legge 17 agosto 1942, n. 1150 (secondo cui “chiunque può prendere visione presso gli uffici comunali, della licenza edilizia e dei relativi atti di progetto e ricorrere contro il rilascio della licenza edilizia in quanto in contrasto con le disposizioni di leggi o dei regolamenti o con le prescrizioni di piano regolatore generale e dei piani particolareggiati di esecuzione”. [B] La vicinitas condizione necessaria ma da sola non sufficiente a fondare la legittimazione e l’interesse al ricorso
In ambito edilizio, se lo stato di avanzamento dei lavori è già tale da ingenerare il sospetto un abuso in atto, il ricorrente non può limitarsi ad attendere il completamento dell'opera omettendo di esercitare il diritto di accesso alla relativa documentazione, ossia scegliendo di utilizzare questo strumento quale mero espediente per non far decorrere il termine di decadenza
Il termine per l’impugnazione decorre, in linea di massima, dal momento in cui la nuova costruzione rivela in modo certo ed univoco le essenziali caratteristiche dell'opera, in modo da evidenziare la eventuale non conformità della stessa al titolo e tale momento coincide il completamento, quanto meno strutturale
[A] In mancanza di altri ed inequivoci elementi probatori, il termine per l'impugnazione decorre non con il mero inizio dei lavori, bensì con il loro completamento. [B] Sui regolamenti edilizi ed urbanistici che disciplinano gli interventi di ristrutturazione edilizia in difformità da quanto previsto dalla normativa statale
[A] La tutela dell'amministrato che intende contestare l’iniziativa edificatoria del vicino non può spingersi ogni oltre limite temporale in base ad elementi puramente esteriori e formali, o ad atti lasciati alla sua libera iniziativa (quali “richieste d'accesso, istanze, segnalazioni”). [B] Sull’39 del D.P.R. 6.6.2001 n. 380 che stabilisce in dieci anni il termine massimo per l’adozione del provvedimento di annullamento del titolo edilizio illegittimo. [C] Il terzo non è libero di attendere il completamento dell'opera per poi ottenerne la demolizione quale effetto dell'azione annullatoria
[A] Sulla decorrenza del termine per l’impugnazione del titolo edilizio rilasciato ad un terzo. [B] Sulla compatibilità o meno di un ristorante con la destinazione urbanistica a verde pubblico attrezzato
Allorché i terzi contestino il contenuto specifico del progetto edilizio assentito la mera esposizione del cartello di cantiere recante gli estremi del titolo edilizio non è sufficiente, da sola, a far decorrere il termine di impugnazione
[A] La conoscenza dell’atto, ai fini del decorso del termine per la sua impugnazione, deve essere, oltre che piena (con riferimento alla sua esistenza e lesività), anche personale (e quindi formarsi in capo al diretto interessato). [B] Non sussiste alcun obbligo di comunicare l’avvio del procedimento relativo all’approvazione del progetto preliminare di un’opera pubblica
[A] Sulla decorrenza del termine per l’impugnazione del permesso di costruire. [B] Il giudice amministrativo può legittimamente utilizzare, come fonte anche esclusiva del proprio convincimento, le prove raccolte nel giudizio penale conclusosi con sentenza non esplicante autorità di giudicato nei confronti di tutte le parti della causa amministrativa
La piena conoscenza dell'atto censurato si concretizza con la cognizione dei suoi elementi essenziali quali l'autorità emanante, l'oggetto, il contenuto dispositivo ed il suo effetto lesivo
La piena conoscenza del provvedimento non può identificarsi con il momento in cui l’interessato ha avuto la mera conoscenza di taluni elementi esteriori del provvedimento, ma richiede una conoscenza piena estesa a tutti gli elementi dell’atto qualificabili come essenziali e individuabili in relazione alla sua motivazione
Sull’orientamento secondo il quale il termine di impugnazione del procedimento amministrativo non inizia a decorrere laddove l’Amministrazione non abbia consentito nemmeno nella forma della visione l’accesso ad alcun atto del procedimento
[A] Sul termine di impugnazione del permesso di costruire. [B] Sul parere tardivamente emesso dalla Soprintendenza al di fuori della Conferenza di Servizi
Il termine decadenziale per proporre ricorso giurisdizionale decorre non dalla “conoscenza piena ed integrale”, bensì dal giorno in cui è conosciuta l’esistenza di un provvedimento amministrativo e degli aspetti che ne rendono evidente la lesività
[A] Sull’eccezione alla regola secondo la quale è l’ultimazione dei lavori a costituire il discrimine temporale dal quale far decorrere il termine per impugnare il titolo edilizio da parte di terzi. [B] Sulla nozione di costruzione che rileva ai fini dell’osservanza delle norme in materia di distanze legali stabilite dall’art. 873 c.c. [C] Sulla possibilità o meno di realizzare un garage totalmente interrato senza rispettare la distanza di tre metri stabilita dall’art. 873 del codice civile. [D] La “concessione edilizia” è priva dei caratteri tipici del provvedimento di concessione amministrativa e consistenti nella discrezionalità, revocabilità, incommerciabilità, nell’intuitus personae. [E] Sulla natura di atto dovuto o meno della voltura del titolo edilizio. [F] Sull’ordinanza di sospensione della validità di un permesso di costruire, finalizzata alla verifica circa l’effettiva e legittima destinazione urbanistica dell’area interessata dall’intervento. [G] Sulla rilevanza o meno del “factum principis” o della causa di forza maggiore in materia di esecuzione di lavori edilizi nelle zone sottoposte a vincolo paesistico una volta decorso del termine quinquennale previsto ex art. 16 r. d. 3 giugno 1940 n. 1357
[A] Sulla rilevanza o meno della presenza del cartello di cantiere ai fini della decorrenza dei termini di impugnazione del permesso di costruire. [B] L’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato ha riconosciuto la possibilità, in ambito D.I.A. e S.C.I.A., di esperire azioni di accertamento della difformità da legge dei lavori denunciati
Sulla sussistenza o meno dell'interesse all'impugnazione dell'autorizzazione all'agibilità di un fabbricato, in capo a chi è già legittimato ad impugnare la relativa concessione edilizia
[A] Ai fini del rilascio della concessione edilizia è necessaria una relazione qualificata a contenuto reale dell'istante con il bene, e cioè la qualità di proprietario, superficiario, affittuario di fondi rustici, usufruttuario dello stesso, anche se in formazione. [B] Sui termini di impugnazione del titolo edilizio. [C] Sulla discrezionalità che connata l’annullamento del permesso di costruire
La mera conoscenza degli estremi formali di un titolo edilizio rilasciato a terzi non costituisce presupposto valido per la decorrenza del termine di impugnazione in sede giurisdizionale
Non è condivisibile la parte minoritaria della giurisprudenza di primo grado che, ai fini della decorrenza del termine per l'impugnazione della concessione edilizia, ritiene che la piena conoscenza si verifica con la consapevolezza del contenuto specifico di essa o del progetto edilizio
Salvi i casi di anteriore e piena conoscenza dell'atto, il termine di impugnazione della concessione edilizia decorre dal momento in cui è percepibile la lesività dell'opera realizzata
Sulla decorrenza o meno del termine di impugnazione del permesso di costruire laddove sia noto lo stato di avanzamento dei lavori, l’avvenuta posa in opera della struttura prefabbricata e il completamento dell’intelaiatura del capannone
[A] La mera esposizione del cartello di cantiere recante gli estremi del titolo edilizio non è sufficiente a far decorrere il termine di impugnazione. [B] Sugli interventi di ripristino di edifici diruti dotati di sole mura perimetrali e privi di copertura
Sulla diversa decorrenza del termine di impugnazione per quanto riguarda in permesso di costruire “ordinario” rispetto al permesso di costruire “in sanatoria”