[A] In ordine alla natura e differenziazione tra vincolo diretto ed indiretto in materia di tutela dei beni culturali. [B] Sui limiti alla valutazione discrezionale della P.A. nella imposizione del vincolo.
[A] Sulla natura discrezionale del giudizio che presiede alla dichiarazione di interesse culturale storico e artistico. [B] Sulla irrilevanza ai fini della dichiarazione di pregio culturale degli interessi del privato proprietario. [C] In merito alla ratio sottesa alla imposizione del vincolo storico artistico cd. indiretto.
In ordine alla natura "dinamica" dei poteri della Soprintendenza volti alla tutela dei beni di interesse storico artistico e di valenza paesaggistico ambientale, da esercitare anche in ipotesi di intervenuto rilascio del parere favorevole fondato su una diversa rappresentazione della realtà.
Sulla corretta interpretazione dell’art. 3, comma 1, lett. d, del DPR 380/2001, dove era indicato “immobili sottoposti a tutela ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42”, prima della modifica recata allo stesso articolo dalla Legge 34/2022.
Se in conseguenza delle modifiche apportate all’art. 3, comma 1, lett. d), del D.P.R. 380/2001 dal D.L. 16 luglio 2020, n. 76, il divieto di apportare, con interventi di demolizione e ricostruzione, alterazioni alla sagoma, ai prospetti e alle caratteristiche dell’edificio preesistente sia adesso generalizzato a tutti gli immobili variamente soggetti a tutela ai sensi del Codice dei beni culturali (e non solo agli immobili soggetti a vincoli ai sensi del D.Lgs. 42/2004).
[A] Se ai fini dell’apposizione del vincolo di cui all’art. 10, comma 3, lett. d), del D.Lgs. 42/2004 su di un bene sia necessario il decorso il termine di 70 anni dalla sua realizzazione. Sulle differenze fra le fattispecie previste dall’art. 10, comma 3, lett. a) ed e), da un lato, e lett. d), dall’altro, del D.Lgs. 42/2004.
[B] Se lo stato di conservazione di un’opera da tutelare (stato di cattiva manutenzione o di parziale distruzione) influisca sull’assoggettamento al vincolo artistico e storico.
Se il piano regolatore generale, nell’indicare i limiti da osservare per l’edificazione nelle zone a carattere storico, ambientale e paesistico, possa disporre che determinate aree siano sottoposte a vincoli conservativi, indipendentemente da quelli imposti dalle autorità istituzionalmente preposte alla salvaguardia delle cose di interesse storico, artistico o ambientale.
Il soggetto titolare della potestà di prelazione in caso di trasferimento, a qualsiasi titolo, dei beni culturali, è solo il Ministero per i Beni e le Attività Culturali?
Quali sono gli interventi edilizi ammessi e quelli non ammessi nel centro storico fiorentino alla luce della nota variante al regolamento urbanistico contestata da Italia Nostra?
Il Comune, relativamente alla realizzazione di reti e servizi di comunicazione elettronica ad uso pubblico, ha il potere di introdurre regole a tutela di particolari zone e beni di pregio paesaggistico o ambientale o storico-artistico o anche per la protezione dall'esposizione ai campi elettromagnetici di zone sensibili?
Sulle caratteristiche del giudizio di accertamento dell'interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico, sia per le cose mobili che per le cose immobili, secondo la disciplina dettata dal Codice dei beni culturali.
La circostanza che il Comune non sia proprietario del bene, né che abbia un rapporto qualificato con esso esclude la possibilità che possa essere individuato come destinatario dell’ordine di reintegrazione previsto dall’art. 160 del D.lgs 42 del 2004?
L’impossibilità di recuperare un manufatto nella sua forma originaria consente di sottrarlo alla tutela storico artistica, di cui al D.lgs 42 del 2004?
È possibile sostenere che gli interventi volti alla eliminazione delle barriere architettoniche (Legge 13/1989) all’interno degli beni di interesse storico-artistico siano sempre ammessi?
Può l’ordinanza di riduzione in pristino emessa ai sensi dell’art. 160 del Codice dei beni culturali avere ad oggetto beni che, ancorché non tutelati, facciano parte di un progetto unitario di intervento?
Sull'intensità del sindacato giurisdizionale in merito di discrezionalità tecnica e sulla "ormai sclerotizzata antinomia sindacato forte/sindacato debole", con particolare riferimento all'apposizione di un vicolo di interesse culturale.
E' possibile sostenere che la tutela storico-artistica di un bene culturale non protegge l'opera dell'ingegno dell'autore, ma un'oggettiva testimonianza materiale di civiltà?
E' possibile sostenere che l'articolo 27 del D.P.R. 380/2001 riconosca al Comune un potere di vigilanza sull'attività edilizia anche con riguardo agli immobili vincolati?
Sui poteri di vigilanza in materia di tutela dei beni aventi valore artistico e storico: con riferimento a tali beni, può l’Amministrazione disporre anche ad horas, informalmente, l’accesso sui luoghi per verificare se sussista un illecito?
Sulla limitazioni alle occupazioni di suolo pubblico al fine di assicurare il decoro dei complessi monumentali e degli altri immobili del demanio culturale interessati da flussi turistici particolarmente rilevanti.
E' corretto affermare che la sussistenza del vincolo culturale su un edificio incide anche sul regime giuridico dell'edificio realizzato in aderenza a quello oggetto di tutela?
Può ritenersi legittimo e ragionevole il provvedimento con cui si impone un vincolo architettonico su di un edificio in stato di completo abbandono e pressoché ridotto a poco più di un rudere grezzo e fatiscente?
E' corretto affermare che l'art. 27 del D.P.R. 380/2001, riconosce al Comune un potere di vigilanza sull'attività edilizia anche con riguardo agli immobili vincolati? con riguardo a questi ultimo non dovrebbe ipotizzarsi solo un'esclusiva competenza dell'autorità preposta alla tutela de vincolo?
Sul vincolo monumentale: come ha inciso il combinato disposto degli articoli 822 comma 2, 824 e 823 comma 1 del codice civile sulla preesistente normativa (l. 1089/1939)?
Sul vincolo per i beni culturali e ambientali di cui al titolo II del D.lgs. 490/1999: che consistenza deve assumere la verifica della sussistenza o meno dell'impatto ambientale-paesaggistico nelle ipotesi in cui il vincolo d'inedificabilità relativa concerne l'area e non solo l'immobile?
La valutazione effettuata dall’Amministrazione preposta alla tutela del vincolo storico artistico è sindacabile in sede di giurisdizione di legittimità?
Sul potere previsto dall’art. 45 del D.Lgs 42 del 2004, il quale consente all’amministrazione di dettare penetranti limitazioni direttamente conformative della proprietà privata allorché queste risultino necessarie per salvaguardare l’integrità ed il decoro del bene monumentale: tale potere può essere esercitato pure per assoggettare ad un determinato regime proprietario interi complessi di immobili unitariamente considerati come “insieme caratteristico”?
[A] Sul sindacato giurisdizionale circa l'imposizione di una dichiarazione di interesse (c.d. vincolo) culturale. [B] La dichiarazione di interesse culturale può “vincolare” all’esercizio di una determinata attività d'impresa (negozio di abbigliamento maschile), o comunque a poter affittare il locale solo a un determinato genere di conduttore (vale a dire all’esercente di attività di vendita di abbigliamento maschile), e in particolare solo a quelli che volessero conservare arredi, mostra vetrina e insegna esterna e dunque a mantenere, oggettivamente, un certo stile e "modo" di svolgere l'attività di vendita di abbigliamento?
Sull’art. 52 del d.lgs. 42/2004: l’obbligo della preventiva intesa riguarda tanto la previsione della prescrizione di divieto di usi non più compatibili con le esigenze di tutela e valorizzazione, quanto gli eventuali procedimenti di riesame delle autorizzazioni e concessioni di suolo pubblico già in precedenza rilasciate?
Sul sindacato del Giudice amministrativo sugli atti di imposizione di un vincolo da parte di organi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con particolare attenzione al giudizio circa l’interesse storico-artistico di un’opera
Sull'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati sottoposti a disposizioni di tutela per il loro valore paesaggistico o per l’esistenza di un vincolo di natura storico ed artistico
Sulla competenza degli enti locali e delle Regioni di introdurre ulteriori prescrizioni o sottoporre i beni vincolati (perché di interesse storico, artistico o culturale) a forme aggiuntive di tutela
Quali interventi concernenti gli immobili di interesse storico e artistico devono essere affidati alla specifica professionalità dell’architetto, e quali invece restano nella competenza dell’ingegnere civile?
Sulla dichiarazione di interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico: lo stato di degrado di un bene osta all’imposizione di tale vincolo? Che rilevanza assume la circostanza che il manufatto abbia subito, nel tempo, alterazioni rispetto alla sua originaria configurazione?
Sulla competenza relativa all’autorizzazione di cui all’art. 21, comma 4, del d.lgs. n. 42 del 2004, relativa, nel caso di specie alla realizzazione di un progetto esecutivo di riqualificazione di un complesso immobiliare: può la suddetta autorizzazione essere legittimamente adottata dalla Direzione regionale per i Beni Culturali e paesaggistici, eventualmente a fronte di un procedimento in cui la locale Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici abbia fornito la propria collaborazione ed espresso proprie valutazioni circa varie scelte progettuali?
[A] Sulla discrezionalità (tecnica o amministrativa) che connota le valutazioni in ordine all'esistenza di un interesse storico-artistico su un immobile, tali da giustificare l'apposizione del relativo vincolo. [B] È irragionevole il vincolo posto a tutela di un interesse storico-artistico su un immobile che si estenda anche all’area agricola circostante?
[A] Sul giudizio che presiede all’imposizione di una dichiarazione di interesse (c.d. vincolo) culturale. [B] Qual è l’oggetto della tutela storico-artistica sottesa all’imposizione del c.d. vincolo culturale, l’opera dell’ingegno dell’autore, ovvero la testimonianza materiale di civiltà? In tale valutazione che rilievo assumono lo stato di degrado e l’alterazione dell’originaria configurazione del bene?
[A] Può la differenza tra il vincolo ex lettera a) e quello ex lettera d) dell’art. 10, comma 3, D. Lgs. n. 42/2004 essere intesa puramente e semplicemente opponendo un vincolo “intrinseco” a un vincolo pressoché completamente “estrinseco”? [B] In caso di vincolo apposto ex art. 10, comma 3, lettera d), D. Lgs. n. 42/2004, quale peso giuridico assumono le doglianze relative alla mancanza di pregio dell'immobile? [C] Sulla natura del potere e sui limiti del sindacato del giudice circa la valutazione dell'interesse culturale di un bene
[A] Sulla tutela riservata all’edificio di culto: è legittimo il decreto che imponga un vincolo di tutela indiretto nonostante il fatto che, in prossimità dell’edificio di culto, siano state realizzate in epoca recente costruzioni incongrue. [B] È possibile ravvisare una disparità di trattamento laddove soltanto le aree poste sud (e non anche le aree poste a nord-est) dell’edificio di culto siano state sottoposte a vincolo indiretto?
Sull’onere cui l’interessato deve sottoporsi in vista dell’eventuale sottrazione dei beni di sua appartenenza al regime di tutela monumentale indiretta
Sulle valutazioni in ordine all'esistenza di un interesse storico-artistico su un immobile, preordinate all’apposizione del relativo vincolo: sull’estensione dell'area da assoggettare a vincolo, tanto diretto, quanto indiretto
Sulla distinzione tra opere “staccate” dall’edificio sottoposto a vincolo ed opere realizzate “in aderenza o appoggio” del manufatto: la qualificazione o meno dell’area quale pertinenza dell’edificio soggetto a vincolo rileva ai fini della necessità dell’autorizzazione della Soprintendenza ai sensi dell’art. 21 c. 4, D.lgs. 42/2004?
Il vincolo paesistico per i territori costieri compresi nella fascia di 300 metri dalla linea di battigia può essere considerato principio fondamentale della legislazione statale?
Sul reato d'abusivo intervento su beni culturali: rilevanza assunta in tale contesto dall'accertamento postumo di compatibilità con il vincolo culturale rilasciato dalla Soprintendenza e dall'autorizzazione in sanatoria rilasciata dall'Autorità preposta
Sulla differenza tra l’efficacia delle autorizzazioni aventi ad oggetto interventi su beni culturali ex art. 21 d.lgs. n. 42 del 2004 e quella delle autorizzazioni paesaggistiche ex art. 146 d.lgs. n. 42 del 2004
Sulla nozione di “opere di edilizia civile che presentano rilevante interesse artistico”: interventi concernenti gli immobili di interesse storico e artistico riservati alla specifica professionalità dell’architetto e interventi spettanti all’ingegnere, con particolare attenzione ai lavori di “efficientamento energetico”
Sulla possibilità o meno di includere ope legis un bene immobile di proprietà di un Ente Ecclesiastico nel novero dei bei culturali sottoposti al regime di tutela di cui al combinato disposto dagli artt. 10 e 12 del D. l.vo 42/2004
Sui limiti del potere dell’Amministrazione di imporre - a norma dell’art. 46 del d.lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004 (Codice dei beni cuturali e del paesaggio) - un vincolo indiretto di inedificabilità assoluta, a tutela di un bene di interesse storico e culturale inserito in un’area già massicciamente compromessa
[A] Distinzioni descrittive delle previsioni volte a regolamentare l'uso del territorio. [B] Sull’onere di notificazione delle prescrizioni di “localizzazione”. [C] Sulla valutazione del valore storico-culturale di un bene giustificante la sottoposizione a vincolo
Sui rapporti tra il privato e la Soprintendenza (che valuta l’interesse pubblico e della collettività alla tutela e fruizione del bene vincolato), con specifico riferimento al caso in cui la situazione di ammaloramento del bene richieda interventi di grande rilevanza economica
[A] Sulle nozioni di “vincolo diretto” e “vincolo indiretto” su beni immobili di interesse culturale e sulla natura del relativo decreto impositivo. [B] Sulla necessità di interpretazione restrittiva del vincolo alla disponibilità di un bene di proprietà privata
Sulla legittimità o meno del vincolo storico artistico indiretto, di cui all’art. 45 del d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, laddove venga utilizzato per le esigenze di tutela di ampie porzioni di territorio
Fino alla verifica effettiva dell’interesse culturale, i beni di cui all’art. 10 del D. Lgs. n. 42/2004 (tra i quali le pubbliche piazze) rimangono comunque soggetti alle disposizioni di tutela
Nel provvedimento di apposizione del vincolo indiretto, caratterizzato da un'ampia discrezionalità dell'Amministrazione procedente, è comunque necessario che il potere sia esercitato in modo che lo stesso sia effettivamente congruo
[A] Sulla SCIA che ha trovato attuazione tra la data di adozione del decreto ministeriale con cui viene dichiarato l’interesse culturale di parte dell’immobile e la data in cui tale decreto acquista efficacia ai sensi dell’art. 21-bis della legge n. 241 del 1990. [B] Sulle misure cautelari previste dall’art. 28 del D.Lgs. n. 42/2004 e sulla cessazione dei loro effetti alla scadenza del termine del procedimento di dichiarazione ai sensi dell’art. 14 del D.Lgs. n. 42/2004
Il vincolo indiretto volto a garantire la tutela indiretta di un immobile di interesse artistico, storico ed archeologico con la creazione di un'apposita fascia di rispetto, non ha contenuto prescrittivo tipico, ma è rimesso all'apprezzamento tecnico-discrezionale dell'Amministrazione
L'art. 28, comma 2, del Dlgs. 42/2004 chiarisce che il potere di sospensione cautelare prescinde dalla previa verifica dell’interesse culturale del bene
Sui casi in cui la mancata comunicazione dell’avvio del procedimento di imposizione del vincolo di interesse storico-artistico comporta l’illegittimità del conseguente provvedimento
[A] Sui casi in cui sussiste l’interesse a ricorrere in materia urbanistico-edilizia di coloro che possano rivendicare una posizione giuridica differenziata rispetto alla generalità dei cittadini, in rapporto alla porzione di territorio interessata: tale posizione è determinata in base al criterio della “vicinitas”. [B] Un giardino può essere oggetto di vincolo – come sembra sostenibile nel caso di specie – non per le peculiarità della flora in esso contenuta, ma come necessaria cornice rispetto ad immobili di pregio storico o artistico, risultando perciò protetto non nella esatta originaria consistenza, ma nella forma e nelle caratteristiche
[A] Sulle competenze riguardo procedimento afferente le prescrizioni di tutela indiretta del vincolo storico artistico. [B] Sul procedimento per l’apposizione del vincolo indiretto
Sul potere della Soprintendenza di prescrivere misure di tutela della cornice architettonica, di far inserire nei piani regolatori appositi perimetri di tutela monumentale, di fissare direttamente tali perimetri in assenza di piano regolatore e di dettare precetti equipollenti alle prescrizioni dello strumento urbanistico
A decorrere dal 14 maggio 2011 (giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto-legge n. 70 del 2011: cfr. l’art. 12 del decreto-legge cit. in tema di “entrata in vigore”) sono sottoposti a tutela de iure soltanto i beni immobili che siano stati edificati da almeno 70 anni
Sul provvedimento di imposizione del vincolo storico artistico motivato per relationem con rinvio ai motivi contenuti nella relazione storico-artisica predisposta dalla Soprintendenza, nella quale non vengono indicate specifiche caratteristiche architettoniche o artistiche del singolo manufatto
Il vincolo indiretto è posto a tutela non solo della visuale ma altresì a salvaguardia “delle condizioni di ambiente e di decoro” e, quindi, più della solennità e della dignità del sito come “luogo della memoria
[A] Nel caso di notifica effettuata ai sensi dell’art. 140 c.p.c., l’avviso di ricevimento della raccomandata con la quale l’ufficiale giudiziario dà avviso al destinatario dell’avvenuto deposito dell’atto nella casa comunale deve essere allegato, a pena di nullità, all’originale dell’atto notificato. [B] Sulla natura recettizia o meno del provvedimento di imposizione del vincolo archeologico, ai sensi dell’art. 1 della l. 1089/1939. [C] Sull’atto amministrativo privo di firma autografa ma sul quale è apposta la stampigliatura dell’organo emittente. [D] Il decreto impositivo di un vincolo costituisce espressione di valutazione tecnica discrezionale non sindacabile in sede di legittimità se non per macroscopici ed evidenti vizi logici ed evidente travisamento dei fatti
[A] Sul decreto con cui il Direttore Generale del Ministero per i beni culturali o ambientali appone un vincolo indiretto ex art. 21 L.1 Giugno 1939 n. 1089 su aree di proprietà privata, non preceduto dalla comunicazione agli interessati dell’avviso di avvio del procedimento. [B] Sull’applicabilità o meno in materia ambientale della regola secondo la quale l’Amministrazione ha il solo obbligo di individuare i proprietari sulla base delle risultanze catastali senza necessità di esperire ulteriori indagini sulla titolarità effettiva delle aree
Sulla possibilità o meno che il carattere di “italianità” dell’esemplare costituisca una condizione imprescindibile affinché se ne possa imporre il trattenimento forzoso sul territorio nazionale ai sensi del D.lgs 42 del 2004
Sull'atto con cui l'Amministrazione preposta alla tutela dei beni di interesse storico, artistico e archeologico esercita il diritto di prelazione per l'acquisto di beni culturali al medesimo prezzo
[A] Il potere esplicato dalla Soprintendenza nell’ambito del procedimento di cui all’art. 167 comma 5 Dlgs. 42/2004, in quanto si estrinseca in un parere non solo obbligatorio, ma altresì vincolante, si atteggia come potere di amministrazione attiva, per sua natura inesauribile. [B] Gli interventi volti all’abbattimento delle barriere architettoniche, consistenti nella realizzazione di rampe ed ascensori esterni, nonché in manufatti che alterino la sagoma dell’edificio, devono essere qualificati come interventi di manutenzione straordinaria, pertanto quali interventi pienamente sanabili paesaggisticamente ex post
[A] Sul contratto di sponsorizzazione ex art. 120 del codice dei beni culturali laddove questo si realizza attraverso un facere, ovvero un’offerta di servizi e attività materiali per la progettazione e l’attuazione di iniziative nel campo della tutela e valorizzazione. [B] Sulla scelta dello sponsor-concessionario, l’art. 115 del Codice. [C] Sul d.l. 9 febbraio 2012, n. 5, convertito con modificazioni, in legge 4 aprile 2012, n. 35, che ha introdotto l’art. 199 bis concernente le sponsorizzazioni in materia di beni culturali e modificato l’art. 26 del codice appalti
Il rilascio dell’autorizzazione da parte della Soprintendenza presuppone che il mutamento di destinazione d’uso non incida sulla conservazione e sul carattere storico artistico del bene
Sul premio di ritrovamento delle cose di interesse culturale, dall’Editto Pacca del 1820, poi consacrato dall’art. 840 del codice civile, all’art. 91 del D.lgs 42 del 2004 il quale ribadisce come “luogo” del ritrovamento oggetto di disciplina il sottosuolo o i fondali marini
In tema di prelazione sui beni culturali, la proposta formulata dall’ente interessato, in quanto atto irrevocabile e vincolante, va assimilata ad un provvedimento di acquisto del bene e perciò, ai sensi del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, è soggetta all’obbligo di provvista e copertura finanziaria
[A] Sull’ordine di rimozione emesso dalla Soprintendenza riguardo a quelle opere che abbiano recato un danno al bene culturale, per effetto della violazione degli obblighi di protezione e conservazione del bene, ai sensi dell’art. 160 del D. Lgs 42/2004. [B] Appartiene alla giurisdizione del giudice amministrativo la controversia relativa a un bene demaniale per il quale sia contestato l’illegittimo esercizio della potestà di autotutela demaniale dell’Amministrazione. [C] Sul silenzio serbato dall’amministrazione sull’istanza di rinnovo della concessione demaniale
L'elenco descrittivo delle cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico e demo-etno-antropologico non ha un valore costitutivo
Il provvedimento con cui un immobile viene dichiarato di particolare interesse storico – artistico (ai sensi della l. n. 1089 del 1939) è soggetto al rispetto delle disposizioni garantistiche introdotte dalla l. 241 del 1990
Sull'interpretazione dell’art. 33 comma 4° D.P.R. 380/01 secondo cui “qualora le opere siano state eseguite su immobili, anche se non vincolati, compresi nelle zone omogenee A, di cui al decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444, il dirigente o il responsabile dell'ufficio richiede all'amministrazione competente alla tutela dei beni culturali ed ambientali apposito parere vincolante circa la restituzione in pristino o la irrogazione della sanzione pecuniaria di cui al precedente comma”
[A] Sul sindacato del giudice amministrativo riguardo agli atti di imposizione del vincolo da parte di organi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. [B] Sulla possibilità o meno di assoggettare a vincolo artistico storico un immobile in stato di cattiva manutenzione o di parziale distruzione
Sulle Linee Guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale emanate dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Sull’universitas rerum costituita dallo “studio d’artista” che rileva come museo della vita professionale dell’artista, traccia visibile dell’unicità delle sue attitudini individuali di produzione e di ricerca
Sulle piazze pubbliche, le vie, le strade e gli altri spazi urbani aperti che se appartenenti ad enti pubblici rientrano tra i beni di cui all’art. 10 comma 1 del D. L.vo 42/2004
Sul comma 4 dell’art. 33 DPR 380/2001 secondo il quale qualora le opere siano state eseguite su immobili, anche se non vincolati – e quindi per argomento a contrario anche su quelli vincolati - compresi nelle zone omogenee A, “il dirigente o il responsabile dell'ufficio richiede all'amministrazione competente alla tutela dei beni culturali ed ambientali apposito parere vincolante circa la restituzione in pristino o la irrogazione della sanzione pecuniaria”
La conservazione dei caratteri delle aree circostanti agli edifici storici, doverosa secondo i principi della moderna pianificazione urbanistica, non può estendersi oltre un certo raggio
[A] La tipizzazione delle aree che, a scopo “preventivo”, introduca vincoli veri e propri di natura architettonica e/o paesaggistica e precluda qualsiasi intervento che vada al di là della manutenzione o del restauro e risanamento conservativo, finirebbe per lasciare al gusto, e magari anche alle stravaganze, dei singoli pianificatori la possibilità di imporre limitazioni anche pesantissime alla proprietà privata. [B] La decisione di qualificare un bene come bene architettonico o paesaggistico, non può essere adottata in sede di strumento urbanistico generale
La decisione di qualificare un bene come bene architettonico o paesaggistico, non può essere adottata in sede di strumento urbanistico generale, ma solo nelle competenti sedi individuate legislativamente
[A] La tutela imposta sui siti espressione di archeologia industriale non tende a salvaguardare un bene per la sua intrinseca bellezza, quanto per il suo valore storico-culturale. [B] Sul vincolo storico artistico apposto su una Birreria sorta nel 1873
Sul vincolo storico artistico apposto su un immobile ai sensi della legge 1089 del 1939 e sulla possibilità o meno che con esso, oltre prescrivere l’integrità dell’immobile e dei suoi arredi sia stato imposto anche il mantenimento di una determinata destinazione d’uso
L'apprezzamento da parte dell'Amministrazione, ai fini della dichiarazione di interesse storico-artistico, si atteggia come valutazione ampiamente discrezionale
In sede di approvazione dello strumento urbanistico generale non possono essere definiti nuovi vincoli di natura architettonica o paesaggistica, né la tipizzazione di un suolo può dipendere dalla definizione di siffatti vincoli
Il diritto di pretendere la potatura dei rami degli alberi del vicino che si protendono sulla proprietà altrui, così come disciplinata dall'art. 896 cod. civ., non è limitato dalle norme pubblicistiche a tutela del paesaggio ed, in particolare, dal vincolo posto dall'art. 146 del d.lgs. n. 490 del 1999 e ciò anche per un cipresso inserito nell’elenco Regionale degli alberi monumentali
[A] Sulla possibilità o meno di insediare i distributori di carburante in zona agricola laddove sussista una contraria disposizione dello strumento urbanistico. [B] Sull’invito della p.a. a presentare un programma di chiusura o adeguamento da parte dell’impresa interessata, laddove sussista l’incompatibilità dell’impianto con l’approvando piano comunale relativo allo loro distribuzione nel territorio. [C] Il decreto impositivo di vincolo storico indiretto deve indicare le finalità che si è inteso perseguire, le caratteristiche e l'ubicazione del bene tutelato, nonché la correlazione del bene stesso con l'ambiente circostante
Sul rapporto tra la normativa regionale e l’art. 16, comma 3, della legge n. 1150/1942 secondo cui “I piani particolareggiati nei quali siano comprese cose immobili soggette alla legge 1 giugno 1939, n. 1089, sulla tutela delle cose di interesse artistico o storico, e alla legge 29 giugno 1939, n. 1497, sulla protezione delle bellezze naturali, sono preventivamente sottoposti alla competente Soprintendenza”
La valutazione sul carattere storico-artistico si sostanzia nel giudizio tecnico-discrezionale formulato, non sulla base di scienze esatte, ma di un contesto culturale di natura storico-filosofica
La previa notifica e trascrizione del vincolo storico artistico non è necessaria ai fini dell’opponibilità a terzi delle previste prescrizioni limitative
Sul potere della competente Soprintendenza di valutare la compatibilità degli interventi edilizi progettati dai proprietari con il vincolo posto sui beni stessi sotto il profilo storico-artistico
Il termine per la conclusione del procedimento finalizzato al rilascio dell’autorizzazione ministeriale ai sensi degli articoli 55 e 56 del decreto legislativo n. 42/2004 è di 330 giorni
Sul provvedimento con il quale la Soprintendenza esprime diniego ai fini della realizzazione di un’opera preordinata al superamento delle barriere architettoniche
[A] Sull’alta discrezionalità che connota l’atto di imposizione del vincolo storico artistico. [B] Il vincolo sulla tutela delle cose di notevole interesse storico ed artistico può riguardare anche una sola parte dell'edificio
Trattandosi di norma speciale l’art. 4 l. n. 13/1989, in materia di silenzio assenso nei procedimenti di rimozione delle barriere architettoniche su beni vincolati, non può ritenersi implicitamente abrogato dalla nuova formulazione dell’art. 20 l. n. 241/1990, come riscritto dalla l. n. 15/2005
[A] Anche nel sistema delineato dall’art. 27 del DPR 3802001 il legislatore ha previsto una competenza alternativa tra il Comune e l’Autorità preposta al vincolo in materia di repressione degli abusi perpetrati in zona vincolata. [B] Sul titolo edilizio necessario per la realizzazione di un soppalco
In caso di trasformazioni non autorizzate su beni oggetto di vincolo monumentale, quando la riduzione della cosa in pristino non sia possibile, “il trasgressore è tenuto a corrispondere allo Stato una somma pari al valore della cosa perduta o alla diminuzione di valore subita dalla cosa per effetto della trasgressione”
Sui precisi limiti a cui soggiace il potere dell’Amministrazione nell’introdurre un vicolo di tutela indiretta di un bene di rilevanza storico artistica
Sulle opere eseguite su un bene soggetto a vincolo storico artistico e consistenti nell’apertura di una porta per accedere al cortile interno, nella copertura di tale cortile con una struttura leggera di facile rimozione e nel posizionamento in tale cortile un condizionatore
Sui limiti dell’apposizione del c.d. “vincolo indiretto” a protezione di un bene culturale e sui casi in cui occorre l’approvazione di un più ampio piano paesaggistico
Sulla nozione di “persone giuridiche private senza fine di lucro”, contenuta nell’art. 10 del D.Lgs. 42 del 2004, relativamente al vincolo storico artistico a cui sono assoggettati i beni immobili ad essi appartenenti
Sulla legittimità o meno del provvedimento con il quale la Soprintendenza ha imposto il vincolo indiretto sulle “aree e immobili prospicienti il complesso immobiliare denominato cinta muraria di Monticchiello” in seguito alle note vicende apparse sulla stampa
Sul vincolo monumentale indiretto ex art. 45, del D.Lgs n. 42/2004 e sulle relative prescrizioni a salvaguardia delle condizioni di ambiente e decoro delle cose immobili tutelate dalla stessa legge
Sulla legittimità o meno di un intervento di riqualificazione di un “complesso monumentale” che preveda la destinazione di circa il 44% della superficie complessiva ad uso privato, per l’adibizione ad attività alberghiera, ad esercizi commerciali e ad uffici
Sulla legittimità o meno dei decreti ministeriali con i quali viene imposto il vincolo storico artistico sugli arredi di un “negozio antico” del centro storico limitando la possibilità di mutare la destinazione dell’immobile
Sul nulla osta preventivo della Soprintendenza in merito all’ammissibilità a contributo degli interventi, ex art. 31 secondo comma del Dlgs 22 gennaio 2004 n. 42
[A] Sulla distinzione tra il vincolo apposto dall’autorità pianificatoria ed il vincolo ex lege 1089 del 1939. [B] Sulla legittimità o meno della scelta di assoggettare a vincolo tutte le ville di un determinato periodo storico
Sulla sussistenza o meno dell’obbligo di osservare la distanza di 30 metri di cui all’art. 5 del R.D. n. 1564/1942, nei confronti di edifici storici da parte di “industrie, imprese ed esercizi relativi a materie infiammabili, nonché deposito o distributore delle materie medesime” per la costruzione di un parcheggio interrato per autovetture
In tema di tutela delle cose d'interesse artistico o storico, la necessità della previa autorizzazione dell’autorità preposta alla tutela del vincolo si riferisce alle "opere di qualunque genere"
Sull’autorizzazione ad alienare da parte della Soprintendenza, prevista dall’art. 55 del d.lgs. n. 490/1999, e sulla possibilità o meno che quest’ultima possa introdurre specifiche destinazioni d’uso
Sull’imposizione del vincolo storico artistico per beni espressione di “archeologia industriale”. Fattispecie relativa a immobili costituenti “magazzini generali”
Sul differente operare dell’istituto della prelazione amministrativa riguardo ai beni di interesse storico ed artistico assoggettati rispettivamente a vincolo “diretto” ed “indiretto”
Sull’opponibilità o meno del vincolo indiretto ex l. 1089/1939, nei confronti degli acquirenti dei beni vincolati, qualora lo stesso non risulti dai registri immobiliari
Il Ministero per i Beni Culturali può imporre al proprietario gli interventi resi necessari per assicurare la conservazione ed impedire il deterioramento del bene con addebito delle spese a carico del proprietario
Anche per i beni pubblici è necessario un atto formale dell’Autorità istituzionalmente deputata all’accertamento della valenza storico–artistica del bene
L’obbligo di sottoporre preventivamente alla Soprintendenza qualsiasi progetto incidente su una zona vincolata è riferibile anche alle ipotesi in cui il territorio in considerazione sia gravato da vincolo indiretto
Sulla sanzione pecuniaria irrogata dall’amministrazione al proprietario di un immobile di interesse artistico o storico, ai sensi dell’art. 15 l. 29 giugno 1939 n. 1497
Sulla possibilità di acquisire in sanatoria il nulla osta dell'Amministrazione dei beni culturali e ambientali, previsto per i progetti relativi ad opere pubbliche da realizzare in zone vincolate ai sensi della L. 1 giugno 1939 n. 1089
Sulla discrezionalità di cui dispone l’Amministrazione nell’imporre il vincolo storico artistico e sull’irrilevanza delle condizioni di degrado e fatiscenza dell’immobile
Il potere di cui è attributaria la Soprintendenza, di tutela e conservazione dei beni culturali, è imprescindibilmente legato alla esistenza del bene materiale o quantomeno alla presenza di elementi-sintomi che facciano ragionevolmente presumerne la predetta esistenza
L’emanazione del decreto ministeriale di vincolo storico-artistico indiretto rende incompatibili le disposizioni regolamentari comunali vigenti che contrastino con il perseguimento degli interessi tutelati dal decreto medesimo