Nell’ipotesi di cosiddetto sconfinamento (ossia realizzazione di un’opera pubblica che abbia interessato un terreno diverso o più esteso rispetto a quello considerato dai provvedimenti amministrativi) a chi spetta la giurisdizione per la richiesta di risarcimento del danno?
Se il diritto al risarcimento del danno da occupazione illegittima ex art. 42 bis, comma 3, D.p.r. 327/2001 sia soggetto al termine di prescrizione quinquennale ex art. 2043 c.c.
La procedura di acquisizione sanante ex art. 42 bis del D.p.r. 327/2001 può essere adotatta per l'acquisto del diritto di superficie su area illegittimamente trasformata?
[A] In merito alle preclusioni che discendono dalla mancata impugnazione della dichiarazione di pubblica utilità rispetto alla impugnabilità dei successivi atti derivati. [B] Sul concetto di rilevanza o interesse locale dell'opera ai fini della competenza delle funzioni espropriative in materia di infrastrutture lineari energetiche ai sensi dell'art. 52-sexies del D.p.r. 380/2001
[A] In merito alla questione circa la configurabilità di un danno "in re ipsa" nel caso di occupazione senza titolo di bene immobile da parte di un terzo: "il fatto costitutivo del diritto del proprietario al risarcimento del danno da perdita subita è la concreta possibilità di esercizio del diritto di godimento". [B] Sulla applicabilità del principio alla diversa fattispecie della occupazione sine titulo da parte della pubblica amministrazione.
[A] In ordine alla corretta quantificazione dei soggetti destinatari, il cui numero superiore a cinquanta, consente. ai sensi dell'art. 11 del D.p.r. 327/2001, di procedere alla comunicazione di avvio del procedimento per l'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio mediante pubblico avviso. [B] In merito alla possibilità da parte ella P.A. di motivare la reiterazione del vincolo preordinato all'esproprio mediante richiamo alle precedenti valutazioni. [C] Sugli ulteriori criteri di valutazione circa la adeguatezza della motivazione in ipotesi di reiterazione del vincolo. [D] Sulla necessità che la motivazione di reiterazione del vincolo dia conto anche della assenza di alternative possibili.
[A] L’effetto traslativo della proprietà all’Amministrazione si verifica alla data della pronuncia del decreto di esproprio, indipendentemente dalla sua successiva notificazione? [B] L’omessa notifica degli avvisi di immissione in possesso incide sulla legittimità dello stesso atto?
Sulla legittimità della istanza rivolta dal privato e diretta a sollecitare l'adozione del provvedimento di acquisizione sanante ex art. 42-bis del D.p.r. 327/2001, ancorché non espressamente contemplata, e sul correlato obbligo della P.A. di provvedere nel merito, configurando l'eventuale inerzia quale silenzio-inadempimento.
In merito al diverso orientamento giurisprudenziale emerso con riferimento alle modalità di determinazione del quantum di risarcimento del danno dovuto in ipotesi di occupazione senza titolo preordinata all'esproprio poi seguita dalla restituzione dell'area.
In materia di procedimento di espropriazione per pubblica utilità, sussiste la giurisdizione del Giudice ordinario nel caso in cui l’Amministrazione abbia agito nell’assoluto difetto di una potestà ablativa (nei casi di occupazione c.d. usurpativa e casi di c.d. sconfinamento)?
In ipotesi di decreto di occupazione d'urgenza di un bene da quale momento può ritenersi cessato lo stato di detenzione qualificata rievante ai fini della configurazione di una occupazione di fatto illegittima? Può lo stesso farsi coincidere con la scadenza degli effetti del decreto?
Può il privato che abbia richiesto ai sensi dell' art. 16 comma 1 del D.p.r. 327/2001 di estendere l'espropriazione anche ad ulteriori beni non interessati ab origine dalla dichiarazione di pubblica utilità, esercitare il diritto alla retrocessione parziale ai sensi dell'art. 47?
[A] In ordine alla inammissibilità della domanda giudiziale diretta al risarcimento del danno, anche per equivalente, correlato alla perdita dei beni, e pari al valore venale degli stessi in ipotesi di "occupazione appropriativa". [B] Sulla ammissibilità di conversione della domanda di risarcimento del danno connesso alla perdita dei beni in domanda restitutoria dei terreni a fronte della evoluzione giurisprudenziale emersa sul punto.
[A] Sulla distinzione tra le due fattispecie della "retrocessione totale" e "retrocessione parziale". [B] Sulla posizione di interesse legittimo che consegue ad ipotesi di retrocessione parziale che subordina il diritto alla retrocessione all'accertamento discrezionale di inservibilità dell'opera. [C] Quali i rimedi esperibili in assenza di dichiarazione di inservibilità?
L’acquisto della proprietà in capo all’espropriante può avvenire in caso di rinuncia abdicativa del privato proprietario dell’area o è necessario un provvedimento di acquisizione sanante ex art. 42-bis del DPR 327/2001?
In quali casi il privato può proporre azione di risarcimento del danno causato dal protrarsi del regime delle cd. zone bianche, dovuto all' inattività del Comune alla riqualificazione urbanistica delle aree conseguente alla decadenza del vincolo espropriativo?
Sui presupposti di applicabilità dell’art. 879, comma 2, c.c. in merito all’esenzione del proprietario confinante dall’obbligo di osservare le distanze legali delle costruzioni dalle vie pubbliche.
Il decreto di esproprio adottato oltre il termine della dichiarazione di pubblica utilità è nullo per carenza di potere oppure è solo illegittimo e, quindi, annullabile?
[A] Sulle caratteristiche qualificanti dell’istituto dell’occupazione temporanea di cui all’art. 49 del DPR 327/2001, sganciato dal procedimento espropriativo. [B] In caso di occupazione temporanea di determinate aree è necessaria la previa dichiarazione di pubblica utilità?
Sugli strumenti processuali del privato per reagire nei confronti dell’esercizio sine die dell’eccezionale potere ablatorio previsto dall’art. 42 bis del D.P.R. 327/2001.
Sussiste la legittimazione e l’interesse ad impugnare gli atti della relativa procedura espropriativa in capo a chi conduce in locazione un immobile interessato da un’espropriazione?
Sulla non operatività dell'istituto della compensazione legale una volta intervenuto il passaggio in giudicato della sentenza giudiziale di determinazione definitiva della indennità di esproprio, senza che l'autorità espropriante abbia proposto la relativa eccezione.
L’inadempimento dell’obbligo a carico dell’Amministrazione di provvedere in caso di istanza del privato, affinché avvii il procedimento di acquisizione c.d. “sanante” ex art. 42 bis del DPR 327/2001, legittima colui che ha presentato l’istanza ad esperire l’azione avverso il silenzio-inadempimento ex artt. 31 e 117 c.p.a.?
L’impugnazione del provvedimento di acquisizione coattiva sanante, di cui all’art. 42-bis del D.P.R. 327/2001, è soggetta al rito abbreviato di cui all’art. 119 c.p.a.?
Sulla ratio e sul potere attribuito all’Autorità amministrativa dall’art. 42 bis del D.P.R. 327/2001, doveroso nell’an e discrezionale nel quomodo, e sull’obbligo a carico dell’Ente che utilizza il bene illecitamente occupato di porre fine alla situazione illecita adeguando la situazione di diritto a quella di fatto.
In ordine alla natura di atto non recettizio del decreto di esproprio, che esclude l’incidenza della mancata notifica sulla validità della procedura, rilevando la stessa ai soli fini della decorrenza del termine di opposizione alla stima.
In merito alla giurisdizione del G.O. in ordine alla pretesa concernente l’autorizzazione del pagamento dell’indennità definitiva di esproprio ex art. 28 del D.p.r. 327/2001 (ed alla connessa azione sul silenzio inadempimento).
Se il decreto di esproprio adottato oltre il termine di efficacia della dichiarazione di pubblica utilità sia nullo per carenza di potere o illegittimo e, quindi, annullabile solo negli ordinari termini di legge.
Sufficiente l’approvazione del progetto dell’opera pubblica per la reiterazione del vincolo espropriativo una volta intervenuta la decadenza per decorso del termine quinquennale?
Quali sono i presupposti indispensabili perché si possa configurare un accordo di cessione volontaria tra l’espropriante e l’espropriato, ai sensi dell’art. 45 del D.P.R. 327/2001?
[A] Sulla natura del procedimento disciplinato dall’art. 63 della l. 23 dicembre 1998, n. 448. [B] Sulla giurisdizione delle controversie riguardanti l’esercizio da parte dei consorzi di sviluppo industriale del diritto di cui all’art. 63 della l. 23 dicembre 1998, n. 448.
In merito alla irrilevanza della “rinuncia abdicativa” alla proprietà dell’immobile ai fini della cessazione dell’illecito permanente costituito dalla occupazione sine titulo del bene di proprietà privata.
[A] Sulla proroga del termine di efficacia della dichiarazione di pubblica utilità. [B] Sulla rilevanza della registrazione del decreto di esproprio alla Corte dei Conti, ai fini del computo del termine di efficacia della dichiarazione di pubblica utilità. [C] In quale momento si verifica l’effetto traslativo della proprietà del bene?
[A] Se il decreto di esproprio, qualora sia emesso oltre la scadenza del termine finale per il completamento della procedura espropriativa e sia tempestivamente impugnato, debba essere dichiarato nullo.
[B] Sulla possibile azione del privato ex artt. 31 e 117 c.p.a. in caso di occupazione sine titulo, al fine di assegnare all’Amministrazione un termine per scegliere tra l’adozione del provvedimento di cui all’art. 42 bis del D.P.R. n. 327/2001 o la restituzione dell’immobile.
Se sia devoluta alla giurisdizione del Giudice Ordinario (Corte d’Appello), oltre alla controversia relativa alla determinazione e corresponsione dell’indennizzo previsto in relazione alla fattispecie di “acquisizione sanante” ex art. 42 bis del D.P.R. 327/2001, anche la controversia avente ad oggetto l’indennizzo da occupazione, dovuto per il periodo di occupazione senza titolo, ai sensi del comma 3, ultima parte, dello stesso art. 42 bis del D.P.R. 327/2001.
Se l’istanza di un privato volta a sollecitare l’Amministrazione ad adottare un provvedimento ai sensi dell’art. 42 bis del D.P.R. 327/2001, pur non espressamente prevista dalla legge, comporti l'obbligo dell’Amministrazione di provvedere su di essa accogliendola o respingendola.
[A] Sui criteri per stabilire la natura conformativa o espropriativa di un vincolo, a prescindere dalla qualificazione e dalla formale indicazione datane dall’ente locale.
[B] Sulla natura del vincolo apposto per la zona destinata a “area di parcheggio” e a “verde attrezzato”.
[C] Sullo speciale onere di motivazione dell’Amministrazione in caso di reiterazione del vincolo preordinato all’esproprio.
Il privato può sollecitare l’Amministrazione a procedere all’acquisizione sanante, ai sensi dell’art. 42 bis del D.P.R. 327 del 2001 e, nel caso di inerzia dell’Amministrazione, quali sono le azioni esperibili?
La previsione di uno strumento urbanistico che subordina l’attività edificatoria alla preventiva formazione di un piano attuativo integra gli estremi del vincolo espropriativo?
Con riferimento all’antico istituto del c.d. livello, il livellario è ricompreso nell'ambito dei soggetti legittimati ad impugnare gli atti di una procedura espropriativa?
L’espropriazione prevista dall'art. 42 bis del D.P.R. 327 del 2001 può avere ad oggetto anche le aree residue, come previsto dal comma 11 dell’art. 16?
Quali sono le conseguenze una volta che, emesso il decreto di occupazione di urgenza, non venga adottato il provvedimento definitivo di esproprio o di asservimento?
Cosa deve fare l’Amministrazione nel caso in cui un zona sia classificata come bianca per intervenuta decadenza del corrispondente vincolo espropriativo?
È sostenibile, nelle controversie relative alle procedure espropriative, affermare che sussista un onere di impugnativa anche del progetto esecutivo a pena di improcedibilità dell'impugnazione?
Gli atti dei procedimenti di adozione e di approvazione di uno strumento urbanistico, contenente un vincolo preordinato all’esproprio, devono prevedere la spettanza dell’indennizzo.
[A] L’azione possessoria nei confronti della pubblica amministrazione deve essere proposte davanti a quale giudice? [B] Le domande volte a far valere la pretesa indennitaria di cui all’art. 44 del D.P.R. 327 del 2001 sono di competenza del giudice ordinario oppure di quello amministrativo?
Quali sono i requisiti minimi di contenuto che deve avere l’avviso di avvio del procedimento di esproprio di cui all’art. 11 del D.P.R. 327 del 2001 per essere legittimo?
[A] Quali sono gli elementi costituivi dell’istituto della cessione volontaria, di cui all’art. 12 della legge n. 865 del 1971, che la distinguono dal contratto di compravendita tra privati? [B] Quali sono le conseguenze legate alla mancanza di uno o più degli elementi costitutivi di tale negozio?
La destinazione quale “zona a verde pubblico attrezzato per il gioco e lo sport” così come quella “a servizi pubblici” impressa dal piano regolatore comporta l’imposizione di un vincolo espropriativo ovvero conformativo e quali sono le conseguenze?
L’Amministrazione, nel caso di illegittima occupazione di un fondo per effetto di un procedimento espropriativo non concluso, può definire contrattualmente l’assetto proprietario del bene, oltre che i danni derivanti dall’occupazione?
Quali sono le conseguenze legate alla mancata impugnazione del decreto di esproprio pronunciato al di là dei termini della dichiarazione di pubblica utilità?
L’Amministrazione è obbligata ad intraprendere e concludere il procedimento preordinato alla adozione del provvedimento di c.d. occupazione sanante, di cui all’art. 42 - bis del D.P.R. 327 del 2001?
Sull’onere motivazionale che incombe in capo all’Amministrazione per giustificare il ricorso alla procedura di acquisizione sanante prevista dall’art. 42 bis del D.P.R. 327 del 2001.
Nel lasso di tempo che intercorre tra la dichiarazione di pubblica utilità ed il decreto di esproprio può essere necessario verificare l’accertamento della permanenza, nel bene, di quei caratteri che hanno determinato la dichiarazione di pubblica utilità?
L’avvio del procedimento previsto dall’art. 42 bis del DPR 327 del 2001 (c.d. acquisizione sanante), deve essere comunicato d’ufficio a tutti i soggetti coinvolti pur in assenza di una espressa previsione legislativa in merito?
La scadenza del vincolo espropriativo imposto dallo strumento urbanistico legittima il proprietario dell’area ad ottenere una nuova destinazione urbanistica?
[A] Può il mantenimento in essere dell’illecita occupazione dei fondi altrui anche dopo la proposizione del ricorso giurisdizionale e dopo l’entrata in vigore dell’art. 42 bis del d.p.r. n. 327/2001 giustificare la trasmissione degli atti alla Procura Regionale della Corte dei Conti per le valutazioni di competenza circa la condotta tenuta dall’Amministrazione? [B] Sulla tradizionale distinzione tra occupazione espropriativa ed occupazione usurpativa e sulla tutela restitutoria.
I vincoli derivanti da scelte urbanistiche realizzabili anche a mezzo dell'iniziativa privata possono essere qualificati come sostanzialmente espropriativi?
Qual'è il criterio per discernere le ipotesi in cui l’amministrazione esercita sui beni di proprietà privata un potere conformativo (come tale, non indennizzabile), da quelle in cui - viceversa - esercita un potere sostanzialmente ablatorio?
Sul giudizio di congruità della motivazione recata dal provvedimento che procede alla reiterazione del vincolo espropriativo decaduto a seconda del tempo in cui si colloca la reiterazione.
Il proprietario di un immobile illecitamente occupato ed irreversibilmente trasformato può obbligare l’amministrazione alla stipula di un contratto di vendita?
A quale giudice spetta la giurisdizione relativa alle controversie aventi per oggetto l'ingiunzione di pagamento dell'indennità conseguente all'occupazione "sine titulo" di un bene demaniale?
La trasformazione del fondo (anche con opere irreversibili) può determinare la perdita di proprietà in capo al privato e l’acquisto in favore della Amministrazione pubblica che l'ha illegittimamente occupato?
Quali vincoli possono essere qualificati come preordinati all'espropriazione o di carattere sostanzialmente espropriativo? Come si atteggiano in questo contesto le destinazioni a parco urbano, a verde urbano, a verde pubblico, a verde pubblico attrezzato, a parco giochi e simili?
La richiesta di risarcimento dei danni patiti non accompagnata da quella di restituzione del bene illegittimamente occupato può essere intesa quale rinunzia abdicativa al diritto di proprietà?
E'possibile sostenere che l'occupazione usurpativa, dia luogo, oltre al diritto di risarcimento per l’illecita trasformazione del suolo, anche al diritto a vedersi ritipizzato, con una destinazione urbanistica economicamente più vantaggiosa, un suolo confinante?
Può l'Amministrazione, a fronte di un'ordinanza di occupazione d'urgenza, immettersi nel possesso dell'area in assenza di una specifica dichiarazione di indifferibilità ed urgenza?
Il vincolo di destinazione urbanistica "zona attrezzature di interesse pubblico" impresso ad un'area dal piano regolatore generale ha natura sostanzialmente espropriativa?
Avv. Francesco Barchielli. L’esproprio in Toscana. Procedimento di variante, di approvazione del vincolo preordinato all’esproprio e di approvazione del progetto con dichiarazione di pubblica utilità ai sensi dell’art. 34 l. 65/2014 e dell’art. 19 D.P.R. 327/2001
E' possibile sostenere che ventuali vizi del procedimento di notifica del decreto di espropriazione costituiscano causa di illegittimità dell’esercizio stesso del potere espropriativo?
Si può legittimamente sostenere che un’area compresa in una zona destinata dal PRG a verde sia sottoposta ad un vincolo di destinazione che preclude ai privati tutte quelle trasformazioni del suolo riconducibili alla nozione tecnica di edificazione?
E' possibile sostenere che, ancorchè l'art. 42 bis, d.P.R. n. 327 del 2001 non preveda un avvio del procedimento ad istanza di parte, il privato possa sollecitare l'Amministrazione espropriante sine titulo ad avviare il relativo procedimento?
Sulla peculiare situazione in cui si trova l’Amministrazione nei casi di cui all’art. 42-bis, primo e secondo comma, d.p.r. n. 327/2001: è possibile sostenere che tale situazione si sostanzi in un semplice obbligo “civilistico” di restituzione e di risarcimento del danno?
In quale "situazione edificatoria" si trova l'area inclusa in un piano per insediamenti industriali ed allo stesso tempo sottoposta al vincolo finalizzato all’esproprio per la realizzazione di “infrastrutture”?
Di quali danni può essere chiamata a rispondere la Pubblica Amministrazione nel caso in cui l'ccupazione di un bene privato per ragioni di pubblica utilità non sia poi culminata in un'espropriazione legittima?
Sui provvedimenti d’urgenza in funzione acceleratoria nell’ambito della procedura espropriativa: la motivazione di tali atti può esaurirsi nel mero richiamo alla dichiarazione di pubblica utilità?
Sull’occupazione temporanea di aree non soggette al procedimento espropriativo per la corretta esecuzione dei lavori previsti: l’occupazione temporanea non preordinata all’esproprio può avvenire anche se destinata a comportare la demolizione di manufatti edificati sull’area?
La mera realizzazione di un'opera pubblica su di un fondo illegittimamente occupato può determinare di per sè il trasferimento della proprietà in capo alla P.A.?
Sull'ammissibilità dell'istituto della c.d. rinuncia abdicativa: il privato, che abbia subito un’occupazione illegittima, può chiedere il solo risarcimento del danno subito, rinunciando in tal modo alla proprietà del bene ed alla sua restituzione? Qual'è il procedimento da seguire in questi casi? Quale atto deve essere oggetto di trascrizione ai sensi degli artt. 2643, primo comma, n.5 e 2645 cod. civ?
Sull'acquisto postumo della proprietà del bene illegittimamente occupato, attraverso la procedura di cui all’art. 42-bis del T.U. 8 giugno 2001 n. 327; in particolare, sulle alternative operative di (a) acquisito non retroattivo al patrimonio indisponibile della P.A. e di (b) restituzione al legittimo proprietario previo ripristino dello stato di fatto esistente al momento dell’apprensione: esemplificazione delle rispettive procedure attuative.
Il soggetto che non ha partecipato al giudizio amministrativo può avvalersi del giudicato relativo all’annullamento di un piano di zona per l’edilizia economica e popolare al fine di ottenere dal giudice ordinario la cancellazione della trascrizione del decreto di espropriazione e il risarcimento dei danni?
La proprietà di un fondo illegittimamente occupato per la realizzazione di un'opera pubblica può essere acquisita dalla P.A. per usucapione ovvero in ragione della c.d. dicatio ad patriam?
Sull'ammissibilità o meno della c.d. rinuncia abdicativa del fondo abusivamente occupato dalla P.A.: come può l’amministrazione resistente sottrarsi all'eventuale (conseguente) sensibile aumento delle proprie debenze risarcitorie?
La destinazione a parcheggio pubblico impressa in base a previsioni di tipo urbanistico costituisce vincolo conformativo ovvero espropriativo della proprietà privata?
Il privato che abbia visto abusivamente occupare da parte della pubblica amministrazione un suo fondo, deve limitarsi a chidere il solo risarcimento per equivalente, ovvero può domandare anche la restituzione del bene, previa eventuale riduzione in pristino?
Nell’ipotesi di c.d. sconfinamento -che ricorre qualora la realizzazione dell’opera pubblica abbia interessato un terreno diverso o più esteso rispetto a quello considerato dai presupposti provvedimenti amministrativi di approvazione del progetto- deve ritenersi integrato un comportamento di mero fatto perpetrato in carenza assoluta di potere?
La permanenza di un manufatto, costituente solo parte di un’opera pubblica mai venuta a esistenza, fa sì che l’ente autorizzato ad occupare il fondo possa ritenersi averne la disponibilità?
Sull'indennità per la coltivazione del fondo espropriato di cui all'art. 45, DPR 327/2001: a questi fini può considerarsi imprenditore agricolo a titolo principale anche una società di capitali?
Sull'acquisizione da parte dell'amministrazione del fondo dalla stessa illegittimamente occupato: è possibile che l'acquisto si realizzi per intervenuta usucapione? A quali condizioni ciò può accadere?
[A] Il ristoro previsto dall'art. 42 – bis D.P.R. 327/2001 configura un indennizzo da atto lecito ovvero una posta risarcitoria da fatto illecito? [B] In quali ipotesi l'adozione del provvedimento di cui all'art. 42 – bis D.P.R. 327/2001 può integrare una fattispecie di elusione o violazione del giudicato?
La realizzazione di un’opera pubblica su un fondo illegittimamente occupato, ovvero legittimamente occupato ma non espropriato nei termini di legge, può ritenersi di per sé sufficiente a determinare il trasferimento della proprietà del bene a favore della Amministrazione?
A quale giudice spetta la giurisdizione sulle ipotesi di esproprizione in c.d. sconfinamento (che ricorre qualora la realizzazione dell’opera pubblica abbia interessato un terreno diverso o più esteso rispetto a quello considerato dai presupposti provvedimenti amministrativi di approvazione del progetto e della dichiarazione di pubblica utilità, pur emessa)?
L'utilizzo del potere eccezionale di cui all’art. 42-bis, d.P.R. n. 327/2001 deve ritenersi riservato alla competenza esclusiva del Consiglio comunale?
Sull'“interesse del cinque per cento del valore venale del bene, dovuto, ai sensi del comma 3, ultima parte, dell'art. 42 bis d.P.R. 8 giugno 2001, n. 327,a titolo di risarcimento del danno".
L'annullamento della dichiarazione di pubblica utilità determina l'automatica caducazione degli effetti del decreto di esproprio nel frattempo eventualmente emesso?
A quale giudice spetta conoscere le controversie in tema di determinazione e corresponsione dell'indennizzo previsto in relazione alla fattispecie di "acquisizione sanante" ex art. 42-bis del d.P.R. n. 327 del 2001? A quello stesso giudice spetta pure conoscere le controversie aventi ad oggetto l'interesse del cinque per cento del valore venale del bene dovuto, ai sensi del comma 3, ultima parte, di detto articolo, "a titolo di risarcimento del danno"?
[A] Che rilevanza possono assumere, ai fini della determinazione dell’effettiva proprietà di un bene, le sue risultanze catastali? [B] Sull'operatività dell'istituto dell'usucapione in favore della P.A. che abbia illegittimamente occupato un fondo privato.
“ne bis in idem” e sanzione demolitoria: c'è autonomia concettuale tra confisca ordinata dal giudice penale quale sanzione accessoria a una lottizzazione abusiva e ordine di demolizione ex articolo 31 D.P.R. n. 380/2001?
A quale giudice spettano le controversie nelle quali si faccia questione - ai fini della restituzione e/o della tutela risarcitoria - di attività di occupazione e trasformazione di un bene immobile conseguenti ad una dichiarazione di pubblica utilità e con essa congruenti allorchè faccia difetto un formale atto traslativo della proprietà?
Nell’ambito della serie procedimentale degli atti e provvedimenti di approvazione di un progetto di opera pubblica, quali possono considerarsi impugnabili?
La realizzazione di un’opera pubblica rappresenta un impedimento alla possibilità di restituire l’area illegittimamente appresa? Art. 42-bis, T.U. 8 giugno 2001 n. 327 e indicazioni applicative.
L'indicazione delle reti stradali all'interno e a servizio delle singole zone deve essere qualificata come vincolo imposto a titolo particolare e a carattere espropriativo?
Sugli oneri pubblicitari di cui all'art. 11 del d.P.R. n. 327/2001. La mancata comunicazione ai sensi del predetto articolo determina l'illegittimità del provvedimento?
Sulla natura della domanda proposta dai proprietari in esito alla irreversibile trasformazione del fondo occupato dalla P.A. in assenza del decreto di esproprio: la rinunzia abdicativa al diritto di proprietà nel quadro dei principi elaborati dalla Corte di Strasburgo e dalla giurisprudenza c.d. “post-comunitaria” della Corte costituzionale, delle Sezioni unite della Corte di cassazione e del Consiglio di Stato.
Il riconoscimento dell’assenza di una valida dichiarazione di pubblica utilità o il suo annullamento in sede giurisdizionale ha un effetto caducante ovvero meramente viziante del decreto di esproprio?
E' possibile affermare che la P.A. abbia l'obbligo di provvedere, oltre che nei casi stabiliti dalla legge, in fattispecie ulteriori nelle quali ragioni di giustizia e di equità impongono l'adozione di un provvedimento? Insomma, è possibile estendere le possibilità di protezione contro le inerzie della Amministrazione pur in assenza di una norma ad hoc che imponga un dovere di provvedere?
Sulla possibilità o meno per la P.A. di acquisire il bene abusvamente occupato per usucapione: violenza della condotta, interversio possessionis e momento di decorrenza della prescrizione.
[A] La giurisdizione in tema di indennità di occupazione legittima per pubblica utilità spetta al g.o. anche in presenza di motivi di connessione? [B] Ancora sul tema dell'acquisto della proprietà per accessione invertita.
La realizzazione di un’opera pubblica su un fondo illegittimamente occupato, ovvero legittimamente occupato ma non espropriato nei termini di legge, è di per sé in grado di determinare il trasferimento della proprietà del bene a favore della Amministrazione?
Sulla proroga dei termini del procedimento espropriativo: può la P.A. prolungare l’efficacia della dichiarazione di pubblica utilità successivamente alla scadenza del termine che intende prorogare?
Per la riconsegna dell'area occupata sono richieste le formalità previste per l'occupazione (redazione di apposito verbale di immissione in possesso redatto in contraddittorio con il proprietario o, in sua assenza, con l'intervento di due testimoni)?
Sui "più recenti indirizzi giurisprudenziali in ordine alla problematica relativa all’acquisto della proprietà in capo al beneficiario dell’espropriazione, in virtù della c.d. accessione invertita": il proprietario può decidere di abdicare al suo diritto e chiedere il risarcimento del danno per equivalente?
Può affermarsi che ogni vincolo concernente beni determinati e posto alla proprietà privata dallo strumento urbanistico generale ha carattere espropriativo?
L’art. 42-bis, T.U. espropriazioni è applicabile anche alle ipotesi in cui il rapporto fra il privato e l’amministrazione nasce e si sviluppa sul versante privatistico?
Alla giurisdizione di quale giudice è riservata la conoscenza della domanda di accertamento dell’intervenuta usucapione del bene in favore dell'ente espropriante?
Nelle cause inerenti l'espropriazione, l'esistenza o meno della dichiarazione di pubblica utilità rappresenta a tutt'oggi il discrimine fra le controversie conoscibili dal giudice amministrativo e quelle riservate alla cognizione del G.O.?
Sulla configurabilità o meno di una rinuncia preventiva alla tutela giurisdizionale dell'interesse legittimo e, in particolare, sulla possibilità o meno di manifestare una preventiva acquiescenza all’esproprio.
A quale giudice compete la giurisdizione sulle controversie nelle quali si faccia questione - anche ai fini della tutela risarcitoria - di attività di occupazione e trasformazione di un bene immobile conseguenti ad una dichiarazione di pubblica utilità e con essa congruenti, quando, in particolare, il procedimento ablatorio non sia sfociato in un tempestivo e formale atto traslativo della proprietà?
Se vi è stata dichiarazione di pubblica utilità, l’illecito spossessamento del privato da parte della p.a. e l'irreversibile trasformazione del suo terreno per la costruzione di un'opera pubblica possono dar luogo all'acquisto dell'area da parte dell'Amministrazione?
Il Comune ha l’obbligo di provvedere sull’istanza del privato volta a sollecitare l'adozione del provvedimento di cui all'art. 42 bis d.P.R. 327/01? In caso di inerzia, il privato può agire avverso il silenzio serbato dall'Amministrazione?
Con riferimento al potere di disporre l’acquisizione, ex art. 42 bis del d.P.R. 8 giugno 2001 n. 327, dell’area abusivamente occupata dall’amministrazione: quali limiti incontra il giudice amministrativo nella valutazione comparativa degli interessi in gioco?
Sul risarcimento dei danni da occupazione sine titulo e irreversibile trasformazione del fondo da parte dell'Amministrazione: controvalore dell'immobile, valore d'uso e senso di impotenza e di frustrazione di fronte allo spossessamento illegale dei beni.
Sulla restituzione del bene illegittimamente occupato dall'Amministrazione e sui poteri del commissario ad acta: il termine assegnato nella sentenza de quo agitur ha natura ordinatoria o perentoria?
Sull’obbligo di comunicazione di avvio del procedimento in relazione al procedimento ex art. 42 bis del DPR 327 del 2001, per la particolare ipotesi in cui l’ordine di pronunciarsi sull’acquisizione derivi da una sentenza.
Può il privato, in sede di ottemperanza, chiedere il pagamento per equivalente dei residui costi di ripristino dell’area abusivamente occupata in luogo della esecuzione in forma specifica della riduzione in pristino dello stato dei luoghi?
Può ritenersi legittimo il decreto di esproprio intimato in ragione dell'ampliamento del cimitero comunale, ma in mancanza dell'approvazione di una variante urbanistica?
Cosa accade allorchè sia stata realizzata una irreversibile trasformazione del suolo senza che la procedura di esproprio sia stata portata a conclusione con l’emissione del relativo decreto?
Sintesi dei principi giurisprudenziali in tema di c.d. "acquisizione sanante": la scelta dell'amministrazione concerne l’alternativa fra l’acquisizione autoritativa e la concreta restituzione del bene, ovvero quella fra la sua acquisizione e la non acquisizione?
[A] La connessione tra la domanda di indennità per legittima occupazione del fondo e quella di risarcimento del danno può giustificare l'attribuzione di entrambe le domande allo stesso giudice? [B] La distinzione tra le non più attuali nozioni di occupazione usurpativa ed occupazione appropriativa può assumere rilevanza ai fini della giurisdizione? [C] Quali sono i criteri necessari alla stregua dei quali ritenere la natura edificatoria delle aree ai fini espropriativi?
Sull'antico istituto del cd. livello: il livellario può essere ricompreso nell'ambito dei soggetti legittimati ad impugnare gli atti di una procedura espropriativa?
Sintesi dei principi elaborati in tema di occupazione abusiva: il privato che abbia subito un’occupazione illegittima può chiedere il solo risarcimento del danno subito, rinunciando in tal modo alla proprietà del bene ed alla sua restituzione?
Sui vincoli di inedificabilità preordinati all’espropriazione o a contenuto sostanzialmente espropriativo. La sottoposizione a vincolo preordinato all’esproprio per il periodo previsto dalla legge può essere di per sé considerata attività illecita produttiva di danno ingiusto?
In quali casi può verificarsi l'esonero di responsabilità in favore dell’Ente espropriante per i danni cagionati all’espropriato per occupazione illegittima?
[A] Nei casi di cui all'art. 42-bis d.p.r. n.327/2001 qual'è il primo dovere incombente sull’Amministrazione? Quello “civilistico” relativo alla restituzione dell’immobile e al risarcimento del danno per l’occupazione illegittima, ovvero quello “amministrativo” relativo alla valutazione degli interessi in conflitto? [B] Il privato che abbia agito avverso il silenzio dell'amministrazione in relazione alla valutazione di opportunità di esercizio o non esercizio della potestà amministrativa di acquisizione, può poi ottenere la restituzione del bene illegittimamente occupato all'esito del giudizio di ottemperanza?
[A] In che misura è indennizzabile il privato che abbia subito un'espropriazione parziale? [B] I proprietari di immobili ubicati nella fascia di rispetto possono pretendere che l'amministrazione ferroviaria espropri i loro beni o li acquisisca al proprio patrimonio anche mediante strumenti privatistici in assenza di precipua volontà dell'ente pubblico di assoggettarsi alle regole di diritto comune?
L'approvazione del progetto esecutivo dell'opera pubblica può assumere rilevanza ai fini del dies a quo della decorrenza del termine di cui all’art. 13, comma 4 d.p.r. n. 327/2001?
Sul criterio di quantificazione dell’importo da corrispondere a titolo di indennizzo per il danno non patrimoniale per l'espropriazione posta in essere dall'Anas: si applica il V (venti per cento del valore venale del compendio illegittimamente occupato) o il I comma (dieci per cento del valore venale del bene) dell'art. 42 bis d.p.r. 8 giugno 2001, n.327?
Quali obblighi gravano in capo all'Amministrazione in caso di zona classificata come bianca, ossia non pianificata, per intervenuta decadenza del corrispondente vincolo espropriativo?
In tema di espropriazione per pubblica utilità, la comunicazione di avvio del procedimento deve essere effettuata al momento dell’adozione del decreto di occupazione di urgenza ovvero al momento dei precedenti atti di approvazione del progetto e di dichiarazione della pubblica utilità dell’opera?
A quale giudice appartiene la giurisdizione circa la controversia avente ad oggetto l'interesse del cinque per cento del valore venale del bene dovuto "a titolo di risarcimento del danno" ex comma 3, ultima parte, dell'art. 42-bis, d.P.R. n. 327 del 2001?
A quale giudice vanno proposte le domande risarcitorie e restitutorie relative a fattispecie di occupazione usurpativa, intese come manipolazione del fondo di proprietà privata avvenuta in assenza della dichiarazione di pubblica utilità ovvero a seguito della sua sopravvenuta inefficacia?
Il danno da occupazione illegittima di un immobile può considerarsi danno in re ipsa? Tale danno può dunque essere oggetto di una presunzione iuris tantum? In quali casi, eventualmente, quest'ultima può essere superata?
L'occupazione di un fondo sine titulo da parte della p.a. (con conseguente trasformazione da parte della stessa di un bene privato) è utile ai fini dell'usucapione?
Sull'espropriazione di fondi agricoli: l’accordo bonario sull’indennità spettante all’espropriando comporta di per sè la cessione volontaria del bene? Quali sono le tutele applicabili nel caso in cui il corrispettivo pattuito sia, per qualche ragione, ritenuto irrisorio, dal sottoscrittore dell’accordo e/o dai suoi eredi?
Nel procedimento di espropriazione, che rilevanza assume il fatto che l’atto di approvazione del progetto definitivo dell’opera, con la contestuale dichiarazione della sua pubblica utilità, sia emanato dalla Giunta comunale?
Chi deve risarcire il danno da occupazione illegittima nel caso in cui la P.A. abbia non solo affidato ad altro soggetto la realizzazione dell'opera pubblica, ma anche delegato lo stesso per lo svolgimento delle procedure espropriative?
Quali conseguenze comporta l'occupazione di aree di proprietà dei privati e la conseguente irreversibile trasformazione delle stesse senza il rispetto dei termini fissati nella dichiarazione di pubblica utilità, e comunque senza l’adozione, nei termini, del decreto di esproprio?
Nei giudizi in materia di espropriazione e occupazione d’urgenza possono essere configurabili controinteressati diversi dai soggetti a diretto beneficio dei quali viene disposta l’espropriazione o l’occupazione? La posizione dei soggetti incaricati della progettazione dell’opera può venire in rilievo, oltre che rispetto ai provvedimenti di conferimento dell’incarico professionale, anche rispetto ad altri atti del procedimento direttamente e immediatamente lesivi della posizione giuridica dei privati?
[A] Sul dies a quo per l’impugnazione delle disposizioni contenute in strumenti urbanistici generali con particolare riferimento alla specifica ipotesi in cui contengano vincoli preordinati all’esproprio. [B] Quali conseguenze comporta, in seno al procedimento espropriativo, la mancata impugnazione dell'atto impositivo del vincolo?
Sull’istituto della rinuncia abdicativa nell’attuale quadro giuridico ed alla luce dei principi elaborati dalla Corte di Strasburgo: ammissibilità e presupposti.
Può l’Amministrazione imporre alla proprietà privata limitazioni o oneri sostanzialmente espropriativi senza dichiarare formalmente la volontà di espropriare o senza prefigurare, in alternativa, una ragionevole soluzione perequativa?
La previsione di piano contenente un riferimento generico ad una eventuale futura possibilità di esproprio di alcune aree può considerarsi impositiva di un vincolo, o di un “pre-vincolo”, di esproprio, o comunque idonea a incidere sul regime giuridico dei suoli?
Ai fini della quantificazione del danno derivante ai proprietari di terreni abusivamente occupati dall’Amministrazione, qual è il valore venale cui occorre fare riferimento? Che rilevanza assume in merito il valore desumibile dalla destinazione urbanistica dell'immobile impressa dalle scelte di pianificazione territoriale?
Il decreto di esproprio tardivo o relativo ad aree originariamente non previste nel decreto di occupazione integra una fattispecie nullità del provvedimento amministrativo?
Il giudice amministrativo può procedere alla declaratoria dell’intervenuta abdicazione da parte dei privati al diritto di proprietà delle aree sulle quali è stata abusivamente realizzata l’opera pubblica a favore dell’ Amministrazione?
Sulla rinuncia abdicativa del diritto di proprietà da parte del proprietario del fondo espropriato: a questa consegue automaticamente l'acquisto della proprietà del fondo da parte dell'Amministrazione?
[A] La destinazione a “Viabilità di progetto” può essere qualificata come previsione sostanzialmente espropriativa? [B] Nell’ipotesi in cui un terreno sia rimasto privo di regolamentazione a causa della decadenza dei vincoli di natura espropriativa, può il proprietario presentare un’istanza volta a ottenere l’attribuzione di una nuova destinazione urbanistica? [C] La decadenza dei vincoli espropriativi precedentemente in vigore comporta necessariamente che l’area debba conseguire la destinazione urbanistica edificatoria?
A quale giudice spetta la giurisdizione per il caso in cui vengano impugnati provvedimenti amministrativi allo stato non ancora eseguiti, ma che, se eseguiti, darebbero luogo ad una occupazione usurpativa per difetto di dichiarazione di pubblica utilità?
La deroga espressamente prevista dalla seconda parte dell'art. 3 TUE si riferisce soltanto agli "immobili" sottoposti a vincoli ovvero anche alle "zone" oggetto di tali previsioni prescrittive?
Con quali modalità va verificata la natura espropriativa a conformativa dei vincoli impressi ai suoli dalla normativa urbanistica? Che natura assume la destinazione d'uso a “Spazi di sosta e parcheggio di urbanizzazione primaria” di iniziativa pubblica?
[A] Sull’istituto della c.d. “acquisizione sanante”: criteri per la determinazione del valore venale del fondo illegittimamente occupato. [B] Si può ottenere il risarcimento del danno da occupazione illegittima dalla data di immissione in possesso (nel caso di specie giugno 1985) allorché si sia acquisito la qualità di proprietari del terreno solo successivamente (nel caso di specie nel 2009)?
Sul risarcimento del danno per illecita occupazione di un fondo, con particolare attenzione al danno non patrimoniale definito dalla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo “da senso di impotenza e di frustrazione di fronte allo spossessamento illegale dei beni”
Sulla giustiziabilità, con il rito cd. del silenzio, dell’inerzia mantenuta dal Comune circa l’istanza volta ad ottenere alternativamente la restituzione dell’area, ovvero l’adozione di un provvedimento d’acquisizione sanante, ex art. 42 bis d.P.R. 327/2001
Sulla possibilità o meno per la pubblica amministrazione di emanare un provvedimento di acquisizione ex art. 42-bis, d.P.R. 327/2001 in presenza di un giudicato restitutorio
Il regime di solidarietà attiva dei venditori nel credito per il prezzo dovuto per la vendita del bene è estensibile alle ipotesi di espropriazione? Che rilevanza assume in questo contesto il danno da mancato godimento?
Sull’istituto della così detta “occupazione acquisitiva”, sul comportamento illecito permanente che l’amministrazione ha l’obbligo di fare cessare e sui mezzi di tutela a disposizione del privato
[A] A chi spetta la giurisdizione sulla domanda diretta alla corresponsione dell'indennità per il periodo di occupazione legittima di un fondo da parte della P.A.? [B] La rinnovazione della dichiarazione di pubblica utilità dell'opera attuata con illegittime modalità procedurali, può far venire meno il carattere di illecito permanente dell'occupazione originariamente disposta ed oramai non più presidiata da alcun titolo legittimante?
Che rilevanza assume la scadenza del termine di efficacia della dichiarazione di pubblica utilità ai fini della liceità del possesso del terreno da parte della P.A.?
Sulla distinzione tra vincoli conformativi e vincoli espropriativi, con particolare riferimento ai vincoli di destinazione imposti dal piano regolatore per attrezzature e servizi quali parcheggi, impianti sportivi, mercati e strutture commerciali, edifici sanitari etc., realizzabili anche ad iniziativa privata o promiscua in regime di economia di mercato
Il dimezzamento dei termini processuali si applica ai soli giudizi impugnatori aventi ad oggetto i provvedimenti relativi alle procedure di occupazione e di espropriazione, ovvero, anche alle controversie relative alle domande risarcitorie proposte in relazione a tali procedure?
Sulla quantificazione del risarcimento del danno del bene illegittimamente occupato dall’amministrazione: distinzione tra l’ipotesi in cui quest’ultima si determini, previa restituzione in pristino, per la restituzione del bene, e l’ipotesi in cui decida di acquisire il bene ai sensi dell’art. 42-bis d.p.r. n. 327/2001
Sulla ammissibilità o meno dell’azione avverso il “silenzio-inadempimento” nell’ipotesi di mancata conclusione della procedura espropriativa secondo il suo andamento fisiologico
[A] Il principio del “pareggio di bilancio” opera anche nel caso in cui il maggior costo delle aree espropriate discenda da accertamenti giudiziali conseguenti ad atti di opposizione alla stima introdotti dai privati proprietari delle aree espropriate davanti alle Corti d’Appello? [B] Le spese processuali e di CTU possono essere incluse nel c.d. “costo di esproprio”?
Sulla qualificazione del vincolo imposto su un’area come espropriativo o conformativo: che rilevanza assume in proposito il “tasso di deviazione dalla finalità ordinaria di un’area rispetto alla sua vocazione naturale”? La previsione urbanistica che non può essere attuata – in concreto ed effettivamente – dal privato proprietario dell’area, può considerarsi conformativa?
[A] Sui presupposti necessari affinché ricorra un’ipotesi di occupazione cd. usurpativa. [B] A chi spetta la giurisdizione sulla domanda afferente all’esatta quantificazione dell’indennizzo in relazione al valore da attribuire al fondo oggetto di espropriazione e al danno da sconfigurazione/deprezzamento?
[A] Il coinvolgimento nella procedura espropriativa di un rilevante numero di proprietari consente all'Amministrazione espropriante di sostituire la comunicazione personale di avvio del procedimento con le forme di pubblicità alternative dell'art. 8, co. 3, l. 7 agosto 1990 n. 241? [B] La realizzazione dell’opera sulla proprietà del privato in una porzione diversa e traslata rispetto alla linea coassiale di asservimento individuata nel progetto autorizzato deve essere qualificata come occupazione usurpativa e quindi essere devoluta alla giurisdizione del g.o.?
[A] Sull’ampiezza del giudicato del processo amministrativo. [B] Thema decidendum, obiter dictum e facoltà di riproporre la domanda. [C] Sull’usucapione dell’Amministrazione di aree illegittimamente occupate
Sulla questione relativa alla proponibilità della (sola) domanda risarcitoria dei danni conseguenti all’occupazione e all’irreversibile trasformazione dei suoli
Laddove, in presenza della localizzazione di una strada pubblica in uno strumento urbanistico generale, non sia intervenuta la pianificazione attuativa nel termine di cinque anni dall’approvazione del PRG, i corrispondenti vincoli espropriativi (automaticamente sorti) sono destinati a decadere? Che natura dovrebbe assumere allora l’area interessata?
L’approvazione del progetto di opera pubblica e la conseguente variante al PRG possono assumere efficacia a prescindere dall’approvazione regionale? La sola adozione della variante è sufficiente al fine di sorreggere gli atti di una procedura ablativa e in particolare quelli di un’occupazione d’urgenza?
La destinazione di un’area a “verde pubblico - verde urbano” è vincolo espropriativo o conformativo? È soggetto a decadenza ai sensi dell’art. 2 della L. 19 novembre 1968, n. 1187?
Sull’acquisizione gratuita al patrimonio comunale: in particolare sull’individuazione del momento in cui si verifica l'effetto acquisitivo e sulla scelta fra demolizione d'ufficio e conservazione del bene
Sull’art. 42-bis del D.P.R. n. 327/2001 e sull’obbligo giuridico dell’Amministrazione di far venir meno l’occupazione “sine titulo”: la predetta norma nell'affermare che la PA, valutati gli interessi in conflitto, "può" disporre che il bene sia acquisito al suo patrimonio indisponibile, attribuisce all'Autorità una semplice facoltà (il cui esercizio è per definizione libero), o, invece, le conferisce una potestà, cioè l'esercizio obbligatorio di un potere pubblico?
Sulla funzione conformativa svolta in sede di pianificazione urbanistica; in particolare sulla possibilità o meno per la P.A. di imporre vincoli riguardanti singoli edifici in considerazione della particolare tipologia dell’immobile.
Sulla distinzione tra vincoli conformativi ed espropriativi, con particolare attenzione alle prescrizioni riguardanti altezza, cubatura, superficie coperta, distanze, zone di rispetto, indici di fabbricabilità, limiti e rapporti per zone territoriali omogenee e simili
Sulla nozione di matrice costituzionale di responsabilità sociale del proprietario: precisazioni sull’impossibilità di dichiarare l’acquisizione gratuita dell'area in cui è stato realizzato un immobile abusivo verso il proprietario allo stesso estraneo
Sull’ampiezza della discrezionalità che connota i provvedimenti che afferiscono alla procedura di espropriazione per pubblica utilità: è possibile riconoscere un obbligo per l'amministrazione di rispondere alla richiesta del proprietario finitimo di reiterazione del vincolo espropriativo su area confinante con la propria?
Sulla giurisdizione circa le domande investenti l’esatta quantificazione dell’indennizzo in relazione al valore venale da attribuire al fondo, il danno da deprezzamento delle aree residue, nonché in ordine alla somma da corrispondere a titolo di pregressa occupazione abusiva: distinzione delle controversie in due grandi categorie a seconda che il loro oggetto sia costituito dalla denuncia di illegittimità del "provvedimento di acquisizione" e dalla eventuale consequenziale richiesta di risarcimento del danno oppure dalla domanda di "determinazione" o di "corresponsione" "delle indennità in conseguenza dell'adozione di atti di natura espropriativa o ablativa"
Nel quadro normativo attuale, la perdita della proprietà dell’area abusivamente occupata può conseguire ad una rinuncia abdicativa del diritto implicitamente desumibile dalla proposizione della domanda risarcitoria?
[A] Sull’accessione invertita con particolare riferimento alle occupazioni illegittime poste in essere prima della entrata in vigore del D.P.R. 327 del 2001. [B] Sulla rinuncia unilaterale al diritto proprietà: una volontà negoziale di tipo abdicativo può essere implicitamente desunta da una domanda giudiziale di tipo risarcitorio?
[A] Sulla giurisdizione relativa alla richiesta di condanna dell’amministrazione al pagamento di un indennizzo o al risarcimento del danno per il mancato godimento del bene conseguito al vincolo espropriativo rimasto ineseguito. [B] I documenti relativi al piano degli insediamenti produttivi possono costituire l’oggetto dell’accesso civico? [C] Il rilascio dei certificati di destinazione urbanistica può avvenire nelle forme del diritto di accesso?
Sul potere di disporre l'acquisizione ex art. 42-bis, d.P.R. 8 giugno 2001, n. 327, dell'area abusivamente occupata e sulla possibilità o meno per il giudice amministrativo di sostituirsi all’amministrazione
Sull’occupazione sine titulo, ancorché accompagnata da irreversibile trasformazione del fondo, e sulla quantificazione del danno da essa scaturente; in particolare sulla possibilità o meno di quantificare il valore d'uso in base al parametro indicato dalla legge nell’art. 42 bis comma 3, d.P.R. n. 327 del 2001, nell'interesse del cinque per cento annuo sul valore venale del bene al momento dell’occupazione
[A] Sulla possibilità o meno del G.A. di emettere, nelle controversie concernenti il risarcimento del danno da occupazione senza titolo di un cespite immobiliare altrui, una sentenza di condanna generica limitata all’an debeatur. [B] Qual è la base di calcolo sulla quale individuare il ristoro spettante ai privati in conseguenza di una occupazione senza titolo?
[A] Sulla giurisdizione relativa alla definizione dell'eccezione d’intervenuta usucapione avanzata dalla P.A. [B] Sulla espropriazione indiretta o larvata: i beni occupati dalla P.A. possono essere dalla stessa usucapiti?
Sull’art. 54 TU espropriazioni: è possibile ricorrere avverso il silenzio della Commissione che non abbia provveduto a determinare l’indennità piuttosto che adire il giudice ordinario?
Sulle necessità che la valutazione sub art. 42 bis sia “attuale” ed incomba sull’utilizzatore: Può dirsi che il giudicato avente ad oggetto l’art. 42 bis del TU espropriazione abbia valore rebus sic stantibus?
[A] A quale provvedimento deve essere riferito l’obbligo di comunicazione di avvio del procedimento nell’ipotesi di dichiarazione di pubblica utilità implicita? [B] Sulla richiesta di condanna al risarcimento dei danni subiti a seguito della illegittima occupazione ed irreversibile trasformazione di alcuni terreni di proprietà di privati; in particolare sulla giurisdizione e sulla possibilità, o meno, per il giudice amministrativo di ordinare all’Amministrazione di dare luogo al procedimento di sanatoria di cui all'art. 42 bis TU espropriazioni
[A] Il provvedimento conclusivo della procedura di cui all’art. 42 bis del DPR 8 giugno 2001, n. 327 può prescindere dalla comunicazione di avvio del procedimento? [B] Spetta al dirigente compiere valutazioni inerenti l’interesse pubblico all’ampliamento del patrimonio comunale comprendenti la comparazione tra interesse pubblico e privato e il permanere o meno dell’assenza di ragionevoli alternative all’adozione dell’atto di acquisizione finale? [C] L’istituto di cui all’art. 42 bis del DPR 8 giugno 2001, n. 327, richiede l’esercizio di un potere di carattere necessariamente “rimediale”? In altre parole, è possibile applicare l’istituto di cui all’art. 42 bis del DPR 8 giugno 2001, n. 327, ad una servitù di passaggio pubblico motivando l’acquisizione prevista da tale norma sulla base di quegli stessi requisiti che, ove sussistenti, comporterebbero in via di fatto la costituzione della servitù di pubblico passaggio pur in assenza di un apposito titolo?
[A] Può configurare una riassunzione del giudizio instaurato dinanzi al giudice ordinario (con atto di citazione in cui si richiede la condanna del Comune al risarcimento dei danni subiti) la presentazione al giudice amministrativo di un ricorso volto ad ottenere la condanna della P.A. alla restituzione del terreno illegittimamente occupato ed in via subordinata quella di condanna all’adozione del provvedimento di acquisizione sanante ex art. 42-bis del d.P.R. n. 327/2001? Ad una simile vicenda si può applicare la regola della translatio juidicii? [B] Sulla natura istantanea o permanente dell’illecito perpetrato dall’amministrazione con la persistente e non titolata occupazione del terreno del privato. [C] Che valore assume la qualificazione della fattispecie di illecito in termini di occupazione appropriativa od acquisitiva, o di cd. accessione invertita? [D] Quali sono le strade che la P.A. può seguire nell’ipotesi di persistente e non titolata occupazione del terreno di un privato? [E] Può il danno da occupazione illegittima quantificarsi -con valutazione equitativa ex artt. 2056 e 1226 c.c.- nell’interesse del 5% annuo sul valore venale del bene, con applicazione analogica del parametro fatto proprio dal Legislatore con l’art. 42-bis, comma 3, del d.P.R. n. 327/2001?
Sul ricorso proposto contro il procedimento di occupazione d'urgenza o contro il successivo decreto di esproprio: la mera accettazione dell'indennità di espropriazione vale a determinare acquiescenza rispetto ai suddetti provvedimenti?
[A] Può la regola di non annullabilità di cui all’art. 21-octies, comma 2, della l. n. 241/1990 applicarsi a provvedimenti latamente discrezionali, quali quelli localizzativi di un vincolo preordinato all’esproprio? [B] Può l’ordinanza contingibile ed urgente sostituire gli ordinari strumenti giuridici ablatori (espropriazione per p.u. e subprocedimento di occupazione d’urgenza)?
[A] Può attribuirsi carattere ablatorio ai vincoli che impongono alla proprietà privata il perseguimento di obiettivi di interesse generale? La natura espropriativa o conformativa del vincolo deve essere verificata in astratto o in concreto? [B] La destinazione a parcheggio è vincolo espropriativo o conformativo?
[A] Le disposizioni delle n.t.a. che consentono l’intervento diretto dei privati nella realizzazione di attrezzature sportive o del verde possono avere natura espropriativa? [B] La localizzazione di un impianto di distribuzione di carburante, ai sensi dell’art. 2 d.lgs. 32/1998, può essere esclusa dalla destinazione dell’area a verde pubblico o a verde attrezzato? [C] Che incidenza esercita l’art. 2 d.lgs. n. 32 /98 rispetto alla potestà comunale di individuare le caratteristiche delle aree sulle quali possono essere realizzati impianti di distribuzione di carburante?
[A] L’occupazione acquisitiva è istituto che può reputarsi ancora esistente nel nostro ordinamento? [B] Per le occupazioni anteriori all'entrata in vigore del t.u. n. 327/2001 è possibile continuare ad applicare l'istituto dell'occupazione espropriativa? Precisazioni in merito all'art. 55 del t.u., che, con riferimento al periodo anteriore al 30 settembre 1996, disciplina il risarcimento dei danni per il caso di utilizzazione di un suolo edificabile per scopi di pubblica utilità in assenza di un valido ed efficace provvedimento di esproprio
La controversia avente ad oggetto la domanda di determinazione e di corresponsione dell'indennizzo previsto dal citato art. 42-bis del d.P.R. n. 327 del 2001 deve essere attribuita alla giurisdizione del Giudice ordinario ovvero a quella del Giudice amministrativo? È possibile sostenere la natura "risarcitoria" dell'«indennizzo» previsto dall'art. 42-bis, e negare, quindi, tout court la giurisdizione del Giudice ordinario in materia?
Il ristoro previsto dall’art. 42-bis del T.U. espropri configura un indennizzo da atto lecito o un vero e proprio risarcimento del danno? Risvolti della questione rispetto alla giurisdizione del g.o (ovvero del g.a.)
Il riconoscimento dell’usucapione per effetto dell’occupazione illegittima rappresenta un esercizio di “equilibrismo interpretativo” dal quale debbono essere prese le distanze, ovvero una normale applicazione delle norme di diritto comune?
Sui poteri del commissario ad acta nella conclusione del procedimento espropriativo avuto riguardo all’art. 42-bis T.U. sulle espropriazioni: orientamenti giurisprudenziali a confronto e deferimento all’Adunanza Plenaria
A quale termine è sottoposta l’amministrazione per l’adozione del provvedimento di acquisizione sanante di cui all’art. 42-bis d.p.r. 327/2001? Quale rimedio può utilizzare il privato che vede l’amministrazione persistere nel silenzio nonostante la presentazione di un’istanza con cui chieda l’assunzione delle determinazioni necessarie per definire una volta per tutte la sorte dei terreni illegittimamente occupati?
[A] Sui principi elaborati dalla Corte costituzionale, dalle Sezioni unite della Corte di Cassazione e dal Consiglio di Stato, all’interno della consolidata cornice di tutele delineata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, per contrastare il deprecato fenomeno delle “espropriazioni indirette” del diritto di proprietà o di altri diritti reali. Precisazioni sulla decorrenza del termine di prescrizione del diritto al risarcimento del danno e sulla possibilità o meno da parte dell’Amministrazione di usucapire il bene illegittimamente occupato. [B] Sull’impossibilità dell’Amministrazione di emanare il provvedimento di acquisizione in presenza di un giudicato che abbia disposto la restituzione del bene al proprietario: nella vigenza della nuova norma è ancora possibile far regredire la property rule a liability rule? In quali ipotesi il commissario ad acta può emanare il provvedimento di acquisizione coattiva previsto dall’articolo 42-bis d.P.R. 8 giugno 2011, n. 327?
La destinazione urbanistica ad edilizia economica e popolare può costituire vincolo espropriativo? Sulla discrezionalità dell’Ente di conferire, in sede di strumentazione urbanistica generale, alla previsione di interventi sottoposti a piano attuativo di iniziativa pubblica o privata, il grado di dettaglio ritenuto opportuno o necessario
[A] Sulla natura di illecito permanente della condotta dell’amministrazione di illegittima occupazione di un bene di proprietà privata. [B] In cosa si sostanzia e come si quantifica il danno da illegittima occupazione di un bene di proprietà privata?
Nell’attuale quadro normativo, vigente cioè l’art. 42-bis del D.P.R. n. 327/2001, le Amministrazioni hanno – in ogni caso – l’obbligo giuridico di far venir meno l’occupazione “sine titulo”? Può l’asserita primaria importanza nazionale dell’opera realizzata escludere la restituzione del bene illegittimamente appreso in quanto entrato ormai a far parte del demanio pubblico ex art. 822 cod. civ?
Può l’avviso dell’approvazione del progetto definitivo-esecutivo con contestuale dichiarazione di pubblica utilità dell’opera, effettuato con l’indicazione dei soli dati catastali e non anche dei dati anagrafici dei proprietari, essere ritenuto sufficiente a realizzare la finalità partecipativa cui è sotteso?
Alcune precisazioni circa il risarcimento del danno da illegittima occupazione; in particolare sui principi applicabili in tema di onere della prova e sulla riproponibilità del petitum in sede giurisdizionale
Sull'art. 42 bis del T.U. Espropriazione per pubblica utilità: la norma in questione si applica anche ai processi in corso, ed anche ove essi concernano procedure espropriative pregresse?
La situazione giuridica del proprietario che chieda un indennizzo ex art. 44, d.P.R. n. 327 del 2001 è una posizione di interesse legittimo ovvero di diritto soggettivo?
[A] Sulla variante urbanistica che riguardi beni specifici ed incida direttamente su determinati soggetti. [B] È possibile sostenere che il carattere conformativo, o meno, dei vincoli dipenda dalla collocazione in una specifica categoria di strumenti urbanistici? Il vincolo finalizzato alla realizzazione del nuovo cimitero comunale sul terreno di proprietà di un privato ha natura espropriativa o meramente conformativa? [C] Sulle tutele che devono essere garantite al privato proprietario di un’area destinata all'espropriazione
[A] La scadenza dei termini finali fissati dalla dichiarazione di pubblica utilità per il compimento delle espropriazioni e dei lavori travolge anche il provvedimento che autorizza l’occupazione dell’immobile privato, risultando quest’ultimo, affetto da carenza di potere per il periodo eccedente l’indicata scadenza? [B] Può l’istituto dell’occupazione acquisitiva od appropriativa ritenersi ormai espunto dall’ordinamento giuridico? [C] Quale vizio colpisce il provvedimento d’occupazione d’urgenza nel caso in cui il decreto di esproprio manchi (o sia tardivo, giacché emesso dopo la scadenza di una valida dichiarazione di pubblica utilità)?
Può l’amministrazione invocare l’art. 940 c.c. ai fini dell’acquisto della proprietà del bene abusivamente occupato? Che rilievo può assumere a tal fine la specificazione o il grave nocumento derivante all’interesse pubblico dalla restituzione dell’area che priverebbe la collettività di un’opera ormai completata e funzionante?
[A] Quali sono le strade che, secondo la giurisprudenza, la P.A. può seguire -nell’ipotesi dell’utilizzazione senza titolo di un dato bene per scopi di pubblico interesse- per pervenire alla legittima apprensione del bene? [B] Sulla pluralità dei rimedi elaborati dalla giurisprudenza amministrativa in relazione all’occupazione abusiva di terreni per reagire all’inerzia della P.A. autrice dell’illecito
Sulla legittimità o meno di un provvedimento acquisitivo adottato dalla P.A. ai sensi dell’art. 42 bis del DPR n. 327/2001 in presenza di un giudicato recante un ordine restitutorio intervenuto prima dell’adozione di tale atto
[A] Applicando i principi giurisprudenziali elaborati sulla c.d. espropriazione indiretta, a quale momento si deve far risalire la perdita della proprietà? Alla realizzazione dell’opera pubblica, ovvero, alla decisione giudiziaria definitiva sul punto? [B] Sui criteri di indennizzo nelle cause in materia di espropriazione indiretta: l’indennità deve tenere conto del valore degli edifici che avrebbero potuto essere costruiti sul terreno? [C] Il senso di impotenza e frustrazione di fronte allo spossessamento illegale di un bene da parte dell’Amministrazione, può assurgere a presupposto per il risarcimento del danno morale?
[A] Può il provvedimento di esproprio tardivo o relativo ad aree originariamente non previste dal decreto di occupazione essere ritenuto nullo, inesistente o inefficace? [B] Sulla domanda di condanna dell’Amministrazione ad adottare un provvedimento di acquisizione dell’area ai sensi dell’art. 42 bis del DPR 6 giugno 2001, n. 327
[A] Sulla discrezionalità delle scelte urbanistiche compiute dalle Amministrazioni Comunali: l’utilità sociale delle opere esclude di per sé l’illogicità o l’irragionevolezza delle scelte urbanistiche/progettuali adottate? [B] Sull’ordinanza di occupazione d’urgenza: in particolare sulla la motivazione relativa alla «particolare urgenza» di avviare i lavori presa in considerazione dall’art. 22-bis t.u. n. 327 del 2001. [C] La legittimità dei provvedimenti espropriativi e di occupazione di urgenza è inficiata dalla inesatta o inesistente liquidazione della giusta indennità?
Sulla domanda di risarcimento del danno da mancato godimento del bene illegittimamente occupato dalla P.A.: in particolare sulla possibilità o meno di ricorrere ad automatismi risarcitori in assenza di concreta prova del danno da mancato godimento: orientamento del Consiglio di Stato sul punto
Può riconoscersi in capo al privato espropriato un interesse a far valere, in sede giurisdizionale, la mancanza di copertura finanziaria per l’opera di interesse pubblico?
Le indennità determinate ai sensi dell’articolo 5bis della legge n. 359 del 1992 con procedimento conclusosi prima della sentenza della Corte Costituzionale n. 181 del 2011, ledono il giusto equilibrio individuato dall’art. 1 del Protocollo addizionale n. 1 della Cedu tra le esigenze dell’interesse generale della comunità e gli imperativi di salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo (a cui presidio si erge la Corte europea dei diritti dell’uomo)? In capo al soggetto espropriato -che non ha potuto avvalersi della predetta sentenza- sorge comunque un diritto al risarcimento del danno subito per aver sostenuto un onere sproporzionato ed eccessivo?
Quale contenuto può assumere la sentenza di condanna da parte del G.A. nei confronti dell’Amministrazione riguardo alla scelta di adozione del provvedimento di cui all’art. 42-bis d.P.R. 8 giugno 2001 n. 327? In altre parole, il Giudice può imporre all’amministrazione la suddetta adozione?
[A] Può ritenersi sussistente un automatismo tra il criterio di liquidazione dell’“indennizzo” di cui all’art. 42 bis d.p.r. n. 327/2001 ed il risarcimento del danno invocato in ragione del mancato godimento del fondo nel periodo in cui è stato occupato illegittimamente? Può il danno da occupazione abusiva di immobile (nella specie, terreno privato) ritenersi sussistente in re ipsa? [B] Sui limiti imposti al giudice per la disposizione della consulenza tecnica d'ufficio
[A] Incidentalmente, sui diversi orientamenti in tema di decreto di esproprio emesso oltre i termini. [B] Sull’istituto, di conio giurisprudenziale, sorto con la sentenza della Corte di cassazione del 26 febbraio 1983, n. 1464, della cd. “occupazione appropriativa” o “accessione invertita”: tale istituto può a tutt’oggi essere considerato conforme al nostro ordinamento giuridico? [C] Il Giudice può ordinare all’Amministrazione di adottare un provvedimento di acquisizione coattiva sanante?
La comunicazione di avvio del procedimento è necessaria anche nel procedimento finalizzato a prorogare i termini del provvedimento di dichiarazione di pubblica utilità?
Sull’occupazione illegittima di terreni agricoli edificabili: sui rapporti tra azione di restituzione e azione di risarcimento del danno per illegittima occupazione
Se è vero che la procedura d’intesa, ex art. 2 del D.P.R. n. 383/1994, è preordinata a superare i problemi di compatibilità urbanistica dell’intervento, può affermarsi che l’approvazione del progetto, in base alla trascritta disposizione normativa, comporta l’automatica variazione degli strumenti urbanistici vigenti e la contestuale apposizione del vincolo preordinato all’esproprio sugli immobili sui quali l’opera stessa è localizzata, ai sensi dell’art. 10, comma 1, del D.P.R. 8/6/2001 n. 327? Il vincolo sorge indipendentemente dal fatto che in sede d’intesa se ne sia dato espressamente atto?
Sulla quantificazione del valore d'uso corrispondente al danno sofferto dal ricorrente per l'illecita, prolungata occupazione illegittima dei terreni di sua proprietà: può il parametro fatto proprio dal legislatore con l’art. 42- bis comma 3, d.P.R. n. 327 del 2001 essere oggetto di applicazione analogica da parte del giudice?
I vincoli che importano una destinazione (anche di contenuto specifico, nel caso di specie destinazione a “verde pubblico, gioco e sport”) realizzabile ad iniziativa privata o promiscua pubblico-privata possono (e devono) essere sussunti nello schema ablatorio-espropriativo?
[A] Sugli effetti della decadenza del vincolo espropriativo. [B] Sulla riferibilità del vincolo a strada pubblica, e a relativa area di rispetto, alla categoria di quelli di natura espropriativa; che rilievo assume la scadenza del vincolo principale di destinazione a strada pubblica, per l’inutile decorso del termine quinquennale, sul connesso ed accessorio vincolo di rispetto infrastrutturale? [C] Sulle conseguenze – in punto d’inedificabilità – che conseguono alla classificazione dell’area come “zona bianca”
Sul principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato in materia di occupazione illegittima da parte della P.A.: come deve essere qualificata dal giudice la domanda di risarcimento di “tutti” i danni conseguenti a quella che viene impropriamente definita come occupazione acquisitiva?
Con riferimento al decreto di espropriazione adottato dopo la scadenza del termine quinquennale di efficacia della dichiarazione di pubblica utilità, può sostenersi la carenza in astratto del potere amministrativo e, dunque, la giurisdizione del G.O.?
[A] Una variante urbanistica - ancorché soltanto adottata e non ancora approvata - è già di per sé idonea a creare vincoli per il proprietario del terreno oggetto del provvedimento di destinazione urbanistica? [B] Sull’onere motivazionale relativo alla reiterazione di vincoli preordinati all’esproprio: che rilevanza assume in tale contesto il lasso temporale intercorso tra il primo ed il secondo provvedimento?
Cessione volontaria: nullità per difetto della causa e risoluzione per inadempimento. Può il Comune, dopo avere acquisito delle aree per fini di edilizia pubblica, rivalutare le proprie scelte considerando in seguito sufficiente la realizzazione edificatoria compiuta e assegnando alle superfici residue una destinazione diversa?
[A] Sui principi da considerarsi ormai consolidati nella giurisprudenza amministrativa in materia espropriativa. [B] I proprietari espropriati sono soggetti ad un temine di prescrizione per esperire l’azione di restituzione?
Ancora sull’art. 42 bis, D.P.R. n. 327/2001: si ha violazione del giudicato laddove l’Amministrazione adotti il provvedimento di cui all’art. 42 bis in presenza di una sentenza che stabilisce che “le parti avrebbero potuto concludere un accordo con effetti traslativi in favore dell’Amministrazione della proprietà delle aree definitivamente occupate, con corresponsione alla parte ricorrente della somma specificamente individuata nell’accordo stesso, somma determinata in base al valore venale dei terreni, nel rispetto del principio del ristoro integrale del danno subito e comprensiva, altresì, del danno per il periodo della loro mancata utilizzazione”?
[A] Quand’è che l’ampio potere discrezionale dell’Amministrazione in merito alla programmazione dell’assetto del territorio è soggetto ad obbligo di motivazione puntuale e specifico? Ipotesi applicative. [B] Può la zonizzazione del territorio essere ex se considerata di natura ablatoria? [C] Sulla nota problematica della mancanza sia di un’apposita legge statale sullo statuto della proprietà edilizia sia di un’organica disciplina generale sulla perequazione: i piani regolatori e le leggi regionali che introducono strumenti di perequazione urbanistica non previsti dalla legge urbanistica sono in contrasto con gli articoli 117 e 42 Cost.?
[A] Sulla usucapibilità, o meno, in favore dell’amministrazione delle aree da essa abusivamente occupate e irreversibilmente trasformate con la realizzazione di opere pubbliche. [B] Espropriazione indiretta e Piano di edilizia economica popolare: può la convenzione avente ad oggetto la concessione dal Comune ad una Cooperativa del diritto di superficie sull’area interessata dal P.E.E.P. determinare la rinuncia e/o acquiescenza dei proprietari della particella all’occupazione disposta dal Comune?
Sull’“ultima tappa” in materia di espropriazioni: come deve essere qualificato il ristoro previsto dall’art. 42-bis del T.U. espropri? A quale giudice devono essere devolute le controversie inerenti alla sua quantificazione?
[A] Prevedibilità e “certezza giuridica” in tema di «privazione della proprietà»: la perdita del bene si realizza al momento della trasformazione irreversibile del terreno ovvero alla sentenza che accerta l’avvenuto trasferimento? [B] Sull’orientamento delineato dalla Grande Camera circa i criteri di indennizzo nelle cause in materia di espropriazione indiretta. [C] Può il senso di impotenza e frustrazione avvertito di fronte allo spossessamento illegale di un terreno da parte dell’amministrazione trovare riparazione sotto forma di danno morale?
[A] Prevedibilità e “certezza giuridica” in tema di «privazione della proprietà»: la perdita del bene si realizza al momento della trasformazione irreversibile del terreno ovvero alla sentenza che accerta l’avvenuto trasferimento? [B] Sull’orientamento delineato dalla Grande Camera circa i criteri di indennizzo nelle cause in materia di espropriazione indiretta. [C] Può il senso di impotenza e frustrazione avvertito di fronte allo spossessamento illegale di un terreno da parte dell’amministrazione trovare riparazione sotto forma di danno morale?
Sui dubbi sollevati da una parte della giurisprudenza in ordine alla spettanza alla giurisdizione del G.A. delle pretese al ristoro economico ex art. 42-bis del d.P.R. n. 327/2001 formulate in sede processuale
[A] È legittimo il provvedimento di acquisizione ex art. 42 bis adottato in pendenza del giudizio per la restituzione dei suoli ovvero una volta intervenuta la relativa sentenza di primo grado? [B] Sul termine di conclusione del procedimento per l’adozione del provvedimento di acquisizione sanante: quest’ultimo ha natura perentoria ovvero meramente sollecitatoria o ordinatoria?
Apposizione del vincolo preordinato all'esproprio e previsione dell’opera da realizzare nello strumento urbanistico generale: quali sono i presupposti per l’esercizio del potere espropriativo in presenza di una previsione promiscua (pubblico-privata)?
Sull'attualità delle ragioni d'interesse pubblico del vincolo espropriativo che si ricolleghi all'approvazione di un progetto preliminare: oneri motivazionali e indicazione dell’indennizzo
Sulla legittimità, o meno, del provvedimento ex art. 42 bis del d.P.R. 327 del 2001 con il quale l'amministrazione comunale ha disposto la c.d. acquisizione sanante stabilendo come corrispettivo una somma inferiore a quella desumibile dal titolo giudiziario precedentemente intervenuto
[A] Può il proprietario di un'area assoggettata a un vincolo urbanistico di inedificabilità, allo scadere del vincolo, azionare il rimedio offerto dall'art. 21 bis della legge 6.12.1971 n. 1034, volto a contrastare l'inerzia dell’amministrazione, laddove quest'ultima non abbia provveduto ad attribuire all'area medesima una specifica destinazione di zona? [B] L’adozione di una serie di atti facenti parte della complessa sequenza procedimentale di formazione della variante urbanistica è di per sé idonea a ritenere soddisfatto l’interesse pretensivo alla riqualificazione urbanistica?
[A] La decadenza del vincolo espropriativo esclude che l'amministrazione, mediante il ricorso al procedimento di adozione delle varianti agli strumenti urbanistici, possa reiterare il vincolo? [B] La reiterazione del vincolo espropriativo in un atto generale di pianificazione comporta modifiche alla natura, alla funzione e al contenuto dello strumento urbanistico? A quale regime di impugnazione è sottoposta una simile la reiterazione del vincolo espropriativo?
[A] In materia di occupazione abusiva di un fondo, l’opzione del ricorrente per la sola tutela risarcitoria per equivalente comporta rinuncia (ancorché abdicativa, e non traslativa) al diritto dominicale? [B] Sul limite temporale entro il quale l’amministrazione deve pervenire a una decisione – positiva o negativa – circa l’acquisizione dei beni occupati
Sulla “vicenda kafkiana della regolarizzazione delle illegittime occupazioni di beni immobili, irreversibilmente trasformati mediante la costruzione di opere pubbliche o di pubblica utilità”: può l’istanza risarcitoria essere, “sic et simpliciter”, accolta a prescindere dalla necessità di confrontarsi con la perdurante illegittimità dell’occupazione?
[A] Il provvedimento di acquisizione sanante si pone in contrasto il giudicato della sentenza che condanni l’Amministrazione comunale a restituire il terreno al titolare previa integrale bonifica del sito? [B] Può la temporanea carenza di fondi validamente costituire un elemento motivazionale a supporto del provvedimento di acquisizione sanante?
Sui criteri di stima utilizzabili nella quantificazione del danno da illegittima occupazione: possono le potenzialità economiche di terreni, non coincidenti con il loro sfruttamento agricolo, e non formalmente trasfuse negli strumenti urbanistici mediante l'attribuzione di un indice fondiario, essere assumere rilevanza a tal fine?
A fronte di due diversi procedimenti, quello espropriativo e quello relativo alle modalità di affidamento dell’esecuzione delle opere di realizzazione della strada, ha il soggetto inciso dalla prima sequela un interesse concreto e diretto a contestare una pretesa inosservanza della P.A. dell’obbligo di indire una gara pubblica per la realizzazione dell’opera?
[A] Sul rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia dell’Unione europea: il giudice di ultimo grado deve sempre rivolgersi alla Corte ai sensi dell’articolo 267, terzo comma, TFUE? Il Consiglio di Stato utilizza (“spregiudicatamente”) i criteri elaborati nella sentenza Cilfit (c.d. teoria dell’atto chiaro) con riferimento alla compatibilità comunitaria dell’art. 42 bis, d.P.R. n. 327/2001 [B] Sulla valutazione in tema di utilizzo o meno del bene oggetto di espropriazione: sulla rilevanza a tal fine dell’operato del commissario ad acta di restituzione delle aree. [C] Sulla giurisdizione relativa alle cause concernenti la determinazione dell'ammontare dell'indennità dovuta ex art. 42 bis: revirement rispetto al primo indirizzo sostenuto dalla giurisprudenza amministrativa
[A] Sulla ammissibilità o inammissibilità in appello del motivo inerente a difetto di legittimazione passiva di un'amministrazione statale intimata dal ricorrente in luogo di altra. [B] Sull’istituto dell’occupazione acquisitiva alla luce del protocollo addizionale alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. [C] Sulla possibilità o meno per la pubblica amministrazione che occupa illegittimamente un bene di usucapirlo: ai fini dell’istituto deve essere grantita una “par condicio” tra la posizione dell’Amministrazione (che si avvale di poteri di imperio) e quella del privato proprietario?
Sui mezzi di tutela giurisdizionale esperibili da chi intenda contestare nel quantum il provvedimento assunto ai sensi dell’art. 42 bis T.U. espropri, dall'amministrazione: rimessione alle S.U.
[A] Sul procedimento espropriativo: presupposti necessari per l’effettiva acquisizione del bene al demanio pubblico, con particolare attenzione alla “dichiarazione di rinuncia ai diritti”. [B] La “rinuncia abdicativa” è idonea a sancire il trasferimento della proprietà in capo alla PA?
[A] Può l’ammissibilità del giudizio di ottemperanza essere esclusa per il solo fatto che la sentenza di cui si chiede l’esecuzione sia una sentenza di annullamento? [B] L’invito alla cessione bonaria di un terreno può, ai fini dell’ottemperanza della sentenza di annullamento del decreto di esproprio, considerarsi equivalente all’acquisizione dello stesso da parte della P.A.? [C] Profili applicativi dell’art. 42-bis del d.P.R. n. 327/2001.
Sulla proposta ministeriale di dichiarazione di notevole interesse pubblico e sul successivo provvedimento ministeriale che completa la procedura: quando la legge prevede una partecipazione procedimentale degli Enti locali, nelle forme del "previo parere", l'acquisizione del parere stesso comporta già di per sé il rispetto del principio della leale collaborazione, oppure, a tal fine, occorre l'accordo o l'intesa sulla determinazione finale?
[A] Sull'evoluzione giurisprudenziale e normativa che, al fine di contemperare le ragioni proprietarie con le finalità di pubblico interesse perseguite dall'amministrazione espropriante, ha caratterizzato la disciplina dei procedimenti di espropriazione per pubblica utilità qualificati da un esito patologico, ovvero dalla realizzazione sine titulo dell'opera pubblica. [B] Sul nuovo art. 42 bis T.U. espropriazione: è possibile utilizzare l’istituto in presenza di un giudicato che abbia già disposto la restituzione del bene al privato?
[A] Sulla causa dell’atto di cessione volontaria: il negozio stipulato quando l’occupazione è già divenuta illegittima per scadenza dei termini, è sorretto da giustificazione causale? [B] Sul danno da occupazione illegittima, criteri quantificatori: può trovare applicazione analogica il criterio previsto dall’art. 42 bis comma 3 DPR 327/2001 (5% annuo sul valore de bene come determinato nello stesso comma)?
[A] La suddivisione in gruppi omogenei delle osservazioni dei proprietari interessati agli strumenti urbanistici e la conseguente votazione per gruppi delle relative controdeduzioni, implica il difetto di puntuale e specifico esame delle osservazioni stesse e di adeguata motivazione delle controdeduzioni? [B] Sulla legittimità o meno dell’approvazione per stralci degli atti di pianificazione urbanistica e di governo del territorio. [C] Sui vincoli preordinati all'espropriazione
Può sostenersi la perdurante efficacia della dichiarazione di pubblica utilità dell’opera in quanto contemplata nel piano di edilizia economica e popolare?
[A] Sulle osservazioni formulate dai proprietari interessati in sede di formazione degli strumenti urbanistici. [B] Sulla scelta localizzativa dell’opera da parte della P.A.: corretta identificazione delle alternative praticabili e considerazione del rapporto fra costi e benefici dell’intervento, inteso come corretto rapporto fra i sacrifici individuali e collettivi richiesti dalla realizzazione dell’opera e le utilità da questa generate. [C] Sul rapporto tra giudizio di legittimità del vincolo (preordinato all’esproprio) oggetto di reiterazione e sorte dell’indennizzo
Sulla natura dei verbali di accertamento dello stato di consistenza e i verbali di immissione in possesso nell’ambito del procedimento espropriativo e sulla loro autonoma impugnabilità o meno
[A] Sulla giurisdizione relativa alle controversie risarcitorie concernenti occupazioni illegittime divenute tali a causa della perdita di efficacia della dichiarazione di pubblica utilità senza l’adozione di un formale decreto di esproprio [B] Sull’intervento ad opponendum nel giudizio amministrativo. [C] Sulla restituito in integrum nell’ambito della affermazione di responsabilità aquiliana da occupazione sine titulo: l’obbligazione risarcitoria è connotata da “ambulatorietà”, potendosi, così, trasferire in capo ad altri soggetti seguendo i trasferimenti dell’immobile illecitamente occupato?
[A] Il decreto avente ad oggetto l'acquisizione al patrimonio indisponibile del Comune, del diritto di servitù sugli immobili interessati dalla esecuzione del "lavoro di costruzione dell'impianto di illuminazione del centro storico", ai sensi dell'art. 42-bis del D.P.R. 08.06.2001 n. 327 costituisce provvedimento autoritativo rientrante nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo ai sensi dell’art. 133, comma 1 lett. f, del d.lgs. n. 104/2010. [B] Sul provvedimento di acquisizione sanante: limiti temporali, pendenza del giudizio civile e giudicato
Sulla distinzione tra la questione della responsabilità per l’illegittimità della procedura espropriativa seguita, e quella, solo in parte connessa, dell’individuazione del soggetto competente ex art. 42 bis del TU Espropriazione: Può ipotizzarsi che spetti al privato individuare l’autorità competente ad emettere il provvedimento acquisitivo, e che, semmai, spetterebbe all’Amministrazione intimata e potenzialmente destinataria di una sentenza condannatoria chiamare in causa quella tenuta ad emettere il provvedimento ex art. 42 bis del TU Espropriazioni?
Sulla possibilità di adozione del provvedimento di acquisizione durante la pendenza di un giudizio volto alla declaratoria dell’illegittimità non del decreto d’esproprio, ma, della sua mancata adozione
Sulla corresponsabilità tra concedente e concessionario per il danno derivante dall’occupazione dei terreni di proprietà di privati e della loro parziale e temporanea trasformazione ad uso pubblico
Sulla obbligatorietà o meno per l'Amministrazione, nei casi in cui si verifichi la situazione contemplata dall'art. 42-bis, primo e secondo comma, d.p.r. n. 327/2001, della attivazione e conclusione del procedimento relativo alla valutazione degli interessi in conflitto al fine di stabilire se procedere all'acquisizione autoritativa dell'immobile, ovvero alla sua restituzione secondo la disciplina civilistica
Sulla necessità o meno che - con riferimento ad una procedura espropriativa - la P.A. compia un'indagine volta ad accertare l'identità di coloro che sono effettivamente titolari della proprietà
Sulla necessità della comunicazione di avvio del procedimento di cui all’art. 7 della legge n. 241 dell’8 agosto 1990, per l’ipotesi in cui si provveda ad approvare il progetto di un’opera pubblica alla quale è riconnessa, anche per implicito, la dichiarazione di pubblica utilità
[A] Sulla idoneità o meno di uno scambio di corrispondenza a dimostrare l’avvenuta formazione dell’accordo circa la cessione volontaria dell’immobile oggetto di espropriazione. [B] Sull’art. 42-bis del d.P.R. 8 giugno 2001, n. 327. [C] Sulla determinazione dell’indennità di esproprio relativa ad aree ricadenti nella fascia cimiteriale
[A] Sulla possibilità o meno per l’Amministrazione - nel caso in cui il vincolo espropriativo si ricolleghi all'approvazione di un progetto preliminare - di rinviare l’indicazione dell’indennizzo alle successive fasi del procedimento. [B] Sulla possibilità di ricomprendere il rispetto di meccanismi di finanziamento nella "particolare urgenza" di avviare i lavori di cui all'art. 22 bis t.u. 8 giugno 2001 n. 327
[A] Sugli atti che devono considerarsi impugnabili nell’ambito della serie procedimentale dei provvedimenti di approvazione di un progetto di opera pubblica. [B] Sulla decorrenza del termine per impugnare un provvedimento approvativo di un progetto di opera pubblica che comporti la dichiarazione di pubblica utilità dei lavori
Sulla possibilità di affermare l’esistenza di un vincolo preordinato all’espropriazione nel caso in cui sia fatta salva la possibilità (ancorché limitata) di iniziativa economica del privato
[A] Sulla notificazione della delibera contenente la dichiarazione di pubblica utilità. [B] Sulle garanzie partecipative nel procedimento di esproprio in favore dei proprietario del fondo assoggettato a servitù pubblica
[A] Sull’individuazione del dies a quo del termine di impugnazione dei titoli ad aedificandum in presenza di un’opera di pubblica utilità, indefettibile ed urgente. [B] Sul procedimento autorizzatorio degli impianti destinati alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
[A] Sul danno da occupazione illegittima. [B] In assenza di un formale atto di acquisizione del fondo il privato non ha alcun titolo per chiedere un risarcimento commisurato alla perdita della proprietà del fondo
Sull’immissione nel possesso del manufatto non contemplato dal decreto di esproprio: assimilabilità all’ipotesi dello sconfinamento su area non compresa nell’oggetto del provvedimento di esproprio
Sull’immissione nel possesso del manufatto non contemplato dal decreto di esproprio: assimilabilità all’ipotesi dello sconfinamento su area non compresa nell’oggetto del provvedimento di esproprio
[A] Sull'art. 134 comma 4, 18 agosto 2000 n. 267, nella parte in cui dispone che nel caso di urgenza le deliberazioni del consiglio comunale o della giunta possono essere dichiarate immediatamente eseguibili. [B] Sul dovere dell'Amministrazione di analitica disamina motivata di ciascun apporto pervenuto dagli interessati in ordine al tracciato e alla caratteristiche dell'opera pubblica cui è preordinata l’espropriazione. [C] Sulla mancata comunicazione di avvio del procedimento di proroga dei termini di efficacia della dichiarazione di pubblica utilità. [D] Sull’assolvimento dell'obbligo motivazionale circa il provvedimento di proroga del termine per la conclusione della procedura espropriativa
Sugli effetti, ai fini della contestazione del progetto definitivo, di una precedente dichiarazione di pubblica utilità, vagliata favorevolmente in sede giurisdizionale con sentenza passata in giudicato
[A] Sul legittimato passivo nel giudizio promosso dall'espropriato in opposizione alla stima. [B] La facoltà/competenza di emettere il provvedimento ex art. 42 bis pertiene all‘Autorità che utilizzava il bene al momento dell’emissione del provvedimento giudiziale di responsabilità da illecita occupazione
[A] Sulla giurisdizionale amministrativa esclusiva nella materia dei procedimenti di espropriazione per pubblica utilità. [B] Sul decorso della prescrizione del risarcimento del danno da occupazione illegittima della P.A
Sulla possibilità o meno di emettere un provvedimento di esproprio con riguardo ad un bene immobile già interessato da interventi modificativi posti in essere dall’amministrazione occupante
Il DPR n. 218/78 all’art. 53 prevede espressamente che le opere comprese nei piani regolatori delle aree e dei nuclei di sviluppo industriale sono considerate di pubblica utilità, urgenti ed indifferibili, di talché l’effetto dichiarativo di pubblica utilità si invera al momento di approvazione del Piano, con la naturale conseguenza che le proroghe di efficacia del Piano stesso non possono non estendersi anche alla dichiarazione di pubblica utilità
Sugli effetti che la caducazione della dichiarazione di pubblica utilità conseguente all’annullamento giurisdizionale o alla rimozione in autotutela nei confronti di uno o alcuni dei titolari dei beni coinvolti sortisce nei confronti degli altri
Sulla previsione dello strumento urbanistico che comporti al contempo un vincolo preordinato all’esproprio ed una conformazione della proprietà privata
Sulla possibilità o meno per il proprietario di un’area occupata sine titulo di ‘costringere’ l’Amministrazione ad emanare il provvedimento ex art. 42 bis DPR 327/01
[A] Sulla proroga dei termini fissati nella dichiarazione di pubblica utilità. [B] Sulla facoltà del Comune (che utilizza senza titolo il bene del privato per scopi di interesse pubblico) di adottare un provvedimento di acquisizione coattiva in funzione sanante al suo patrimonio indisponibile
[A] Sulla necessità dell'avviso di avvio del procedimento amministrativo in materia di espropriazione per pubblica utilità. [B] Sui rapporti tra l'art. 16 comma 4, D.P.R. n. 327 del 2001 e l'art. 21 octies comma 2, l. n. 241 del 1990. [C] Sulla necessità di rinnovare il giudizio di compatibilità ambientale in una fase subprocedimentale autonoma
Laddove la dichiarazione di pubblica utilità sia implicita nell'approvazione del progetto definitivo il successivo livello di progettazione esecutiva costituisce una fase accessoria e irrilevante ai fini della lesività per l'espropriando
L’accordo amichevole sull'ammontare dell'indennità di esproprio previsto dall'articolo 26 della legge 2359 del 1865 non comporta una cessione volontaria del bene
La mancata comunicazione personale del decreto di espropriazione per pubblica utilità non ha alcun effetto viziante incidendo esclusivamente sul decorso del termine di decadenza per l'esercizio dell'azione impugnatoria
La mancata comunicazione personale del decreto di espropriazione per pubblica utilità non ha alcun effetto viziante incidendo esclusivamente sul decorso del termine di decadenza per l'esercizio dell'azione impugnatoria
La mancata comunicazione personale del decreto di espropriazione per pubblica utilità non ha alcun effetto viziante incidendo esclusivamente sul decorso del termine di decadenza per l'esercizio dell'azione impugnatoria
[A] Sul potere di disporre l'acquisizione ex art. 42 bis, D.P.R. 8 giugno 2001 n. 327 dell'area abusivamente occupata dall'Amministrazione. [B] Sulla prescrizione del diritto al risarcimento del privato in caso di occupazione sine titulo
[A] Sulla giurisdizione in materia di procedimenti di espropriazione per pubblica utilità. [B] Sull’efficacia dell’accordo preliminare finalizzato alla stipula del negozio di cessione, nell’ambito di una procedura espropriativa. [C] La pubblica amministrazione che occupa un fondo ai fini dell’esproprio detiene e non possiede lo stesso. [D] Sull’interversione del possesso. [E] sull’obbligo giuridico dell’Amministrazione di far venir meno l’occupazione “sine titulo” laddove alla originaria dichiarazione di pubblica utilità non abbia fatto seguito l’emanazione di un tempestivo decreto di esproprio
Le deliberazioni di adozione e approvazione della variante urbanistica devono essere notificate personalmente ai soggetti direttamente incisi dalle stesse in quanto destinatari di un vincolo preordinato all'esproprio
Sulla necessità, ai fini del risarcimento del danno da illegittima espropriazione, che vengano riconosciute anche le potenzialità economiche di terreni, non coincidenti con il loro sfruttamento agricolo, e non formalmente trasfuse negli strumenti urbanistici mediante l’attribuzione di un indice fondiario
[A] La dichiarazione di pubblica utilità priva di termini iniziali e finali per l'avvio e compimento dei lavori e delle occupazioni è da ritenere radicalmente nulla. [B] Le pubbliche amministrazioni non possono utilizzare beni irreversibilmente trasformati se non adottando provvedimenti formali e/ moduli consensuali per il tramite dei quali ne divengano proprietari
La previsione urbanistica che imprime il vincolo espropriativo non è ostativa, nelle more di attivazione della procedura ablativa, alla possibilità, per il privato proprietario, di utilizzare convenientemente il proprio fondo
[A] La mancata impugnazione di uno strumento urbanistico non consuma il potere di impugnazione da parte dei soggetti in ipotesi lesi dei successivi atti di esercizio del potere pianificatorio. [B] L’annullamento della destinazione urbanistica di un’area, in conseguenza dell’efficacia retroattiva della pronuncia caducatoria, comporta la riviviscenza della pregressa disciplina urbanistica di tale area. [C] La destinazione a scalo ferroviario pone fuor di dubbio un vincolo preordinato all’esproprio, posto che si tratta di previsione urbanistica di localizzazione di opera infrastrutturale. [D] La scadenza del vincolo preordinato all’esproprio rende l’area di proprietà dei ricorrenti zona bianca
[A] Nella disciplina complessiva risultante dagli artt. 9 ed 11 del T.U.E., e pur nell’unità del procedimento espropriativo emergente dall’art. 8, sono riconoscibili due distinti, anche se paralleli procedimenti amministrativi, uno costituito dalla variante allo strumento urbanistico e l’altro finalizzato alla imposizione del vincolo espropriativo strumentale alla realizzazione di quelle previsioni urbanistiche. [B] E’ insufficiente l’avviso di esproprio pubblicato sui quotidiani con il quale si dà atto che “il testo integrale dell’avviso contenente l’individuazione catastale delle aree e dei proprietari” è a sua volta pubblicato all’albo pretorio comunale
Nelle ipotesi di affidamento da una pubblica amministrazione ad altro soggetto (pubblico o privato) dell'esecuzione dell'opera pubblica con contestuale delega per le operazioni di esproprio, ciò non esclude affatto la responsabilità solidale per gli eventuali danni
La scadenza di un atto o di un provvedimento che a qualsiasi titolo determini l’occupazione di un bene da parte di un soggetto diverso dal proprietario non fa venir meno l’occupazione di fatto del bene stesso, essendo necessario, per far cessare l’occupazione, un atto di riconsegna del bene al proprietario
In caso occupazione originariamente valida non seguita, peraltro, da tempestiva adozione del decreto di esproprio, il decorso del termine ventennale utile ad usucapionem prende avvio solo dal momento in cui l’occupazione diventa contra legem, con il decorso del termine quinquennale
[A] In materia di espropriazione sussiste la giurisdizione del giudice amministrativo ogni qualvolta la richiesta risarcitoria oggetto del giudizio tragga origine da una procedura espropriativa avviata e non conclusa. [B] Sulla domanda di reintegra nel possesso proposta da parte ricorrente e sulle forme di tutela da applicare, tra quelle previste dall’art 703 c.p.c., che rinvia agli art. 669 bis e ss. c.p.c. e quelle proprie del processo amministrativo
[A] Il ricorso collettivo è inammissibile soltanto se, e in quanto, sia identificabile un conflitto d'interessi tra le parti, o comunque non sussista identità di situazioni sostanziali e processuali. [B] Sull'inapplicabilità del V.A.M. e sulla possibilità di fare riferimento al valore venale pieno, potendo l'interessato anche dimostrare che il fondo è suscettibile di uno sfruttamento ulteriore e diverso da quello agricolo, pur senza raggiungere il livello dell'edificatorietà
Il bene espropriato non può essere mai concretamente utilizzato per un fine diverso da quello per il quale fu espropriato e risultante nella dichiarazione di pubblica utilità
[A] Sulla differenza nel giudizio amministrativo tra la domanda riconvenzionale e l’eccezione riconvenzionale non notificata alla controparte. [B] Sulla possibilità o meno che l’usucapione sia applicabile in favore della PA anche alle occupazioni preordinate alla realizzazione di opere pubbliche. [C] Sul nuovo istituto del “rinvio pregiudiziale” alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, recentemente introdotto dall’art. 1 del Protocollo n. 16 alla Convenzione E.D.U., approvato dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 10 luglio 2013 ma non ancora entrato in vigore, pur trattandosi - a differenza del rinvio alla Corte di Giustizia di cui all’art. 267 Trattato UE - di parere consultivo non vincolante (art. 5 Protocollo n. 16 alla Convenzione E.D.U.)
Nel caso di realizzazione di opere pubbliche cui collaborino pubbliche amministrazioni e soggetti delegati, l'obbligazione al risarcimento del danno da occupazione appropriativa ha natura solidale
L’Amministrazione, se la conferenza di servizi si è conclusa positivamente con l’approvazione del progetto, deve rilasciare l’autorizzazione (la quale può solo essere condizionata, nella sua efficacia, ma non più nella sua esistenza alla disponibilità dell’area)
L'inesatta individuazione del frazionamento delle particelle catastali interessate dall'espropriazione non inficia la legittimità della procedura espropriativa
Il Collegio aderisce all’orientamento – seppure minoritario - che riconosce la proponibilità della sola domanda di risarcimento per la perdita del bene oggetto di espropriazione non conclusasi con il necessario decreto d’esproprio, riconoscendole valenza di abdicazione implicita al diritto di proprietà
[A] Sulla disamina della natura giuridica della cessione volontaria e dei suoi rapporti con l’istituto disciplinato dall’art. 11, l. 241/90. [B] Sulla celebre sentenza della Cassazione di Roma del 12 gennaio 1910 che avalla l’utilizzo di uno strumento composito della concessione-contratto. [C] Sulla possibilità o meno di inquadrare l’istituto della cessione volontaria tra gli accordi ex. art. 11 della legge 241 del 1990 con conseguente radicarsi della giurisdizione amministrativa
Sull’espropriazione di più immobili appartenenti a diversi proprietari o di più porzioni di immobili appartenenti al medesimo titolare, ai fini della retrocessione delle aree eventualmente rimaste inutilizzate
Sull’accoglibilità o meno della tesi secondo la quale “La natura espropriativa viene meno solo se il proprietario ha un interesse economico e un’organizzazione imprenditoriale tali da far ritenere che in concreto sia in grado di portare a esecuzione il programma edificatorio esposto nello strumento urbanistico”
[A] Le amministrazioni comunali, al fine di tutelare i “centri storici” non possono, al di là di politiche incentivanti, ricorrere ad iniziative vincolistiche. [B] Neppure con un provvedimento “puntuale”, incidente su un singolo bene, comunque demandato all’Autorità centrale, e giustificato dalla singolarissima “individuale” peculiarità di quest’ultimo, potrebbe vincolarsi un bene ad un determinato utilizzo (salvo sconfinare dal potere conformativo esercitato “singulatim”a quello, sostanzialmente ablatorio). [C] Sui limiti entro i quali le amministrazioni possono imporre un vincolo “singulatim” incidente su un determinato plesso immobiliare) la possibilità di addivenire alla cosiddetta "microzonizzazione" cioè, all'individuazione di sottozone con caratteristiche peculiari nell'ambito di quelle previamente individuate. [D] Sulla disciplinare regionale toscana riguardo alle macrocategorie per la disciplina dei mutamenti di destinazione d’uso. [E] Al Comune non è consentito effettuare una zonizzazione per singolo edificio, o addirittura la singola porzione di edificio. [F] Ai Comuni non è consentito dotarsi di strumenti urbanistici che si discostano dal numerus clausus previsto dalla legge. [G] Il Comune non può incidere sullo statuto proprietario, imponendo a quest’ultimo dei limiti all’utilizzo dell’immobile non giustificati dall’inserimento in una zona o sottozona o microzona ma coincidenti con la pregressa tipologia di attività esercitata
[A] In caso di espropriazione illegittima deve ritenersi possibile l’usucapione da parte della Pubblica Amministrazione in presenza dei presupposti di cui all’art. 1158 c.c. ed alle condizioni di cui al D.lgs. n. 28/2010, con possibilità di un risparmio di spesa dovendosi corrispondere solo danno non patrimoniale e da mancato utilizzo. [B] Sulla giurisdizione competente a dichiarare l’intervenuta usucapione
[A] Sulla differenza tra vincoli conformativi e vincoli espropriativi. [B] Sulla destinazione urbanistica a verde pubblico. [C] Sulla destinazione a “bosco”. [D] Sulla natura espropriativa del vincolo urbanistico a “parco pubblico”. [E] Sussiste un vincolo preordinato all’espropriazione tutte le volte in cui la destinazione dell’area permetta la realizzazione di opere destinate esclusivamente alla fruizione soggettivamente pubblica. [F] Sulla possibilità o meno che la possibilità di realizzare parcheggi sotterranei da parte dei privati possa mutare la natura espropriativa del vincolo
Sulla recente impostazione giurisprudenziale secondo la quale, per ravvisare la natura espropriativa di un vincolo, più che al dato formale della perdita della qualità di proprietario in capo al privato interessato, occorre avere riguardo alla circostanza per cui la destinazione dell'area derivante dalla scelta pianificatoria imponga la realizzazione di opere destinate esclusivamente alla fruizione soggettivamente pubblica
[A] Nel sistema delineato dalla Costituzione e dalla CEDU la norma conformatrice dello jus aedificandi non costituisce annullamento del diritto di proprietà e dunque non è riguardata con sfavore (nei limiti della ragionevolezza e del rispetto della natura stessa dei luoghi), mentre la norma ablatoria è considerata eccezione di stretto diritto al principio fondamentale della inviolabilità della proprietà. [B] La distinzione tra norme conformative e norme ablatorie non può più seguire i criteri tradizionali elaborati dalla giurisprudenza amministrativa sino ad oggi. [C] Ove ci si trovi innanzi ad una potestà conformativa che imponga realizzazioni difformi dalla naturale destinazione dell’area, ne consegue, di fatto, l’ablazione di una precisa facoltà inerente al diritto di proprietà. [D] Il materia di reiterazione dei vincoli espropriativi, l’interesse pubblico non può costituire un alibi alla inefficienza
Solo nei casi in cui vi è “sostituzione amministrativa”, l'ente sostituto agisce per l'esecuzione dell'opera non in rappresentanza dell'amministrazione sostituita, ma per competenza propria
[A] Sulla giurisdizione competente riguardo alla domanda di reintegra nel possesso connessa ad un procedimento di espropriazione. [B] Sull’usucapione del bene illegittimamente occupato e trasformato
L’adozione di un nuovo strumento urbanistico non determina di per sé la caducazione della procedura espropriativa già iniziata in esecuzione dello strumento urbanistico previgente
L’omessa previsione dell’indennizzo, per giurisprudenza costante, non inficia la legittimità del provvedimento di reiterazione del vincolo espropriativo
Sulla previsione di indennizzo, che deve necessariamente accompagnare la (motivata) decisione comunale di rinnovare nel tempo i vincoli urbanistici di tipo espropriativo, e sulla possibilità o meno di adottare forme alternative di compensazione
[A] Sulla violazione del principio che impone una congrua motivazione laddove si formulino previsioni di sovradimensionamento degli standards rispetto alla misura minima prescritta dalla legge. [B] Sull’illegittimità delle norme che subordinano l'attuazione di un comparto alla ristrutturazione e cessione di un edificio
L'art. 23 comma 1 lett. a) del D.P.R. 8 giugno 2001 n. 327 non prevede che l'elenco dei beni ed il piano particellare debbano esseri notificati unitamente al decreto di esproprio, a pena di nullità e/o annullabilità
Sull’avvenuta usucapione ventennale del bene espropriato illegit-timamente quale limite temporale alla possibilità di intraprendere un’azione di risarcimento del danno da parte del privato ai sensi del D.P.R. 327 del 2001
[A] La conduttura realizzata dal Comune, costituente un tratto di fognatura destinato alla raccolta di acque meteoriche, non è annoverabile tra le opere idrauliche, in relazione alle quali sussiste la giurisdizione del Tribunale delle acque pubbliche. [B] L’approvazione del progetto in linea meramente tecnica costituisce atto endoprocedimentale. [C] Il procedimento ablatorio disciplinato dal d.p.r. n. 327/2001 può colpire non solo il diritto di proprietà ma anche, in modo autonomo, un diritto reale minore, come avviene nell’ipotesi dell’imposizione di servitù
Gli effetti del mancato completamento della procedura espropriativa non possono ripercuotersi a carico dei beneficiari del piano, essendo una conseguenza dell'illecito operare della pubblica amministrazione procedente
[A] Sull’impossessamento di un terreno privato al di fuori dell’esercizio di una funzione pubblica, a seguito di un comportamento di mero fatto, non collegato ad alcun provvedimento amministrativo (c.d. occupazione usurpativa). [B] In materia di ordinanze contingibili ed urgenti, l’obbligo della comunicazione sussiste allorché l’invio della stessa risulti in concreto compatibile con il procedimento alla base del provvedimento
Il soggetto privato del possesso può agire nei confronti dell'ente pubblico senza dover sottostare al termine prescrizionale quinquennale decorrente dalla trasformazione irreversibile del bene, con l’unico limite temporale rinvenibile nell’acquisto della proprietà, per usucapione
La omessa osservanza degli adempimenti in tema di determinazione della indennità di espropriazione, non possono avere incidenza invalidante sulla pronunziata espropriazione
L’usucapione ha bisogno delle garanzie processuali di un accertamento giudiziale e non può essere accertata dall’autorità amministrativa, peraltro senza alcuna forma di garanzia per l’espropriando sotto il profilo del contraddittorio, espressione del diritto alla difesa
[A] Il C.G.A.R.S. rimette la questione all’Adunanza Plenaria affinché in ordine al nuovo art. 42-bis del D.P.R. 327 del 2001 si chiarisca se in alternativa alla domanda di restituzione del bene, si possa domandare invece in giudizio il mero risarcimento del danno, consistente nell’affermata perdita della proprietà del fondo. [B] Sull’applicabilità o meno al processo amministrativo del c.d. “overruling”, per cui il principio costituzionale del c.d. giusto processo implica che una parte non possa incorrere in decadenze o preclusioni derivate dall’incolpevole affidamento serbato su precedenti orientamenti interpretativi del tutto consolidati, dovendo in tal caso farsi ricorso allo strumento processuale della rimessione in termini
Anche a seguito dell’entrata in vigore dell’art. 22 bis del testo unico sugli espropri va considerata sufficiente la motivazione dell’ordinanza di occupazione, che rilevi l’urgenza di consentire la realizzazione delle opere previste nella dichiarazione di pubblica utilità
L'occupazione di aree non comprese nell'originario piano particellare di esproprio deve essere assimilata ad un'occupazione sine titulo, e pertanto costituisce un mero comportamento materiale, con conseguente devoluzione della relativa controversia al giudice ordinario
La presenza dei sottoservizi (acquedotto, fognatura, illuminazione, metanodotto) è una circostanza indubbiamente utile per il passaggio alla condizione di area edificabile, in quanto l’ampliamento dell’abitato segue di preferenza le linee delle opere di urbanizzazione già realizzate
Sulla possibilità o meno, a fronte della difficoltà nell’individuare il valore venale dell’area agricola ai sensi dell’art. 42-bis del D.P.R. 327 del 2001, di ritenere che il valore di mercato di un'area agricola possa essere grosso modo pari a tre volte il valore agricolo medio fissato per l'anno di riferimento
In tema di espropriazione per pubblica utilità, gli immobili costruiti abusivamente non sono suscettibili di indennizzo, a meno che alla data dell'evento ablativo non risulti già rilasciata la concessione in sanatoria
Sull’espropriazione illegittima e sull’auspicata introduzione del previo esperimento dell'istanza a provvedere ex art. 42 bis e dell'eventuale tutela giurisdizionale avverso il silenzio quali condizioni di procedibilità delle domande risarcitorie e/o restitutorie
Merita rinnovata adesione l’orientamento – ancorché minoritario - che riconosce la proponibilità della sola domanda di risarcimento per la perdita del bene oggetto di espropriazione non conclusasi con il necessario decreto d’esproprio, riconoscendole valenza di abdicazione implicita al diritto di proprietà
[A] L’unico potenziale ostacolo al pieno esplicarsi della tutela restitutoria in caso di occupazione illegittima è costituito dall’esercizio, da parte dell’Amministrazione interessata, dello speciale “potere sanante” previsto dall’art. 42 bis. [B] E’ fonte di responsabilità erariale la condotta dell’Amministrazione che persiste nell’illecita occupazione dei fondi altrui persino dopo l’entrata in vigore dell’art. 42 bis del D.P.R. n. 327/2001
Sull’avviso pubblico di apposizione del vincolo espropriativo in presenza di oltre cinquanta proprietari, ai sensi dell’art. 11, comma 2, del D.P.R. 327 del 2001, laddove lo stesso non indichi i dati catastali degli stessi ed i nomi degli stessi proprietari
[A] La mancata costituzione in giudizio e la conseguente assenza di ogni difesa da parte dell'Amministrazione intimata comporta l'applicazione del principio di non contestazione ovvero argomenti di prova sfavorevoli. [B] Sul momento a cui fare riferimento per determinare il valore venale del bene in sede di provvedimento di acquisizione ex art. 42-bis DPR. 327/2001
Sui casi in cui nell’ipotesi di opere realizzate in regime di concessione, la responsabilità per le indennità di espropriazione ed i risarcimenti nei confronti di terzi sono esclusivamente a carico del soggetto concessionario
Sui rapporti tra l’articolo 42 bis del D.P.R. 327 del 2001, in materia di illecito permanente per occupazione illegittima, e l’istituto dell’usucapione
La mancata impugnazione dell’atto impositivo del vincolo, come della dichiarazione di pubblica utilità, preclude la possibilità di farne valere l’illegittimità derivata in sede di impugnativa del provvedimento finale o dei successivi atti della sequenza procedimentale
Sui casi in cui nel caso di occupazione illegittima l’Amministrazione ha l’obbligo di adottare i provvedimenti di cui all’art. 42-bis, primo comma, D.P.R. n. 327/2001
Sussiste la giurisdizione del giudice ordinario nel caso di controversie riguardanti la cessione volontaria dei beni nel corso di una procedura espropriativa, e ciò in relazione a tutte le controversie concernenti non solo il pagamento ma anche di riliquidazione o integrazione dell'indennità concordata
Vanno trasmessi gli atti alla Corte dei Conti laddove l’Amministrazione abbia mantenuto in essere l’illecita occupazione dei fondi altrui anche dopo la proposizione del ricorso e persino dopo l’entrata in vigore dell’art. 42 bis del D.P.R. 327 del 2001
Sulle determinazioni in base alle quali l'Amministrazione dovrà corrispondere il risarcimento per l'occupazione illegittima ed adottare il provvedimento di acquisizione ai sensi del art. 42-bis del D.P.R. n. 327 del 2001
[A] Sulla possibilità del proprietario di avvalersi della facoltà di chiedere all’Autorità amministrativa l’estensione del provvedimento ablativo alla residua frazione del bene. [B] Sui rimedi contro la c.d. “espropriazione parziale”
La retrocessione dei beni espropriati attua, a mezzo di sentenza con effetti costitutivi, un nuovo trasferimento di proprietà del bene, a titolo derivativo, con effetto ex nunc
Sulle tre strade, tramite cui la P.A., in caso di occupazione senza titolo, può comunque pervenire alla legittima apprensione del bene ai sensi dell’art. 42-bis del D.P.R. 327 del 2001
[A] Sulla possibilità o meno che l’annullamento di un provvedimento di espropriazione di un fondo impugnato da un solo soggetto e in comproprietà di più soggetti spieghi i suoi effetti rispetto a tutti i comproprietari. [B] Sull’impossibilità di fare riferimento in caso di espropriazione di un terreno inedificabile al "valore agricolo medio" e sulla necessità di tener conto del "valore che il bene avrebbe avuto in regime di libero mercato"
Sulla la mera attribuzione alla ditta esecutrice dei lavori dell'incarico di provvedere, per conto dell'ente pubblico affidante, all'espletamento delle procedure amministrative, tecniche e finanziarie per il perfezionamento delle espropriazioni ed occupazioni temporanee, e sulla possibilità o meno che ciò possa configurare l'istituto della concessione traslativa nell'esercizio di funzioni pubbliche
[A] Sulla decadenza dei vincoli di carattere espropriativo. [B] Nell’ambito dello speciale procedimento per il silenzio la nomina del Commissario ad acta non può dar luogo ad una procedura totalmente extra-ordinem, e risolversi in un sovvertimento della normativa procedimentale ed alla disciplina sostanziale dei contenuti delle varianti o degli stessi strumenti di programmazione
[A] A seguito della declaratoria di incostituzionalità dell’art. 43 D.P.R. n. 327/2001, la legittimità della misura del risarcimento non può essere valutata in ragione del disposto dell’art. 43, comma 6, dello stesso D.P.R., che rinvia al precedente art. 37, comma 7, ma tale valutazione dovrà essere effettuata sulla base dei principi generali dell’azione risarcitoria da lesione del diritto di proprietà. [B] Sulla destinazione di aree a edilizia scolastica e sulla natura del relativo vincolo
[A] Sulla giurisdizione amministrativa nei casi di comportamento tenuto dalla Amministrazione, la quale abbia emanato una valida dichiarazione di pubblica utilità ed un legittimo decreto di occupazione d'urgenza senza tuttavia emanare il provvedimento definitivo di esproprio nei termini previsti dalla legge. [B] Sulla differenza tra l’art. 43 del T.U.E dichiarato incostituzionale ed il nuovo art. 42-bis introdotto dopo oltre nove mesi. [C] Sull’usucapione da parte della Pubblica Amministrazione del bene illegittimamente occupato in presenza dei presupposti di cui all’art. 1158 c.c.
[A] Sulla natura del vincolo di inedificabilità della "fascia di rispetto stradale". [B] Sulla determinazione dell'indennità di espropriazione di aree site in fascia di rispetto stradale
Sull’atto con il quale il Comune subordina il rilascio di una concessione edilizia all’impegno del privato a rinunciare all’indennizzo dovuto, nel caso di futura espropriazione dell’opera
L’accordo sulla cessione dei beni assoggettati a espropriazione non può derogare a quanto previsto dall’art. 45 TU espropri e quindi non può essere autonomamente determinato dalle parti ai sensi dell’art. 11 l. 241/1990
Sull’art. 42-bis del T.U. 327 del 2001 che definisce la prestazione pecuniaria cui è tenuta l’Amministrazione occupante sine titulo come indennizzo per il pregiudizio patrimoniale e non patrimoniale
[A] Il criterio del valore agricolo medio è più presente nel nostro ordinamento. [B] Sulla sindacabilità in appello dei poteri del giudice di primo grado in ordine al riconoscimento sul piano equitativo, dei giusti motivi per far luogo alla compensazione delle spese giudiziali
[A] Ove il giudice, in applicazione dei principi generali, condanni l’Amministrazione alla restituzione del bene, il vincolo del giudicato elide irrimediabilmente il potere sanante dell’Amministrazione ex art. 42-bis del D.P.R. 327 del 2001. [B] Il collegio ordina all’Amministrazione di provvedere ai sensi dell’art. 42-bis d.p.r. n. 327/2001, qualora l’Amministrazione stessa non ritenesse di restituire l’immobile ai legittimi proprietari previa riduzione in pristino stato
Sulla possibilità o meno di procedere ad un’espropriazione per la realizzazione di un edificio commerciale c.d. “mall” il quale può avere ricadute positive su interessi della collettività, sul piano occupazionale e più in generale sullo sviluppo economico di un’area
[A] Sull’obbligo di comunicazione dell’avvio del procedimento amministrativo preordinato alla realizzazione dell’opera pubblica ai sensi dell’art. 7 della legge n. 241/1990. [B] Anche nell’attuale quadro normativo l’Amministrazione ha l’obbligo giuridico di far venir meno l’occupazione sine titulo e deve adeguare la situazione di fatto a quella di diritto, o attraverso la restituzione dei terreni, ovvero attivandosi perché vi sia un titolo d’acquisto dell’area da parte del soggetto attuale possessore. [C] La determinazione dell’ammontare del risarcimento dovrà avvenire d’intesa fra le parti, le quali potranno eventualmente affidare il relativo incarico estimativo ad un tecnico di comune fiducia con oneri a carico dell’Amministrazione intimata
La delega al compimento delle operazioni espropriative delle aree ai fini della realizzazione delle opere di urbanizzazione - svolgendosi la procedura non solo in nome e per conto, ma anche d'intesa con il delegante - non priva entrambi i soggetti della legittimazione passiva
[A] Sulle notificazioni eseguite da un messo comunale dopo l'abrogazione dell'art. 273 T.U. del r.d.383/1934. [B] Sulla mancata apposizione in calce al provvedimento amministrativo della formula recante il termine e l'Autorità presso cui impugnarlo. [C] Sull'art. 42-bis del Testo Unico delle Espropriazioni
Sull’atto con il quale il Comune, in relazione al vuoto normativo determinatosi a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 348/2007 (recante declaratoria di illegittimità costituzionale dell’art. 5 bis commi 1 e 2 del d.l. 333/92, convertito con modificazioni nella l. 359/92, nonché dell’art. 37 commi 1 e 2 del D.P.R. 327/2001), ha determinato l’aggiornamento dell’ammontare della monetizzazione sostitutiva della cessione delle aree per standards urbanistici relativamente ai piani urbanistici attuativi
Ad oltre nove mesi dalla sentenza di incostituzionalità dell’originario art.43, con l’art.34 del Decreto-Legge 6.7.2011, n.98 convertito in Legge 15.7.2011, n.111 (in materia di misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria) è stato reintrodotto attraverso l’art.42-bis l’istituto dell’acquisizione coattiva dell’immobile del privato utilizzato dall’Amministrazione per fini di interesse pubblico
L’approvazione del progetto di un'opera pubblica, quando comporti la dichiarazione della p.u., indifferibilità ed urgenza della stessa, è atto che deve essere notificato al privato, proprietario del terreno
Sul quantum della domanda risarcitoria, relativa a tutto il periodo di illegittima occupazione, successivo alla scadenza del termine per il compimento della procedura espropriativa
[A] Qualora lo strumento urbanistico (di solito una variante) abbia ad oggetto un bene immobile specifico sul quale viene imposto un vincolo espropriativo, è necessario che l'atto sia notificato all'interessato. [B] Sulla clausola contenuta nelle N.T.A. con la quale si impone l'obbligo di presentare un piano attuativo nel caso in cui il cambio di destinazione d'uso produca un numero di unità immobiliari superiore a sette
[A] Sull’indennizzo da corrispondere per l’imposizione della servitù di acquedotto o dello scarico coattivo. [B] Per la riconsegna dell’area non si richiedono le formalità previste per l’occupazione
[A] La comunicazione o la conoscenza del parere negativo espresso dalla Commissione Edilizia, a differenza di quella recante notizia del parere favorevole non prevede ulteriori adempimenti. [B] Va dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo sulla domanda con cui i ricorrenti chiedono l’indennità per il periodo di occupazione legittima
In sede di adozione di una variante allo strumento urbanistico – volta all’imposizione del vincolo preordinato all’esproprio - l’amministrazione non può impegnare somme di cui non è certa la spettanza in ordine all’an e al quantum, sia perché potrebbe non seguire l’approvazione regionale, sia perché la quantificazione richiede complessi accertamenti su elementi di fatto
Ai fini della legittimazione attiva all’impugnazione degli atti di una procedura ablativa non è essenziale che la relazione giuridica col bene immobile sia costituita dal diritto di proprietà
Se il vincolo particolare incide su beni determinati, in funzione non già di una generale destinazione di zona, ma della localizzazione di un'opera pubblica, la cui realizzazione non può coesistere con la proprietà privata, il vincolo che la stessa contiene deve essere qualificato come preordinato alla relativa espropriazione
In caso di espropriazione illegittima la Sezione si riserva, per il protrarsi dell’illegittima occupazione, di trasmettere gli atti alla Procura Regionale della Corte dei Conti per l’accertamento di eventuali profili di responsabilità contabile nei fatti che avranno condotto alla fase di ottemperanza del giudizio
Sull’illegittimità costituzionale dell’articolo 16, comma 1, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504 (oggi articolo 37, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327), il quale impone la riduzione della indennità di espropriazione delle aree fabbricabili in relazione all'obbligo di dichiarazione (iniziale) o denuncia (per le variazioni) ICI
La prescrizione contenuta nell’art. 35 della legge 865 del 1971 non è idonea a rendere immune l’azione dell’ente pubblico dalle sue responsabilità per occupazione illegittima, non potendosi fare ricadere sui concessionari delle aree e loro aventi causa i maggiori costi determinatisi in forza di una acquisizione delle aree realizzate attraverso un fatto civilisticamente illecito
Sull’art. 34 del Decreto-Legge 6.7.2011, n. 98 convertito in Legge 15.7.2011 n. 111, con il quale è stato reintrodotto attraverso l’art. 42-bis l’istituto dell’acquisizione coattiva dell’immobile del privato utilizzato dall’Amministrazione per fini di interesse pubblico
Laddove la p.a. abbia non solo affidato ad altro soggetto la realizzazione dell’opera pubblica, ma anche delegato lo stesso per lo svolgimento delle procedure espropriative, in caso di danni cagionati all’espropriato per occupazione illegittima, si configura la responsabilità solidale tra delegante e delegato quante volte vi siano elementi idonei a evidenziare un concorso di colpa fra di essi
[A] Sui vincoli che derivano dalla puntale localizzazione “lenticolare”. [B] La situazione del bene occupato in via di urgenza in vista della futura espropriazione appare assimilabile a quella in cui, nell’ambito di una compravendita immobiliare, prima della stipula del contratto definitivo abbia luogo la consegna del bene immobile. [C] Sugli atti di inversione idonei a trasformare la detenzione in possesso
Come da pronuncia della Corte costituzionale n. 179 del 1999, non vi è alcun divieto di prorogare i termini dei vincoli e delle occupazioni, occorrendo al più che la protrazione di tali pesi sulla privata proprietà sia adeguatamente indennizzata
Sull’art. 42 bis del d. P. R. 8 giugno 2011, n. 327 (utilizzazione senza titolo di un bene per scopi d’interesse pubblico), introdotto dall’art. 34 del d. l. 6 luglio 2011, n. 98
Sul risarcimento del lucro cessante e dei “danni morali” richiesti dal soggetto illegittimamente espropriato sulla base del nuovo art. 42-bis del T.U. Espropriazione n. 327/2001, introdotto dall’art. 34 della cd. “Manovra economica 2011” (D.L. 6 luglio 2011, n. 98)
La Pubblica amministrazione anche se accede a trattative precontrattuali, non perde il potere autoritativo nella gestione dell'interesse pubblico tenuto conto della doverosità della funzione pubblica
[A] La scelta del mezzo pubblicistico o privatistico, per conseguire la disponibilità delle aree occorrenti per l'esecuzione di opere pubbliche è rimessa alla valutazione discrezionale dell’Amministrazione. [B] La Pubblica amministrazione anche se accede a trattative precontrattuali, non perde il potere autoritativo nella gestione dell'interesse pubblico
Ad oltre nove mesi dalla sentenza di incostituzionalità dell’originario art. 43, con l’art. 34 del Decreto-Legge 6.7.2011, n. 98 convertito in Legge 15.7.2011, n. 111 è stato reintrodotto attraverso l’art. 42-bis l’istituto dell’acquisizione coattiva dell’immobile del privato utilizzato dall’Amministrazione per fini di interesse pubblico
Sulla possibilità o meno dal parte della P.A. di far luogo all'approvazione del progetto definitivo e dell’esecutivo di opera pubblica, con contestuale dichiarazione di pubblica utilità e di indifferibilità ed urgenza dei relativi lavori
Sulla nuova norma, che novella il vigente t.u. espropriazioni mediante l’inserimento dell’art 42-bis, e che è dichiarata espressamente applicabile ai fatti anteriori alla sua entrata in vigore
Nel caso di espropriazione senza titolo l’amministrazione può adottare unicamente uno dei due strumenti tipici, ossia il contratto, tramite l’acquisizione del consenso della controparte, o il provvedimento, e quindi anche in assenza di consenso, ma tramite la riedizione del procedimento espropriativo con le sue garanzie
Sull’espropriazione senza titolo e sul D.L. 6 luglio 2011, n. 98, recante “Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria”, pubblicato nella Gazz. Uff. 6 luglio 2011, n. 155, che con l’art. 34, comma 1, ha modificato il D.P.R. 8 giugno 2001 n. 327, inserendo dopo l'articolo 42 l’art. 42-bis
[A] Nello stabilire l’importo del danno da ablazione illegittima, il giudice amministrativo non può includervi anche quanto dovuto per il periodo di occupazione legittima. [B] Sull’acquisto in proprietà del bene illegittimamente espropriato da parte dell’ente espropriante ai sensi dell’art. 34 del decreto legge 6 luglio 2011 n. 98
[A] Sull’assenza di impegno di spesa riguardo alla delibera di Consiglio comunale e sulla sussistenza o meno di un vizio di legittimità della variante impositiva di un vincolo preordinato all’esproprio. [B] Le delibere di approvazione di progetti di opere pubbliche comportanti la dichiarazione di pubblica utilità dell’intervento fuoriescono dalla sfera degli atti gestionali, e pertanto rientrano nella competenza residuale della Giunta
Per effetto della specificazione del fondo la proprietà dell'opera pubblica viene acquistata, a titolo originario, dall'ente specificatore nel momento in cui l'opera di specificazione è completata, cioè si è avuta la specificazione; questo non in conseguenza di un illecito ma di un istituto che affonda le sue radici nel diritto romano e costituisce un fatto che dà diritto ad un indennizzo non un illecito che dà diritto al risarcimento del danno
Lo ius aedificandi rientra a far parte del diritto soggettivo di proprietà e non può essere diversamente distribuito, mediante spostamento autoritario dello stesso da un lotto a un altro in sede di approvazione di documenti urbanistici programmatici attuativi, se non in accordo con tutti i titolari della proprietà ovvero con provvedimento autoritario
Nel caso di espropriazione senza titolo il risarcimento in forma specifica può essere negato quando il costo di ripristino supererebbe il valore di mercato del bene
[A] Sulla necessità di conciliare l’affermazione di principio secondo cui la zonizzazione non costituisce, almeno di regola, un’azione realmente ablatoria (come tale indennizzabile), con le ulteriori - ed apparentemente contrastanti - affermazioni, secondo le quali il diritto di proprietà non può essere svuotato di ogni contenuto economico né comunque espropriato “di fatto”. [B] Sull’uso distorto del potere di “zonizzazione”. [C] La “zonizzazione a verde pubblico” non può essere utilizzata per “costringere” il privato proprietario, senza alcun indennizzo, ad asservire il suo terreno ad un regime totalmente pubblicistico (o a comportarsi come se fosse una Pubblica Amministrazione). [D] I “giardini pubblici attrezzati” in assenza di un’azione volta alla effettiva realizzazione dei necessari lavori pubblici sono destinati all’abbandono
In caso di espropriazione senza titolo, prima di disporre la restituzione del bene previa riduzione in pristino, occorre previamente verificare la sussistenza o meno dei presupposti per l’eventuale applicazione del disposto di cui all’art. 2933, comma 2, c.c.
La scelta di un tracciato viario costituisce espressione di un giudizio tecnico-discrezionale, di esclusiva pertinenza dell'amministrazione preposta alla realizzazione dell'opera
[A] Nel caso di occupazione senza titolo non solo la proprietà dell’area illegittimamente trasformata dalla realizzazione dell’opera pubblica rimane nella sfera giuridica del privato, ma questi, secondo la regola dell’accessione ex art. 934 c.c. è tenuto a corrispondere all’autore dell’opera realizzata il valore dei materiali. [B] Ai fini della determinazione del danno conseguente alla mancata utilizzazione dell’immobile per il periodo di illegittimo spossessamento, va fatto riferimento agli interessi moratori sul valore del bene
Anche in seguito al venir meno dell’art. 43 del D.P.R. 327 del 2011, il risarcimento in forma specifica (reintegrazione) può essere negato quando il costo di ripristino supererebbe il valore di mercato del bene
Sull'eliminazione dal mondo giuridico dell'istituto della cd. “acquisizione sanante” di cui all'art. 43 D.P.R. n. 327 del 2001 sulla necessità che l’Amministrazione addivenga ad un accordo traslativo con il privato e sulle responsabilità erariali che conseguono al mancato accordo
[A] Sul significato dell’aggettivo “lenticolare” introdotto nella materia di conformazione del territorio per la prima volta delle Sezioni Unite della Cassazione con la sentenza 23.4.2001 n. 173. [B] Dove finisce la lenticolarità e comincia la conformazione del territorio?
Pur essendo venuto meno l’istituto della c.d. acquisizione sanante, il trasferimento del diritto di proprietà in capo alla P.A. non è effetto della rinuncia al diritto di proprietà esplicitamente o implicitamente connessa alla domanda di risarcimento del danno per equivalente, sospensivamente condizionata all’accoglimento dell’azione proposta dinanzi al giudice, bensì, dell’apposito accordo di cessione conseguente al riconoscimento giudiziale della sussistenza di un danno ingiusto risarcibile
In caso di decadenza di vincolo preordinato all’esproprio, l'obbligo di ripianificazione va assolto mediante l’adozione di una variante specifica o di variante generale, gli unici strumenti che consentono alle amministrazioni comunali di verificare la persistente compatibilità delle destinazioni già impresse
Si è in presenza di una fattispecie riconducibile alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo anche nel caso in cui si lamenti formalmente l’occupazione di aree non comprese nell’ambito della procedura espropriativa, ma in realtà si abbia riguardo al decreto di esproprio, cioè alla determinazione del suo effettivo contenuto
A fronte di un’espropriazione illegittima il TAR, considerata la richiesta di parte ricorrente, dispone la restituzione del fondo ai privati con reimmissione dei medesimi nel relativo possesso, previo ripristino dello status quo ante, e dispone altrsì che gli atti relativi al risarcimento del danno vadano trasmessi alla Procura della Corte dei Conti
[A] Non può essere disconosciuto l'interesse individuale all'impugnazione di chi, risiedendo in prossimità del sito individuato per la realizzazione di opere o impianti forieri di possibili impatti sull'ambiente. [B] L’Osservatorio Ambientale istituito nell’ambito del procedimento relativo al nodo dell’Alta Velocità di Firenze ha un ruolo meramente istruttorio e consultivo privo di rilevanza esterna. [C] Una volta assicurate alla cittadinanza la partecipazione al procedimento di approvazione e la conoscenza legale del progetto approvato, i termini per l’impugnativa di quest’ultimo non possono d’altronde considerarsi riaperti, nei confronti del ricorrenti sottoposti ad esproprio
Anche i decreti di autorizzazione provvisoria a realizzare gli elettrodotti da parte dell’ENEL hanno efficacia di dichiarazione di pubblica utilità implicita oltre che indifferibilità e urgenza
Sulla natura espropriativa o meno di un variante, con destinazione di “verde sportivo”, varata per attribuire ai terreni la destinazione necessaria per realizzare un progetto di impianto sportivo
In caso di espropriazione illegittima, anche dopo la dichiarazione di incostituzionalità dell’art. 43 del D.P.R. 327 del 2011, sussiste un collegamento tra il diritto al risarcimento integrale del danno subito e la perdita del diritto di proprietà del bene stesso, non potendo certo il privato ottenere un ristoro per equivalente superiore al danno medesimo
[A] Sulla disciplina urbanistica che ammette la realizzazione di interventi edilizi da parte di privati, seppur conformati dal perseguimento del peculiare interesse pubblico che ha determinato il vincolo. [B] Sulla destinazione a parco urbano
Sulla responsabilità per espropriazione illegittima nel caso in cui il Comune abbia affidato ad soggetto attuatore la realizzazione dell’intervento secondo lo schema di cui agli art. 35 e 60 L. n. 865 del 1971 relativamente alla concessione di aree comprese nei piani di edilizia economica e popolare
Sul venir meno l’istituto della c.d. acquisizione sanante e sulla possibilità o meno che il trasferimento del diritto di proprietà in capo alla P.A. possa discendere dalla domanda di risarcimento del danno per equivalente
Sulla differenza tra l’accordo sull’indennità di esproprio dalla ipotesi di un vero e proprio accordo, di natura transattiva o, preferibilmente, rinunziativa, con il quale il privato, nel ricevere ulteriori somme di danaro, dichiari di non avere null’altro a pretendere nei confronti dell’espropriante
Pur essendo venuto meno l’istituto della c.d. acquisizione sanante ex art. 43 del D.P.R. 327 del 2001, ritiene il Collegio di mantenere fermo il proprio precedente orientamento secondo il quale il trasferimento del diritto di proprietà in capo alla P.A. non è effetto della rinuncia al diritto di proprietà esplicitamente o implicitamente connessa alla domanda di risarcimento del danno per equivalente
Sul risarcimento del danno da occupazione illegittima dopo la recente dichiarazione di incostituzionalità della c.d. “acquisizione sanante” di cui all’art 43 D.P.R. 327/2001 - Corte Cost. 8 ottobre 2010 n. 293
La notificazione degli atti relativi ad un procedimento espropriativo solo ad alcuni comproprietari dei suoli interessati dai lavori non costituisce elemento idoneo di per sé a provare la piena conoscenza degli atti da parte degli altri comproprietari
Sull'imposizione sul fondo di un terzo di una servitù di elettrodotto e sulla possibilità o meno di sommare all'indennità di asservimento ex all'art. 123 del R.D. 11 novembre 1933 n. 1775, recante il “Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e gli impianti elettrici”, anche un indennizzo per la perdita di valore quale conseguenza dei campi magnetici prodotti dall'elettrodotto
L’avviso di avvio del procedimento di espropriazione deve essere inviato al proprietario del fondo espropriato anteriormente all’adozione dell’atto implicante la dichiarazione di pubblica utilità dell’intervento
Sull’illegittimità costituzionale dell’articolo 43 del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità)
[A] Sulla possibilità o meno di apporre condizioni al titolo edilizio. [B] Sulla concessione edilizia rilasciata dal Comune subordinatamente all’impegno del privato a rinunciare all’indennizzo dovuto nel caso di futura espropriazione dell’opera
Sulla norma di piano secondo la quale, per l’apposizione di vincoli espropriativi, che il Comune possa richiede la cessione gratuita dei beni vincolati, ovvero possa assegnare al proprietario un credito anziché versargli un indennizzo
Nei casi di acquisizione sanante, occorre far riferimento al valore dell'immobile alla data di adozione del provvedimento di cui all'art. 43 del D.P.R. n. 327/2001
[A] La destinazione urbanistica a “spazi di verde attrezzato” ed a “aree verdi di quartiere” configura un vincolo di carattere espropriativo. [B] Contrasta con i tanto invocati principi di perequazione urbanistica far gravare sui singoli proprietari delle aree vincolate a “verde pubblico” in sede di pianificazione il sacrificio connesso al reperimento degli spazi pubblici destinati a soddisfare le dotazioni di quartiere
E’ inconfigurabile un’ipotesi di rinuncia abdicativa alla proprietà implicita nella proposizione della domanda giudiziale di mero risarcimento per equivalente
Una volta scaduti i vincoli espropriativi di piano regolatore il Comune deve procedere a ridisciplinare l’area rimasta priva di normazione urbanistica, rimuovendo per tali “zone bianche” i gravosi standard di sostanziale inedificabilità
[A] Sui caratteri che distinguono i vincoli urbanistici conformativi da quelli espropriativi. [B] Sulla destinazione urbanistica a “verde attrezzato” che consente la costruzione di un chiostro e di attrezzature per il gioco libero. [C] Sulla scelta di superare la misura normativa minima per le dotazioni per spazi pubblici e destinati ad attività collettive da parte del Comune di Forte dei Marmi
Deve ritenersi superato l’orientamento giurisprudenziale secondo il quale per l’individuazione della natura espropriativa del vincolo di destinazione a utilizzazione collettiva occorre che questa sia funzionale a porzioni circoscritte del territorio comunale e la previsione dell’opera pubblica sia oggetto di previsione “localizzativa”, o "puntiforme", o “lenticolare”
Il negozio di cessione volontaria avente ad oggetto un immobile espropriando è regolato dai principi civilistici sulla formazione del consenso e sottoposto alla disciplina propria della stipulazione del contratto
L’inserimento di aree, anche di precedente natura agricola, in un piano di edilizia residenziale pubblica, attribuisce alle aree medesime ovvia vocazione edificatoria
[A] Sulla destinazione a strada impressa da parte dello strumento urbanistico e sul carattere edificatorio o meno della stessa. [B] Nei casi di acquisizione sanante, di cui all’art. 43 del T.U. dell’espropriazione, il risarcimento deve essere commisurato al valore del bene nel momento in cui il proprietario “perde” il proprio diritto sulla cosa
Sul risarcimento del danno da occupazione illegittima disposto dal comune ai sensi dell’art. 43 del D.P.R. 327 del 2001 e sulla legittimità o meno della delibera con la quale il Comune ha riconosciuto “una indennità di occupazione ed un risarcimento danni per l’illecita occupazione del fondo” nella misura pari all’importo della “somma disponibile a saldo nelle casse dell’Ente”
Sull’autonoma impugnabilità o meno dell’atto con il quale è autorizzato l'accesso ai fondi per le operazioni di misurazione preliminari al procedimento espropriativo
[A] Una volta che il criterio di valutazione del terreno espropriato, se edificabile, è esclusivamente quello del suo valore venale, l’unica domanda che ci si deve porre è questa: se l’attore avesse messo in vendita il suo terreno, da tempo destinato nel piano regolatore a parcheggio pubblico, quanto avrebbe ricavato? [B] Il VAM raramente corrisponde al valore agricolo effettivo del fondo
Sulla realizzazione di un’opera pubblica e sulla diversa rilevanza delle richieste di risarcimento del danno avanzate dal privato per riduzione di una veduta panoramica o di altre utilità marginali, rispetto alla violazione delle norme sulle distanze ovvero per procurate immissioni di rumori, vibrazioni e gas di scarico
Sull’articolo 46, primo comma, del T.U. n. 327/2001 secondo cui la retrocessione è possibile“se l’opera pubblica o di pubblica utilità non è stata realizzata o cominciata nel termine di 10 anni”
La decadenza dei vincoli espropriativi precedentemente in vigore non comporta necessariamente che l’area deve conseguire una destinazione urbanistica edificatoria
[A] Non può sostenersi che la proposizione della domanda espressa di risarcimento del danno subito in luogo di quella restitutoria, porti con sé l’implicita rinuncia al diritto di proprietà del bene illegittimamente occupato. [B] Sul momento a cui si deve fare riferimento per determinare il valore venale del bene da risarcire ai sensi dell’art. 43 del D.P.R. 327 del 2001
Per il risarcimento del danno da occupazione e irreversibile trasformazione di un immobile senza titolo è necessario tener conto del valore venale che i proprietari potrebbero ricavare, laddove lo mettessero sul mercato
[A] Sulle possibilità di edificazione che residuano in seguito alla decadenza di un piano particolareggiato. [B] Sulla natura espropriativa o conformativa del vincolo urbanistico a “verde pubblico”
[A] Sulla legittimità costituzionale della distinzione dei suoli in sole due categorie, quella dei terreni edificatali e quella dei terreni agricoli. [B] Sulla determinazione dell’indennità di esproprio per i terreni agricoli basata sui valori agricoli medi
In generale l'usucapione, anche se derivante da occupazione illecita, impedisce sia la restituzione dell'immobile sia il risarcimento per occupazione acquisitiva o usurpativa
Sulla giurisdizione competente a decidere sul risarcimento dei danni subiti per la perdita della proprietà avvenuta per accessione invertita a seguito della realizzazione di un’opera pubblica oltre il termine di occupazione legittima ed in assenza di un valido decreto di esproprio
[A] Sull’organo competente ad adottare il provvedimento di acquisizione sanante ex art. 43 del D.P.R. 327 del 2001. [B] Sulla particolare motivazione che deve assistere il provvedimento di acquisizione sanante
La destinazione “a verde pubblico con attrezzature collettive” deve indurre a valutare l’edificabilità in accezione molto limitata, ma non può autorizzare l’interprete a negarla
[A] L’esproprio di un terreno inedificabile non può avvenire alla stregua di un’area agricola secondo il criterio puramente presuntivo ed analogico del v.a.m. “valore agricolo medio”. [B] Sulla sussistenza o meno di un tertium genus tra aree edificabili ed aree agricole. [C] Sull’indennità dovuta in caso di c.d. “espropriazione parziale”
Sulla differenza ai fini della determinazione dell’indennità di esproprio del c.d. vincolo conformativo rispetto alla previsione localizzativa o puntiforme, o lenticolare
Sull’assenza di unanimità della giurisprudenza in ordine ai criteri atti a distinguere tra occupazione acquisitiva ed occupazione usurpativa anche ai fini del riparto di giurisdizione e sulla posizione assunta dal collegio
Sulla possibilità o meno per il privato, che ha subito un'occupazione illegittima del proprio fondo, di richiedere il solo risarcimento del danno subito abdicando unilateralmente al proprio diritto di proprietà sul bene immobile
Sull’azione del proprietario illegittimamente spogliato del bene che circoscriva il petitum al solo risarcimento del danno per equivalente, rinunciando alla domanda di restituzione dell’immobile
Sulla determinazione del risarcimento del danno per occupazione illegittima ai sensi dell’art. 43 del D.P.R. 327 del 2001, relativamente al tempo cui far riferimento per determinare il valore venale del bene, agli interessi moratori ed alla rivalutazione monetaria
L’art. 11 del D.P.R. 380 del 2001 contempla specificamente “la partecipazione degli interessati” nella fase dell’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio anche in caso di approvazione di un piano di recupero in variante allo strumento urbanistico generale
[A] È possibile che la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera preceda l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio ma in tal caso la sua efficacia è subordinata all’apposizione del vincolo. [B] La lettura dell’art. 10 del TU Espropriazione rende necessaria la conferenza di servizi qualora occorra acquisire più intese o autorizzazioni in merito al progetto
[A] Sul contratto di cessione volontaria sottoscritto solo da tre dei quattro comproprietari dell’immobile. [B] Oggetto di espropriazione possono essere beni specificamente individuati o, in taluni casi facoltà inerenti al diritto di proprietà (costituzione della servitù coattiva), ma mai “quote ideali” di un bene
Sulla richiesta di restituzione di aree comprese nel piano parcellare ma non trasformate in difetto della richiesta di dichiarazione di inservibilità dei beni relitti da parte dell’amministrazione
[A] Sulla responsabilità erariale dei funzionari comunali per il risarcimento del danno riconosciuto al privato per l’occuppazione illegittima di una sua proprietà. [B] Sui casi in cui l’Assessore risponde per gli atti espropriativi illegittimi effettuati dagli uffici dell’ente
[A] Dalla riforma introdotta dall'articolo 43 del d.p.r. n. 327 del 2001 non deriva affatto alcuna preclusione per proprietario di chiedere, in luogo della restituzione del bene, il risarcimento per equivalente. [B] Le aree gravate da vincolo stradale sono legalmente inedificabili anche se comprese in una zona edificabile
[A] E’ illegittimo l’accordo di programma ex art. 34 del TUEL nella parte i cui pretenderebbe di attribuire l’efficacia di variante al PRG senza alcun coinvolgimento regionale. [B] L’art 34 Dlgs 267/2000 quale norma riguardante la pianificazione urbanistica, deve essere necessariamente coordinata con la normativa in tema di procedimento ablatorio, la quale si caratterizza per l’indubbia valorizzazione dell’apporto partecipativo dei proprietari espropriandi
Sul criterio per la determinazione del danno subito dal privato durante il periodo di occupazione illegittima, riguardo agli interessi ed alla rivalutazione monetaria
La responsabilità della giunta comunale per il danno erariale conseguente al risarcimento del danno da espropriazione illegittima può ritenersi attenuata nei comuni di elevate dimensioni
L’art. 49 del D.P.R. n. 753 del 1980, ponendo il divieto di costruire o ampliare edifici lungo i tracciati delle linee ferroviarie ad una distanza minore di 30 m. dal limite della zona di occupazione della più vicina rotaia esclude, ogni possibilità legale di edificazione del bene
Sul meccanismo premiale del 10% introdotto dalla finanziaria 2008 qualora all'espropriato sia stata offerta un'indennità provvisoria che, attualizzata, risulta inferiore agli otto decimi in quella determinata in via definitiva
Sulla legittimità o meno dell’atto di acquisizione sanante che determina la misura del risarcimento dei danni da occupazione illegittima in presenza di un giudizio pendente davanti al competente giudice civile
[A] In caso di occupazione illegittima la “rinuncia” abdicativa al diritto di proprietà immobiliare trova piena cittadinanza nel sistema generale civilistico. [B] Sulla sussistenza o meno in capo all’amministrazione di adottare il provvedimento di acqusizione sanante ai sensi dell’art. 43 del D.P.R. 327 del 2001
Sulla decorrenza degli interessi legali sulla somma dovuta a titolo di risarcimento del danno da occupazione illegittima in caso di acquisizione sanante ex. art. 43 del D.P.R. 327 del 2001
[A] Sull'art. 43, comma 2, lett. c), del D.P.R. n. 327/2001 secondo cui l'atto di acquisizione “determina la misura del risarcimento del danno e ne dispone il pagamento, entro il termine di trenta giorni, senza pregiudizio per l'eventuale azione già proposta”. [B] Sul significato dei termini “utilizza un bene immobile” e “modificato in assenza del valido ed efficace provvedimento di esproprio o dichiarativo della pubblica utilità” contenuti nell’art. 43 del D.P.R. n. 327/2001. [C] Sull’azione di risarcimento del danno da occupazione illegittima proposta dinanzi al giudice ordinario e sulla sussistenza o meno di una pregiudizialità rispetto al giudizio amministrativo proposto avverso l’atto di acquisizione sanante ex. art. 43
Sulla realizzazione di una strada e sulla possibilità o meno di configurare l’opera come strumento attuativo di una “riforma economico-sociale” ai fini della riduzione dell’indennità di esproprio
Sulla responsabilità per danno erariale dei funzionari con posizioni apicali che nell’ambito dell’Ufficio tecnico comunale si sarebbero dovuti occupare degli adempimenti necessari alla positiva definizione del procedimento di esproprio
[A] Sull’ammissibilità o meno della rinuncia abdicativa della proprietà da parte del privato in difetto dell’acquisizione sanante ex. art. 43 del D.P.R. 327 del 2001. [B] Sui criteri per la determinazione del risarcimento del danno da occupazione illegittima
Sull’ammissibilità o meno del ricorso all’istituto dell'acquisizione c.d. sanante da parte dell’Amministrazione dopo il passaggio in giudicato della sentenza che ha sancito l’illegittimità della procedura ablativa
Sulla problematica della liquidazione del danno da occupazione illegittima e del suo rapporto con la rivalutazione e gli interessi legali nelle diverse ipotesi di occupazione appropriativa, occupazione usurpativa e, ora, di “acquisizione sanate”, disciplinata dall’articolo 43 del testo unico delle espropriazioni
[A] Sull’acquisizione sanante ex. art. 43 del D.P.R. 327 del 2001. [B] Sull’espressione “valutati gli interessi in conflitto” per l’esercizio dell’acquisizione sanante e sull’obbligo di particolare motivazione che grava sull’amministrazione. [C] Sulla questione di costituzionalità di cui all’art. 43 del D.P.R. 327 del 2001
La domanda di restituzione del bene illegittimamente occupato dall’amministrazione deve essere qualificata come richiesta di reintegrazione in forma specifica
Sull’ammissibilità o meno di una riduzione del 25 per cento del valore del bene, prevista dalla legge n. 244/2007, in caso di espropriazione di un’area edificabile inserita all’interno di un PEEP
Sulla configurabilità o meno di una pretoria ipotesi di rinuncia abdicativa alla proprietà implicita nella proposizione della domanda giudiziale di mero risarcimento per occupazione illegittima
Sul criterio di determinazione dell’indennità di esproprio in base all’edificabilità di fatto in seguito alla decadenza del vincolo urbanistico ablativo
Sull’implicita abdicazione da parte del privato del diritto di proprietà sul bene illegittimamente occupato e trasformato dall’amministrazione. [B] Sulla possibilità o meno da parte del giudice amministrativo di imporre all’amministrazione l’acquisizione sanante ex. art. 43 del T.U. 327 del 2001
[A] Sull’indennità di esproprio di terreni agricoli nei quali è consentita l’edificabilità sia pure per scopi connessi all’agricoltura. [B] Sul valore agricolo medio dei fondi rustici previsto dalla previsto dalla legge 865/1971 e sulla compatibilità comunitaria o meno di tale metodo
Sull’inutilizzabilità dell’istituto di cui all’art. 43 del D.P.R. 327 del 2000 ogni qual volta l’amministrazione possa ancora avvalersi del potere espropriativo
Sulla sussistenza o meno di un obbligo per l'amministrazione di depositare, già al momento in cui sottopone il progetto per l'approvazione definitiva e per la dichiarazione di pubblica utilità, l’elenco dei terreni soggetti ad occupazione temporanea
Nell’occupazione usurpativa l’amministrazione può acquistare il diritto per effetto dell’implicita abdicazione della sua titolarità da parte del privato proprietario
[A] Sul giudice competente a decidere riguardo allo speciale indennizzo di cui all’art. 46 della legge n. 2359 del 1865. [B] Sull’indennizzo previsto dall’art. 46 legge n. 2359 del 1865 per la riduzione di valore dell’immobile. [C] Sul peggioramento della viabilità necessaria per raggiungere il fondo e sulla sussistenza o meno di un diritto all’indennizzo a favore del proprietario. [D] Sul c.d. “danno da smembramento” nel caso di espropriazione parziale di un fondo. [E] Sui vantaggi o svantaggi che l’azione legittima di ciascun soggetto dell’ordinamento che può creare negli altri consociati
Sull’azione del privato per risarcimento danni da occupazione usurpativa pendente dinanzi al giudice ordinario e sulla sussistenza o meno di una pregiudizialità ex. art. 295 c.p.c. tale da giustificare la sospensione del giudizio dinanzi al giudice amministrativo nel quale è stato impugnato il provvedimento di acquisizione sanante ex. art. 43 del D.P.R. 327 del 2001
Il termine di prescrizione dell’azione di risarcimento del danno da occupazione illegittima non inizia a decorrere né dall’immissione in possesso della P.A. né dall’irreversibile trasformazione del suolo
Sull’ammissibilità o meno del ricorso avverso il silenzio dell’amministrazione, nei casi di occupazione acquisitiva o usurpativa, affinché questa eserciti i poteri di cui all’art. 43 del D.P.R. 327 del 2001
[A] Sulla sussistenza o meno della prescrizione del diritto al risarcimento del danno da occupazione illegittima. [B] Sull’applicabilità dell’art. 43 a tutti i casi di occupazione sine titulo, sussistenti o meno alla data di entrata in vigore del d.P.R. n. 327 del 2001. [C] Sulla determinazione del risarcimento del danno ex. art. 43, sugli interessi e sulla rivalutazione monetaria
[A] Sul riparto di giurisdizione nel caso di espropriazione illegittima. [B] Sulla decorrenza del termine di prescrizione per il risarcimento del danno da occupazione illegittima
[A] Sull’applicazione retroattiva dell’art. 43 del D.P.R. 327 del 2001. [B] Sui criteri per la determinazione del risarcimento del danno da occupazione illegittima, sull’applicazione della rivalutazione monetaria ed sul computo degli interessi
Sull’illegittima occupazione e l’irreversibile trasformazione di un fondo da parte dell’Amministrazione e sulla possibilità o meno per il privato di avanzare una domanda di risarcimento della danno abdicativa del proprio diritto reale
L’inserimento in un piano regolatore generale è sufficiente per definire la destinazione urbanistica di un terreno ma non per individuarne il valore imponibile
E’ responsabile di danno erariale il funzionario che non provveda al pagamento dell’importo liquidato in sentenza, avente valore di titolo esecutivo, quale risarcimento danni da occupazione acquisitiva
[A] Sui presupposti che devono sussistere affinché sia giustificato un congruo incremento dell’indennità da espropriazione parziale di un bene. [B] Sull’indennizzo che spetta per la riduzione di valore dell'immobile laddove l'opera pubblica abbia realizzato un'apprezzabile riduzione del diritto di proprietà
Sulla determinazione dell'indennità di espropriazione di un fondo edificabile in base al piano regolatore ed incluso in un piano per l'edilizia economica e popolare
[A] Sull’ammissibilità o meno di una richiesta di risarcimento danni da parte del privato per occupazione senza titolo laddove l’amministrazione non abbia esercitato l’opzione di cui all’art. 43, comma 3, del D.P.R. 327 del 2000. [B] Sul criterio del risarcimento del danno ex. art. 43 riguardo ad interessi e rivalutazione monetaria
Sull’occupazione illegittima con irreversibile trasformazione del bene, sull’acquisto originario della proprietà da parte della P.A. e sul decorso del termine di prescrizione quinquennale
[A] Sul venir meno dell’istituto di creazione giurisprudenziale della c.d. “occupazione appropriativa”. [B] Sulla possibilità o meno da parte del privato di abdicare ai propri diritti sul bene irreversibilmente trasformato
[A] Sull’applicabilità o meno dell’art. 43 del D.P.R. n. 327 del 2001 anche ai casi di occupazione sine titulo sussistenti alla data di entrata in vigore del testo unico. [B] Sul venir meno dell’istituto di origine pretoria dell’accessione invertita. [C] Sui principi che regolano l’applicazione dell’art. 43. [B] Sull’ammissibilità o meno del principio secondo il quale il privato avanzando domanda di risarcimento del danno potrebbe abdicare al diritto sul bene occupato
[A] Sulla necessità o meno dell’avviso di avvio del procedimento propedeutico all’atto di acquisizione sananate ex art. 43 del T.U. Espropri. [B] Sul comma 6-bis dell’art. 43 che consente l’imposizione di servitù coattive anche in favore di “soggetti privati […] che svolgono, anche in base alla legge, servizi di interesse pubblico nei settori dei trasporti, telecomunicazioni, acqua, energia
Sull’ammissibilità o meno della c.d. “acquisizione sanante” ex art. 43 t.u. sulle espropriazioni e sulla possibilità o meno di invocare l'applicazione della stessa in sede di giudizio di ottemperanza
Nella nuova disciplina di cui al D.P.R. n. 327 del 2001 l’indennità di espropriazione è vincolata al valore dell’immobile espropriato, non a quello dell’azienda che su di esso sia insediata
Il D.Lgs. n. 504 del 1992, art. 16, non regola la diversa ipotesi di omessa denuncia, sicché è arbitrario ritenere che quella omissione produca la perdita della tutela giudiziale del diritto alla indennità espropriativa
[A] Sulla natura edificabile o meno di un'area ubicata in zona destinata a spazi pubblici attrezzati e sport, in cui sia consentito l'intervento di privati in regime di concessione. [B] Sulle modifiche al D.P.R. n. 327 del 2001, implicitamente introdotte dalla finanziaria 2008. [C] Sul principio nominalistico vigente in materia d'indennità di espropriazione o di occupazione
Difetta di legittimazione attiva la domanda di risarcimento dei danni da illegittima occupazione acquisitiva avanzata dal soggetto che abbia acquistato il bene dopo l'intervenuta accessione invertita
Qualora il decreto di esproprio non sia intervenuto tempestivamente e si verifichi la cosiddetta accessione invertita, va ravvisata, accanto alla responsabilità dell'autore materiale dell'illecito delegato anche la responsabilità del Comune
[A] Sulla possibilità o meno di applicare retroattivamente l’art. 43 del T.U. Espropriazioni anche alle fattispecie di occupazione iniziate anteriormente all'entrata in vigore del testo unico. [B] Sull’istituto della c.d. “occupazione acquisitiva” e sulla compatibilità o meno con la giurisprudenza CEDU. [C] Sulla decorrenza del termine di prescrizione quinquennale per l’azione di risarcimento del danno
[A] Sull’occupazione illegittima di un fondo per la costruzione di un'opera pubblica e sulla radicale trasformazione dello stesso. [B] Sul risarcimento del danno da illegittima occupazione riguardo agli interessi ed alla rivalutazione monetaria. [C] Sulla idoneità o meno del piano strutturale a determinare la sopravvenuta edificabilità dei suoli. [D] Sulla differenza tra piano strutturale e regolamento urbanistico ai sensi della l.r. toscana
Al privato proprietario di un’area destinata all’espropriazione dev’essere garantita la possibilità di interloquire con l’amministrazione in merito alla localizzazione dell’opera pubblica
Il risarcimento del danno da “occupazione usurpativa” costituisce debito di valore e va calcolato non già sulla somma integralmente rivalutata e con decorrenza dalla data dell'illecito, bensì ad un tasso, non necessariamente corrispondente a quello legale, riferito ai singoli momenti nei cui riguardi la somma, equivalente al bene perduto
L'accertamento dell'acquisto per usucapione di un bene, determinato dall'inizio e dalla continuazione indisturbati del possesso, retroagisce, elidendola, sulla illiceità del corrispondente comportamento
[A] Sul criterio per determinare il risarcimento del danno da occupazione senza titolo ai sensi della legge n. 244 del 2007, art. 2, comma 89, sub e), che ha modificato l'art. 55 del T.U. sulle espropriazioni approvato con D.P.R. n. 327 del 2001. [B] Deve escludersi il diritto alla rivalutazione monetaria sul valore che l’immobile aveva alla data dell’occupazione senza titolo, relativamente a quella parte di risarcimento che sia già stata anticipata
Sulla misura del risarcimento per occupazione senza titolo che consegue all'adozione del provvedimento di acquisizione c.d. "sannate" ex art. 43 T.U. espropriazioni
Sulla possibilità o meno di qualificare il PEEP come “intervento di riforma economico-sociale” per il quale l’art. 2, comma 89, della l. 24.12.2007, n. 244 "legge finanziaria 2008" prevede una riduzione del 25% dell’indennità di esproprio
[A] In caso di occupazione e trasformazione di immobile senza titolo la proprietà si trasferisce in virtù della sentenza che dispone il risarcimento del danno al privato. [B] Sul criterio suppletivo dell’edificabilità di fatto per la determinazione dell’indennità di esproprio per le “zone bianche”
[A] Sulla determinazione dell’indennità dovuta per l’esproprio di terreni ricadenti nella fascia di rispetto stradale. [B] Sul momento al quale va ancorata la valutazione dell’immobile da espropriare
Sugli effettivi del provvedimento assunto dall’Amministrazione ai sensi dell’art. 43 del D.P.R. 327 del 2001 e sul venir meno di ogni rilevanza tra la c.d. “occupazione acquisitiva” e l'“occupazione usurpativa”
Sull’interpretazione dell’art. 45 del D.P.R. 327 del 2001 riguardo alla possibilità di stipulare l’atto di cessione volontaria fino alla data in cui è eseguito il decreto di esproprio
Sul risarcimento del danno ai sensi dell’art. 55 del D.lgs 327/01, così come riformulato dalla Finanziaria 2008, per l’utilizzazione di un suolo edificabile in assenza del provvedimento di esproprio
Con l’art. 43 del D.P.R. 377 del 2001 è stata data finalmente dignità normativa e certezza giuridica all’istituto di origine giurisprudenziale dell’occupazione usurpativa
La restituzione del bene illegittimamente occupato risulta inevitabile in mancanza di un qualsiasi atto formale di acquisizione del bene ai sensi dell’art. 43 del T.U. n. 327/2001
Sull’indennità di occupazione legittima spettante ai proprietari privati del godimento del terreno per tutto il tempo a disposizione dell’ente espropriante per emettere il decreto di espropriazione
Sulla possibilità o meno da parte dell’Amministrazione di adottare il provvedimento ex. 43, comma 1 del T.U. n. 327 del 2001, per assenza di un valido provvedimento di esproprio, nel caso in cui sia stata emessa una sentenza passata in giudicato sulla restituzione del bene
Sulla legittimità o meno del provvedimento con il quale si dispone la ennesima reiterazione del vincolo in mancanza di previsione di uno specifico indennizzo
L’articolo 43 del testo unico del 2001 riguarda tutti i casi di utilizzazione senza titolo di un bene per scopi di interesse pubblico, sia quelli per i quali vi sia stata una fase di legittima occupazione d’urgenza, sia quelli per i quali si sia avuta soltanto l’apprensione diretta in via di fatto del bene
[A] Sui caratteri del “vincolo espropriativo”. [B] Sulla differenza tra i vincoli espropriativi e la zonizzazione. [C] La semplice indicazione cartografica delle aree destinate all’edilizia economica e popolare integra una fattispecie di semplice “zonizzazione”
Sull’integrale risarcimento del danno che deve conseguire al privato in seguito all’occupazione acquisitiva anche in seguito all’atto autoritativo emanato ai sensi dell’art. 43 del T.U. delle Espropriazioni
Sull'utilizzabilità non sussidiaria del metodo analitico di valutazione, rispetto a quello sintetico – comparativo, per la determinazione dell’indennità di espropriazione delle aree edificabili
L’art. 16 del D.Lgs. n. 504 del 1992 non ha introdotto un autonomo criterio di determinazione dell'indennità di espropriazione, né tanto meno un criterio integrativo rispetto a quello stabilito dalla legge
[A] Nella sentenza della Corte Costituzionale n. 348 del 2008, non solo non si rinvengono limitazioni temporali espresse all'inefficacia della norma dichiarata costituzionalmente illegittima, ma si ricavano indicazioni opposte. [B] Sul provvedimento di approvazione del piano di lottizzazione da parte del Comune e sugli effetti effetti immediati o meno in favore del privato sino alla stipulazione della convenzione urbanistica
Sulle condizioni che devono sussistere affinché possa riconoscersi un risarcimento del danno da espropriazione di valore c.d. “larvata” in conseguenza di immissioni di rumori, vibrazioni, gas di scarico e simili
Sull’annullamento giurisdizionale delle varianti al P.R.G., che hanno mutato la destinazione impressa agli immobili oggetto del provvedimento di espropriazione e sulla rilevanza o meno quale causa di illegittimità del decreto di espropriazione
Non v’è ragione giuridica per cui, quando l’esproprio sia finalizzato alla costruzione di un inceneritore o di una centrale energetica, l’indennizzo debba coprire anche il “pregiudizio” rappresentato dall’opera pubblica, che comunque tutti i proprietari circostanti sono costretti a subire
Sulla giurisdizione compente in materia di riconoscimento del diritto all’indennizzo per la reiterazione di vincoli di inedificabilità assoluta sostanzialmente espropriativi
Sulla sussistenza di una responsabilità del solo concessionario delegato, ovvero anche dell’Ente delegante, nel caso in cui il comportamento del concessionario nella procedura espropriativa determini un danno nei confronti dell’espropriato
[A] Sulla portata innovativa della sentenza n. 349 del 22 ottobre 2007 della Corte Costituzionale in merito alla necessità di corrispondere il valore venale del bene espropriato e sugli aspetti non affrontati dalla sentenza. [B] Sui recenti orientamenti del Consiglio di Stato in merito alla c.d. “occupazione appropriativa”
Sulla sentenza della Corte Costituzionale n. 349 del 2007, sull’illegittimità dell’articolo 5-bis, comma 7 bis, della legge 359 del 1992 e sui limiti della pronuncia riguardo alle legittimità o meno dell’istituto dell’”accessione invertita
Al giudice amministrativo spetta di pronunciarsi in tema di c.d. accessione invertita, allorché la formale espropriazione intervenga dopo la sopravvenuta inefficacia, per decorso del suo termine finale, della dichiarazione di pubblica utilità
L'art. 5-bis, comma 7-bis della legge n. 359 del 1992 non prevedendo un ristoro integrale del danno subito per effetto dell'occupazione acquisitiva da parte della pubblica amministrazione, corrispondente al valore di mercato del bene occupato, è in contrasto con gli obblighi internazionali sanciti dall'art. 1 del Protocollo addizionale alla CEDU e per ciò stesso viola l'art. 117, primo comma, della Costituzione
[A] Sono illegittimi l'art. 5-bis della legge n. 359 del 1992 ed i commi 1 e 2 dell'art. 37 del d.P.R. n. 327 del 2001, in riferimento all'art. 117, primo comma, della Costituzione, laddove individuano criteri che portano alla corresponsione di somme non congruamente proporzionate al valore dei beni oggetto di ablazione. [B] Il legislatore dovrà determinare se l'equilibrio tra l'interesse individuale dei proprietari e la funzione sociale della proprietà debba essere fisso e uniforme, oppure, in conformità all'orientamento della Corte europea, debba essere realizzato in modo differenziato, in rapporto alla qualità dei fini di utilità pubblica perseguiti. [C] Il legislatore non ha comunque il dovere di commisurare integralmente l'indennità di espropriazione al valore di mercato del bene ablato
Ai fini dell’indennità di esproprio la destinazione di aree a edilizia scolastica ne determina il carattere non edificabile giacché l'edilizia scolastica è riconducibile ad un servizio strettamente pubblicistico su cui non interferisce la parità assicurata all'insegnamento privato
[A] Sul valore venale del bene quale unico criterio di effettivo ristoro del cittadinio espropriato [B] Sulle perplessità manifestate dal Consiglio di Stato riguardo alla operatività immediata delle sentenze della Corte Europea per la salvaguardia dei diritti dell’Uomo. [C] Non avendo la legge disciplinato l’asservimento ma solo l’ablazione dei fondi per scopi di pubblica utilità, non possono applicarsi in simili fattispecie i principi dettati dalla Corte Europea
Sull'atto di acquisizione al patrimonio indisponibile di cui all'art. 43 del D.P.R. n. 327 del 2001 e sul particolare onere motivazionale che ne consegue
Rientra nella giurisdizione del Giudice amministrativo il caso del decreto di esproprio mancante o tardivo, cioè emesso dopo la scadenza della dichiarazione di pubblica utilità
L’amichevole definizione del procedimento di determinazione dell’indennizzo non toglie all’accettante l’interesse a far riscontrare le eventuali illegittimità della procedura di esproprio
Sull’installazione di una condotta idrica nel sottosuolo del fondo del privato, effettuata dalla p.a. abusivamente, senza l’emissione di un provvedimento ablativo o altro titolo
Sul carattere illegittimo dell’occupazione acquisitiva, sulla divaricazione netta tra espropriazione lecita ed ablazione non consentita della proprietà, con esclusione di ogni fondamento al distinguo interpretativo proposto dalla Corte di Cassazione italiana
Sulla realizzazione delle “casse di espansione” e sulla particolare indennità prevista dalla legge regionale toscana n. 67 del 2003 per le aree soggette periodico allagamento
Sul riparto di giurisdizione in materia di “occupazione acquisitiva” e sull’alternatività tra la restituzione del bene ed il risarcimento del danno secondo l’opzione espressa dall’art. 43 del D.lgs n. 327 del 2000
[A] L’espropriazione c.d. “indiretta” o “sostanziale” è contraria alla pacifica giurisprudenza della CEDU. [B] L’art. 43 del D.P.R. n. 327 del 2001 presuppone che anche in seguito alla materiale apprensione della P.A il privato conservi intatto il diritto di proprietà. [C] Il diritto al risarcimento del danno non si prescrive una volta decorso il quinquennio dall’irreversibile trasformazione
Sulla domanda risarcitoria avanzata dal privato a fronte di tutte le fattispecie di occupazione illegittima – acquisitiva ed usurpativa – e sull’implicita abdicazione al diritto di proprietà a favore dell’amministrazione
[A] Il Consiglio di Stato rimette all’Adunanza Plenaria la questione del riparto di giurisdizione tra “occupazione acquisitiva” ed “occupazione usurpativa”. [B] Il Consiglio di Stato ripercorre la giurisprudenza della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale sul riparto di giurisdizione in materia espropriativi
Sul soggetto obbligato al risarcimento del danno da occupazione appropriativa nel caso l'Amministrazione abbia delegato ad altro soggetto il compimento delle operazioni espropriative
La Corte dei Conti si allinea alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo riguardo ai casi di espropriazione indiretta - c.d. “occupazione acquisitiva” – nei quali si tendono a ratificare le illegittimità commesse dall’Amministrazione consentendo a quest’ultima di trarne vantaggio
[A] Sull’assenza di unanimità circa la distinzione tra “occupazione acquisitiva” ed “occupazione usurpativa”. [B] Il Collegio non condivide la conclusione raggiunta dalle Sezioni Unite – sentenza del 13 giugno 2006 n. 13659 – circa il venir meno della c.d. “pregiudiziale amministrativa”
Sull’impossibilità per la PA di acquisire in via negoziale un bene già oggetto di un contratto preliminare e sull’acquisizione dello stesso in via autoritativa
Sulla esaustiva motivazione che deve sostenere il provvedimento con il quale l’amministrazione acquisisce un bene occupato senza titolo ai sensi dell’art. 43 del D.P.R. 327/01
Sulla reiterazione del vincolo in seguito ad una variante parziale al piano regolatore, sull’obbligo di indennizzo, sull’interpretazione dell’39 del D.P.R. 327/01 e su una generica indicazione dell’obbligo di indennizzo
La Corte di Cassazione solleva la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 5bis del decreto legge n. 333/92, convertito in legge n. 359/92, relativamente alla quantificazione dell’indennità di espropriazione
Sulla differenza tra occupazione appropriativa ed usurpativa, anche dopo la pronuncia n. 191/2006 della Corte Costituzionale, e sul permanere ancora oggi del forte contrasto tra la Suprema Corte e il Consiglio di Stato
[A] Sull’autorizzazione provvisoria prevista dall’art. 113 R.D. 11 dicembre 1933 n. 1775 per la costituzione di servitù coattiva perpetua di elettrodotto e sull’efficacia o meno di dichiarazione di pubblica utilità [B] Sull’applicabilità dell’istituto dell’occupazione acquisitiva ai fini della costituzione della servitù coattiva di elettrodotto
Sull’inesatta individuazione del frazionamento delle particelle catastali interessate dall'espropriazione e sulla legittimità o meno della procedura espropriativa
L'amichevole definizione dell’indennità di esproprio non toglie all'accettante l'interesse a far riscontrare l'eventuale illegittimità della procedura espropriativa
[A] Sui vincoli di carattere espropriativo e conformativo. [B] Sulla natura del vincolo che consente di realizzare opere di interesse collettivo consistenti in “chioschi - bar, padiglioni per la musica, teatrini, giochi per bambini e simili”
Sull’indennità di espropriazione qualora dalla realizzazione di un opera pubblica consegua non solo un asservimento del fondo per le attività di manutenzione, ma altresì una diminuzione di valore derivante alla residua porzione del fondo
[A] Sulla differenza tra occupazione appropriativa e occupazione usurpativa. [B] Sui casi in cui il concedente ed il concessionario in una procedura di espropriazione sono solidalmente responsabili per gli atti illegittimi
E’ legittimo il procedimento espropriativo promosso dalla pubblica amministrazione già proprietaria del bene allo scopo di estinguere il diritto del privato detentore
Sulla legittimità o meno del procedimento espropriativo nel quale l’Amministrazione individua il soggetto passivo in base alle risultanze catastali pur essendo a conoscenza dell’effettivo proprietario
[A] Sui problemi di compatibilità con il protocollo C.E.D.U dell’art. 43, 3 comma, del D.P.R. n. 327 del 2001. [B] L’atto da produrre in causa ai sensi del comma 3 dell’art. 43 deve avere i requisiti sostanziali del provvedimento di acquisizione. [C] La determinazione ex. art. 43, comma 3, può anche essere impugnata, con motivi aggiunti, nello stesso giudizio
La Corte d’Appello di Firenze – che si era già espressa per le ipotesi di occupazione illegittima prevedute dal comma 7 bis dell’art. 5 bis con le sentenze Squadrelli, del 27.2.2005, e Bruzzichelli, del 29.11.2004 – disapplica con la sentenza Bigagli l’art. 5 bis della legge n. 359 del 1992 per la determinazione dell’indennità di espropriazione delle aree edificabili, determinando l'indennità sulla base del valore reale o di mercato del bene
In materia di espropriazione, legittimato passivo nel giudizio avente ad oggetto la corresponsione dell’indennità di occupazione legittima è l’espropriante che è beneficiario del trasferimento
Sulla destinazione a verde pubblico di un’area, sulla sussistenza o meno di un vincolo espropriativo e sulla relativa decadenza decorso il termine quinquennale
Sul riparto di giurisdizione in materia di occupazione c.d. “usurpativa”, ovverosia laddove non vi sia stata espropriazione nel termine di validità del decreto di occupazione d’urgenza
[A] L'art. 53 del D.lgs 327 del 2001 è costituzionalmente legittimo laddove interpretato in modo da attribuire alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo le controversie aventi ad oggetto “comportamenti” della P.A. riconducibili all'esercizio del pubblico potere dell'amministrazione. [B] Sulla distinzione tra occupazione appropriativa e usurpativa. [C] Sulla giurisdizione esclusiva riguardo alle pretese risarcitorie
Il fatto stesso che un terreno sia compreso nel PEEP ed in esso abbia destinazione all’edilizia economica e popolare è di per sé elemento giustificativo del legale carattere edificatorio del terreno
Nelle espropriazioni i “comportamenti” privi di qualsiasi connotato autoritativo sono soltanto quelli cui è estranea in assoluto la finalità di acquisizione del bene per ragioni di pubblica utilità
Sulla recente ordinanza delle S.U. della Cassazione del 23 gennaio 2006 - che ha disatteso la sentenza del Consiglio di Stato n. 4 del 2005 - e sulla giurisdizione competente in materia di espropriazione usurpativa
Sul riparto di giurisdizione in materia di risarcimento del danno da espropriazione “usurpativa” qualora l’atto amministrativo sia stato annullato o revocato, ovvero sia stato rimosso dal giudice amministrativo, ovvero ancora abbia esaurito i suoi effetti per il decorso del termine di efficacia
[A] Sulla realizzazione dell’opera pubblica sul fondo illegittimamente occupato e sul provvedimento di acquisizione ai sensi dell’art. 43 D.lgs 327/2001. [B] L’azione volta alla restituzione del bene può essere esperita anche in sede di ottemperanza
Il provvedimento di acquisizione ai sensi dell’art. 43 del D.P.R. 327/2001, adottato in seguito al “giudicato” formatosi in mancanza di dichiarazione di pubblica utilità, può essere esaminato dal giudice dell’ottemperanza, senza necessità di percorrere i due gradi del giudizio di cognizione
Nella “particolare materia” espropriativa il canone distintivo della giurisdizione tra giudice ordinario ed amministrativo non va ravvisato nella ripartizione “provvedimento / mero comportamento”
[A] Sull’insussistenza della dichiarazione di P.U. per mancata approvazione del progetto ai sensi della legge 1/78. [B] Sull’occupazione usurpativa e sul diritto al risarcimento del danno [C] Sulla sussistenza dell’illecito oggettivo
L’art. 20, comma 1, della legge n. 865/1971, secondo cui il decreto di occupazione d’urgenza perde efficacia ove non venga eseguito nel termine di tre mesi, non trova applicazione per le opere di competenza dello Stato
Sulla vigenza dell'art. 53 del D.lgs 327/01 e sul concetto di "comportamento" posto in essere dall'Amministrazione ai fini del riparto di giurisdizione
Al fine della determinazione dell'indennità di espropriazione di un'area non deve computarsi l'incidenza negativa sul valore di mercato derivante da vincolo imposto da piano regolatore
Il risarcimento del danno da occupazione usurpativa rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo e deve essere liquidato per equivalente senza i limiti dell’art. 5 bis, comma 7, del dlgs n. 333/92
Il Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria definisce i limiti entro cui il giudice d’appello può conoscere d’ufficio della giurisdizione ed afferma la giurisdizione del giudice amministrativo nelle controversie in materia di accessione invertita ai sensi dell’art. 34 del Decr. Lgs. 80 del 1998 come sostituito dall’art. 7 della legge 205 del 2000 anche a seguito della sentenza additiva della Corte Costituzionale 204 del 2004
Avv. Giuseppe Gratteri. Nota alle sentenze della Corte di Appello di Firenze, Sez. I Civile, 22 luglio 2005, n. 1079, 27 febbraio 2005, n. 570 e 20 gennaio 2005 n. 111
Sulla riduzione dell’indennità di esproprio nel caso in cui l'espropriato abbia presentato denuncia ai fini dell'imposta comunale sugli immobili inferiore al valore del bene
All’espropriato cui sia rimasto in proprietà un fondo residuo collegato con quello espropriato spetta, oltre l’indennizzo per l’ablazione, quello per il decremento di valore subito dal primo immobile
[A] Chiesta con l'atto introduttivo la condanna al pagamento dell'indennità di esproprio non è poi possibile introdurre domanda risarcitoria. [B] Il diritto di proprietà non si perde per il comportamento illegittimo della PA
Sul diritto all’indennizzo per la reiterazione del vincolo espropriativo a seguito di una procedura che consente all'interessato di conseguire a breve un ristoro per il vincolo e la conseguente espropriazione
Ai fini espropriativi non è sufficiente fare riferimento al PRG nella sua originaria formulazione - nel quale il terreno in questione sia eventualmente collocato in zona agricola - ma occorre anche tenere presente la destinazione che quel terreno abbia assunto nel PEEP
In caso di illegittimità della procedura espropriativa e di realizzazione dell’opera pubblica, l’unico rimedio riconosciuto dall’ordinamento per evitare la restituzione dell’area è l’emanazione di un provvedimento di acquisizione ex articolo 43 “Testo Unico sulle Espropriazioni” ed il risarcimento del danno
E' ammissibile la domanda di determinazione dell’indennità di espropriazione introdotta innanzi alla Corte d’Appello mediante l’atto d’appello avverso una pronuncia di primo grado relativa alla richiesta di risarcimento del danno per “occupazione acquisitiva”
L’esistenza di un rapporto di carattere obbligatorio, intercorrente unicamente tra locatore e conduttore, non comporta un onere partecipativo diretto del titolare del diritto personale di godimento allo svolgimento del procedimento espropriativi
Nell’"occupazione acquisitiva" ad una attività illecita della pubblica amministrazione consegue il diritto alla restituzione dei beni illecitamente appresi, se richiesta, oppure alla liquidazione del risarcimento integrale del danno commisurato al pieno valore di mercato
Qualora sia impugnato il provvedimento contenente la dichiarazione di pubblica utilità il privato non è tenuto ad impugnare con ricorsi successivi autonomi o con motivi aggiunti, il provvedimento di esproprio
La Corte di Appello di Firenze richiamandosi alle sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ritiene non compatibile col principio di legalità l'attuale applicazione dell'istituto dell'occupazione acquistiva ed afferma la centralità della tutela restitutoria o, se non attuabile, dell’integrale risarcimento del danno - SECONDA PARTE
La Corte di Appello di Firenze richiamandosi alle sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ritiene non compatibile col principio di legalità l'attuale applicazione dell'istituto dell'occupazione acquistiva ed afferma la centralità della tutela restitutoria o, se non attuabile, dell’integrale risarcimento del danno
L'art. 1 L. 3 gennaio 1978 n. 1 va interpretato nel senso che l' espropriante è tenuto, prima di approvare il progetto dell' opera pubblica urgente e indifferibile, a comunicare l’ avvio del procedimento
Sul riparto di giurisdizione in materia di occupazione acquisitiva e usurpativa, sulla vigenza dell’art. 53 del D.P.R. 327/01 e sul criterio di riparto basato sulla finalità dell’azione – Il T.A.R. Veneto si discosta dalla giurisprudenza prevalente
Il Consiglio di Giustizia Amministrativa rimette all’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato la questione di giurisdizione in materia di occupazione acquisitiva e occupazione usurpativa
La destinazione urbanistica impressa al terreno ad attrezzature a servizio delle zone A e B) integra un vincolo soggetto a decadenza per inutile decorso del quinquennio come previsto dall’articolo 2 della legge 19 novembre 1968, n. 1187
La irreversibile trasformazione del bene, non si verifica al momento della ultimazione dei lavori dell’opera pubblica, bensì nel momento, precedente, in cui i lavori hanno determinato una trasformazione del terreno che evidenzia in modo oggettivo la nascita dell’opera pubblica
Il venir meno della giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo in ordine ai “comportamenti” riguarda non solo le attività meramente materiali, ma anche le ipotesi in cui l’azione amministrativa abbia, in origine, trovato supporto in un provvedimento espropriativo legittimamente adottato ma successivamente divenuto inefficace
Sulla natura sollecitatoria dei termini per l'inizio delle espropriazioni e lavori da indicarsi nella dichiarazione di pubblica utilità o, nel caso di dichiarazione implicita ai sensi dell'art. 1 l. n. 1 del 1978, nell'atto di approvazione del progetto di opera pubblica
Sull’approvazione di opera pubblica ex art. 1 comma 5 della legge n. 1/1978, sulla riproposizione dei vincoli scaduti e sull’insussistenza di un obbligo di indennizzo – diversamente dal caso di generica riproposizione dei vincoli scaduti contenuta nelle varianti urbanistiche
Sulla giurisdizione competente a decidere in materia di espropriazione usurpativa in seguito alla sentenza della Corte Cost. 204/04 – Fattispecie relativa alla protrazione dei lavori ben oltre la data di scadenza della dichiarazione di pubblica utilità dell’opera
Sul discrimen tra vincolo conformativo e vincolo sostanzialmente espropriativo e sulla natura della destinazione urbanistica a verde pubblico attrezzato
Sul difetto della giurisdizione amministrativa in materia di occupazione acquisitiva. E ciò sia nel caso di consumazione dell’illecito alla scadenza del periodo di occupazione legittima, sia in quello diverso di consumazione avvenuta dopo tale scadenza
Sulla differenza tra occupazione acquisitiva ed occupazione usurpativa e sul riparto di giurisdizione a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 204/04
La scelta delle aree da espropriare ai fini della realizzazione di un’opera pubblica è rimessa all'apprezzamento della Pubblica amministrazione e non è quindi sindacabile in sede di legittimità, a meno che non ci si limiti a rilevare l’illogicità e l’inutilità ai fini dell’interesse pubblico della scelta effettuata
A seguito della Sentenza della Corte Costituzionale n. 204/04 con la quale è stata dichiarata l’illegittimità dell’art. 34 del D.lgs 80/98, il T.A.R. Abruzzo solleva la questione di costituzionalità anche dell’art. 35 del T.U. n. 327/01. Altri T.A.R. – vds. T.A.R. Sicilia Palermo, Sezione I, 29 ottobre 2004, n. 2422 - hanno più semplicemente ritenuto travolta dalla dichiarazione di incostituzionalità anche quest’ultima disposizione
Deve considerarsi travolto dalla dichiarazione di incostituzionalità - Corte Cost. n. 204/04 - dell’art. 34 D.Lgs. n. 80/1998, come novellato dall’art. 7 l. n. 205/2000, anche l’art. 53 del D.P.R. n. 327/2001, recante il Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità
Sul riparto di giurisdizione in materia di espropriazione alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n. 204/04: espropriazione c.d. “acquisitiva” o “appropriativa” ovvero “accessione invertita” al giudice amministrativo; espropriazione c.d. “usurpativa” al giudice ordinario
E’ tempestivo il ricorso avverso il decreto di occupazione d’urgenza proposto dal proprietario nel caso in cui la notificazione dello stesso sia stata eseguita soltanto nei confronti del familiare comproprietario dei suoli occupati
Sulla differenza fra l’accordo tra proprietario del bene e la p.a. sull’ammontare dell’indennità, che perde di efficacia ove il procedimento non si concluda con il negozio di cessione o con il decreto di esproprio, e l’ipotesi di un vero e proprio accordo, di natura transattiva o, preferibilmente, rinunziativa, con il quale il privato, nel ricevere ulteriori somme di danaro, dichiari di non avere null’altro a pretendere nei confronti dell’espropriante
Sul termine di prescrizione del diritto al risarcimento del danno nell’espropriazione acquisitiva seguita ad occupazione d’urgenza e sulla responsabilità solidale tra P.A. ed il concessionario dell’opera pubblica
Sulla necessità di ripubblicare lo strumento urbanistico adottato soltanto per il caso in cui le osservazioni accolte ne comportino una profonda modifica dei criteri