Sulla programmazione territoriale della pianta organica delle farmacie da parte del Comune e, in particolare, sull'assegnazione di porzioni di territorio.
Sulla potestà regolamentare del Comune di dettare limiti alla localizzazione degli impianti di telefonia mobile, in particolare per la tutela della popolazione dalle immissioni elettromagnetiche.
L’installazione di infrastrutture per rete di telefonia mobile, quali opere di pubblica utilità possono essere localizzate indiscriminatamente in ogni sito del territorio comunale?
Se i Comuni, nell’ambito delle loro competenze, possano individuare criteri localizzativi degli impianti di telefonia mobile e anche limitazioni alla localizzazione.
Sull’illegittimità del silenzio serbato dall’Amministrazione rispetto alla diffida volta ad ottenere l’emanazione degli atti necessari a conferire una nuova destinazione urbanistica ad aree divenute prive di disciplina.
Il trasferimento di volumetria da un fondo ad un altro, al fine di consentire una maggiore edificabilità di un lotto, è consentito soltanto quando i lotti abbiano la stessa destinazione urbanistica?
Il piano di lottizzazione, quale presupposto per il rilascio del titolo abilitativo, è necessario anche in caso di lotto intercluso o di altri casi analoghi di zona edificata e urbanizzata?
[A] Sulle prescrizioni di tutela indiretta dei beni culturali. [B] In merito alla natura non assoluta dell'interesse alla tutela del patrimonio culturale rispetto alla tutela di interessi distinti.
[A] Sulle modalità di accertamento della distinzione tra vincoli conformativi e espropriativi. [B] Sulla natura non espropriativa dei vincoli di inedificabilità derivanti dalla destinazione a verde e in generale imposti per finalità "lato sensu ambientali".
Sulle finalità dei Piani per gli Insediamenti Produttivi (PIP) e, in particolare, sulla responsabilità sociale del privato assegnatario di un lotto di cui è composto il PIP in merito all’esercizio di una attività produttiva.
Sulla interpretazione dell'art. 9, comma 2 del D.p.r. 380/2001 e sulla natura indefettibile del piano attuativo laddove previsto dallo strumento urbanistico generale anche in ipotesi di edificazione dell'area.
Quali sono le concrete funzioni del Piano degli Insediamenti Produttivi, quale Piano speciale di zona, sotto il profilo urbanistico, sotto il profilo economico e sotto il profilo sociale?
Può la Regione di introdurre, in sede di approvazione di un Piano regolatore generale, le modifiche e prescrizioni di cui alle lettere b), c) e d) dell’art. 10 della L. 1150/1942 senza facoltà di controdeduzioni per il Comune?
In merito ai distinti presupposti, previsti dalla L.R. Toscana 65/2014, che legittimano il ricorso, a livello di previsioni di P.O., alla pianificazione attuativa o al Piano Unitario Convenzionato.
Sulla discrezionalità delle scelte da parte di un Comune nell’individuazione delle zone ove collocare le farmacie al fine di assicurare un ordinato assetto del territorio.
Le modifiche al Piano regolatore di un Comune introdotte d’ufficio dall’Amministrazione regionale, ai fini specifici della tutela del paesaggio e dell’ambiente, comporta l’obbligo dell’ente locale di ripubblicare il Piano modificato in conformità alle indicazioni regionali?
[A] In ordine alla natura e differenziazione tra vincolo diretto ed indiretto in materia di tutela dei beni culturali. [B] Sui limiti alla valutazione discrezionale della P.A. nella imposizione del vincolo.
[A] Sulla durata dei piani attuativi assistiti da convenzione urbanistica. [B] Sulla possibilità di configurare una posizione di legittimo affidamento con riferimento alle scelte pianificatorie successive alla scadenza del piano attuativo.
Sulla necessità di una interpretazione restrittiva di quanto stabilito dall’art. 208 del D.Lgs. 152/2006 in tema di variante allo strumento urbanistico.
[A] Sulla estensione del concetto di vicinitas commerciale in rapporto ad un centro commerciale di rilievo provinciale ai fini della individuazione dei soggetti muniti del diritto di azione. [B] In ordine alla necessità di far precedere il procedimento diretto alla individuazione di un sito commerciale a rilevanza provinciale da un procedimento a evidenza pubblica al fine di individuare e selezionare l’area più appropriata in quanto fattispecie non riconducibile ad una semplice procedura di variante urbanistica poiché implicante anche l'attribuzione di vantaggi economici, che rendono necessaria, ai sensi dell'art. 12 della Legge 241/1990, la predeterminazione dei criteri e delle modalità di scelta ed assicurare l'equa competizione tra concorrenti.
[A] Sull’istituto della convalida in caso di atto amministrativo annullabile per illegittimità. [B] Sul permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici generali di cui all’art. 14 del DPR 380/2001
In ordine ai presupposti in presenza dei quali sussiste obbligo di ripubblicazione a seguito di variazioni che intercorrono tra l'adozione e l'approvazione del piano urbanistico.
L’approvazione di un nuovo strumento pianificatorio, che ha introdotto con riferimento ad una determinata area una disciplina nei contenuti sostanzialmente riproduttiva della precedente, determina comunque l’improcedibilità del ricorso impugnatorio avverso il precedente strumento?
[A] Sulla natura tipica dei casi di nullità del provvedimento amministrativo ex art. 21 septies Legge 241/1990 e in merito ai casi di configurazione del difetto di attribuzione. [B] Legittima l’adozione di ordinanze contingibili e urgenti di sospensione dei termini relativi ai procedimenti di formazione degli strumenti urbanistici in conseguenza della emergenza Covid-19? [C] Quando il giudicato amministrativo può avere efficacia ultra partes? [D] L’annullamento giurisdizionale di una strumento urbanistico quando ha efficacia erga omnes?
[A] Sulla definizione di pianificazione perequativa generale e parziale. [B] In ordine alla disciplina della compensazione urbanistica di cui all'art. 27, comma 1 e 2 della legge provinciale di Trento n. 15/2015. [C] In merito alla ratio e quantificazione dei diritti edificatori di cui alla compensazione urbanistica. [D] Sulla natura derogabile dei modelli di compensazione e perequazione urbanistica elaborati dal legislatore regionale ad opera dei singoli enti comunali. [E] In merito alla natura non puntuale della motivazione richiesta in sede di adozione di uno strumento urbanistico. [F] Quando invece le scelte di pianificazione richiedono obblighi motivazionali più rigidi? [G] Quali gli obblighi motivazionali richiesti per le norme di piano che prevendono un meccanismo di compensazione urbanistica? [H] Sul divieto di integrazione postuma della motivazione in sede processuale con riferimento alla attività discrezionale. [I] Quali gli effetti dell’annullamento in sede giurisdizionale di una variante urbanistica?
[A] Sulla natura dell'abbaino quale intervento di "parziale" nuova costruzione subordinata al rilascio del permesso di costruire. [B] In merito ai diversi orientamenti emersi con riferimento alla facoltà per gli strumenti urbanistici di dettare una disciplina più restrittiva nei confronti degli immobili condonati.
[A] In ordine ai due diversi orientamenti giurisprudenziali contrapposti concernenti l'operatività della vicinitas quale elemento sufficiente o meno a radicare la legittimazione e l'interesse ad agire nel giudizio di impugnazione di un titolo edilizio. [B] In merito alla efficacia conformativa del Piano strutturale approvato e come tale operante quale limite di carattere negativo da valutare ai fini del rilascio di un titolo edilizio.
In presenza di quali presupposti la destinazione di zona per realizzazione di infrastrutture per l'istruzione scolastica ha natura di vincolo conformativo o espropriativo?
Se l’individuazione di un’area estrattiva effettuata dal piano possa considerarsi un’attività riconducibile alla pianificazione e programmazione di contenuto generale.
Sulla valutazione dell’Amministrazione in merito all’esistenza delle opere di urbanizzazione in un’area, rilevante ai fini della necessità o meno della previa redazione di un piano di lottizzazione o di altro strumento urbanistico attuativo, prima del rilascio della concessione edilizia.
Se nelle more del giudizio di impugnazione di una prescrizione urbanistica (in merito ad un’area PEEP) intervenga altra disciplina sostitutiva della precedente, il ricorso avente ad oggetto il precedente strumento urbanistico deve essere dichiarato improcedibile?
[A] È ammissibile il rifiuto della concessione edilizia da parte del Comune, nonostante la stipula di una convenzione urbanistica, nel caso in cui tale rifiuto derivi dall’esercizio del potere autoritativo di revoca dell’approvazione del piano, o di modifica dello strumento urbanistico primario? [B] Se la natura “artificiale” del bosco escluda la tutela accordata dal D.Lgs. 42/2004. [C] Se, ai fini paesaggistici, la nozione di bosco o territorio boschivo debba intendersi in senso normativo e non naturalistico.
Sulla competenza in merito al rilascio del permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici previsto dall’art. 14 del DPR 380/2001 e sulla necessaria comparazione tra due interessi pubblici ai fini del rilascio dello stesso.
Sul primario obiettivo della pianificazione acustica, intesa a governare l'assetto del territorio sotto il distinto profilo della tutela ambientale e della salute umana.
In merito alla corretta interpretazione dell'art. 2, comma 1-bis, del D.lgs 11 febbraio 1998, n. 32 e del rapporto tra liberalizzazione regolatoria circa la localizzazione degli impianti di distribuzione carburanti da esso operata e la potestà pianificatoria dell'ente.
Sulla natura di termine essenziale della clausola contenuta nel POC con le quali l’amministrazione comunale si riserva di esercitare i poteri pianificatori in ipotesi di mancato adempimento del termine prescritto per la stipula di convenzione urbanistica.
[A] Nel procedimento relativo al rilascio di un titolo edilizio la domanda deve essere valutata alla luce della normativa vigente al momento in cui l’Amministrazione comunale provvede o all’epoca della presentazione?
[B] Il Piano Paesaggistico Regionale può ampliare il novero dei beni paesaggisticamente tutelati, oltre i casi di vincolo puntuale (art. 136 del D.Lgs. 42/2004) e di area protetta ex lege (art. 142 del D.Lgs. 42/2004)?
Sufficiente l’approvazione del progetto dell’opera pubblica per la reiterazione del vincolo espropriativo una volta intervenuta la decadenza per decorso del termine quinquennale?
Sui criteri e limiti alla localizzazione in materia di installazione delle infrastrutture di telecomunicazione per gli impianti di telefonia cellulare.
[A] Sulla natura discrezionale-valutativa del potere del Comune di non approvare un piano attuativo anche se conforme al piano regolatore.
[B] In ordine alla natura endoprocedimentale della delibera di adozione del piano che esclude l’equiparazione della mancata approvazione di piano attuativo ad atto di autotutela amministrativa.
Sulla natura del permesso di costruire “convenzionato” di cui all’art. 28 bis del D.P.R. 380/2001 e sulla competenza propedeutica in ordine alle valutazioni circa l’esistenza di un interesse pubblico al rilascio del permesso di costruire.
[A] Quale è la funzione delle misure di salvaguardia in ambito urbanistico?
[B] La concessione di costruzione deve necessariamente essere contenuta in un atto tipico, o è sufficiente anche un atto scritto dal quale risulti l’inequivocabile volontà dell’amministrazione di autorizzare la costruzione?
[C] Sulla teoria del “provvedimento implicito” dell’Amministrazione.
Se il piano regolatore generale, nell’indicare i limiti da osservare per l’edificazione nelle zone a carattere storico, ambientale e paesistico, possa disporre che determinate aree siano sottoposte a vincoli conservativi, indipendentemente da quelli imposti dalle autorità istituzionalmente preposte alla salvaguardia delle cose di interesse storico, artistico o ambientale.
Se il mutamento di destinazione d’uso di un immobile da industriale a residenziale avvenuto nella vigenza di uno strumento pianificatorio sia idoneo a determinare un ulteriore carico urbanistico.
Sul rapporto tra la legittimazione a partecipare al procedimento di formazione dello strumento urbanistico mediante osservazioni e la legittimazione a proporre ricorso giurisdizionale.
Sulla qualificazione da parte dell’Amministrazione di aree “sature”, cioè aree in cui il costruito esistente ha sfruttato per intero le possibilità di edificazione consentite, in termini di volumetria o di area coperta.
Sulla necessità di dare spazio all’interno della pianificazione urbanistica anche alle esigenze di tutela ambientale ed ecologica, tra le quali quella di evitare l’ulteriore edificazione e di mantenere un equilibrato rapporto tra aree edificate e spazi liberi.
Sulla scadenza dei piani attuativi delle convenzioni e se, ove non venga rinnovata la convenzione, possano essere adottate nuove scelte pianificatorie.
[A] Se il termine per l’approvazione del P.G.T. stabilito dall’articolo 13, comma 7, della L.R. Lombardia 12/2005 abbia carattere ordinatorio o perentorio.
[B] Se la classificazione di un’area come destinata ad uso agricolo debba rispondere necessariamente alla esigenza di promuovere l’insediamento di specifiche attività agricole.
Se sia legittimo il provvedimento con cui viene autorizzata l’apertura di una nuova farmacia, qualora esso sia motivato con riferimento all’obiettiva difficoltà per le popolazioni residenti in piccoli comuni di raggiungere in breve tempo il presidio farmaceutico più vicino.
Se l’Amministrazione, ai fini dell’inserimento delle specifiche aree tra le zone ZPS e SIC, e delle conseguenziali misure di conservazione, debba necessariamente instaurare un preventivo contradditorio con i proprietari delle aree incise.
[A] Se il farmacista titolare di una sede farmaceutica ricompresa in una pianta organica comunale sia portatore di un interesse qualificato alla legittimità dell’azione amministrativa finalizzata alla revisione della pianta organica delle sedi farmaceutiche.
[B] Sulla motivazione dell'Amministrazione in merito alla scelta di rivedere la perimetrazione delle sedi farmaceutiche.
[C] Se l’incremento demografico o lo spostamento di popolazione costituiscano l’unico presupposto sulla base del quale può essere disposta la modifica della pianta organica delle farmacie.
Se la destinazione a verde agricolo di un’area, impressa dallo strumento urbanistico generale, implichi che l’area soddisfi in modo diretto e immediato gli interessi agricoli.
Se in sede pianificatoria, le uniche “evenienze generatrici di affidamento qualificato” si configurino in caso di convenzioni di lottizzazione, di accordi di diritto privato intercorsi tra Comune e proprietari, di giudicati di annullamento di dinieghi di concessioni edilizie o di silenzio-rifiuto su domanda di concessione.
[A] Sul rapporto tra tutela urbanistica e tutela paesaggistica e se in un’area paesaggisticamente vincolata l’assegnazione di una certa volumetria nello strumento di piano dia la garanzia in ordine alla futura edificazione.
[B] Se “l’”opzione zero” (inibizione alla realizzazione di interventi edilizi, per la tutela del valore paesistico) sia configurabile attraverso l’ostensione di un congruo apparato motivazionale.
Se, in tema di disposizioni dirette a regolamentare l’uso del territorio negli aspetti urbanistici ed edilizi, contenute nel piano regolatore, nei piani attuativi o in altro strumento generale individuato dalla normativa regionale, le regole di dettaglio che disciplinano l’esercizio dell’attività edificatoria siano lesive solo nel momento in cui è adottato l’atto applicativo e possano essere oggetto di censura solo in occasione della impugnazione di quest’ultimo.
Se l’autorizzazione alla posa di sdraio e ombrelloni precedentemente rilasciata possa costituire un vincolo per l’Ente, in sede di pianificazione, di prevedere in detta zona una destinazione a stabilimento balneare.
Sulla discrezionalità dell’Amministrazione comunale nella valutazione circa l’opportunità di approvare uno strumento urbanistico attuativo di iniziativa privata.
Se per gli aspetti diversi dai profili di natura concorrenziale, quale la potestà pianificatoria di Regioni ed enti locali, resti ancora attuale per gli impianti di distribuzione dei carburanti la disciplina dettata dal D.Lgs. 11 febbraio 1998, n. 32.
Se la destinazione di un’area a “standard” costituisca un vincolo reale immodificabile o una disciplina urbanistica impressa in un determinato momento storico.
Sulla legittimità di limiti alla localizzazione degli impianti di telefonia mobile di carattere generale e riguardanti intere ed estese porzioni del territorio comunale.
Lo strumento urbanistico, anche laddove riproduca i vincoli previsti dai precedenti atti di pianificazione, non può mai essere considerato un "atto meramente confermativo" poiché viene sempre assunto all'esito di una nuova e articolata istruttoria.
Se il termine per la impugnazione di un piano regolatore generale o di una variante dello strumento urbanistico decorra sempre dalla data della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione (o sulla Gazzetta Ufficiale) del decreto di approvazione di essa.
[A] Sul concetto di rielaborazione dello strumento di pianificazione e sul conseguente obbligo di ripubblicazione.
[B] In ordine ai presupposti in presenza dei quali si può parlare di un affidamento qualificato del privato ad evitare una reformatio in peius delle scelte già adottate negli strumenti urbanistici.
[A] Sull’onere di allegazione del ricorrente di prove in ordine ai concreti pregiudizi subiti derivanti da prescrizioni degli strumenti urbanistici.
[B] Se le scelte urbanistiche di pianificazione dell’Amministrazione siano condizionate dalla pregressa indicazione di destinazioni d’uso edificatorie diverse e più favorevoli rispetto a quelle impresse con il nuovo strumento urbanistico o una sua variante.
[A] In ordine alla natura discrezionale delle scelte di pianificazione effettuate dall’Amministrazione che ne determinano la sottrazione al sindacato di legittimità.
[B] Sulla natura conformativa e non espropriativa del vincolo derivante dalla previsione di PRG che dispone la destinazione di terreni a “parco territoriale”.
[A] Se sia possibile che un Comune preveda un divieto generalizzato di installazione di impianti relativi ad infrastrutture per le reti di comunicazione in aree urbanistiche predefinite?
[B] Sulla esemplificazione di criteri localizzativi degli impianti di telefonia mobile ammissibili e non ammissibili.
[A] Quali sono le evenienze generatrici di affidamento “qualificato” in materia urbanistica ad una destinazione edificatoria non peggiorativa di quella pregressa?
[B] Sulla motivazione del rigetto delle osservazioni formulate dai proprietari interessati alla formazione degli strumenti urbanistici.
Se l’Amministrazione sia tenuta ad esaminare le osservazioni pervenute in occasione dell’adozione di un nuovo strumento di pianificazione del territorio.
Se il principio per il quale la scadenza del termine decennale di efficacia di un piano di lottizzazione non determini la decadenza di ogni disciplina urbanistica dell’area fino a nuovo intervento pianificatorio, sia applicabile anche con riferimento agli strumenti urbanistici.
[A] Se sia necessaria la ripubblicazione dello strumento urbanistico generale in caso di variazioni di dettaglio che incidano in modo intenso sulla destinazione di singole aree o gruppi di aree.
[B] Sul potere pianificatorio nell’ambito del disegno urbanistico espresso da uno strumento di pianificazione generale.
Sull’interpretazione data dalla giurisprudenza alla circolare n. DAC/CRV/4126/2013 del 27.3.2013 nella parte in cui si occupa del percorso pedonale più breve per verificare il rispetto delle distanze minime tra rivendite di tabacchi.
Gli impianti sportivi, se gestiti in modo imprenditoriale, sono qualificabili come attività produttive ai fini dell’applicazione della procedura S.U.A.P.?
La parziale destinazione a collegamento pedonale di parte del fondo imposta dopo la decadenza di precedente e analogo vincolo richiede la partecipazione dell’interessato al procedimento?
Il Giudice amministrativo entro quali limiti può sindacare le scelte urbanistiche generali effettuate dall’Amministrazione comunale nell’adozione del nuovo PRG?
Cosa deve fare l’Amministrazione nel caso in cui un zona sia classificata come bianca per intervenuta decadenza del corrispondente vincolo espropriativo?
L’Amministrazione è tenuta a prendere posizione sulle osservazioni presentate dai privati in occasione dell’adozione di un nuovo strumento di pianificazione?
Le scelte urbanistiche sono condizionate dalle pregresse destinazioni d’uso edificatorie diverse e più favorevoli rispetto a quelle impresse con il nuovo strumento urbanistico?
È legittimo il regolamento con il quale il Comune individua criteri preferenziali di allocazione delle antenne telefoniche individuando aree preferenziali e siti sensibili?
Quali sono gli interventi edilizi ammessi e quelli non ammessi nel centro storico fiorentino alla luce della nota variante al regolamento urbanistico contestata da Italia Nostra?
Esiste un obbligo discendente dalla legge 47 del 1985, tale per cui le amministrazioni sono tenute a contemplare all'interno delle varianti generali gli insediamenti abusivi?
Sulla localizzazione delle opere pubbliche e sul sindacato del giudice amministrativo in ordine alle scelte espresse dall’Amministrazione in materia di pianificazione.
La destinazione quale “zona a verde pubblico attrezzato per il gioco e lo sport” così come quella “a servizi pubblici” impressa dal piano regolatore comporta l’imposizione di un vincolo espropriativo ovvero conformativo e quali sono le conseguenze?
Quali sono le conseguenze processuali nel caso in cui venga impugnata la prescrizione contenuta in un piano regolatore e nelle more del giudizio tale piano sia interamente sostituito da altro strumento urbanistico riproduttivo di quello anteriore?
Il Comune, relativamente alla realizzazione di reti e servizi di comunicazione elettronica ad uso pubblico, ha il potere di introdurre regole a tutela di particolari zone e beni di pregio paesaggistico o ambientale o storico-artistico o anche per la protezione dall'esposizione ai campi elettromagnetici di zone sensibili?
La motivazione data dall’Amministrazione in sede di adozione degli strumenti urbanistici può desumersi anche dai documenti di accompagnamento dell’atto di pianificazione?
È legittima la decisione dell’amministrazione comunale di escludere nuove edificazioni per contrastare la terziarizzazione del proprio territorio ovvero la sua utilizzazione per le c.d. seconde case e, quindi, per frenare uno sviluppo edilizio non funzionale alle finalità abitative dei residenti?
La legittimazione e l’interesse a proporre ricorso nel caso di impugnativa dei titoli edilizi e nel caso di impugnativa delle scelte di pianificazione.
Sulla questione della possibilità giuridica di condizionare l’esercizio dei poteri urbanistici di pianificazione generale con lo strumento degli accordi amministrativi di cui all’art. 11 della legge n. 241 del 1990, alla luce della consolidata giurisprudenza che preclude all’amministrazione di utilizzare moduli consensuali nell’esercizio della funzione pianificatoria di natura generale, ai sensi dell’art. 13 della legge n. 241 del 1990.
Una costruzione eseguita su un’area che venga poi frazionata in più particelle catastali continua a saturare la potenzialità edificatoria anche delle particelle successivamente staccate?
Lo strumento di pianificazione territoriale modificato in sede di approvazione definitiva, qualora la modifica abbia riguardato singole aree o a singoli gruppi di aree, deve essere nuovamente pubblicato?
Nel procedimento di approvazione delle varianti allo strumento urbanistico, in mancanza di una autonoma determinazione conclusiva avverso cui appuntare le doglianze relative ai vizi da cui sarebbero affetti gli atti istruttori della conferenza di servizi è possibile, per i privati che siano stati inviatati dal Comune a presentare richiesta di variante, agire in giudizio?
[A]Sulla motivazione delle scelte di pianificazione dell’Amministrazione e [B] sulle osservazioni dei privati nel procedimento di approvazione dello strumento urbanistico.
[A] Come si calcola la distanza che, secondo la normativa vigente, deve sussistere tra gli esercizi di rivendita di tabacchi. [B] In qual modo, tale disciplina, si contempera con le regole del Codice della Strada in tema di comportamento dei pedoni?
Il Sindaco, nell’esercizio del potere attribuitogli dall’art. 50, comma 7, del D.lgs n. 267/2000, può limitare l’uso degli apparecchi installati nelle sale gioco?
Sulla questione relativa ai vincoli previsti dalle convenzioni stipulate prima del 1992 per la cessione di immobili assegnati in proprietà in base ai piani di edilizia residenziale pubblica (PEEP).
È legittima la disposizioni contenuta nel piano del governo del territorio che prevede la delocalizzazione degli impianti per la telefonia mobile già realizzati e funzionanti perché non conformi ad essa?
È legittimo il parere negativo alla richiesta di nulla osta per l’installazione di impianti pubblicitari motivato dalla mancata adozione dei relativi atti di pianificazione?
Sulla conformità del piano per le attrezzature religiose previsto dall’art. 72 della Legge Regionale della Lombardia n. 12 del 2005 (Legge per il governo del territorio) rispetto ai principi costituzionali.
L’amministrazione comunale può sospendere, senza prefissare alcun termine, il procedimento relativo alla richiesta di permesso di costruire subordinandone l’esito a futuri ed eventuali interventi di pianificazione urbanistica?
La densità e la forte edificazione del tessuto urbano sono elementi sufficienti per ritenere legittima la scelta dell’Amministrazione di ridurre l’indice di fabbricabilità di una determinata area?
Può il regolamento comunale imporre un divieto di carattere generale alla ubicazione degli impianti di telefonia cellulare in aree estese del territorio?
Qual è il rapporto che intercorre tra la Regione e gli Enti locali nella gestione degli interessi di carattere urbanistico? In particolare, che ruolo svolgono i Comuni nell'individuazione degli ambiti destinati alla attività agricola di interesse strategico (A.A.S.)?
I vincoli derivanti da scelte urbanistiche realizzabili anche a mezzo dell'iniziativa privata possono essere qualificati come sostanzialmente espropriativi?
Qual'è il criterio per discernere le ipotesi in cui l’amministrazione esercita sui beni di proprietà privata un potere conformativo (come tale, non indennizzabile), da quelle in cui - viceversa - esercita un potere sostanzialmente ablatorio?
E' possibile sostenere che- nella perdurante esistenza del primo edificio - un’area edificabile, già interamente considerata in occasione del rilascio di una concessione edilizia non possa essere più tenuta in considerazione, neppure parzialmente, come area libera ai fini del rilascio di una seconda concessione?
Sul limite temporale introdotto con la modifica di cui alla L. n. 124/2015 (diciotto mesi dall’adozione dell’atto per agire su di esso in autotutela) con riferimento alle fattispecie perfezionatesi prima della novella, con particolare attenzione al caso in cui il piano particolareggiato sia stato annullato trascorsi diciannove mesi dalla sua adozione.
Quali vincoli possono essere qualificati come preordinati all'espropriazione o di carattere sostanzialmente espropriativo? Come si atteggiano in questo contesto le destinazioni a parco urbano, a verde urbano, a verde pubblico, a verde pubblico attrezzato, a parco giochi e simili?
Il regolamento volto a disciplinare l’attività delle sale di gioco (apertura e chiusura) e a fissare norme sulla loro localizzazione deve considerarsi assoggettato alla specifica disciplina di adozione e approvazione dei piani urbanistici?
E'possibile sostenere che l'occupazione usurpativa, dia luogo, oltre al diritto di risarcimento per l’illecita trasformazione del suolo, anche al diritto a vedersi ritipizzato, con una destinazione urbanistica economicamente più vantaggiosa, un suolo confinante?
E' possibile interpretare l’art. 143, co.9, del D.Lgs. n. 42/2004 sostenendo che al momento dell’approvazione del Piano le autorizzazioni già concesse perdano per ciò solo efficacia e validità?
Il vincolo di destinazione urbanistica "zona attrezzature di interesse pubblico" impresso ad un'area dal piano regolatore generale ha natura sostanzialmente espropriativa?
[A] La lavorazione di inerti all’interno di un ambito estrattivo deve necessariamente essere considerata urbanisticamente conforme? [B] L'attività di lavorazione di inerti può operare come un veicolo per l’insediamento definitivo di destinazioni d’uso produttive che non abbiano avuto un espresso riconoscimento negli strumenti urbanistici?
La modifica della disciplina della circolazione con una serie di cambiamenti di sensi di marcia ed il posizionamento di un nuovo doppio senso in una certa area di circolazione in luogo del precedendo senso unico può integrare una violazione alla destinazione urbanistica di un’area?
[A] L'area destinata a verde agricolo deve necessariamente soddisfare in modo diretto e immediato interessi agricoli? [B] Ove ci si trovi al cospetto di aree ampiamente urbanizzate, deve per ciò solo dedursi che le stesse non abbiano rilevanza dal punto di vista ambientale?
Si può legittimamente sostenere che un’area compresa in una zona destinata dal PRG a verde sia sottoposta ad un vincolo di destinazione che preclude ai privati tutte quelle trasformazioni del suolo riconducibili alla nozione tecnica di edificazione?
L'obbligo di motivazione inerente alle scelte di pianificazione generale è da intendersi rafforzato per il solo fatto della presentazione e del rigetto delle osservazioni formulate dai privati?
Sui piani regolatori delle aree e dei nuclei di sviluppo industriale previsti dal D.P.R. 6 marzo 1978, n. 218: i vincoli alla proprietà privata disposti dai predetti piani possono avere durata indeterminata?
Sul termine di attuazione del piano particolareggiato e del piano di lottizzazione; può ritenersi che quest'ultimo abbia un'efficacia indeterminata al pari degli strumenti urbanistici generali?
Sul rilascio del permesso di costruire sul lotto intercluso: in queste ipotesi, l'Amministrazione deve comunque valutare l’adeguatezza degli standard urbanistici con riferimento all’ambito territoriale entro il quale dovrebbe essere realizzata la costruzione progettata?
Sul principio di necessaria presupposizione tra piano di lottizzazione e concessione edilizia: in quali casi il suddetto principio può incorrere in una deroga?
Presentata una istanza di variante urbanistica ex articolo 8 D.P.R. n. 160 del 2010 la pubblica amministrazione ha l'obbligo di indire la conferenza di servizi per esaminare in tal sede la proposta (con conseguente esclusione della possibilità di un suo respingimento “in limine”)?
Il progetto di struttura turistico-ricettiva da realizzare da parte di un privato in variante allo strumento urbanistico su area di sua proprietà può essere approvato mediante la procedura semplificata di cui all’art. 19 del D.P.R. 327/2001?
In quali casi casi in cui il P.R.G. (o lo strumento urbanistico equivalente) può consentire il rilascio del permesso di costruire diretto, senza previa approvazione dello strumento attuativo?
Sul principio di laicità, sull'edilizia del culto e sulla possibilità o meno per l'Amministrazione, in assenza di una rimeditazione sull’interesse urbanistico originariamente individuato, di "sanzionare" il ritardo nell’avvio dei lavori con la decadenza dal titolo abilitante.
Quali sono le tassative ipotesi in cui è possibile ravvisare, in capo al proprietario interessato dalla diversa destinazione urbanistica conferita a una determinata zona, una posizione di aspettativa qualificata?
La variante semplificata finalizzata alla localizzazione di un parco pubblico su terreni circoscritti deve essere oggetto di comunicazione individuale?
Le amministrazioni comunali possono imporre ai privati che intendano dare esecuzione alle previsioni di piano l’obbligo di corrispondere somme aggiuntive rispetto a quanto da essi dovuto a titolo di contributo di costruzione ai sensi dell'art. 16 del D.P.R. n. 380/2001?
Può ritenersi logica e razionale (e dunque legittima) la scelta pianificatoria di trasformare diverse particelle fondiarie urbanisticamente destinate a “verde agricolo” in “isola stradale”?
In materia di adozione degli strumenti urbanistici, in quali ipotesi l'interesse privato del proprietario del suolo inciso dalla pianificazione può ritenersi prevalente sull’interesse pubblico urbanistico?
Quando è in discussione un intervento d'ampliamento di un insediamento produttivo già esistente, la presenza nel territorio comunale di aree con destinazione industriale esclude la possibilità per il Consiglio comunale di operare, con procedura semplificata, una variante allo strumento urbanistico con riferimento a lotti confinanti con quello sede dello stabilimento?
Sul grado di approfondimento che deve connotare la risposta fornita dall'Amministrazione alle osservazioni proposte dai cittadini nei confronti degli atti di pianificazione urbanistica?
Può la programmazione urbanistica, ancorché in via indiretta, introdurre misure espulsive degli insediamenti produttivi esistenti? Eventualmente in che limiti?
In quali ipotesi e quanto approfonditamente le scelte pianificatorie di collocazione delle varie zone di utilizzo urbanistico possono essere scrutinate dal giudice amministrativo?
Il Comune ha il potere di adottare regolamenti volti a preservare la salute umana dalle emissioni elettromagnetiche promananti da impianti di radiocomunicazione?
La precedente presentazione di un progetto di intervento determina un affidamento del privato meritevole di valutazione e tutela in sede di adozione dell’atto generale di pianificazione?
Le aspettative nascenti da giudicati di annullamento di concessioni edilizie o di silenzio rifiuto su una domanda di concessione possono essere individuate quali ipotesi che richiedono una più incisiva e singolare motivazione degli strumenti urbanistici generali?
Sull'ampiezza del potere regolamentare del Comune circa il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e la minimizzazione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici.
L'esistenza, nella pianificazione previgente, di una destinazione urbanistica più favorevole al proprietario è circostanza sufficiente a fondare in capo a quest’ultimo quell’aspettativa qualificata la cui sussistenza impone all’Amministrazione un obbligo di più puntuale e specifica motivazione rispetto a quella, di regola sufficiente, basata sul richiamo alle linee generali di impostazione del Piano?
L'indicazione delle reti stradali all'interno e a servizio delle singole zone deve essere qualificata come vincolo imposto a titolo particolare e a carattere espropriativo?
Può considerarsi legittimo il regolamento comunale adottato con l'obiettivo precipuo di preservare la salute umana dalle emissioni elettromagnetiche promananti da impianti di radiocomunicazione?
In quali ipotesi, con riferimento all'esercizio del proprio potere discrezionale in merito alla programmazione dell’assetto del territorio, l’Amministrazione è chiamata ad una puntuale e specifica motivazione?
Può il Comune, in sede di formazione del P.R.G e del regolamento edilizio, imporre il rispetto di un distacco di edifici che si fronteggiano maggiore rispetto a quello imposto dal decreto ministeriale n. 1444/1968?
Sulla distinzione tra “densità edilizia territoriale” e “densità edilizia fondiaria”: a quale dei due indici occorre fare rifeirmento ai fini della individuazione della volumetria effettivamente assentibile con il permesso di costruire?
E' possibile affermare la prevalenza, in astratto, delle norme in materia commerciale rispetto al piano urbanistico? Le prescrizioni contenute nei piani urbanistici possono porre liberamente limiti agli insediamenti degli esercizi commerciali?
Può il semplice avvio del procedimento di revisione dello strumento urbanistico generale costituire adempimento dell'obbligo di conferimento della destinazione urbanistica?
Nel procedimento di formazione dei piani regolatori generali, la pubblicazione prevista dall' art. 9 l. 17 agosto 1942 n. 1150 è richiesta anche per le fasi successive alla presentazione delle osservazioni da parte dei soggetti interessati (ad es. se il piano originario risulti modificato a seguito dell’accoglimento di alcune osservazioni o in sede di approvazione regionale)?
La disciplina ex novo della materia da parte del PRG provoca la sopravvenuta carenza di interesse all’esame del ricorso proposto avverso il precedente strumento urbanistico?
La presentazione di un’istanza di autorizzazione unica intesa all’installazione di un impianto di distribuzione di carburanti può considerarsi capace di radicare un’aspettativa qualificata alla conservazione da parte del nuovo disegno pianificatorio urbanistico della precedente destinazione?
Può ritenersi legittimo il diniego di concessione edilizia quando l’Amministrazione, sia pur in carenza del prescritto piano attuativo, non tenga adeguatamente conto dello stato di urbanizzazione già esistente nella zona interessata dalla futura edificazione e non evidenzi congruamente le concrete, ulteriori esigenze di urbanizzazione indotte dalla nuova costruzione?
Quando la scelta in termini urbanistici (e, con essa, l’esercizio del potere di imprimere ad un’area una destinazione, piuttosto che un’altra) trova diretta contemplazione nella vigente disciplina dell’uso (rectius: delle possibilità di uso) del territorio, deve essere puntualmente motivata?
[A] L’interesse pubblico all’ordinato sviluppo edilizio del territorio deve considerarsi funzionale al solo interesse pubblico all’ordinato sviluppo edilizio del territorio in considerazione delle diverse tipologie di edificazione distinte per finalità (civile abitazione, uffici pubblici, opifici industriali e artigianali, etc.), o risponde invece a più ampie e diverse finalità? [B] In base a quali criteri e documenti è possibile valutare la legittimità delle delle scelte urbanistiche?
E' possibile sostenere, e in quali casi, che i piani attuativi di bacino integrino una indebita commistione tra la materia paesaggistica e quella di governo del territorio?
Può il potere di pianificazione urbanistica essere inteso come funzionale al solo interesse pubblico all’ordinato sviluppo edilizio del territorio in considerazione delle diverse tipologie di edificazione distinte per finalità (civile abitazione, uffici pubblici, opifici industriali e artigianali, etc.)?
E' possibile sostenere che le scelte assunte mediante lo strumento urbanistico di limitare o azzerare le possibilità di ulteriore trasformazione del suolo inedificato disattendano la funzione propria del piano?
La circostanza che un’area abbia avuto una destinazione edificabile in base al precedente strumento urbanistico può determinare un particolare affidamento in merito al mantenimento di tale destinazione in sede di nuova pianificazione?
Sui limiti alla configurabilità dell'interesse c.d. strumentale all'impugnazione di uno strumento urbanistico, ossia dell’interesse attinente al vantaggio astrattamente conseguibile, per effetto della riedizione dell'attività pianificatoria, da chi alleghi un vizio di tipo procedimentale.
Sull'obbligo di ripubblicazione del PIT: quest'ultimo riguarda anche le modifiche riferite alle singole norme di attuazione o alla disciplina settoriale di aspetti del territorio?
L'approvazione di un piano attuativo di iniziativa privata può ritenersi un atto dovuto quando lo stesso risulti conforme al piano regolatore generale?
Qual'è la ratio sottesa alla pubblicazione prevista nel procedimento di formazione dei piani regolatori generali? Quali corollari discendono da tale finalità?
La rinnovazione del piano regolatore può interessare quelle aree già utilizzate a scopo edificatorio laddove le stesse si presentino fisicamente libere da immobili? Quando un'area edificabile viene frazionata in più parti tra vari proprietari, la volumetria disponibile nell'intera area permane invariata o varia anch'essa?
Sulla legittimità o meno delle restrizioni alla libertà di stabilimento e alla libera prestazione dei servizi con particolare riferimento alla prestazione di servizi e offerta di gioco d’azzardo lecito e sua pubblicizzazione.
Può ritenersi illogica o irragionevole la scelta del comune di non sacrificare uno spazio destinato al verde, quantunque più ampio rispetto allo standard minimo, a fronte di un programma costruttivo?
[A] La destinazione agricola di un suolo deve rispondere necessariamente all’esigenza di promuovere specifiche attività di coltivazione? [B] Sull’ammissibilità della realizzazione di un impianto industriale per il riciclaggio di inerti in zona agricola.
[A] All’interno della pianificazione urbanistica possano trovare spazio anche esigenze di tutela ambientale ed ecologica? [B] La destinazione di un’area a verde agricolo implica necessariamente che la stessa soddisfi in modo diretto e immediato interessi agricoli? [C] Al cospetto di aree ampiamente urbanizzate può, sol per questo, escludersi la rilevanza dal punto di vista ambientale?
L’approvazione di un nuovo strumento urbanistico può mai comportare una mera conferma delle statuizioni contenute nel precedente atto di pianificazione? L'annullamento del piano previgente comporta la caducazione automatica delle scelte contenute nel nuovo piano ripetitive di quelle pregresse?
Sulla più moderna concezione del potere di pianificazione territoriale e sui limiti dello jus variandi immanente all’esercizio dei poteri di governo del territorio.
In tema di pianificazione, l'esistenza di una precedente diversa previsione urbanistica comporta la necessità per l'Amministrazione di fornire particolari spiegazioni sulle ragioni delle differenti scelte operate?
Sull'ampiezza della discrezionalità di cui dispone l'Amministrazione in sede di pianificazione generale del territorio e sulla aspettativa del privato ad una migliore collocazione o destinazione della propria area.
Le scelte effettuate dall'Amministrazione nell'adozione degli strumenti urbanistici relativamente alla modificazione in zona agricola della destinazione di un'area limitata necessitano di una più incisiva e specifica motivazione?
E' corretto affermare che il potere di pianificazione urbanistica del territorio si limiti all'individuazione delle destinazioni delle zone del territorio comunale, ed in particolare alla possibilità e limiti edificatori delle stesse?
Nell’esercizio dei propri poteri pianificatori, le amministrazioni comunali possono imporre ai privati che intendano dare esecuzione alle previsioni di piano l’obbligo di corrispondere somme aggiuntive rispetto a quanto da essi dovuto a titolo di contributo di costruzione ai sensi dell’art. 16 del d.P.R. n. 380 del 2001?
Rispetto alle scelte effettuate dall'Amministrazione in sede di approvazione degli strumenti urbanistici, può ritenersi qualificato l'interesse del privato proprietario correlato ad una precedente previsione urbanistica che consenta un utilizzo dell'area in modo più proficuo?
In materia di sindacato giurisdizionale sui piani del traffico possono essere applicati i medesimi principi elaborati dalla giurisprudenza con riguardo ai piani urbanistici?
[A] Sui poteri della Regione con riguardo all’approvazione del piano adottato dall’Ente Parco. [B] L'omessa impugnazione del provvedimento di approvazione del piano territoriale di coordinamento determina una preclusione all'ammissibilità del ricorso proposto contro la delibera di adozione dello stesso strumento urbanistico?
Può legittimamente sostenersi, con riferimento alle scelte effettuate con gli strumenti urbanistici, che anche la destinazione di singole aree non necessiti di apposita motivazione oltre quella evincibile dai criteri generali?
Sulle zone c.d. bianche e sulla necessità di colmare senza indugio le lacune pianificatorie derivanti ad esempio dalla decadenza di vincoli preordinati all’esproprio.
Quali obblighi gravano in capo all'Amministrazione in caso di zona classificata come bianca, ossia non pianificata, per intervenuta decadenza del corrispondente vincolo espropriativo?
Quando gli strumenti urbanistici stabiliscono determinate distanze dal confine ma prevedono anche la possibilità di costruire "in aderenza" od "in appoggio", deve applicarsi il criterio della prevenzione analogicamente a quanto accade nelle ipotesi disciplinate dagli artt. 873 e ss. cod. civ.?
Il potere di pianificazione urbanistica del territorio deve limitarsi all'individuazione delle destinazioni delle zone del territorio comunale, ed in particolare alla possibilità e limiti edificatori delle stesse o deve, invece, tendere a realizzare anche le finalità economico – sociali della comunità locale?
Sui principi giurisprudenziali affermati rispetto alla formazione dello strumento urbanistico ed alle scelte che presiedono all’approvazione di varianti generali.
[A] Sulla pianificazione integrata ed in particolare sui programmi di riqualificazione urbana, i programmi complessi e la contrattazione tra i privati e la pubblica amministrazione. [B] Ancora sui programmi di recupero urbano e su “i Contratti di quartiere”.
L’avvenuto deposito della “documentazione di variante”, presso la Segreteria / Ufficio Urbanistica dell’Ente, coevo alla pubblicazione della delibera all’albo pretorio, è sufficiente a integrare la pubblicità prevista per questo tipo di provvedimento?
Il piano strutturale ha portata soltanto direttiva e precettiva per i successivi e sottoordinati livelli di pianificazione e gestione territoriale ovvero può assumere un'incidenza anche diretta, con effetti puntualmente precettivi e conformativi dei diritti reali?
Sugli obblighi motivazionali gravanti sull'amministrazione nel caso in cui sia previsto, negli strumenti di pianificazione urbanistica, il sovradimensionamento degli standard.
Qualora l'efficacia del piano che si vuole impugnare sia condizionata alla pubblicazione sul BUR (e questa avvenga avvenuta dopo la pubblicazione della delibera di approvazione del piano attuativo all'albo pretorio) il dies a quo per l'impugnazione va individuato nella pubblicazione sul BUR ovvero in quello, antecedente, della scadenza del termine di pubblicazione all'albo pretorio?
Sintesi dei principi espressi dalla giurisprudenza in tema di interesse a ricorrere avverso un atto di pianificazione territoriale, generale o particolare: la mera prossimità è elemento autonomamente sufficiente a fondare l'interesse a impugnare strumenti urbanistici generali?
[A] Sul concetto di vicinitas e sulla legittimazione a impugnare in giudizio gli atti e provvedimenti amministrativi in virtù dei quali si pretende di operare la trasformazione di una porzione di territorio: allo stabile e significativo collegamento deve accompagnarsi anche l’allegazione dello specifico pregiudizio arrecato dagli atti impugnati? [B] Può ritenersi legittima la prassi dell’approvazione per stralci degli atti di pianificazione territoriale/governo del territorio?
Può affermarsi che la destinazione agricola abbia lo scopo di precludere, in via assoluta e radicale, qualsiasi intervento urbanisticamente rilevante in una determinata zona?
Può affermarsi che la destinazione agricola ha lo scopo di precludere, in via assoluta e radicale, qualsiasi intervento urbanisticamente rilevante in una determinata zona?
[A] Gli atti di pianificazione urbanistica funzionali a definire e contemperare tutti gli interessi presenti sul territorio possono ritenersi impugnabili dalle Associazioni ambientaliste riconosciute ai sensi degli artt. 13 e 18, comma 5, della legge 8 luglio 1986, n. 349? [B] Può ritenersi condivisibile l’assunto secondo il quale il problema della validità del Piano di assetto del territorio costituisce un argomento estraneo all’avvio dell’iter di formazione del Piano degli interventi? [C] Deve ritenersi illegittima quella procedura di valutazione ambientale strategica che sia svolta da un’articolazione interna della Regione (che è anche l’ente competente ad approvare il Piano di assetto del territorio al quale si riferisce la valutazione)? [D] Può ritenersi legittima la scelta del Consiglio Comunale, intervenuta dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali, di adottare atti di pianificazione urbanistica in quanto ritenuti urgenti e improrogabili?
Sulle c.d. “varianti di salvaguardia”: può ritenersi legittima la variante che contenga misure di salvaguardia che abbiano la finalità di conservare e tutelare le nuove scelte urbanistiche adottate ma non ancora approvate?
Sui rapporti tra programmazione della rete distributiva e pianificazione urbanistica: le prescrizioni contenute nei piani urbanistici possono porre limiti agli insediamenti commerciali?
[A] Sul dies a quo per l’impugnazione delle disposizioni contenute in strumenti urbanistici generali con particolare riferimento alla specifica ipotesi in cui contengano vincoli preordinati all’esproprio. [B] Quali conseguenze comporta, in seno al procedimento espropriativo, la mancata impugnazione dell'atto impositivo del vincolo?
In presenza di una modifica dell’assetto urbanistico determinato dall’adozione di varianti agli strumenti vigenti che tipo di situazione giuridica sorge in capo al privato dalla stessa inciso?
[A] L’edificazione esistente all’atto dell’approvazione di una nuova disciplina urbanistica di zona può essere legittimamente incisa nella sua destinazione tipica come risultante dal titolo edilizio originariamente rilasciato? Le edificazioni già realizzate possono essere toccate dalla nuova pianificazione? [B] Il vincolo cimiteriale di inedificabilità può imporsi ex se, con efficacia diretta ed immediata, indipendentemente da qualsiasi recepimento in strumenti urbanistici?
Sull’art. 78 del d.lgs. n. 267/2000: l'obbligo di astensione dei consiglieri comunali rispetto ai piani urbanistici può discendere da un’attività di consulenza estranea al governo del territorio?
Se il piano di zonizzazione non contempla una fascia intermedia di decadimento acustico (una zona-cuscinetto, in grado di attutire i suoni nel passaggio ad un'area all’altra) il sindaco può adottare un'ordinanza contingibile ed urgente emessa alla stregua dell'art. 50, co. 5, del d.lgs. 267/2000 e dell'art. 9, co. 1, della legge 447/1995?
Sull’argomento sviluppato dal soggetto attuatore del Piano Attuativo Comunale secondo cui il diritto/obbligo di pagare gli oneri concessori nella misura legale non sarebbe disponibile, e le eventuali clausole convenzionali difformi sarebbero sostituite di diritto da quelle legali.
Sulla possibilità o meno (ed eventualmente in che limiti) del giudice di sindacare sotto il profilo della disparità di trattamento l'esercizio del potere di pianificazione territoriale.
[A] A chi spetta la competenza per l’adozione del provvedimento che risponde (ed eventualmente rigetta) l’istanza con cui il privato, in ragione della mancata approvazione del piano attuativo, chieda alla Regione di nominare un commissario ad acta per l’approvazione di detto piano? [B] L'approvazione del piano attuativo è atto dovuto?
Sull’interpretazione dell'art. 10, l. n. 1150 del 1942 (nel testo modificato dall'art. 3 della legge n. 765 del 1967) e sullo sforzo di delineare il “giusto procedimento” di perfezionamento di un piano urbanistico: quand’è che sussiste l’obbligo di riadozione e ripubblicazione della variante urbanistica?
L’entrata in vigore di disposizioni urbanistiche può avere effetto retroattivo? Le misure di salvaguardia possono essere applicate prima della delibera di adozione del Consiglio comunale dello strumento urbanistico?
Sul “lotto intercluso” e sulla la possibilità di prescindere dal piano particolareggiato: può considerarsi legittimo il diniego di concessione edilizia che, sia pur in carenza del prescritto piano attuativo, non tenga adeguatamente conto dello stato di urbanizzazione già esistente nella zona interessata dalla futura edificazione e non evidenzi congruamente le concrete, ulteriori esigenze di urbanizzazione indotte dalla nuova costruzione?
Sulla variante semplificata ex art. 5 del d.P.R. nr. 447/1998: che significato può assumere rispetto ad un progetto di ampliamento di un insediamento produttivo già operante l’esistenza di una previsione dello strumento urbanistico di aree destinate a impianti produttivi site, però, altrove?
La destinazione “agricola” impedisce “tout court” la realizzazione di una struttura edilizia a carattere industriale? È possibile ipotizzare un’area a destinazione esclusivamente industriale all’interno di un’“enclave” agricola?
Dalla situazione di interclusione di un fondo deriva un obbligo dell’amministrazione di modificare a richiesta degli interessati la destinazione urbanistica dello stesso?
Il Piano Energetico Regionale può introdurre divieti generalizzati di localizzazione di centrali o prescrivere una taglia minima o massima che ciascun impianto deve avere?
La previsione di piano contenente un riferimento generico ad una eventuale futura possibilità di esproprio di alcune aree può considerarsi impositiva di un vincolo, o di un “pre-vincolo”, di esproprio, o comunque idonea a incidere sul regime giuridico dei suoli?
Il limite temporale, specificatamente stabilito dagli artt. 16, comma 5, e 17 della legge n. 1150 del 1942 per i piani particolareggiati, può essere derogato per accordo delle parti? Scaduto il termine di efficacia stabilito per l’esecuzione del piano particolareggiato è comunque possibile portare ad esecuzione gli espropri preordinati alla realizzazione delle opere pubbliche e delle opere di urbanizzazione primaria?
Il riferimento alla finalità di evitare discriminazioni tra i vari proprietari è sufficiente a giustificare la scelta del P.G.T. di attribuire un unico indice di edificabilità ad un determinato ambito di trasformazione?
Sui limiti temporali di piani di lottizzazione e/o particolareggiati nel sistema normativo attualmente vigente: scaduto il termine di efficacia stabilito per l’esecuzione del piano particolareggiato è comunque possibile portare ad esecuzione gli espropri preordinati alla realizzazione delle opere pubbliche e delle opere di urbanizzazione primaria?
Tra le disposizioni dirette a regolamentare l'uso del territorio, quali stabiliscono in via immediata le potenzialità edificatorie delle porzioni di territorio interessate e quali, invece, si limitano a disciplinare l'esercizio dell'attività edificatoria? Le varianti urbanistiche che riguardano beni specifici devono essere notificate direttamente ai soggetti interessati dal provvedimento?
[A] L’interesse del privato ad impugnare lo strumento pianificatorio può esaurirsi nella generica aspettativa a una migliore pianificazione dei suoli di propria spettanza? [B] Sull’articolo 5, comma 1, lettera p) del decreto legislativo n. 152 del 2006 e sulle nozioni di “autorità competente” e “autorità procedente”: che rapporti intercorrono tra i due enti? Cosa accade nell’ipotesi in cui possa riscontrarsi la compresenza delle due funzioni di autorità procedente e di autorità competente nell’ambito della stessa amministrazione?
Sul piano strutturale di cui all’art. 53 della l.r. Toscana 3 gennaio 2005, n. 1 e sulla definizione delle unità territoriali organiche elementari (U.T.O.E.).
Sulla portata e i limiti del potere di pianificazione urbanistica: le scelte discrezionali dell’Amministrazione riguardo alla destinazione di singole aree necessitano di apposita motivazione? È configurabile un’aspettativa qualificata del privato ad una destinazione edificatoria così come individuata in precedenza?
La previsione di piano provinciale relativa all’obbligo di reperimento di standard comunali risulta lesiva del principio di legalità dell’azione amministrativa, non esistendo alcuna norma di legge che attribuisca alla Provincia una simile prerogativa
Precisazioni sugli atti di pianificazione generali: oneri motivazionali e casi limite in cui gli stessi devono essere maggiormente approfonditi; tra questi ultimi può rientrare la “storica vocazione edificatoria” di un’area?
La regola generale secondo cui gli atti di pianificazione urbanistica rivestono natura di atti generali rispetto ai quali non vi sono controinteressati dal punto di vista formale subisce un'eccezione nei casi in cui sia impugnato un piano o una variante urbanistica avente un oggetto circoscritto, nonché nei casi in cui sia evidente l'esistenza di posizioni specifiche in capo a soggetti interessati al mantenimento dell'atto
Quand’è che può parlarsi di rielaborazione complessiva di uno strumento di pianificazione territoriale? Quand’è che di rielaborazione complessiva può parlarsi con riferimento ad un piano urbanistico comunale e quando invece con riferimento ad un P.T.C.P. della Provincia?
Nell’attività di pianificazione urbanistica l’incremento del benessere dei cittadini deve necessariamente conseguirsi attraverso il consumo di nuovo suolo?
Sul potere di pianificazione territoriale. Questo deve essere perseguire la mera coordinata edificazione dei suoli o, invece, correlarsi ad un diverso e più ampio concetto di urbanistica?
Sui rapporti tra la disciplina recata dal Piano paesistico e pianificazione del PRG comunale: le previsioni recate dal piano paesistico sono prevalenti?
Sulla natura e i caratteri della normazione contenuta nei piani urbanistici, con particolare riferimento alle prescrizioni del piano regionale dirette a limitare o vietare del tutto di realizzare ampliamenti di strutture di smaltimento di rifiuti
[A] Sul potere di pianificazione territoriale: il concetto di urbanistica è strumentale solo all’interesse pubblico all’ordinato sviluppo edilizio del territorio in relazione alle diverse tipologie di edificazione? [B] Sul sindacato di legittimità circa le scelte effettuate dall’Amministrazione in sede di pianificazione urbanistica di carattere generale: dall’interlocuzione infra procedimentale e dall’esistente destinazione produttiva può discendere una aspettativa giuridicamente qualificata in favore della Società richiedente la variazione urbanistica?
Sulla distinzione, all’interno delle disposizioni dei piani regolatori o dei piani attuativi, tra le prescrizioni che in via immediata, stabiliscono le potenzialità edificatorie della porzione di territorio interessata e le altre regole che, più in dettaglio, disciplinano l'esercizio dell'attività edificatoria, con particolare riferimento alle prescrizioni del piano regionale dirette a limitare o vietare del tutto di realizzare ampliamenti di strutture di smaltimento di rifiuti
Ai fini della legittimità di nuove scelte di pianificazione e di governo del territorio è richiesta un’indagine individuale su ogni singola area al fine di giustificarne la sua specifica idoneità a soddisfare esigenze pubbliche? Può in tali casi essere invocata la cd. polverizzazione della motivazione?
Sugli orientamenti di politica gestionale del patrimonio immobiliare pubblico tesi a valorizzare, anche in termini economici, le risorse proprie degli enti locali in armonia con gli obiettivi generali di finanza pubblica; in particolare sulla scelta urbanistica che riconfigura “vuoti urbani” altrimenti lasciati alla meno qualificante funzione di “contenitori di autovetture”
[A] Il ricorso diretto all’annullamento di strumenti di pianificazione urbanistica o sue varianti deve essere notificato anche nei confronti della Regione, ovvero dell’ente delegato? Precisazioni sullo speciale procedimento delineato da prima con l’abrogato art. 5 del d. P.R. 447/1998 e poi con l’art. 10 del d. P.R. 160 del 2010. [B] Sul concetto di “attività produttive” e sul suo ambito applicativo
Che tipo di effetti esplica, in caso di accoglimento, l’impugnazione dello strumento urbanistico adottato rispetto al successivo provvedimento di approvazione? Effetti automaticamente caducanti o meramente vizianti? [B] Sull’ampia discrezionalità dell’Amministrazione nel modificare le precedenti previsioni pianificatorie: tipizzazione delle evenienze comportanti un onere di motivazione più incisivo. [C] Può l’interesse a impugnare lo strumento pianificatorio esaurirsi nella generica aspettativa a una migliore pianificazione dei suoli di propria spettanza?
[A] Sul procedimento di approvazione degli strumenti di pianificazione generale. [B] Sulle osservazioni presentate dai privati. [C] Sulla discrezionalità dei Comuni nelle scelte pianificatorie
Sul coordinamento, in sede pianificatoria, tra i valori superindividuali (tra cui rientra di certo l’ambiente) e il bisogno di fisiologica espansione delle attività industriali
Quand’è che può parlarsi (ai fini dell’obbligo di ripubblicazione) di rielaborazione complessiva di uno strumento di pianificazione territoriale? Osservazioni relative al caso in cui oggetto di sindacato giurisdizionale non sia lo strumento urbanistico del comune ma un PTCP della provincia
Sulla rilevanza che gli atti di programmazione economica e gli atti di programmazione aventi natura non economica assumono in relazione all’introduzione di limitazioni all’insediamento di nuove attività nella programmazione territoriale
[A] Sulla qualificazione di un intervento come “rigenerazione/ riqualificazione urbana” ovvero come sostituzione edilizia: ipotesi applicative. [B] Sulla legittimità dell’esercizio del potere regionale in sede di approvazione del piano o di una sua variante.
Sulla legittimità, o meno, della scelta del legislatore regionale di sottrarre gli «accordi territoriali» a specifiche forme di pubblicità e a meccanismi di partecipazione dei soggetti privati
Sui rapporti tra il “diritto di piantar legalmente o sostanzialmente le radici in un luogo determinato” (come è stato definito in dottrina), riconosciuto dall’art. 16 Cost. e il governo del territorio: sulla possibilità che, facendo uso degli strumenti urbanistici, intesi in senso ampio, i Comuni escludano nel proprio territorio la costruzione di case destinate all’uso solo saltuario ovvero, al contrario, di case destinate abitazione residenziale
[A] Sulla natura delle decisioni assunte in sede di pianificazione. [B] Il ricorrente che si duole dell’illegittimità della VAS ha l’onere di comprovare la lesione arrecatagli dallo svolgimento della procedura
[A] Sulla legittimazione ad agire avverso atti di pianificazione. [B] Sul sindacato devoluto al giudice amministrativo rispetto alle valutazioni effettuate dalla Soprintendenza in ordine alla tutela dei valori culturali e paesaggistici
Il potere di pianificazione urbanistica, a maggior ragione in considerazione della sua ampia portata in relazione agli interessi pubblici e privati coinvolti, così come ogni potere discrezionale, non è sottratto al sindacato giurisdizionale
[A] Gli strumenti urbanistici, determinando la destinazione di porzioni del territorio comunale in considerazione della loro omogeneità funzionale, pianificano l’attività “futura” di trasformazione del territorio. [B] Sulla tesi con la quale la Regione Liguria, che si spinge ad affermare che l’approvazione della variante urbanistica con lo svincolo della struttura alberghiera e l’introduzione della destinazione residenziale comporterebbero – nientedimeno – il venir meno dell’autorizzazione all’esercizio della relativa attività per sopravvenuta mancanza di un requisito oggettivo
[A] Sulla non secondaria differenza tra interessi collettivi ed interessi diffusi. [B] L’urbanistica, ed il correlativo esercizio del potere di pianificazione, non possono essere intesi, sul piano giuridico, solo come un coordinamento delle potenzialità edificatorie connesse al diritto di proprietà, così offrendone una visione affatto minimale. [C] Il potere di pianificazione urbanistica non è funzionale solo all’interesse pubblico all’ordinato sviluppo edilizio del territorio in considerazione delle diverse tipologie di edificazione distinte per finalità (civile abitazione, uffici pubblici, opifici industriali e artigianali, etc.). [D] Gli atti che costituiscono esercizio di pianificazione urbanistica, la localizzazione di opere pubbliche, gli atti autorizzatori di interventi edilizi, nella misura in cui possano comportare danno per l’ambiente ben possono essere oggetto di impugnazione da parte delle associazioni ambientaliste. [E] Sui casi in cui è ammesso il c.d. ricorso “cumulativo”
La legge urbanistica fondamentale, pur non assumendo la qualificazione di legge quadro in senso proprio, contiene prescrizioni cui si deve riconoscere il carattere di principi fondamentali (in tema di governo del territorio) nei limiti dei quali il legislatore regionale si può muovere
In materia urbanistica vige il principio di tipicità e nominatività degli strumenti urbanistici, corollario del più generale principio di legalità e di tipicità degli atti amministrativi
[A] Sulla direttiva Bolkestein, recepita nell’ordinamento interno dal D.lgs. n. 59 del 2010, ed alla quale si sono ispirati tutti i numerosi provvedimenti di liberalizzazione varati nella scorsa legislatura, i quali ne hanno precisato la portata e gli effetti. [B] I poteri di programmazione territoriale, riguardo all’insediamento di medie e grandi strutture di vendita, non vanno esenti dalle verifiche prescritte dalla direttiva servizi per il solo fatto di essere adottati nell’esercizio del potere di pianificazione urbanistica. [C] L'inutile decorso del termine assegnato dal legislatore statale per l’adeguamento degli ordinamenti regionali e locali ai principi in materia di concorrenza determina la perdita di efficacia di ogni disposizione regionale e locale, legislativa e regolamentare, con essi incompatibili. [D] Sull’illegittimità di un’istruttoria compiuta dall’ente non avuto riguardo ai problemi relativi all’assetto del territorio urbano, ma concentrata esclusivamente su un’analisi socio - economica relativa alla sufficienza e adeguatezza della rete distributiva nelle sue varie articolazioni a soddisfare la domanda. [E] Non appare esservi alcuna incompatibilità urbanistica fra le medie strutture di vendita e le zone residenziali
Il parere favorevole espresso dall’ente adottante circa le osservazioni presentate dai privati dopo l’adozione del piano regolatore (o relativa variante) non costituisce un vincolo per l’ente approvante
[A] L’obbligo di procedere alla nuova pianificazione non sorge, neppure dietro diffida del privato, ove le norme tecniche di attuazione disciplinino espressamente le conseguenze dell’inefficacia dei vincoli, assegnando alle aree interessate una specifica destinazione urbanistica. [B] Sul recente riguardo alla evoluzione della scienza urbanistica, di cui si coglie l’eco nella giurisprudenza che riconosce, nel presupposto della necessità di non consentire la totale consumazione del suolo nazionale, la possibilità che gli strumenti urbanistici non siano sostenuti dalle tradizionali linee guida di espansione demografica o edilizia ma, al contrario, da linee guida esclusivamente rivolte al recupero ed alla razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente
I piani che disciplinano, sul piano urbanistico, l‘jus aedificandi dei proprietari dei suoli interessati devono essere immediatamente impugnati nel termine decadenziale che decorre dalla pubblicazione
Il PUTTp della Puglia, nella parte in cui disciplina beni non tutelati per legge o beni non sottoposti ad uno specifico vincolo non produce gli effetti del piano paesistico
Le uniche evenienze che richiedono una più incisiva e singolare motivazione degli strumenti urbanistici generali sono rappresentate, pacificamente dal superamento degli standard minimi di cui al D.M. 2 aprile 1968
La P.A. non può legittimamente rinviare il soddisfacimento dell’interesse alla riqualificazione urbanistica di un suolo di proprietà del privato al momento della adozione del nuovo strumento urbanistico generale
[A] Sui limiti al riconoscimento dell’incentivo ex. art. 90 del D.lgs 163 del 2006 per attività di redazione di strumenti urbanistici e loro varianti. [B] Sulla possibilità o meno di escludere dalla normativa sul conferimento degli incarichi di studio, ricerca e consulenza gli affidamenti relativi ai servizi di architettura e ingegneria, quali incarichi di progettazione, direzione lavori, collaudi
La legge 17.8.1942, n. 1150 è tuttora vigente, benché dopo la riforma del titolo V della Costituzione si ritenga correttamente che essa sia derogata in gran parte dalle norme locali, attesa la previsione dell’art. 117 comma 3
[A] La legittimazione a ricorrere spetta non soltanto alle associazioni di protezione ambientale a carattere nazionale individuate con decreto ministeriale ai sensi dell’art. 13 L 8 luglio 1986, n. 349, ma anche alle articolazioni regionali di tali associazioni, purchè rappresentative dell’interesse pregiudicato dall’atto impugnato. [B] Sulla tutela degli interessi ambientali e sull'impugnazione di atti amministrativi generali, di valenza urbanistica e di natura pianificatoria o programmatoria. [C] Sulle perplessità in ordine alle scelte di governo del territorio stante la sostanziale “delega” di ogni decisione in merito alla edificazione di ampie aree comunali, inclusa la tempistica delle relative realizzazioni, alle esclusive volontà di un privato e del Governo statunitense
Anche la pianificazione urbanistica, al pari di ogni altra attività amministrativa pur se di carattere generale, deve sempre e inderogabilmente muovere da una precisa, chiara e completa cognizione delle situazioni, fattuali e giuridiche
Le scelte di pianificazione urbanistica devono essere verificabili quanto meno sul piano della attendibilità e della proporzione del bilanciamento fra gli opposti interessi realizzato, in quanto non arbitrarie e non fondate su travisamento dei fatti o su di un'istruttoria incompleta
Il potere di pianificazione deve essere rettamente inteso in relazione ad un concetto di urbanistica che non è limitato solo alla disciplina coordinata della edificazione dei suoli, ma che, per mezzo della disciplina dell’utilizzo delle aree, realizzi anche finalità economico – sociali della comunità locale
La localizzazione di opera pubblica costituisce oggetto di una scelta ampiamente discrezionale che può soggiacere soltanto ad un tipo di sindacato giurisdizionale cd. "debole", e cioè ad una verifica che concerna esclusivamente gli eventuali profili di irragionevolezza palese della scelta ovvero di scelta fondata su un presupposto di fatto erroneo
[A] Non sussiste uno specifico onere di motivazione se le definizioni di zone con ridotto indice trovino coerente giustificazione nelle linee portanti della pianificazione. [B] Sulla destinazione delle aree sulle quali possono essere realizzati impianti sportivi
La competenza e la professionalità dell’Ufficio Tecnico Comunale per la redazione dello strumento di pianificazione urbanistica va ritenuta in “re ipsa”
[A] Sulla necessità di conciliare l’affermazione di principio secondo cui la zonizzazione non costituisce, almeno di regola, un’azione realmente ablatoria (come tale indennizzabile), con le ulteriori - ed apparentemente contrastanti - affermazioni, secondo le quali il diritto di proprietà non può essere svuotato di ogni contenuto economico né comunque espropriato “di fatto”. [B] Sull’uso distorto del potere di “zonizzazione”. [C] La “zonizzazione a verde pubblico” non può essere utilizzata per “costringere” il privato proprietario, senza alcun indennizzo, ad asservire il suo terreno ad un regime totalmente pubblicistico (o a comportarsi come se fosse una Pubblica Amministrazione). [D] I “giardini pubblici attrezzati” in assenza di un’azione volta alla effettiva realizzazione dei necessari lavori pubblici sono destinati all’abbandono
[A] Sulla conferenza di servizi in materia di copianificazione ai sensi dell’art. 11 comma 9, ultimo alinea, della L.R. Puglia 20 del 2011. [B] Il dimensionamento di una città ed il suo sviluppo, non possono ritenersi a priori materia di interesse strettamente locale, sulla quale la Regione Puglia non possa più sollevare alcun rilievo. [C] Su quanto la L.R. Puglia n. 20/01 consente oggi di fare per attuare i principi della perequazione urbanistica. [D] Sulla possibilità che in sede di pianificazione generale possano essere individuati beni architettonici da assoggettare a tutela
La destinazione a verde agricolo di un'area può legittimamente anche essere preordinata ad un uso non strettamente agricolo, ma alla finalità di conservazione dei valori naturalistici ed ambientali e di contenimento del fenomeno di espansione dell'aggregato urbano
Sulle circolari della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3763 del 20 aprile 1982 e del 24 giugno 1982 (c.d. circolari Spadolini) secondo le quali ”tutti i progetti di opere pubbliche, nella stessa fase preliminare della localizzazione, dovranno essere preventivamente sottoposti all'esame di competenza dell'amministrazione dei beni culturali e ambientali"
Sulla tecnica di vietare - per le zone che hanno una destinazione speciale - tutte le destinazioni diverse e sulla differenza rispetto alla tecnica che comporta la definizione in dettaglio delle destinazioni ammesse in aree specifiche
[A] Sull'art. 8 d.lg. n. 114 del 1998, che ha demandato ai comuni la facoltà di stabilire, ai fini dell'assenso all'apertura delle medie strutture di vendita, un termine comunque non superiore a novanta giorni per la maturazione del silenzio accoglimento. [B] L'inerzia del Comune nell'adeguamento della pianificazione territoriale commerciale ed urbanistica comporta la necessità di autorizzare l’insediamento di medie strutture di vendita ovvero il formarsi del silenzio assenso
La Corte dei Conti stabilisce il principio della responsabilità per danno erariale - a carico degli organi politici, del segretario comunale e del responsabile dell’ufficio tecnico - nel caso sia stata approvata una variante urbanistica, per trasformazione da zona agricola ad area turistico recettiva, in violazione del principio di sostenibilità stabilito dalla legge regionale toscana n. 5 del 1995, dal P.T.C. e dal P.I.T., che pongono in primo luogo l’obiettivo del recupero del patrimonio edilizio esistente
[A] Il procedimento volto all'approvazione di un piano urbanistico non può sorgere alcun legittimo affidamento in capo all'interessato. [B] L'atto unilaterale d’obbligo, affinché acquisti effetto di prescrizione urbanistica deve essere registrato da notaio e trascritto nei registri immobiliari
[A] Sulla sussistenza o meno di una residua competenza dei geometri riguardo alla materia della pianificazione urbanistica. [B] Sulla facoltà o meno da parte dei comuni di dotarsi delle necessarie professionalità tecniche per internalizzare anche la progettazione urbanistica
L’art. 58 del d.l. 25 giugno 2008, n. 112, stabilendo l’effetto di variante urbanistica del piano delle alienazioni, si risolve in una normativa dettagliata che non lascia spazi d’intervento al legislatore regionale, ponendosi così in contrasto con il parametro costituzionale
Il legislatore regionale, con la L.R. Lombardia 11.3.2005 n. 12- recante il titolo “legge per il governo del territorio”, ha completamente rinnovato l’architettura del sistema normativo regionale in materia, attribuendo alla Provincia un ruolo del tutto diverso rispetto alla disciplina precedente
[A] Sulla differenza ai sensi della legislazione statale tra la “multisala” e la “sala cinematografica”. [B] Il richiamo a dati “quantitativi” rapportati alla “popolazione” è tenuto ben presente dalla Regione Toscana, anche dopo l’entrata in vigore delle “liberalizzazioni” di cui al c.d. “Decreto Bersani”. [C] Nel governo del territorio ben rientra la valorizzazione di dati quantitativi legati al rapporto posti/popolazione in relazione alla effettiva programmazione annuale delle sale già esistenti
Sull’accordo di programma previsto dalla l.r. della Puglia n. 34 del 1994 e sulla normativa specifica costituita dalle Direttive per l’applicazione della l. 34/1994 approvate con delibera G.R. 10 ottobre 2000 n. 1284
[A] Sulla natura del patto territoriale quale accordo procedimentale ex artt. 11 della legge 241 del 1990 e 2, comma 203, e ss. della legge 662 del 1996. [B] La programmazione negoziata, nel momento in cui rende comuni, nella causa dell’accordo, le esigenze private della produzione e del commercio e le esigenze di pubblico interesse di sviluppo e di tutela del territorio, rende concreto l’obbligo della Repubblica di intervenire per la promozione del contesto sociale laddove quest’ultimo ha necessità di essere sostenuto. [C] La modifica di un piano territoriale paesistico può rientrare nel contenuto di un accordo di programma. [D] La partecipazione del Sindaco all’accordo di programma comporta l'impegno da parte di questi a sottoporre la questione all'organo competente, la cui decisione dovrà essere istruita e motivata anche con specifico riferimento all'accordo di programma
Sul parere reso dalla Provincia riguardo alla compatibilità della variante con il P.T.C.P., sulle modifiche apportate al piano già adottato e sulla necessità di procedere o meno alla ripubblicazione dello stesso
Sull’obbligo degli amministratori di astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado, con riferimento ai provvedimenti normativi o di carattere generale, quali i piani urbanistici
[A] Sull’organo competente ad approvare i regolamenti, tra Consiglio e Giunta, in seguito alla riforma della Costituzione. [B] Sulla tutela paesaggistica dei piani di nuova generazione. [C] Nessuna norma vieta all’amministrazione, nell’elaborazione di un provvedimento, di farsi coadiuvare da organismi esterni
[A] Sulla possibilità di impugnare l’atto di adozione di uno strumento urbanistico e sugli effetti riguardo alla successiva impugnazione dell’atto di approvazione. [B] Sui rapporti tra la pianificazione urbanistica ed i piani di sviluppo economico redatti dalle comunità montane
[A] Sull’obbligo o meno di trasmettere l'avviso dell'avvio del procedimento anche in fase di approvazione della variante oltre che in sede di adozione della stessa laddove sia apposto un vincolo espropriativo. [B] I termini per l’impugnazione della delibera di approvazione di una variante al P.R.G. che individua specifiche aree del territorio decorrono, per i diretti interessati, dal momento in cui costoro ne abbiano acquisito piena conoscenza
Sull’art 34 del d.lgs. n. 267/2000 conosciuto come una delle ipotesi di “urbanistica contrattata” e sull’art. 40 delle legge regionale Emilia Romagna n. 20 del 2000
Sulla delibera consiliare di adozione dello strumento urbanistico approvata con il voto di un consigliere comunale in presunto conflitto di interesse per essere proprietario di immobili considerati dal piano
Sugli effetti e sui presupposti dell’accordo di programma che comporta varianti agli strumenti urbanistici ai sensi dell’art. 34 del D.P.R. 267 del 2000, già art. 27 comma 1 della legge 142 del 1990
Se l’attività di pianificazione urbanistica è ad alto contenuto di discrezionalità non vi è alcuna ragione per escludere che l’amministrazione possa concludere intese per il miglior equilibrio tra gli interessi pubblici, tramite il modello dell’urbanistica “contratta”
[A] Le norme contenute nel D.P.R. 6 giugno 2001 n. 380 recante carattere di principio fondamentale prevalgono rispetto alle previgenti disposizioni regionali in contrasto con esse. [B] Sulla prevalenza delle norme del T.U. dell’Edilizia, riguado alle misure di salvaguardia degli strumenti urbanistici, rispetto alle disposizioni regionali contrastanti con esse
L’art. 3, comma 58-bis, della l.r. Lombardia n. 1/2000 ammette il ricorso alla procedura semplificata non solo per la perimetrazione, ma anche per la regolamentazione del P.L.I.S.
Dott. Francesco Barchielli. È ancora molto accreditata presso le amministrazioni la tesi secondo la quale gli incarichi professionali inerenti la pianificazione urbanistica e paesaggistica, possano essere affidati non attraverso le procedure del Codice dei Contratti Pubblici, bensì in via meramente diretta e fiduciaria. Vale pertanto la pena esaminare l'evoluzione normativa e giurisprudenziale in materia
[A] Sulla legittimità o meno dell’assegnazione a trattativa privata diretta di un incarico per la redazione dello strumento urbanistico, motivando sul fatto che trattasi di un'opera di natura eminentemente tecnica ed artistica affidabile “intuitus personae” (fattispecie relativa alla redazione del Piano Particolareggiato dei Viali a Mare di Viareggio da parte dell’Arch. Richard Rogers). [B] Sulla sussistenza o meno della colpa grave della Giunta Comunale che ha affidato un incarico a trattativa privata in presenza di ambiguità normative e giurisprudenziali riguardo all’affidamento di incarichi di redazione degli strumenti urbanitici
Sull’istituto della compensazione urbanistica preordinato a salvaguardare il jus aedificandi già esistente in aree edificabili e conformate eventualmente in senso diverso da nuove prescrizioni pianificatorie
E’ illegittimo l'art. 25, comma 2, lettera g), del d.lgs. n. 112 del 1998, laddove stabilisce che, nel caso in cui il progetto sia in contrasto con uno strumento urbanistico, la determinazione della conferenza di servizi costituisce proposta di variante sulla quale si pronuncia definitivamente il consiglio comunale
E’ illegittimo l’art. 1-bis, comma 5, del decreto-legge 12 ottobre 2000, n. 279, laddove attribuisce alle determinazioni assunte in sede di Comitato istituzionale delle Autorità di Bacino il valore di “variante agli strumenti urbanistici”, ponendosi in netto contrasto con le competenze regionali in materia di pianificazione urbanistica
Sul procedimento unico di variante urbanistica introdotto dalla legge regionale Campania n. 16 del 22 dicembre 2004 e sulla prevalenza o meno dello stesso rispetto alle varianti implicite previste dalla normativa statale
Sull’accordo di programma ai sensi dell’art. 34 del D.lgs n. 267 del 2000, sulla variante urbanistica semplificata che ne deriva e sulle condizioni che devono sussistere per farne ricorso
Sui casi in cui le scelte urbanistiche di carattere generale che riformano in pejus l’aspettativa edificatoria del privato, devono essere congruamente motivate
Nella materia di “governo del territorio”, soggetta a legislazione concorrente, la legge regionale ben può regolare le procedure e le discipline semplificatorie per l’adozione di varianti
Dal convegno di Monticchiello Martini lancia l'avvio di una fase nuova. Si tratterà della quarta esperienza del genere dopo Elba, Comuni del Tufo e Val di Cornia
Dott. Barchielli - Sulle aree che in seguito alla decadenza dei vincoli preordinati all’esproprio sono divenute c.d. “zone bianche”, sulle generali prescrizioni di zona e sulle aree in cui il piano attuativo approvato è decaduto
Sull’obbligo delle Amministrazioni comunali di costruire gli strumenti urbanistici intorno a linee guida che esaltino il momento del recupero e della razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente
Sui casi in cui l’obbligo di esternazione delle ragioni che hanno condotto l’Amministrazione a determinare la destinazione delle singole aree assume carattere più penetrante
[A] Sull’ampia potestà discrezionale di cui dispone l’Amministrazione nella formazione del regolamento urbanistico. [B] Sulla localizzazione di un’opera pubblica
[A] Sulla discrezionalità amministrativa riconosciuta all’Ente Locale nell’individuazione delle aree da inserire nel Programma Pluriennale di Attuazione. [B] Sulla mancata inclusione di un’area nel Programma Pluriennale di Attuazione e sull’insorgenza o meno di un vincolo espropriativo
Sulla necessità o meno di osservare gli artt. 15 e seg. della legge regionale n. 1 del 2005, qualora le Amministrazioni facciano ricorso allo specifico modulo procedimentale dell’accordo di programma, qual è quello previsto e descritto dall’art. 34 del D.lgs. n. 267 del 2000
[A] Sulle conferenze di servizi relative agli accordi di programma. [B] Sull’atto che radica l’interesse all’impugnativa nel caso di accordo di programma in variante alla strumentazione urbanistica. [C] Sulle analogie tra la disciplina in tema di Accordi di programma ex art. 34, d.lgs. 267 del 2000 ed il procedimento di cui al d.P.R. 447 del 1998 in tema di insediamenti produttivi
Sulla destinazione di un’area ad attrezzature destinate al “tempo libero” tra le quali chioschi, bar, ristoranti, teatri all’aperto, impianti sportivi per allenamento e spettacolo e simili
La regione ben può intervenire per circoscriverne la portata dell’istituto ex art. 5, d.P.R. 20 ottobre 1998 n. 447, evitando che quest’ultimo finisca per eludere la logica unitaria della pianificazione territoriale
Sulla compatibilità o meno con la destinazione a zona agricola di boxes in muratura scoperti e capannoni in lamiera prefabbricata destinati a sosta e ricovero degli animali vivi di cui viene fatto commercio
Master "Il rapporto pubblico-privato nella programmazione urbanistica". Figline Valdarno, dal 24 gennaio al 28 marzo 2007. Organizzazione Omniavis S.r.l.
Sull'introduzione della destinazione di un'area a verde agricolo e sulla necessità o meno di accertare che la suddetta destinazione consenta una reale e proficua utilizzazione agraria
Regolamento di disciplina dei processi di valutazione integrata e di valutazione ambientale degli strumenti di programmazione di competenza della Regione in attuazione dell'articolo 16 della legge regionale 11 agosto 1999, n. 49, recante "Norme in materia di programmazione regionale", e dell'articolo 11 della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1, recante "Norme per il governo del territorio"
Sui differenti termini di impugnazione della variante generale allo strumento urbanistico rispetto alla variante volta ad incidere su un determinato bene
Master dedicato agli aspetti dell’urbanistica
convenzionata e più in generale alla disciplina concernente "Il rapporto pubblico-privato nella programmazione urbanistica". Manifestazione di interesse
Sul procedimento relativo alla realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto – ex art. 5 del D.P.R. 2 Dicembre 1997 n. 509 – e sul particolare modello di conferenza dei servizi
Sugli effetti della mancata impugnazione dell’atto di approvazione dello strumento urbanistico nel ricorso originariamente proposto avverso la sua adozione
Sulla classificazione agricola di un area, sulla sua fruibilità a scopi agricoli, sulla qualità di imprenditore agricolo del proprietario e sul fine del “risparmio del territorio”
Sulle condizioni imprescindibili per l’avvio del procedimento ex D.P.R. n. 447/1998, sulla conformità del progetto alle norme vigenti in materia ambientale, sanitaria e della sicurezza del lavoro e sull’impossibilità di reperire nello strumento esistente aree idonee all’iniziativa produttiva
E’ illegittimo il ricorso alla variante di cui all’art 5 del DPR 447/98 al fine di conseguire l’approvazione di un progetto per la realizzazione di un impianto produttivo che esula dalle competenze proprie dell’ente comunale
Lo strumento previsto dall’art 5 del DPR 447/98 è apprezzabile solo nella fase istruttoria del procedimento, resta invece impregiudicata la valenza di atto ampiamente discrezionale della delibera del Consiglio comunale di adozione o meno della variante urbanistica
L'interesse del privato proprietario correlato ad una precedente previsione urbanistica è suscettibile di sacrificio dinanzi alla discrezionalità del potere pubblico di pianificazione urbanistica
Sulla legittimità dei provvedimenti con i quali un comune costituisce e si avvale di un Società di Trasformazione Urbana c.d. “Omnibus”, per tutti gli interventi da realizzare con tale strumento
Sulle eccezionali ipotesi in cui gli strumenti urbanistici generali necessitano di una specifica idonea motivazione a garanzia del principio dell’affidamento del privato