La richiesta di integrazione documentale oltre il termine di 15 giorni previsto dall’art. 87, comma 5, del D.Lgs. 259/2003 (oggi art. 44 comma 6) è idonea a determinare l’interruzione del termine di 90 giorni per la formazione del silenzio-assenso alla realizzazione di un infrastruttura per telefonia mobile?
Ai sensi dell’art. 87 del D.Lgs. 259/2003, decorsi novanta giorni dalla presentazione della domanda relativa all’installazione di un impianto per la rete di telefonia mobile, si forma un titolo abilitativo tacito idoneo a legittimare l’attività edificatoria del privato?
Il termine di 90 giorni previsto dall’art. 87 comma 9 del D.Lgs. 259/2003 (oggi art. 44 del D.Lgs. 259/2003) relativo ai procedimenti autorizzatori per infrastrutture di comunicazione elettronica per impianti radioelettrici ha natura perentoria?
Sull’illegittimità del silenzio serbato dall’Amministrazione rispetto alla diffida volta ad ottenere l’emanazione degli atti necessari a conferire una nuova destinazione urbanistica ad aree divenute prive di disciplina.
È applicabile regime del silenzio-assenso di cui all’art. 20 della L. 241/1990 con riferimento alla richiesta di occupazione di suolo pubblico per l’apertura di un chiosco?
In merito alla configurazione del silenzio-inadempimento dell'Ente comunale in ipotesi di omesso esercizio del potere/dovere di dare esecuzione alla ordinanza di demolizione.
Sull’applicabilità dell’istituto del silenzio-assenso in procedimenti riguardanti l’ambiente e, in particolare, per quanto riguarda le discariche di rifiuti e l’art. 29 nonies, comma 1, del D.Lgs. 152/2006.
Se la violazione del termine di cui all’art. 146 del D.Lgs. 42/2004 possa integrare, in relazione al previsto apporto consultivo della Soprintendenza, un’ipotesi di silenzio assenso. Sull’effetto devolutivo della competenza.
[A] Nell'azione avverso il silenzio-indampimento sussiste l'obbligo di notifica al controinteressato ex art. 41 c.p.a.? [B] In presenza di quali presupposti è esperibile l'azione avverso il silenzio ex art. 31 e 117 c.p.a.? [C] In merito ai requisiti di operatività del silenzio-assenso prescritto in materia di condono edilizio dall'art. 35 Legge 45/1987. [D] Sulla necessità per la P.A. di concludere il procedimento con provvedimento espresso anche in ipotesi di applicazione del silenzio significativo [E] Nei casi di rilascio del permesso di costruire per silenzio assenso ex art. 20, comma 8 del D.P.R. 380/2001 deve l'Amministrazione rilasciare anche il titolo autorizzatorio documentale?
Il meccanismo del silenzio assenso prescritto dall'art. 20, comma 8 del D.p.r. 380/2001 nell'ambito del procedimento di rilascio del permesso di costruire è applicabile anche al permesso di costruire convenzionato ex art. 28 bis ?
[A] Sulla applicabilità della disciplina ex art. 146 D.lgs 42/2004 in riferimento alle istanze di condono non ancora decise, in qaunto procedimento autonomo che si innesta nella disciplina del condono. [B] Sulla esclusione della operatività del meccanismo del silenzio assenso ex art. 17-bis, Legge 241/1990 al procedimento di autorizzazione paesaggistica ex art. 146, Dl.gs 42/2004.
Il proprietario di un’area o di un fabbricato, in caso mancato esercizio dei poteri ripristinatori e repressivi relativi ad abusi edilizi da parte dell’Amministrazione, può pretendere un provvedimento che ne spieghi esplicitamente le ragioni?
Sugli strumenti processuali del privato per reagire nei confronti dell’esercizio sine die dell’eccezionale potere ablatorio previsto dall’art. 42 bis del D.P.R. 327/2001.
Se il vicino, a fronte della persistenza in capo all’ente preposto alla vigilanza sul territorio del generale potere repressivo degli abusi edilizi, goda di una posizione differenziata e possa chiedere al Comune di porre in essere i provvedimenti sanzionatori previsti dall’ordinamento, facendo ricorso, in caso di inerzia, alla procedura del silenzio-inadempimento.
L’inadempimento dell’obbligo a carico dell’Amministrazione di provvedere in caso di istanza del privato, affinché avvii il procedimento di acquisizione c.d. “sanante” ex art. 42 bis del DPR 327/2001, legittima colui che ha presentato l’istanza ad esperire l’azione avverso il silenzio-inadempimento ex artt. 31 e 117 c.p.a.?
Sulla errata applicazione dell'art. 17 bis, Legge 241/1990 in riferimento al procedimento di autorizzazione paesaggistica ex art. 146 D.lgs 42/2004 operando il silenzio della Soprintendenza, non come silenzio-assenso ma come silenzio cd. devolutivo.
Sulla ratio e sul potere attribuito all’Autorità amministrativa dall’art. 42 bis del D.P.R. 327/2001, doveroso nell’an e discrezionale nel quomodo, e sull’obbligo a carico dell’Ente che utilizza il bene illecitamente occupato di porre fine alla situazione illecita adeguando la situazione di diritto a quella di fatto.
In ordine alla operatività del silenzio-assenso previsto dall’art. 13 della Legge quadro sulle aree protette n. 349/1991 in quanto non implicitamente abrogato dalla novella dell’art. 20 L 241/1990 attuata con D.L. n. 35/2005, convertito in Legge 80/05.
In ordine alla rilevanza della completezza della domanda ai fini della decorrenza del termine per la formazione del silenzio assenso ex art. 32, comma 36, del d.l 30 settembre 2003, n. 296 ed ex art. 38, comma 2, della legge 28 febbraio 1985, n. 47.
Sull’illegittimità del silenzio-rifiuto, e sul conseguente obbligo della P.A. di emettere provvedimento espresso, in ipotesi di istanza promossa dal privato concernente l’adozione di provvedimenti sanzionatori e ripristinatori conseguenti ad accertamento penale circa la falsità delle dichiarazioni edilizie, rientrando in ipotesi di cd. autotutela doverosa.
Se il silenzio assenso sull'istanza di rilascio del permesso di costruire, avente natura tendenzialmente vincolata, si formi a fronte di un intervento edilizio non conforme agli strumenti urbanistici.
[A] Sulle condizioni e i presupposti affinché si possa perfezionare il silenzio-assenso dell’Amministrazione sulla domanda di permesso di costruire.
[B] Se il termine finale per la presentazione di una SCIA in variante possa essere rappresentato dalla data di deposito della dichiarazione di fine lavori.
Se l’istanza di un privato volta a sollecitare l’Amministrazione ad adottare un provvedimento ai sensi dell’art. 42 bis del D.P.R. 327/2001, pur non espressamente prevista dalla legge, comporti l'obbligo dell’Amministrazione di provvedere su di essa accogliendola o respingendola.
Il provvedimento di diniego del permesso di costruire adottato nonostante il decorso del termine per l’adozione del provvedimento conclusivo impedisce la formazione del silenzio assenso?
È possibile sostenere che il diritto di credito del Comune avente ad oggetto gli importi dovuti a titolo di oblazione e di contributo di costruzione si prescriva nell’ordinario termine decennale? L’eventuale prescrizione può incidere sulla formazione del silenzio assenso dell’istanza di condono?
Il decorso del termine di ventiquattro mesi di cui all’art. 32, comma 37 del D.L. 269/2003 è sufficiente per la formazione del silenzio assenso sulla domanda di condono?
Sulla formazione del silenzio assenso sull'istanza di concessione in sanatoria: la mancanza dei documenti richiesti dalla legge impedisce il perfezionamento del silenzio significativo? Orientamenti giurisprudenziali a confronto.
Come può tutelarsi il privato dinanzi all’inerzia tenuta dall’Amministrazione a fronte della propria richiesta di eseguire concretamente un ordine demolitorio relativo ad opere la cui abusività è stata in precedenza acclarata?
Sulla giustiziabilità, con il rito cd. del silenzio, dell’inerzia mantenuta dal Comune circa l’istanza volta ad ottenere alternativamente la restituzione dell’area, ovvero l’adozione di un provvedimento d’acquisizione sanante, ex art. 42 bis d.P.R. 327/2001
L’obbligo (laddove esistente) dell’Amministrazione di ricondurre ad equità le posizioni di natura contrattuale dedotte nella convenzione accessiva all’accordo di programma può essere imposto tramite il rito del silenzio dinanzi al giudice amministrativo?
Sulla ammissibilità o meno dell’azione avverso il “silenzio-inadempimento” nell’ipotesi di mancata conclusione della procedura espropriativa secondo il suo andamento fisiologico
[A] Sull’ammissibilità o meno del ricorso avvero il silenzio proposto da colui che è formalmente controinteressato in un procedimento sanzionatorio urbanistico. [B] L'inerzia serbata dall'Amministrazione a fronte dell'istanza del privato volta a far sì che la stessa concluda un procedimento sanzionatorio (di cui sia già stato emesso un ordine demolitorio relativamente ad opere la cui abusività è stata in precedenza acclarata) può qualificarsi come illegittima e quindi rimuovibile attraverso la procedura del silenzio attivabile da chi vi abbia interesse?
Acquisizioni giurisprudenziali in materia di oneri concessori, con particolare attenzione al ricorso avverso il silenzio serbato dall’amministrazione sull’atto di diffida per il rilascio del computo del costo di costruzione e degli oneri di urbanizzazione
Sull’art. 54 TU espropriazioni: è possibile ricorrere avverso il silenzio della Commissione che non abbia provveduto a determinare l’indennità piuttosto che adire il giudice ordinario?
A fronte dell’istanza con cui il privato sollecita l’amministrazione all’annullamento e/o la revoca in autotutela della concessione in sanatoria, sorgere in capo a quest’ultima un obbligo di provvedere? Il silenzio serbato su una richiesta di tal fatta è configurabile come inadempimento?
[A] Sul silenzio – rifiuto in materia di accertamento di conformità in sanatoria con riferimento all’art. 140 l.r. Toscana n. 1/2005. [B] Sul silenzio – rigetto e sul diverso meccanismo dell’archiviazione della pratica
Sulla mancata definizione del procedimento di condono edilizio e sulla denuncia da parte dell’interessata della violazione dell’art. 41 della Carta europea dei diritti di Nizza del 7/12/2000 recepita dall’art. 6 del Trattato dell’Unione europea di Lisbona, degli artt. 24 e 113 Cost., degli artt. 1, 2, 2-bis e 3 della legge n. 241 del 1990, degli artt. 41, 42 e 97 Cost., dell’art. 31, 32 e 35 della legge n. 47 del 1985
Sulla domanda di accertamento dell’obbligo di provvedere ai sensi dell’art. 31 c.p.a. allorquando il Comune ometta di provvedere nel termine di legge sull’istanza di adozione di provvedimenti in autotutela, ai sensi degli articoli 21-quinquies e 21-nonies, presentata dal controinteressato in relazione ad un intervento edilizio legittimato mediante SCIA
Il rito speciale in tema di silenzio serbato dalla pubblica amministrazione non può essere attivato per la tutela di una posizione di diritto soggettivo allo scopo di ottenere l’adempimento di un obbligo convenzionale, come, nella specie, la restituzione dell’immobile ed il pagamento del corrispondente valore
Non è ammissibile che attraverso il rito del silenzio, denunciando l’illegittimità dell’inerzia della Pubblica Amministrazione a fronte di una richiesta di interventi in autotutela, possa essere sostanzialmente concessa una sorta di rimessione in termini per ottenere, in via indiretta, l’annullamento degli atti non tempestivamente impugnati
[A] In presenza del divieto di rilasciare l’autorizzazione paesaggistica in sanatoria è preclusa anche la possibilità di ottenere il permesso di costruire in sanatoria ai sensi dell’articolo 36 del D.P.R. n. 380/2001. [B] Una volta decorso il termine di 60 giorni sull’accertamento di conformità si forma il silenzio-diniego che può essere impugnato dall'interessato in sede giurisdizionale nel prescritto termine decadenziale di (ulteriori) sessanta giorni
La l.r. toscana n. 53 del 2004, diversamente da quanto previsto a livello statale, non ha qualificato l’inerzia dell’Amministrazione sulla domanda di sanatoria come silenzio-assenso
Per invocare la formazione del silenzio assenso sul permesso di costruire va dimostrato, oltre al decorso del tempo, il possesso di tutte le condizioni di carattere oggettivo e dei requisiti soggettivi necessari per lo svolgimento dell’attività
[A] La mera presentazione dell'istanza di condono non autorizza la prosecuzione dei lavori abusivi a completamento delle opere oggetto della richiesta di sanatoria. [B] Sul termine di impugnazione del silenzio diniego formatosi sull’accertamento di conformità
Sulla possibilità o meno da parte dell’interessato di impugnare il silenzio assenso tacito sul permesso di costruire a lui favorevole, al fine di ottenere una stabilità della propria posizione, anche in seguito all’entrata in vigore dell’art. 20 del D.P.R. n. 380 del 2001, conseguente alle modifiche introdotte dal D.L. n. 70 del 2011, convertito con la l. n. 106 del 2011
Una volta decorso il termine di 60 giorni sull’istanza di accertamento di conformità si forma il silenzio-diniego che può essere impugnato dall'interessato in sede giurisdizionale nel prescritto termine decadenziale di (ulteriori) sessanta giorni
[A] L'effetto sanante della costituzione spontanea in giudizio del controinteressato, pacificamente riconosciuto nelle ipotesi di eventuali irregolarità della notificazione, non si verifica sia nel caso in cui la notificazione sia stata totalmente omessa. [B] Il silenzio-assenso non può formarsi in assenza della documentazione completa prescritta dalle norme
Sul ricorso promosso dallo stesso istante avverso il silenzio assenso formatosi per inerzia da parte dell’amministrazione ai sensi dell’art. 20 del D.P.R. n. 380 del 2001, conseguente alle modifiche introdotte dal D.L. n. 70 del 2011, convertito con la l. n. 106 del 2011
Sul caso in cui entro il termine di sessanta giorni al privato non pervenga il diniego di permesso di costruire per difetto della notifica dovuta alla variazione della residenza e sulla formazione o meno del silenzio assenso
In omaggio al principio «fraus omnia corrumpit», è stata esclusa la formazione del silenzio assenso anche nelle ipotesi di domanda dolosamente infedele
L'interesse all'impugnazione del silenzio della P.A. non viene meno per il solo fatto che sia stato emesso un atto meramente istruttorio o comunque interno
[A] La Corte Costituzionale ha censurato alcune leggi regionali, che prevedevano il silenzio-assenso in procedimenti complessi, caratterizzati da un elevato tasso di discrezionalità e dall’inclusione di specifiche valutazioni in materia ambientale. [B] Sulla previsione del silenzio assenso per il rilascio del nulla osta dell’Ente Parco
Il silenzio rigetto formatosi in ordine ad un’istanza di accertamento di conformità ex art. 13 della legge 28 febbraio 1985, n. 47 non fa venir meno il potere del Sindaco di provvedere sull’istanza di sanatoria
[A] Sul silenzio diniego che si forma sull’istanza di accertamento di conformità una volta decorsi sessanta giorni e sull’onere di impugnazione. [B] Il divieto di integrazione giudiziale della motivazione non ha carattere assoluto. [C] Sull’istanza di accertamento di conformità riguardo a costruzioni abusive che richiederebbero l’esecuzione di interventi ulteriori di adeguamento non esistenti alla dalla della presentazione della domanda
[A] Sulla sussistenza o meno dell’ambulatorietà nei confronti dell’avente causa riguardo agli oneri concessori del condono edilizio non soddisfatti dall’istante. [B] Il meccanismo del silenzio assenso non può essere invocato allorché manchi il presupposto stesso per il rilascio del certificato di agibilità, costituito dal carattere non abusivo del fabbricato
[A] Ai sensi della L.R. Campania non possono essere realizzati mediante S.C.I.A. gli interventi edilizi che comportano una modifica della sagoma dell’edificio. [B] Sul silenzio della P.A., che consente l’azione ex art. 31 del codice del processo amministrativo di cui al D.Lgs. n. 104/2010, e sulla forma che deve assumere, ai sensi del comma 6-ter, la “sollecitazione” del terzo all’Amministrazione, affinché quest’ultima eserciti i propri poteri di verifica
Sulla richiesta di risarcimento del danno senza la preventiva impugnazione del provvedimento ritenuto illegittimo e dannoso ovvero senza l’attivazione degli strumenti previsto contro il silenzio della P.A.
Sul nuovo regime del silenzio assenso in materia di rilascio del permesso di costruire, sull’inammissibilità del ricorso avverso il silenzio e sull’esperibilità dell’azione di accertamento
Le nuove previsioni della legge n. 241/1990 prescrivono la trasmissione degli atti alla Corte dei Conti al passaggio in giudicato della sentenza di condanna dell’Amministrazione per il ritardo, ai fini dell’accertamento delle conseguenti responsabilità dei titolari degli uffici inadempienti - fattispecie relativa al ritardo nel rilascio di un accertamento di conformità
Il silenzio assenso, analogamente a quanto ritenuto dalla giurisprudenza in materia di condono, non può formarsi in relazione ad istanze prive della necessaria documentazione
Sull’art. 5, comma 2, lettera a), numero 3), del decreto legge 13 maggio 2011, n. 70, convertito, con modificazioni, nella legge 12 luglio 2011, n. 106, che ha introdotto in via generale il silenzio-assenso nelle pratiche di permesso di costruire
L’eventuale decadenza dell’azione in materia di silenzio (per il decorso del termine di un anno) non preclude, per espressa disposizione di legge, la riproponibilità della stessa, previa presentazione di una nuova domanda di avvio del procedimento
Ai fini della formazione del silenzio assenso, che rappresenta uno strumento di semplificazione e di snellimento dell'azione amministrativa, non è sufficiente la sola presentazione della domanda ed il decorso del tempo indicato dalla apposita norma che lo prevede, ma è necessario altresì che la domanda sia corredata dalla indispensabile documentazione pure prevista dalla normativa
La normativa sopravvenuta che prevede la formazione del silenzio rifiuto anche senza necessità di previa diffida dato che tale normativa, introdotta nel 2005, è di ordine sostanziale e non processuale
La presentazione di un modulo incompleto, dal quale non si evinca la sussistenza dei requisiti di legge quanto all’agibilità dei locali, non può comportare la formazione dell’autorizzazione commerciale per silenzio assenso
Trattandosi di norma speciale l’art. 4 l. n. 13/1989, in materia di silenzio assenso nei procedimenti di rimozione delle barriere architettoniche su beni vincolati, non può ritenersi implicitamente abrogato dalla nuova formulazione dell’art. 20 l. n. 241/1990, come riscritto dalla l. n. 15/2005
Sull’art. 20 del D.P.R. 6 giugno 2001 n. 380 che ha previsto che le domande di permesso di costruire debbano essere esaminate e definite entro termini ben definiti, trascorsi i quali “sulla domanda di permesso di costruire si intende formato il silenzio – rifiuto”
Sull’omessa pronuncia dell’Amministrazione riguardo all’istanza prodotta dal privato per l’approvazione di un piano di lottizzazione e sulle responsabilità che ne conseguono sul piano erariale per le spese di giudizio, penale per l’omissione di atti d’ufficio e civile per il risarcimento del danno da ritardo ex. l 18 giugno 2009 n. 69
Sulla novella di cui alla legge 11.2.2005 n. 15, che ha modificato l'art. 2 della legge n. 241 del 1990, riguardo al ricorso avverso il silenzio serbato dall’Amministrazione e sui limiti al potere del giudice di decidere nel merito
Sulla sussistenza o meno di un obbligo dell’Amministrazione, a fronte della diffida di un privato, di pronunciarsi esplicitamente sui motivi della non attuazione dei procedimenti repressivi instaurati nei confronti del suo vicino
Sull’esperimento del rimedio del silenzio-inadempimento da parte del privato e sulla sussistenza o meno di un obbligo dell’Amministrazione di emanare il provvedimento di acquisizione ai sensi dell’art. 43 DPR 327 del 2001
[A] Sul silenzio formatosi in seguito alla scadenza dei termini per definire la domanda di permesso di costruire da parte dell’amministrazione. [B] Sul risarcimento danni per ritardata definizione della domanda di permesso di costruire
A fronte del silenzio rifiuto dell’amministrazione di provvedere sulla domanda di permesso di costruire è rimesso all’interessato valutare se attivare il ricorso contro il silenzio rifiuto per ottenere una valutazione nel merito oppure attivare il rimedio di cui all’art. 21 bis L. Tar al limitato fine di ottenere la dichiarazione dell’obbligo della P.A. di emettere un provvedimento espresso
Sull’impugnazione del silenzio rifiuto e sulla necessità di valutare preliminarmente se la posizione del privato rivesta natura di interesse legittimo o di diritto soggettivo
[A] Sull’alternatività tra il ricorso giurisdizionale avverso il silenzio serbato dalla P.A. e la diffida ad adempiere ai sensi dell’art. 25 del T.U. del 10 gennaio 1957. [B] Sulla decorrenza dei termini di impugnazione a seguito della diffida ad adempiere ai sensi dell’art. 25 del T.U. del 1957
[A] Il termine di un anno per proporre ricorso avverso il silenzio non costituisce un vero e proprio termine di decadenza, bensì una presunzione legale assoluta. [B] Sulla possibilità di ricorrere avverso il silenzio dopo aver nuovamente riproposto l’istanza
Ai sensi del novellato art. 2 della legge 7 agosto 1990, n. 241, nel ricorso avverso il silenzio il giudice può conoscere della fondatezza della domanda purché l’accertamento sulla fondatezza della pretesa sostanziale rivesta connotazione di attività vincolata
Sul silenzio rifiuto formatosi sull’istanza volta al rilascio del permesso per costruire - ex art. 20 D.P.R. 2001 n. 380 - e sulla possibilità di ricorrere avverso il silenzio
Sull’applicabilità o meno dell’istituto del silenzio assenso previsto dall’art. 20 della legge n. 241/90 – come recentemente novellato – al procedimento finalizzato al rilascio del permesso di costruire
Sul ricorso avverso il silenzio serbato dall’Amministrazione sulla diffida a provvedere all’annullamento in autotutela della concessione edilizia e alla rimessa in pristino dello stato dei luoghi
Sull’inammissibilità del ricorso avverso il silenzio in difetto di notifica ai controinteressati. Fattispecie relativa al silenzio serbato dall’Amministrazione sulla diffida ad emettere provvedimenti sanzionatori di abusi edilizi
Sui casi in cui i terzi sono legittimati a stimolare l’Amministrazione mediante istanze suscettibili, se inevase, di dar luogo alla procedura del silenzio rifiuto
E’ illegittimo il silenzio rigetto formatosi su istanza di concessione in sanatoria prodotta ai sensi dell’art. 13 l. 28 febbraio 1985 n. 47, atteso l’obbligo dell’Amministrazione comunale di pronunciarsi esplicitamente ed in modo adeguatamente motivato sull’istanza stessa
L’eventuale esperimento del rimedio dell’istanza di intervento sostitutivo regionale, di cui all’art. 21 del D.P.R. 380/2001, non impedisce la possibilità di adire il giudice amministrativo mediante lo speciale procedimento del ricorso avverso il silenzio
Non sussiste in capo all’amministrazione alcun obbligo di adottare un provvedimento espresso a fronte della diffida del vicino tesa a provocare il riesame in autotutela di una concessione edilizia divenuta inoppugnabile